LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO IV: GIRO DI SARDEGNA 2011
Non era un uomo da corse a tappe Sagan, ma grazie alla sua costanza è riuscito a vincerne qualcuna, anche se non avrebbe mai avuto le doti per primeggiare nelle classifiche finale dei grandi giri. Quattro piccole soddisfazione in tal senso è riuscito a prendersele e la prima proprio sulle strade italiane: nella primavera del 2011, infatti, riuscì a portare a casa il Giro di Sardegna in quella che sarà l’ultima edizione disputata della corsa sarda. Su cinque tappe previste ne porterà a casa 3, salvandosi per pochissimi secondi nella conclusiva frazione terminata presso alle soglie della spettacolare Giara di Gesturi, dove si impose l’indimenticato Michele Scarponi.
1a TAPPA: OLBIA – PORTO CERVO
SAGAN “STINGE” IL SARDEGNA D’AZZURRO
In una Sardegna atipica, con i classici colori azzurri smorzati dal tempo uggioso, ci ha pensato il giovane corridore della Liquigas a completare l’opera. Nulla da togliere al bellissimo sprint del ragazzo d’oro Sagan, ma avremmo sicuramente gioito di più se davanti gli fossero finiti gli “azzurri”, invece relagati ai gradini più bassi del podio. Il secondo e il terzo posto dell’ex campione del mondo Ballan e di un altro promettente giovane del calibro di Oss, unitamente ad un Di Luca ancora pimpante dopo le prime avvisaglie maiorchine, fanno però ben sperare per il proseguimento della stagione.
Dopo la Calabria, la Toscana e la Liguria, ecco l’approdo in Sardegna dove il movimento ciclistico italiano continua il suo personale Giro d’Italia in luoghi turistici e climaticamente appetibili per riprendere confidenza con la competizione.
E proprio sul lungomare di Laigueglia, dove è arrivato “solo” 11°, era atteso e pronosticato lo slovacco Peter Sagan che è arrivato puntuale invece sul traguardo odierno a Porto Cervo, aggiudicandosi la prima tappa del Giro di Sardegna, la corsa a tappe che grazie al GS Emilia cerca di rivivere i fasti del passato, quando si è disputata quasi ininterrottamente dal 1958 al 1983, per poi ritornare a disputarsi nel ’96,’97, ’09 e ‘10. La corsa a tappe sarda ha rischiato di saltare anche quest’anno, ma il lavoro dietro le quinte degli organizzatori ha permesso che si riuscisse comunque a organizzare le 5 tappe previste.
La prima tappa da Olbia a Porto Cervo, svoltasi in condizioni climatiche non proprio tipicamente “sarde”, si concludeva in leggera salita e su quello strappo finale slovacco della Liquigas ha trovato terreno fertile per le sue ambizioni, riuscendo ad avere la meglio su un ritrovato Alessandro Ballan (BMC) e il compagno Daniel Oss.
La giornata odierna è stata caratterizzata dalla lunga fuga del campione nazionale canadese Will Routley (Team Spidertech Powered by C10) e del russo Arkimedes Arguelyes (Katusha Team), con quest’ultimo rimasto solo al comando dopo lo scollinamento del GPM di San Pantaleo. I due battistrada erano evasi dal gruppo dopo soli 7 chilometri di corsa, raggiungendo un vantaggio massimo di 7′40” al chilometro 57.
Il lavoro in testa al gruppo di Lampre – Isd, Bmc Racing Team, Farnese – Neri e Acqua & Sapone hanno concretizzato il ricongiungimento con Arguelyes, ripreso a soli 9 chilometri dal termine.
Terminato l’inseguimento la vicinanza del traguardo ha scatenato le ambizioni dei molti che hanno provato l’attacco solitario, compreso Stefano Pirazzi, imitato poco dopo da un Danilo Di Luca desideroso di ritrovare il cosiddetto ritmo gara.
Tutta questa frenesia faceva sì che questi attacchi non avessero frutto, selezionando però la testa della corsa e portando un gruppo forte di 25 unità a giocarsi la tappa. Tappa conclusasi con la vittoria di Sagan che prenderà il via oggi, nella seconda frazione, con la maglia di leader della classifica sulle spalle e anche quella della classifica a punti in cascina.
«Dovevamo lavorare per favorire un arrivo in volata e dunque per Guarnieri» afferma Sagan «ma sull’ultima salita il gruppo si è frazionato, complici i continui attacchi, e i velocisti sono rimasti fuori dai giochi. Come Liquigas-Cannondale abbiamo tenuto la testa della corsa prima con Nibali e Capecchi, poi con Oss e il sottoscritto. Avevo studiato l’arrivo al primo passaggio: l’ultima curva, a 150 metri dal traguardo, sarebbe stata decisiva. Volevo prenderla davanti per poi aprire il gas: così è stato ed è arrivata questa bella vittoria».
Per Sagan il successo di oggi è il primo stagionale (oltre che il primo assoluto conseguito in Italia), mentre il bottino in carriera sale a quota sei. «In sella alla bicicletta riesco ad esprimermi al meglio, mi muovo come se fosse parte di me. La vittoria di oggi è il primo passo verso gli appuntamenti più importanti, come la Paris-Nice e le Classiche. Dalla prima gara a Donoratico la condizione sta crescendo e oggi ne ho avuto conferma. Le prossime tappe le vivrò alla giornata, senza stress: l’importante, oltre che la soddisfazione personale, è il bene della squadra».
Ma che tipo di corridore Peter? «Non lo so ancora. Mi trovo a mio agio nelle corse miste, come quella di oggi, e sulle salite brevi. Non ho ancora abbastanza tenuta sulle lunghe salite: sarà un punto sul quale lavorare in futuro, ho tempo per crescere ancora. Non ho ancora disputato un grande giro, dunque non conosco ancora i miei limiti. Rendo bene nelle brevi corse a tappe, ma anche nelle corse in linea: perché non provare a vincere entrambe?».
Oggi, il Giro di Sardegna affronterà la seconda tappa, la più lunga dell’edizione 2011. Saranno 197,5 i chilometri che i corridori dovranno percorrere tra Olbia e l’arrivo in salita al Monte Ortobene (923 metri di altitudine), sopra Nuoro. Si tratterò, dunque, di un appuntamento appetitoso per gli scalatori, anche se l’ascesa finale – che l’anno scorso vide svettare per primo un altro corridore d’origine slava, il ceco Kreuziger – non presente grandissime pendenze. Dopo il via ufficiale il gruppo toccherà Monti, Berchidda e Ozieri dove inizierà una serie di saliscendi che porterà al GPM di Pattada e quindi, dopo pochi chilometri, a quello di Nule. Nel finale si toccherà l’abitato di Bitti e da Orune si entrerà a Nuoro dove inizierà l’ultima ascesa.
Mario Prato
2a TAPPA: PORTO ROTONDO – NUORO
SPUNTA CUNEGO DAL MONTE
I suo tifosi lo attendevano da 17 mesi…. il ritorno del successo di Damiano Cunego è arrivato alla sua prima occasione di riscatto, dopo un 2010 nel quale è rimasto totalmente a secco. La sua non è stata una vittoria netta, troppo facile l’ascesa finale per permetterlo, i suoi avversari erano lì a pochi secondi, ma se è vero che l’appetito vien mangiando…. Il successo sull’Ortobene, infatti, potrebbe rimotivare il campione veronese e lanciarlo verso una nuova serie di vittorie. Magari già oggi stesso a Lanusei.
Gioia, stupore, euforia… chissà cosa è passato nella testa di Damiano Cunego quando si è reso conto che Serpa Perez non poteva più rimontarlo.
E chissà cosa è passato nella testa dei presenti quando hanno rivisto, dopo un digiuno troppo, lungo il veronese davanti a tutti.
La cosa importante per tutti, però, è stato che l’ex enfant prodige del ciclismo italiano è ritornato alla vittoria dopo 17 mesi, passando per primo sul traguardo della seconda tappa del Giro di Sardegna, primo di un gruppetto di 11 fuggitivi. La vittoria che lo ha anche in testa alla classifica generale con 2” su Peter Sagan e 4” su Josè Serpa Perez.
La seconda tappa, quasi 200 Km tracciati tra Porto Rotondo e il Monte Ortobene, sopra Nuoro, ha messo in luce quelli che hanno confidenza con la salita.
Nele fasi iniziali la corsa è vissuto sulla classica fuga in avvio di tappa, protagonisti Mikhail Ignatiev (Team Katusha), David Boily (Team Spidertech), Alessandro De Marchi (Androni Giocattoli), Elia Favilli (Farnese Vini – Neri Sottoli) e Alessandro Malaguti (Ora Hotels – Carrera). Partito al km 8, questo drappello ha raggiunto un vantaggio massimo di 7’ dopo 83km di gara ma, con il passare dei chilometri, i fuggitivi hanno cominciato ad accusare la fatica. Per primo si è staccato Boily, al chilometro 160, mentre gli altri hanno proseguito fino alle porte di Nuoro (chilometro 184) quando è rimasto in testa solo Alessandro De Marchi.
Ma il primo arrivo in salita era ambito da molti e a 4 km dal traguardo si è scatenata la bagarre con una Liquigas bellicosa ma destinata a raccogliere meno di quanto abbia seminato.
L’azione degli uomini in verde è comunque riuscita a sgranare il gruppo a 11 unità.
L’epilogo di giornata ha visto Damiano Cunego tornare alla vittoria davanti al duo Androni Serpa – Sella e al vincitore della prima tappa Sagan. Nel gruppo degli 11 va segnalata anche la presenza di Michele Scarponi, classificatosi 7°.
Con la vittoria odierna il veronese raggiunge quota 44 in carriera, dopo un’astinenza che durava dal settembre 2009, quando si era involata verso il successo sulla Sierra della Pandera, alla Vuelta di Spagna.
“Con un urlo ho espresso al traguardo tutta la mia soddisfazione per questa vittoria. E’ fantastico imporsi in una corsa quando sai di essere in condizione, logicamente è ancora più bello vincere se si è in astinenza da un po’ di tempo. Oggi ho avuto la sensazione di riuscire a controllare bene la corsa, accesasi negli ultimi chilometri dell’ascesa finale. Nella parte iniziale della salita i migliori scalatori si sono studiati, non c’è stata grande battaglia, poi però negli ultimi due chilometri sono iniziati gli scatti: in quel frangente Scarponi è stato bravo a inserirsi nel gruppetto di testa, così io ho potuto rientrare sugli attaccanti senza dover lavorare in prima persona. Sono riuscito poi a rimanere lucido per disputare un grande sprint.
E’ doveroso sottolineare il grande lavoro di tutta la squadra, con tutti i miei compagni perfetti nel loro operato sin dai primi chilometri di gara“.
Oggi si correrà la terza tappa con partenza da Orani e conclusione a Lanusei dopo 173 chilometri, caratterizzati da un percoso di media montagna. Si dovrà salire fino ai 1017 metri della Genna Silana, ascesa interminabile ma molto pedalabile. In dolce salita si svolgerà anche il tratto terminale di questa frazione, meno adatta agli scalatori rispetto a quella vinta da Cunego
Ma non è detto che il “Piccolo Principe” non ci regali ancora una perla delle sue.
Mario Prato
3a TAPPA: ORANI – LANUSEI
LA VENDETTA DI SAGAN NEL GIORNO DEI “SOLITI NOTI”
Lo slovacco Sagan si è “vendicato” della perdita della maglia di leader sull’Ortobene, conquistando con gli interessi il suo secondo successo sulle strade del Sardegna 2011. Gli abbuoni gli hanno consentito di ritornare in testa, ma la situazione rimane comunque traballante perchè tra i primi della classifica le distanze sono ridotte, al termine di una frazione interpretata nei ruoli principali dai medesimi attori visti sulla scena ventiquattore prima. Cunego e Sagan, in particolare: dovrebbe essere loro i principali partecipanti al “duello” per la vittoria, che oggi si prenderà un turno di sosta lasciando il palcoscenico ai velocisti.
La terza tappa del giro di Sardegna si è risolta con la seconda vittoria dello slovacco Peter Sagan e con la conseguente riconquista della leadership.
La cosa che più salta agli occhi è che anche oggi i primi di giornata sono “i soliti noti”, poichè alle spalle dello slovacco della Liquigas si sono, infatti, piazzati Josè Serpa Perez e Damiano Cunego, seguiti da Emanuele Sella quarto, Ben Hermans quinto e Michele Scarponi sesto: con l’esclusione di Capelli, si tratta dei medesimi nomi che occupavano le piazze alte dell’ordine d’arrivo dell’Ortobene.
Anche in classifica generale le cose si sono rimescolate ma mantenendo gli stessi ingredienti con i primi sei di giornata ad occupare le prime sei posizioni e con l’uomo della Liquigas, come era già accaduto martedì scorso, ad indossare le insegne del primato.
La tappa di Lanusei ha messo in luce non solo la caparbietà di Sagan, ma anche la buona condizione di Alessandro Ballan (Bmc Racing Team), già dimostrata sul traguardo di Porto Cervo.
Il veneto campione del mondo a Varese nel 2008 , è uscito dal gruppo dopo soli 13 chilometri. Ben presto su Ballan si sono portati Maxim Iglinski (Astana), Marco Frapporti (Colnago Csf Inox), Alexander Porsev (Katusha Team), Lucas Euser (Team Spidertech Powered by C10) e Antonio Santoro (Androni Giocattoli).
I fuggitivi di comune accordo dopo una ottantina di km di fuga hanno raggiunto il loro vantaggio massimo, quantificato in 5’. La parte più interessante però doveva ancora venire e si è verificata ad una quindicina di chilometri dal termine, quando Ballan e Santoro hanno forzato il ritmo rimanendo da soli in testa alla corsa. Poco più avanti, il veneto si è sbarazzato anche dell’ultimo compagno, ma è stato raggiunto dal gruppo ai – 6.
Tentativo fallito, dunque, ma per il portacolori della BMC si è trattato di un’altra giornata di prove, in vista dei palcoscenici degli appuntamenti a lui più congeniali.
Nel frattempo in testa alla gara, dopo due tentativi di Paolo Tiralongo e Stefano Piazzi, il gruppo dei favoriti si è presentato compatto sul rettilineo d’arrivo e là Peter Sagan ha dato la zampata decisiva.
«Già nella riunione del mattino avevamo pianificato una strategia che potesse portare al traguardo un gruppo ristretto di corridori. In questo i compagni sono stati splendidi. Hanno lavorato duro per me e il minimo che potessi fare era vincere. La strada per l’arrivo saliva e il loro ritmo ha impedito gli attacchi. A 200 metri dal traguardo Eros si è spostato e mi sono alzato sui pedali. Tutto ha funzionato alla perfezione. Ci aspettiamo battaglia ma abbiamo tutto per difendere questa maglia. La fiducia che mi trasmettono i diesse e i compagni è importante: sono determinato a chiudere questa corsa sul primo gradino del podio».
Questo, invece, è il commento di Mario Scirea, direttore sportivo della Liquigas «C’è molta armonia tra i ragazzi e questo sarà il nostro punto di forze, oltre ovviamente al valore tecnico. Dovremo sudare ma, soprattutto, raddoppiare le attenzioni perché gli abbuoni saranno decisivi». In quanto a Sagan, il suo ds lo definisce «un talento che sta confermando il suo enorme potenziale. L’anno scorso era una sorpresa, ora non più. In lui rivedo Argentin: una classe immensa e una cattiveria agonistica fuori dal comune».
Oggi il programma prevede la quarta tappa, l’unica destinata ai velocisti. Si pedalerà per 174,2 Km tra Lanusei e Oristano, affrontando strada facendo alcuni dislivelli e due GPM, uno dei quali di 1a categoria (Valico di Monte Arcueri, 981 metri). La totale mancanza di difficoltà negli ultimi 40 Km consegnerà, però, questo traguardo alle ruote veloci del gruppo e le sfide per la classifica saranno rimandate alla conclusiva frazione di Gesturi.
Mario Prato
4a TAPPA: LANUSEI – ORISTANO
E ADESSO CHI LO FERMA PIU’?
Un Sagan così “cannibale” non ce lo aspettavamo. E di certo non se lo aspettavano nemmeno i diretti avversari di classifica che ora, se vorranno spodestarlo dal vertice, dovranno inventarsi qualcosa. E’ rimasta una sola occasione, l’arrivo in salita odierno alla Giara di Gesturi, ma lo strappo al 20% nel finale basterà a mettere fuori combattimento un corridore che ieri è stato in grado di mettere in riga anche i più quotati velocisti?
Ieri, nel nostro spazio quotidiano dedicato al Giro di Sardegna, si era messo in evidenza che la corsa a tappe isolana era una questione tra una manciata di ciclisti.
Oggi, però, quanto affermato ieri è già scaduto. Il cerchio di chi ha ancora qualche ambizione in chiave classifica si è ulteriormente ristretto, anche grazie alla prova di forza odierna dello slovacco della Liquigas Peter Sagan.
Il titolare della maglia con i colori della Sardegna e l’effige dei Mamuthones si è preso il lusso, dopo aver vinto due tappe con l’arrivo in leggera ascesa, di sgomitare in una volata a ranghi compatti avendo la meglio su velocisti blasonati e giovani rampanti, su ciclisti molto più avvezzi di lui in quella roulette russa che è lo sprint.
In una giornata di calma apparente le squadre dei velocisti hanno avuto gioco facile a controllare la fuga del russo Arkimedes Arguelyes (Team Katusha) e dello statunitense Jonathan Mc Carty (Team Spidertech), evasi a soli 8 chilometri dal via da un gruppo che ha concesso loro un vantaggio massimo di 7 minuti. Il ricongiumento è avvenuto a 10 Km da Oristano, dopo che si erano avvicendante a condurre l’inseguimento l’Acqua & Sapone, la Farnese Vini Neri Sottoli e la stessa Liquigas-Cannondale.
Tutti si aspettavano il successo di uno sprinter puro, sull’unico traguardo che gli organizzatori avevano riservato alla categoria. Invece, la volata conclusiva ha visto le ruote veloci inchinarsi allo sloveno baciato da un momento di forma invidiabile, con Manuel Belletti (Colnago – Csf Inox ) e Roberto Ferrari (Androni Giocattoli) a fare da corona allo sloveno, mettendosi a loro volte alle spalle velocisti del calibro di Alessandro Petacchi (Lampre-ISD) giunto quinto e Danilo Napolitano (Acqua & Sapone) nono.
«L’aspetto più positivo di questa vittoria è proprio l’aver guadagnato sui diretti avversari» dichiara il vincitore, «La tappa di domani è insidiosa, con l’arrivo di Gesturi che sembra adatto agli attacchi degli scalatori. Quando si parla di pochi secondi di distacco non si può mai stare tranquilli. A mio favore c’è il fatto di avere una squadra fortissima che mi scorta e mi supporta sempre: senza di loro non avrei sicuramente ottenuto questi risultati».
Riguardo ai compagni di squadra, oggi preziosissimi alleati nelle operazioni di ricucitura e volata, Sagan li ha così elogiati: «Se non mi avessero guidato nel finale sarebbe stata dura trovare spazio. La confusione era tanta e tutti cercavano la ruota migliore, ovvero quella di Guarnieri che a sua volta seguiva Oss. Petacchi si è inserito, poi lui è andato a sinistra e io a destra. Ho dato tutto per non farmi rimontare e così è arrivata anche questa vittoria».
Ora in classifica generale lo sloveno ha incrementato il vantaggio sui diretti inseguitori grazie ai 10” di abbuono conquistati. Oggi partirà per la tappa decisiva con 14” di vantaggio su Damiano Cunego (Lampre – Isd), 16” su Josè Serpa Perez, 28” su Emanuele Sella (entrambi Androni Giocattoli), 32” su Ben Hermans (Radiosghack), e 38” su Michele Scarponi (Lampre-ISD) e Eros Capecchi (Liquigas – Cannondale).
L’ultima frazione si disputerà ta Oristano e Gesturi, concludendosi con l’arrivo in salita alle porte dell’altopiano della Giara,. dopo un tracciato di 174 chilometri.
Il percorso proporrà un GPM di seconda categoria a 56 Km dalla partenza e poi un tratto a saliscendi, ma a decidere tappa e maglia dovrebbe unicamente essere l’ascesa finale di 6,2 Km. Caratterizzata da una pendenza media del 5,5%, presenterà uno strappo al 20% a 700 metri dall’arrivo e fondo sterrato sul breve rettilineo d’arrivo.
Mario Prato
5a TAPPA: ORISTANO – GIARA DI GESTURI
SAGAN BRINDA NELLA GIARA
Alla fine ce l’ha fatta, nonostante i più diretti avversari siano riusciti a staccarlo nello spettacolare finale della Giara di Gesturi. Mentre davanti Scarponi trionfava sullo sterrato, lo slovacco Sagan perdeva leggermente terreno, ma ciò non è bastato ad impedire il trionfo del corridore in maglia Liquigas nella seconda edizione della nuovo corso del Giro di Sardegna. Ora lo aspetta la Parigi – Nizza, la gara che l’anno scorso lo fece conoscere al pubblico degli appassionati.
Anche se con un giorno di ritardo, eccoci a commentare l’ultima tappa del Giro di Sardegna, disputatosi anche per il 2011 grazie alle varie amministrazioni pubbliche isolane, alla Leisure & Sport, titolare dei diritti sportivi, e al “know how” del GS Emilia.
Nell’ultimo atto del “Sardegna” il programma comprendeva nel finale di tappa una salita, di poco più di cinque chilometri, che portava al traguardo della Giara di Gesturi, una salita dal finale sterrato che sapeva di Giro d’Italia e di ciclismo epico. Chi meglio di un certo Michele Scarponi, con quella faccia e quella guasconeria che ricorda gli albori del ciclismo poteva essere protagonista di giornata?
“Il ringraziamento va a tutta la squadra, fondamentale per ottenere questa vittoria. Grandissimo anche Petacchi, che mi ha scortato per tutta la tappa e mi ha aiutato a prendere la posizione migliore per puntare l’ascesa finale. L’intento era quello di rendere duro il ritmo in salita, così da provare a mettere in difficoltà Sagan e favorire Damiano per la classifica finale. E’ venuta la mia vittoria, peccato che Sagan sia riuscito a difendersi, perché anche Damiano avrebbe meritato di vincere la classifica per come sta pedalando in questi giorni. Non mi aspettavo di giungere al successo così presto, ma ovviamente sono molto felice“.
Così ha commentato la gara l”Aquila di Filottrano”, il cui giorno di gloria si è concretizzato, come fatto notare anche dallo stesso vincitore, grazie al lavoro dei compagni di squadra e anche a quello dei Liquigas che hanno tenuto sotto controllo la fuga giornaliera di Evgeny Petrov (Astana), Yaroslav Popovych (Team Radioshack), Mikhail Ignatiev (Katusha Team), Pasquale Muto (Miche Guerciotti), Ben Swift (Great Britain) e Pier Paolo De Negri (Farnese Vini Neri Sottoli). I sei attaccanti hanno allungato a 22 Km dalla partenza e, dopo aver accumulato un vantaggio massimo di 5′20” al chilometro 85, sono stati ripresi a 16 chilometri dall’arrivo.
Nel finale, con uno Scarponi oramai lanciato alla conquista della tappa, si è anche compiuto il più classico dei duelli ciclistici, quello per la conquista della testa della classifica generale, senza più possibilità d’appello essendo questa la frazione conclusiva.
Il solito manipolo di ambiziosi che ha monopolizzato le cronache del Sardegna 2011 – in doveroso ordine alfabetico Cunego, Sagan, Sella e Serpa – si sono dannati l’anima uno contro l’altro per rosicchiare più secondi possibile.
Il duello ha avuto conseguenze e ha fatto si che i contendenti passassero nel seguente ordine sotto lo striscione: Serpa a 3” dal marchigiano, Cunego a 8”, Sagan a 11” e Sella a 14″, in coppia con Kiserlovski.
Dopo l’arrivo dei primi di giornata – che, come già detto, erano anche gli stessi che occupavano alla partenza i primi posti in classifica – è stato fatto il computo dei vari distacchi subiti e dei vari abbuoni conquistati, decretando la vittoria di Peter Sagan. La maglia di leader è rimasta sulle spalle del corridore slovacco per soli 3”, il gap che lo separa dal secondo classificato, il colombiano Serpa Perez, riuscito comunque a guadagnare una posizione scavalcando Damiano Cunego, finito terzo a 7″.
«Quando nel finale hanno allungato» ha raccontato Sagan «ho mantenuto sangue freddo, convinto di riuscire a controllare il distacco. Avevo nelle gambe le fatiche delle tappe precedenti e aumentare il ritmo sarebbe stato rischioso. Ancora una volta la squadra è stata fantastica: Nibali e Capecchi mi hanno scortato fino al traguardo, impedendo a Serpa di guadagnare quei secondi necessari per passarmi……La vittoria di ieri si è rivelata fondamentale. Portare a casa questa corsa è stata una fatica, anche perché non c’è stato mai un giorno tranquillo. Il Giro di Sardegna, oltre che regalarmi una bellissima gioia, si è rivelato un ottimo allenamento in vista del mio primo, grande obiettivo stagionale: realizzare una prestazione maiuscola alla Paris-Nice. Sento di avere una buona condizione e spero che questi successi siano solo l’inizio».
Mario Prato