LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO VIII: VUELTA A ESPAÑA 2011

novembre 15, 2023
Categoria: News

Arriva per Sagan il momento di misurarsi con le fatiche imposte da un grande giro di tre settimane. Non potrà certamente competere per la vittoria finale – il suo miglior piazzamento sarà il 42° posto al Tour del 2012 – ma avrà modo di dare sfoggio delle sue doti e ce la farà: alla sua prima partecipazione alla Vuelta riesce a mettere in cascina tre successi di tappa, tra i quali quello ottenuto sul prestigioso traguardo finale di Madrid.

Nota ai lettori: nell’ultimo articolo si fa riferimento alla vittoria finale dello spagnolo Juan José Cobo, che sarà successivamente squalificato per doping (anche se solo nel 2019 la vittoria sarà ufficialmente assegnata a Chris Froome)

6a TAPPA: ÚBEDA – CÓRDOBA

LA VUELTA SI TINGE DI VERDE LIQUIGAS

Splendida azione degli uomini di Amadio che nella discesa dell’Alto del Catorce del Ciento fanno selezione rimanendo davanti in 4 insieme al solo Lastras con Sagan che taglia per primo il traguardo davanti all’iberico e Nibali che guadagna 17” sugli avversari diretti, balzando al 3° posto nella generale alle spalle di Chavanel che resiste in maglia rossa e di Moreno.

La settima tappa della Vuelta, 193,4 km da Úbeda a Córdoba, si è disputata lungo un percorso sostanzialmente pianeggiante se si eccettua l’Alto del Catorce por Ciento, salita di 7 km con gli ultimi 2 piuttosto impegnativi e la vetta a 21 km dal traguardo. Dopo una caduta di Breschel (Rabobank) nella fase di trasferimento, che ha costretto il vicecampione del mondo ad abbandonare la corsa, i primi 60 km sono stati percorsi a velocità folle con innumerevoli tentativi di fuga nei quali sono entrati tra gli altri addirittura Rodriguez (Katusha) e la maglia rossa Chavanel (Quickstep) mentre hanno vissuto un brutto quarto d’ora Nibali (Liquigas), Menchov (Geox) e Wiggins (Sky) rimasti indietro per un breve tratto a seguito di una frattura del gruppo, finchè finalmente non sono riusciti a evadere Saramotins (Cofidis), Kohler (Bmc), Doi (Skil-Shimano), primo atleta giapponese nella storia a correre la Vuelta, e Palomares (Andalucia), già all’attacco verso Valdepeñas de Jaén: all’inseguimento dei fuggitivi, che hanno acquisito un vantaggio massimo poco superiore agli 8 minuti, si sono alternate varie squadre ma a fare la parte del leone è stata la Leopard di Bennati, con uno straordinario Cancellara che è rimasto in testa al gruppo per decine di km e quasi da solo ha annullato il gap con i battistrada, ripresi quando ne mancavano circa 30 al traguardo di Córdoba.
Lungo l’ascesa dell’Alto del Catorce por Ciento sono stati sempre i lussemburghesi a mantenersi al comando con un’andatura sostenuta ma non troppo per evitare di creare difficoltà a Bennati, e di questo ne ha approfittato Moncoutiè (Cofidis) che con un’azione fotocopia a quella della tappa di ieri è andato a prendersi i punti per la classifica degli scalatori; in prossimità dello scollinamento sono scattati anche Tony Martin (Htc), Seeldrayers (Quickstep) e De La Fuente (Geox) che si sono riportati sul francese e nel tratto vallonato immediatamente successivo al gran premio della montagna hanno guadagnato una ventina di secondi sul resto del plotone, ridotto a una sessantina di unità con tutti gli uomini di classifica anche se Anton (Euskaltel) ancora una volta si è mantenuto sempre nelle ultime posizioni stentando moltissimo a rimanere con i migliori.
Con il solo Monfort rimasto nel primo gruppo oltre a Bennati e all’uomo di classifica Fuglsang la Leopard non era in grado di chiudere da sola sui fuggitivi e all’inizio della tecnica discesa che terminava a 5 km dal traguardo si è portata al comando la Liquigas con Agnoli, Capecchi e un Nibali visto spesso a tirare in prima persona; sembrava semplicemente una mossa finalizzata a portare Sagan, che si manteneva nella scia dei compagni di squadra, nelle condizioni di vincere in volata ma gli uomini di Amadio si sono riportati sul gruppetto di testa e hanno proseguito nell’azione riuscendo a spezzare il plotone in diversi tronconi e rimanendo davanti in 4 con il solo Lastras (Movistar), grandissimo discesista, in grado di rimanere a ruota: all’inseguimento si è ricompattato un gruppo di una decina di unità comprendente Chavanel, Fuglsang, Rodriguez, Scarponi (Lampre) e Bruseghin (Movistar) mentre il grosso del gruppo inseguiva ancora più indietro.
Il gruppetto dei Liquigas ha proseguito a testa bassa fino al traguardo, con anche Lastras a collaborare con i biancoverdi, e Sagan non ha avuto difficoltà a battere allo sprint lo spagnolo, mentre un’incomprensione tra Agnoli e Nibali ha fatto sì che il laziale arrivasse 3° togliendo così 8” di abbuono al messinese. Poco male perchè il vincitore della Vuelta 2010 ha comunque guadagnato 17” sul plotoncino di Rodriguez e 23” su quello comprendente Menchov, Wiggins, Anton, Moreno (Katusha) e Van den Broeck (Omega Pharma): ora la classifica vede Chavanel in rosso con un vantaggio di 15” su Moreno, 16” su Nibali, 23” su Rodriguez e 25” su Fuglsang mentre Bruseghin, le cui quotazioni salgono di giorno in giorno, è 10° a 52” e Scarponi ha guadagnato due posti portandosi al 13° a 57”. La settima tappa, 187,6 km da Almadén a Talavera de la Reina, non prevede particolari difficoltà altimetrica e finalmente potranno entrare in azione i velocisti in una Vuelta particolarmente avara di frazioni adatte alle loro caratteristiche.

Marco Salonna

12a TAPPA: PONTEAREAS – PONTEVEDRA

SAGAN DI PREPOTENZA, KESSIAKOFF E NIBALI AVANZANO

A differenza che nella tappa di Cordoba quando il suo successo fu propiziato da un’azione di squadra l’astro nascente slovacco fa tutto da solo e sul traguardo di Pontevedra brucia Degenkolb, Bennati e Petacchi, mentre lo svedese e il siciliano approfittano di un buco nel gruppo creatosi nel convulso finale per guadagnare rispettivamente 5” e 4” sul duo Sky Wiggins e Froome; meglio ancora fa Mollema che grazie a un abbuono a uno sprint intermedio ne guadagna 11.

Giornata di relativa calma alla Vuelta in attesa delle tappe che nei prossimi giorni dovrebbero sconvolgere la classifica generale; la 12a tappa, 167,3 km da Ponteaeras a Pontevedra, era infatti sulla carta una delle poche in questa edizione della corsa iberica dedicate alle ruote veloci, malgrado un finale nervoso e uno strappetto tra i 1300 e i 700 metri dalla conclusione, che per certi versi ricorda quello che i corridori troveranno a Copenhagen in occasione degli imminenti Mondiali. Dopo soli 7 km dalla partenza era in programma uno sprint intermedio e Mollema (Rabobank), alla vigilia 6° in classifica generale a 47” dalla maglia rossa Wiggins (Sky), ne ha approfittato per passare per primo e guadagnare 6” di abbuono: subito dopo ha preso il via la fuga di giornata con Hansen (Htc), Pidgornyy (Vacansoleil), Mate (Cofidis) e Roldan (Andalucia), che hanno acquisito fino a 9 minuti di vantaggio; non è stato comunque difficile tenere sotto controllo la fuga per la Leopard di Bennati, la Lampre di Petacchi, la Skil-Shimano di Kittel e la Garmin di Haussler, cui è stato sufficiente mettere a tirare un uomo a testa per andare a riprendere i battistrada, con Mate e Pidgornyy ultimi ad arrendersi a 5 km dalla conclusione.
I saliscendi presenti nell’avvicinamento a Pontevedra hanno provocato scaramucce nel gruppo con Gavazzi (Lampre), Marangoni (Liquigas) e Martin Velits (Htc) e successivamente Fouchard (Cofidis) e Anzà (Vacansoleil), sul cui conto ci sarebbero voci di coinvolgimento nell’inchiesta doping che ha incastrato l’ex professionista Illiano, a tentare la sortita e Kittel e Sutton (Sky), vale a dire i due vincitori negli uniche tappe per velocisti fin qui disputate, ad arrancare in coda a un gruppo nel quale Wiggins si è sempre mantenuto vigile nelle primissime posizioni attorniato dai compagni di squadra. Nell’ultimo km Htc e Leopard, con Tony Martin e Cancellara protagonisti di un bel duello antipasto di quello della crono mondiale di Copenhagen, hanno preso la testa del gruppo e sono stati i lussemburghesi ad avere la meglio, facendo sì che Bennati potesse lanciare lo sprint in testa: a differenza di quanto accaduto a Talavera de la Reina quando era partito troppo lungo l’aretino si è trovato in posizione ideale ma nulla ha potuto di fronte alla straripante potenza di Sagan (Liquigas) che è andato a conquistare il suo secondo successo in questa Vuelta e il 13° in stagione, con il solo Degenkolb (Htc) che ha provato a contrastarlo negli ultimi metri. Bennati ha chiuso sul gradino più basso del podio davanti a un Petacchi (Lampre) in crescita, ad Haedo (Saxo Bank), a Boonen (Quickstep) e a Van Avermaet (Omega Pharma).
Nell’ultimo km ci sono state diverse fratture nel gruppo che hanno fatto sì che Kessiakoff (Astana) e Mollema guadagnassero 4” su Nibali (Liquigas), 5” sulla maggioranza degli altri uomini di classifica tra cui Wiggins e Froome (Sky), 11” su Daniel Martin (Garmin) e 19” su Scarponi (Lampre) e Menchov (Geox), apparsi nuovamente spenti dopo le difficoltà palesate negli ultimi giorni: la classifica generale dunque si accorcia ulteriormente e vede Wiggins in maglia rossa con 7” su Froome, 9” su Kessiakoff, 10” su Nibali, 19” su Fuglsang e 36” su Mollema. La 13a tappa, 158,2 km da Sarria e Ponferrada, si presenta impegnativa con cinque gran premi della montagna di cui due di prima categoria, l’Alto de Folgueiras de Aigas e il Puerto de Ancares, nella parte centrale del percorso; dalla vetta dell’ultima ascesa al traguardo ci sono però 25 km di discesa e pianura e questo, unito al desiderio di risparmiare le forze per le due tappe successive che vedranno gli arrivi in salita a La Farrapona e all’Angliru, potrebbe fare in modo che i big si controllino e che a giocarsi il successo siano uomini fuori classifica ma comunque a proprio agio quando la strada inizia a salire.

Marco Salonna

21a TAPPA: CIRCUITO PERMANENTE DEL JARAMA – MADRID

SAGAN INFILZA I NOSTRI NEL GIORNO DI COBO

Sembrava che la tappa di Madrid fosse un affare tra Petacchi e Bennati ma negli ultimi metri lo slovacco spunta le retrovie e conquista il suo terzo successo alla Vuelta, mentre in classifica generale non c’è nessuna sorpresa con il cantabro della Geox che mantiene i 13” di vantaggio su Froome e succede a Nibali nell’albo d’oro della corsa a tappe iberica.

Tradizionalmente l’ultima tappa di un grande Giro è una festa vissuta dai corridori come un ultimo giorno di scuola ma non è stato così in questa occasione: prima dei 95,6 km che dal circuito di Jarama portavano al Paseo del Prado di Madrid atto finale di una Vuelta combattutissima infatti erano in bilico non solo la maglia rossa, con Froome (Sky) che grazie agli abbuoni aveva la possibilità teorica di scavalcare Cobo (Geox) che lo precedeva di 13”, ma anche quella bianca della combinata guidata anch’essa dallo spagnolo davanti al britannico e quella verde della classifica a punti, con Rodriguez (Katusha) e Mollema (Rabobank) appaiati al vertice a quota 115 punti: definitiva era solo la classifica della maglia a pois vinta per il quarto anno consecutivo da Moncoutiè (Cofidis) al termine di un appassionante duello con il nostro Montaguti (Ag2r). In ogni caso le cose si sono messe immediatamente bene per Cobo perchè pochi km dopo l’ingresso del circuito di Madrid sono scattati Horrach (Katusha), Benitez (Andalucia) e Caruso (Liquigas), che si sono così spartiti i secondi di abbuono nei due sprint intermedi togliendoli a Froome: la presenza in fuga al siciliano dava inoltre la possibilità alla Liquigas che aveva in Sagan l’uomo di punta di non tirare e a incaricarsi dell’inseguimento sono state dunque la Lampre di Petacchi, la Leopard di Bennati e la Saxo Bank di Haedo, che hanno chiuso il gap a 10 km dal traguardo.
Come già accaduto nelle poche tappe precedenti decise allo sprint la squadra lussemburghese è stata quella che ha preso il comando delle operazioni ma O’Grady, che aveva alla sua ruota Petacchi e Bennati nell’ordine, già agli 800 metri ha esaurito il suo lavoro lasciando allo scoperto i due azzurri, che pertanto si sono lasciati sfilare facendo sì che a prendere il comando fosse la Skil-Shimano con Veelers a tirare la volata a De Kort. Petacchi e Bennati sono rimasti comunque nelle primissime posizioni ed è stato l’atleta della Lampre a lanciarsi per primo seguito da quello della Leopard; l’aretino ha gradualmente rimontato lo spezzino e sembrava lanciato verso il suo successo consecutivo dopo quello di Vitoria ma dalle retrovie è improvvisamente spuntato Sagan che negli ultimi metri è andato a beffare i due azzurri aggiudicandosi la sua terza frazione in questa Vuelta: successi peraltro molto diversi l’uno dall’altro con quello di Cordoba arrivato al termine di un’azione di squadra della Liquigas, quello di Pontevedra avvenuto in un arrivo in leggera salita e quello di Madrid arrivato al termine di un classico volatone di gruppo. 4° ha chiuso Degenkolb (Htc) davanti a Maes (Quickstep), Ligthart (Vacansoleil), Sutton (Sky), De Kort e Mollema, che ha così strappato la maglia verde a un Rodriguez che non ha neppure tentato di disputare lo sprint.
A esultare sul traguardo sono stati dunque lo slovacco, l’olandese e soprattutto Cobo, atleta di talento in grado di vincere un Giro dei Paesi Baschi e una tappa di montagna alla Vuelta 2009 chiusa al 10° posto ma che nelle ultime due stagioni sembrava essersi perso, che si è aggiudica una Vuelta in cui probabilmente alla vigilia non era tra i 20 atleti più quotati oltre a conquistare la maglia bianca della combinata, e lo stesso discorso vale per Froome battuto di 13”: piuttosto sorprendente anche il 3° posto con un distacco di 1′39” dell’altro britannico Wiggins alla luce di una condizione che non sembrava poter essere al top dopo la caduta del Tour e di un percorso apparentemente sbilanciato a favore degli scalatori. 4° a 2′03” ha chiuso Mollema che oltre alla classifica a punti si è tolto sia pure per un solo giorno la soddisfazione di vestire la maglia rossa, 5° a 3′48” un Menchov (Geox) che nel finale è stato prezioso alleato per Cobo, 6° a 4′13” un Monfort (Leopard) finalmente competitivo lungo tutto l’arco delle tre settimane e 7° a 4′31” un Nibali (Liquigas) che sembrava ben avviato a ripetere il successo di un anno fa ma che è stato respinto dalle grandi montagne: chiudono la top ten Van den Broeck (Omega Pharma) 8° a 4′45”, Moreno (Katusha) 9° a 5′20” e Nieve (Euskaltel) 10° a 5′33”. Di Moncoutiè che si aggiudica per il quarto anno di fila la classifica degli scalatori, oltre alla tappa di Estacion de Montaña Manzaneda, si è già detto mentre la Geox ha completato il proprio trionfo aggiudicandosi la graduatoria a squadre. E ora tutti gli occhi sono puntati su Copenhagen dove dopo una settimana di pausa inizieranno i campionati del mondo, con la prova su strada per professionisti prevista per domenica 25 settembre.

Marco Salonna

La prima vittoria di Sagan in un grande giro, nella tappa di Córdoba della Vuelta 2011 (foto Bettini)

La prima vittoria di Sagan in un grande giro, nella tappa di Córdoba della Vuelta 2011 (foto Bettini)

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