LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO II: TOUR DE ROMANDIE 2010
Dopo aver ottenuto le prime vittorie da professionista alla Parigi-Nizza Peter Sagan si mette in luce anche al Tour de Romandie. Nella corsa elvetica si impone nella prima tappa in linea, togliendo la maglia di leader della spalle del nostro Marco Pinotti e vincendo una frazione nella quale erano stati protagonisti alcuni tra i più promettenti giovani del momento. Tra di loro c’era anche il francese Thibaut Pinot, del quale ne abbiamo recentemente rivissuto le gesta
SAGAN VINCE LA TAPPA DEI GIOVANI
La tappa odierna ha messo in luce diversi giovani, prima lungo un percorso dove il più combattivo è stato Pinot, in fuga per più di cento chilometri, poi sulla linea d’arrivo, dove il giovane fenomeno Sagan ha vinto e strappato la maglia di leader a Pinotti, anticipando un altro esponente della “linea verde”, l’italiano Francesco Gavazzi.
Era difficile prevedere quello che sarebbe successo oggi, in una tappa mossa, non così ardua da pronosticare l’arrivo solitario dei big, ma nemmeno semplice e dall’esito scontato in volata. Complice, forse, anche la forma non ancora ottimale dei velocisti, in primis del migliore al mondo Mark Cavendish che, nonostanta abbia stretto i denti e lottato fino alla fine, sull’ultimo dei tre gpm segnalati ha dovuto alzare bandiera bianca. La gara si è quindi resa ancora più incerta, col giovanissimo Pinot – in fuga dal mattino, rimasto solo dopo aver lasciato la compagnia di Zeits e Beyer – solitario al comando inseguito dal bretone Wegelius a circa 1’ e da tutto il plotone 30” più indietro al momento dell’ultimo scollinamento.
Lungo la discesa, a circa 30km dal traguardo, è stata poi Bakelandts, compagno di Wegelius, a cercare di riprendere Pinot ed involarsi tutto solo verso il traguardo ma, riuscito nel primo obiettivo, il belga ha invece fallito nell’impresa e si è visto passare dal gruppo dopo pochi chilometri. A questo punto tutte le squadre si preparavano ad un arrivo in volata con la maglia gialla Pinotti, senza più molte carte da giocare dopo il “forfait” di Cavendish che poteva rubare gli abbuoni agli avversari diretti del compagno di squadra.
Alla fine così non è andata e, anche se davanti a tutti si fosse imposto il velocista bretone, non sarebbe bastato all’ingegner Pinotti poiché ad anticipare il resto del gruppo e ad aggiudicarsi la tappa odierna è stato il baby-fenomeno Sagan, secondo nel prologo a meno di un secondo e che quindi uno qualsiasi degli abbuoni in palio lo avrebbe proiettato verso la maglia gialla. Dietro al campioncino di casa Liquigas si è piazzato l’italiano Gavazzi della Lampre. Un duo giovanissimo si è quindi imposto nella seconda tappa che era stata caratterizzata per gran parte della sua durata dalla fuga, in parte solitaria, del più giovane del gruppo, il francese Pinot. Il terzo gradino del podio lo ha occupato Roche (figlio d’arte, suo padre è il grande Stephen, vincitore di Giro, Tour e mondiale nella stagione 1987) davanti a Iglinskiy e Felline.
La maglia di leader è quindi passata sulle spalle dello slovacco che ora difficilmente la lascerà senza combattere e, vista la sua condizione in questo periodo, per gli avversari sarà parecchio dura. Non è certo il favorito in quanto le sue doti sono più evidenti su percorsi pianeggianti o vallonati rispetto a quelli di montagna, ma ora il suo vantaggio sui big è superiore ai 10” e dalla sua parte ha una cronometro non particolarmente lunga (20 Km), senza considerare che di montagne impossibili non se ne vedono all’orizzonte e che la condizione degli avversari non è al top come invece sembra la sua. Sperando di non aver parlato troppo presto, potremmo aver trovato la coppia d’oro dei prossimi anni per la Liquigas che, proseguendo nella linea verde dopo Kreuziger (anche lui in corsa oggi e molto vicino ai primi, quindi eventualmente pronto a raccogliere il testimone del compagno), ora sta proiettando nell’olimpo dei grandi questo Sagan, un ragazzo che promette davvero bene.
Andrea Mastangelo