NELLA PRIMA MAGLIA ROSA BATTE UN CUORE GRANATA

Il Giro 2024 parte nel ricordo del Grande Torino. Sono passati 75 anni dalla tragedia di Superga, nella quale persero la vita i componenti della squadra granata, e il Giro renderà omaggio alla leggendaria formazione del capoluogo piemontese con una prima tappa subito impegnativa, che inevitabilmente porterà la Corsa Rosa sulla collina di Superga, anche se questa sarà affrontata dal versante meno impegnativo. A rubargli lo scenario agonistico sarà il successivo Colle della Maddalena, una salita nettamente più difficile e atipica per il primo giorno di un grande giro: chi ambirà a vestire la maglia rosa finale a Roma dovrà presentarsi ai nastri di partenza già al top della condizione.

NOTA: rispetto al percorso qui presentato è stata introdotta un’ulteriore salita subito a ridosso del traguardo: è quella di San Vito (1.5 Km all’8.6% e un picco del 16%), che dovrà essere ripetuta due volte e in cima alla qiale si svetterà a 2.9 Km dall’arrivo

Il 4 maggio del 1949 è una data impressa a fuoco nella storia dello sport italiano, è il giorno nel quale si spezzò per sempre la gloriosa parabola del Grande Torino, infrantasi con l’aereo sul quale viaggiava la squadra contro la collina di Superga. Fu una tragedia immensa, che colpì l’ Italia intera e non soltanto l’ambiente prettamente sportivo. Tra i grandi del pedale ne fu intimamente colpito Fausto Coppi, che era legato da sincera e profonda amicizia a Ezio Loik, la mezzala d’origine istriana che era perita nell’incidente assieme ad altri 17 compagni di squadra: fu a lui che, un mese più tardi, il Campionissimo dedicherà la vittoria nella Cuneo – Pinerolo per poi fare dono di una bicicletta a Mirella, la figlia del calciatore, il giorno successivo sul traguardo di Torino.
Il 4 maggio del 2024 saranno trascorsi esattamente 75 anni dal quel tragico pomeriggio e nella stessa data l’Unione Ciclistica Internazionale ha stabilito che ci sarà la partenza del Giro d’Italia. L’organizzazione della Corsa Rosa, il cui “proprietario” è proprio Urbano Cairo, l’imprenditore che dal 2005 è presidente del Torino, ha così scelto il capoluogo del Piemonte per la tappa d’apertura, una frazione che inevitabilmente avrà in programma l’ascesa a Superga, anche se questa sarà affrontata dal versante orientale, quello meno impegnativo, per evitare d’interferire con la mesta processione dei tifosi granata, che ogni anno nell’anniversario salgono in laico pellegrinaggio alla basilica, anche chi è nato dopo il 1949 e non ha vissuto, sulla pelle e nel cuore, quel grande dolore. Per il Giro si tratterà di una partenza decisamente fuori dai soliti schemi e, complice anche l’arrivo in salita del giorno successivo a Oropa, i corridori che punteranno al successo finale dovranno necessariamente schierarsi ai nastri di partenza già al top della forma, mentre in passato si poteva anche correre il rischio di partire con una condizione ancora non ottimale, contando di affinarla nei primi giorni di gara, solitamente poco impegnativi. Anche perché questa tappa non presenterà solo la salita di Superga ma anche quella del Colle della Maddalena, poco abituale per il giorno d’apertura di un grande giro per via dei suoi 6.3 Km inclinati al 7.3% medio.
Come nel 2011, quando il Giro iniziò con una cronometro a squadre di quasi 20 Km, le operazioni di partenza si svolgeranno per la reggia di Venaria Reale, cuore della tenuta di caccia che i duchi di Savoia decisero di realizzare nelle campagne a nordovest di Torino nella seconda metà del ‘600. Il debutto della Corsa Rosa sarà in pianura per i primi 50 Km, pedalando subito dopo il via in direzione di Borgaro Torinese, presso il quale nel 2018 è stato inaugurato un monumento dedicato al “Grande Torino” con la gigantografia di una foto che ritrae i giocatori scomparsi nell’incidente. Attraversato il giovane comune di Mappano, istituito nel 2013, si giungerà sulle strade di Leinì, centro dominato dai 33 metri della Torre dell’Ammiraglio, eretta probabilmente nel XIII secolo e intitolata all’ammiraglio del Regno Sabaudo Andrea II Provana di Leynì (così si scriveva il nome del comune fino all’avvento del fascismo). Giunti a Volpiano si punterà quindi su Brandizzo, dove sono ancora vivi gli echi di un’altra tragedia, quella che il 30 agosto scorso ha visto morire cinque operai che stavano lavorando sulla linea ferroviaria che attraversa questo centro, investiti da un treno in transito. Sfiorata la vicina Chivasso, la capitale per due secoli del marchesato del Monferrato al cui centro svetta l’asimmetrica facciata della collegiata di Santa Maria Assunta, il percorso supererà per il corso del Po avvicinandosi all’estremità settentrionale della cosiddetta “Collina torinese”, il poco elevato massiccio che separa la città dal resto del Monferrato. E’, infatti, arrivato il momento di misurarsi con la prima delle salite ufficiali del Giro 2024, quella che in 2.7 Km al 5.3% condurrà a Berzano di San Pietro, il borgo dell’astigiano nel cui cimitero riposa Nino Defilippis, corridore dal 1952 al 1964 (vinse nove tappe al Giro e vanta tuttora il primato di maglia rosa più giovane di sempre, vestita a soli vent’anni d’età per due giorni nella stagione del debutto) e commissario tecnico della nazionale italiana per una sola stagione, quella del 1973 che vide laurearsi campione del mondo a Barcellona Felice Gimondi.
La prima discesa del Giro avrà come meta Castelnuovo Don Bosco, il paese natale del celebre sacerdote la cui modesta casa si può visitare in frazione Becchi, accanto all’imponente basilica che sarà innalzata in suo onore al culmine della collina che oggi porta il suo nome.
Alla prima difficoltà altimetrica ufficiale ne seguirà una non “categorizzata” ma per questo non semplice, un vero e proprio muro di quasi 500 metri al 10% necessario per arrivare a Moriondo, paese del quale fu sindaco per quasi trent’anni, fino al 1974, l’industriale Virginio Bruni Tedeschi, nonno della top model ed ex première dame di Francia Carla Bruni. Rientrati in provincia di Torino si andrà ora incontro all’appuntamento con la salita di Superga che, come anticipato, si affronterà dal versante orientale, sicuramente meno nobile in quanto a pendenze rispetto a quello tradizionale (6.6 Km al 4.2% vs 5.1 Km all’8.2%), ma non meno blasonato poiché è da Baldissero che si saliva fino a qualche decennio fa nel finale della Milano – Torino, quando il traguardo della corsa più antica del calendario italiano (prima edizione disputata nel 1876) era ancora in città, a volte previsto presso il Parco del Valentino, altre volte sulla pista del motovelodromo che nel 1990 fu intitolato a Fausto Coppi. Scollinati a circa 2 Km di distanza dalla basilica, progettata dall’architetto messinese Filippo Juvarra, inizierà una dolcissima planata lungo la sinuosa strada panoramica che collega il colle di Superga a quello di Pino Torinese, in cima al quale il 28 maggio del 1950 s’incrociarono per la prima volta le storie del Giro d’Italia e della RAI: in quell’occasione la futura tv di stato (all’epoca Radio Audizioni Italiane) v’installò appositamente un ripetitore per una delle prime “prove tecniche di trasmissione”, che consentì di mostrare al pubblico che affollava il motovelodromo di Torino le fasi finali della tappa del Giro vinta dall’abruzzese Franco Franchi. Alle porte di Pino anziché imboccare la discesa verso Torino si proseguirà in quota in direzione del Colle della Maddalena, andando ad affrontare la breve e modesta ascesa del Col d’Arsete, in vetta al quale si svolterà in direzione di Pecetto Torinese, località conosciuta per la coltivazione di rinomate ciliegie, alla quali è dedicata una sagra che nel 2024 taglierà il traguardo della centonovesima edizione. Terminata la discesa il gruppo andrà a innestarsi sul circuito finale, continuando a procedere in lieve discesa verso Moncalieri, dove un piccolo strappo che – 28 Km più avanti – costituirà l’ultima difficoltà altimetrica del tracciato, posta immediatamente prima del passaggio al cospetto del Castello Reale di Moncalieri, in epoca risorgimentale fu residenza prediletta dal futuro primo re d’Italia Vittorio Emanuele II, che lo preferiva al trambusto del Palazzo Reale situato nel centro di Torino.
Dopo un primo transito dalla linea d’arrivo si sfilerà di fronte alla neoclassica chiesa della Chiesa della Gran Madre di Dio, le cui linee ricordano quelle del Pantheon romano, seguitando lungo le rive del Po per circa un chilometro prima di svoltare in direzione della Villa della Regina, progettata come “casa di campagna” per il cardinale Maurizio di Savoia e in seguito divenuta residenza estiva prediletta dalle due sovrane sabaude che le attribuirono l’attuale nome, Anna Maria d’Orleans e Polissena d’Assia. Quando i corridori transiteranno dinanzi ai cancelli della villa sarà iniziata da poche centinaia di metri la salita “faro” di questa tappa, una descrizione che calza doppiamente a pennello perché in vetta al Colle della Maddalena si trova effettivamente un faro, costruito per celebrare il decimo anniversario della vittoria nella Prima Guerra Mondale e realizzato a spese del fondatore della FIAT Giovanni Agnelli, senatore e nonno del celebre e omonimo “avvocato”. Come anticipato in precedenza per arrivar fin lassù si dovranno affrontare 6.3 Km di salita caratterizzata da una pendenza media del 7.3%, da un picco massimo del 12% e dai tratti più scoscesi che s’incontreranno nei pressi del cosiddetto Eremo, convento fondato dal duca Carlo Emanuele I di Savoia come ringraziamento dopo la fine della pestilenza che aveva colpito Torino nel 1599 e della cui costruzione originaria sono rimaste solo alcune piccole parti, come la torre dalla quale il duca assistette alla posa della prima pietra del monastero.
Raggiunti il Faro si scenderà verso Pecetto, per poi ritrovare le strade già percorse in precedenza, con lo strappo verso Moncalieri e il finale lungo il Po prima di andare a conoscere la prima maglia rosa dell’edizione 2024.

Mauro Facoltosi

La basilica di Superga e l’altimetria della prima tappa (www.italia.it)

La basilica di Superga e l’altimetria della prima tappa (www.italia.it)

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Pino (507 metri). Vi transita la Strada Provinciale 5 “di Pino” tra Reaglie e Pino Torinese, nel punto dove vi confluisce la panoramica proveniente da Superga. Il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2022, durante la tappa Santena – Torino, vinta da Simon Yates. È stata luogo di passaggio anche alla Milano – Torino, quando la scalata a Superga veniva affrontata dal versante di Baldissero Torinese e l’arrivo era fissato all’interno del Parco del Valentino: è nella discesa da Pino verso Reaglie che nel 1995 avvenne l’incidente che tenne lontano dalle corse per parecchi mesi Marco Pantani. Anche il Giro del Piemonte l’ha inserita in più occasioni nel suo tracciato.

Sella dell’Eremo (621 metri). Valicato dalla Strada Eremo, che mette in comunicazione diretta Torino con Pecetto Torinese evitando l’ascesa fino al Colle della Maddalena. Il Giro d’Italia l’ha toccato nel 2022 durante la pocanzi citata tappa Santena – Torino. Come la Sella di Pino, in passato è stata inserita nel tracciato del Giro del Piemonte.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Riaperta al pubblico nel 2007 dopo quasi dieci anni di lavori di restauro, preceduti da un periodo d’abbandono e degrado durato decenni, la reggia di Venaria Reale è tornata a mostrarsi in tutta la sua bellezza e di questa bellezza se n’è accorto anche il mondo del cinema. Già l’anno successivo sarà set de “I demoni di San Pietroburgo”, il penultimo film diretto dal regista genovese Giuliano Montaldo, recentemente scomparso. Sarà, però, nel 2013 che la reggia si prenderà la ribalta grazie alle molte scene che vi furono girate per il film “Benvenuto Presidente!”, pellicola nella quale Claudio Bisio interpreta il ruolo di Giuseppe Garibaldi, omonimo dell’eroe dei due mondi e bibliotecario di un piccolo paesino di montagna che si ritrova a sua insaputa nominato Presidente della Repubblica. Non essendo disponibile per ovvie ragioni il Quirinale per le scene ambientate nella residenza ufficiale del capo dello stato si optò per location più a “portata di mano”, realizzando così un collage che mixa i romani Palazzo Farnese e Villa Aurelia (per gli esterni) a edifici situati in Piemonte, dove già erano state girate le scene in montagna, filmate a Sauze di Cesana, non lontano dal Sestriere. Così si vede Bisio in azione tra il Palazzo Civico di Torino, Palazzo Carignano (dove l’attore ha dormito nientemeno nel letto che fu di Camillo Benso Conte di Cavour), la biblioteca dell’Accademia di Scienze (dove Bisio precipita dall’alto tra le braccia della Smutniak) e soprattutto la reggia di Venaria Reale, che si è accaparrata le scene più spettacolari. Il corridoio dove il neoletto presidente viene accolto al Quirinale è la suggestiva Galleria di Diana, mentre è all’interno della cappella della reggia, dedicata a Sant’Uberto, che s’incontrano segretamente i tre politici che tramano alle spalle del presidente per costringerlo alle dimissioni. Ad un certo punto i tre saranno convocati dai “poteri forti”, le eminenze grigie che tessono le reti della politica italiana: nel maestoso ambiente che un tempo ospitava i cavalli alloggiati nelle scuderie juvarriane, i tre si troveranno effettivamente davanti a due colossi, non della politica ma del cinema italiano poiché a interpretare quei ruoli furono, infatti, chiamati due monumenti della “settima arte”, i registi Pupi Avati e Lina Wertmüller.

In collaborazione con www.davinotti.com

La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)

La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)

La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)

Le altre location dei due film citati


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-demoni-di-san-pietroburgo/50013889

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/benvenuto-presidente/50030839

FOTOGALLERY

La reggia di Venaria Reale

Borgaro Torinese, monumento dedicato al “Grande Torino”

Leinì, Torre dell’Ammiraglio

Chivasso, collegiata di Santa Maria Assunta

Colle Don Bosco, casa natale di San Giovanni Bosco

Castello di Moncalieri

Torino, Chiesa della Grande Madre di Dio

Torino, la Villa della Regina vista da uno dei tornanti del Colle della Maddalena

La torre dell’Eremo Camaldolese situato lungo la salita al Colle della Maddalena

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Colle della Maddalena, Il Faro della Vittoria

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