LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO I: PARIGI-NIZZA 2010
“Segnatevi questo nome” avevamo titolato annunciando la prima vittoria da professionista di un corridore che nel 2008, da juniores, aveva vinto nella medesima stagione tutti i principati campionati della mountain-bike a disposizione, quello nazionale, quelle europeo e, soprattutto, quello mondiale. Passato nella massima categoria e scelta la strada subito mise in evidenza tutto il suo talento anche in questo campo e lo dimostrò alla terza tappa della Parigi-Nizza, che poi bisserà conquistando anche la quinta frazione: stiamo parlando del futuro tre volte campione del mondo (e non solo) Peter Sagan
SAGAN: SEGNATEVI QUESTO NOME
Alla Parigi – Nizza è stato il giorno della vittoria di Peter Sagan, promettentissimo ventenne slovacco che sul traguardo di Aurillac ha messo in fila il gruppo, battendo anche dei “mammasantissima” del calibro di Contador e Voigt, che festeggia con la conquista della maglia gialla. La tappa è stata caratterizzata dalla lunga fuga di Huguet, Maes e Roelandts e dalla decisione della giuria di posticipare la partenza di 50 Km, a causa della presenza di neve e ghiaccio nei chilometri iniziali.
Che oggi fosse il primo giorno ”importante” alla corsa a tappe francese era risaputo, ma che anche il maltempo ci mettesse lo zampino non lo si poteva prevedere.
Così, a causa della presenza di neve e ghiaccio sulla sede stradale, la partenza è stata portata da Saint-Junien a San Yrieix-la-Perche, accorciando il percorso di 53 km e cancellando il traguardo volante di Coussac-Bonneval e i primi due gran premi della montagna.
Comunque, maltempo o non maltempo, la tappa è stata onorata dai 170 partenti con un avvio frizzante e con il gruppo che rintuzzava la frenesia di chi cercava la fortuna di un attacco. Più fortunati sono stati Huguet (Skil-Shimano), Maes (Quick Step Cycling Team) e Roelandts (Omega Pharma – Lotto) che, dopo 33 km di gara e di bagarre, riescono ad avvantaggiarsi fino a raggiungere il massimo vantaggio di 7’ ai piedi della cote de Sainte Fortunade. I tre in fuga fanno incetta di punti, conquistando anche il GPM di Sexcles e il traguardo volante di Montvert. Nel frattempo, la Caisse d’Epargne si accollava l’onere di ricucire il gap, che dava i suoi frutti con l’avvicinarsi al traguardo finale.
Infatti, con il diminuire dei km all’arrivo e con l’avvicinarsi del gruppo, i tre battistrada perdono la compattezza e cominciano a esibirsi in una serie di scatti e controscatti, che favoriscono il lavoro di chi insegue. Sull’ultima salita di giornata avvenivano il ricongiungimento e l’attacco definitivo, animato da Contador che permetteva l’avvantaggiarsi di sei ciclisti che transitavano compatti sotto l’ultimo striscione GPM e andavano a giocarsi l’arrivo di tappa, distante appena 3 Km. Il portacolori Liquigas Peter Sagan si aggiudicava il traguardo di Aurillac davanti a Rodriguez (Katusha) e Roche (AG2R – La Mondiale). Seguivano a 2” gli altri componenti del sestetto, Jens Voigt (Saxo Bank), Tony Martin (HTC Columbia) e Contador (Astana). Il gruppo, regolato dall’italiano Mirco Lorenzetto (Lampre – Farnese Vini), arrivava con 6” di ritardo.
Grazie alla vittoria Sagan è balzato in testa sia alla classifica a punti (maglia verde), sia a quella dei giovani (maglia bianca), mentre in classifica generale occupa la seconda posizione a 6’’ dal leader Voigt (Saxo Bank). La maglia a pois di leader dei GPM è indossata da Mangel Laurent (Saur-Sojasun).
Sagan ha commentato così la sua prima vittoria grande da professionista: «E’ una grande gioia che speravo di conquistare già ieri. Sapevo di stare bene e nel finale della tappa odierna si è presentata l’occasione giusta per cercare il successo. Il rettilineo d’arrivo era adatto ad una progressione di forza e, trovato il momento giusto, sono riuscito a vincere con un buon margine. Ora ci aspettano altre quattro tappe: vedremo se la corsa mi offrirà altre opportunità come questa».
Mario Prato
LA SAGA(N) CONTINUA
Peter Sagan bissa il successo di Aurillac, vincendo anche la 5a tappa della Parigi – Nizza, 157 km da Pernes-les-Fontaines a Aix-en-Provence, grazie ad una bellissima azione solitaria, iniziata a 2 km dal traguardo. Alle sue spalle un gruppo falcidiato dal forcing della AG2R negli ultimi 25 km, regolato da Lorenzetto. 3° Valverde, che grazie all’abbuono si porta a 20’’ da Contador, sempre leader.
Gridare al fenomeno è sempre pericoloso nello sport, e ancora di più lo è nel ciclismo, dove l’immagine di ogni campione è pronta a sgretolarsi dall’oggi al domani sotto i colpi dell’ennesimo scandalo doping. Se per un istante mettiamo però da parte il disincanto prodotto in ogni appassionato dalle peripezie degli ultimi anni, e ci limitiamo a giudicare sulla base di ciò che vediamo sulla strada, è impossibile non esaltarsi di fronte alle gesta di Peter Sagan, 20 anni da neanche 2 mesi, che ha bissato la vittoria di due giorni fa ad Aurillac, questa volta però lasciando sul posto tutti gli avversari, involandosi tutto solo verso l’arrivo di Aix-en-Provence.
Già prima della prodezza dell’alfiere Liquigas, la tappa si stava rilevando molto meno scontata del previsto, senza fughe capaci di caratterizzare realmente la frazione, ma con tanti tentativi, promossi soprattutto da una attivissima Bouygues Telecom, prontamente neutralizzati dal plotone. Ad accendere davvero la tappa è stato però un tanto improvviso quanto inspiegabile attacco di squadra della AG2R La Mondiale, intrapreso apparentemente senza un perché quando mancavano 25 km al traguardo, in corrispondenza della foratura di Thomas Voeckler (vogliamo sperare non sia stato un attacco punitivo nei confronti dell’aggressività della Bouygues nell’arco della tappa, specie con Fédrigo e lo stesso T-Blanc). Il vento non sembrava tale da poter generare una feroce selezione, complici le molte curve, e dunque l’assenza di lunghi tratti esposti all’azione delle correnti. Malgrado ciò, il plotone ha effettivamente iniziato a sgretolarsi quasi immediatamente, anche se l’unico big a farne le spese è stato Levi Leipheimer, rimasto attardato ad una ventina di chilometri dal termine.
Anche alla luce delle conseguenze non trascurabili dell’azione della AG2R, resta difficile comprendere i motivi che hanno spinto ad agire gli uomini di Vincent Lavenu, e, soprattutto, quelli che li hanno portati ad insistere fino alle battute conclusive, quando era ormai più che evidente che nessun pesce grosso, all’infuori del già attardato americano, sarebbe più caduto nella trappola: Dessel è atleta discretamente veloce, ma che mai poteva pensare di sconfiggere Sagan, Lorenzetto, Valverde o Sanchez in uno sprint ristretto. Quanto alla classifica generale, il corridore meglio piazzato era Nicolas Roche, 15° a 1’22’’ da Alberto Contador; troppo poco, a nostro giudizio, per giustificare un attacco così spettacolare ma al contempo dispendioso, che, per di più, già dopo pochi minuti è parso non in grado di ribaltare le sorti della corsa.
Se l’azione non ha giovato più di tanto agli AG2R, di sicuro è stata comunque una manna per gli spettatori, che hanno visto il gruppo ridursi ad una quarantina di unità, con la prospettiva di assistere, nei 2 km conclusivi in lieve ma costante ascesa, ad una battaglia ben più accesa di quella che avrebbe dovuto avere luogo secondo il canovaccio previsto alla vigilia. E infatti, è bastata la sensazione della strada che sale sotto le ruote per accendere la fantasia di Christophe Le Mevel, autore di una violenta accelerazione all’imbocco dell’era conclusiva, che presentava peraltro le pendenze più aspre proprio in avvio. Solo Peter Sagan è stato abbastanza reattivo di testa e di gambe da accodarsi al francese, che ha finito però la benzina dopo poche centinaia di metri. La stessa cosa non è però accaduta allo slovacco, che al primo accenno di rallentamento si è alzato sui pedali e ha sprigionato tutti i cavalli del suo tremendo motore, producendo una velocità che è andata sì scemando, ma non abbastanza da consentire il completamento della rimonta dei resti del gruppo, trainato dai Caisse d’Epargne. Mirco Lorenzetto, capace di regolare allo sprint il plotoncino dei battuti, è stato dunque nuovamente beffato, dopo che già ad Aurillac, in occasione della prima vittoria di Sagan, aveva vanamente preceduto tutti nello sprint di gruppo. 3°, ma ben più soddisfatto del 2°, è stato invece Alejandro Valverde, che ha così rosicchiato qualche secondo al sempre leader Alberto Contador, portando a 20’’ dal connazionale, giunto comunque con lo stesso tempo, in compagnia degli altri favoriti.
Domani, la Parigi – Nizza 2010 si tufferà nel week-end decisivo, cominciando con la Peynie – Tourrettes-sur-Loup, 220 km inaspriti della salita di 1a categoria del Col de Vence, posto a 32 km dall’arrivo. Dopo Mende è molto difficile ipotizzare un vincitore finale diverso da Alberto Contador, ma l’edizione 2009 è lì a dimostrarci che, come direbbe Yogi Berra, non è finita finché non è finita. Valverde e compagni sono in agguato, in attesa di un difficile ma mai impossibile remake della tappa di Fayence della passata edizione.
Matteo Novarini