GOCCE DI PINOT: RE DELLE ALPI PRIMA DI UN FALLIMENTARE GIRO
Dopo la positiva esperienza dell’anno prima anche nel 2018 Pinot decide di incentrare la sua stagione sul Giro d’Italia, scegliendo la stessa marcia d’avvicinamento, il Tour of The Alps. Se nel 2018 aveva dovuto accontentarsi del secondo posto per l’inezia di sette secondi, stavolta va decisamente meglio perchè lo scalatore francese, pur non vincendo nessuna tappa, primeggia in classifica precedendo di 15″ il nostro Pozzovivo. Così Pinot si presenta ai nastri di partenza con un’iniezione di fiducia che s’infrangerà contro l’impresa di Froome nel tappone di Bardonecchia, dopo la quale il britannico si issa al vertice della classifica con 40″ sulla maglia rosa del 2017 Tom Dumoulin e 4′17″ su Thibaut. Il podio finale sembrerebbe assicurato a sole 48 ore dalla conclusione, ma l’indomani una pesante disidratazione lo colpirà verso Cervinia, facendogli perdere quasi un’ora dai primi e costringendolo al ritiro e un tempestivo ricovero in ospedale alla vigilia della passerella finale di Roma
1a TAPPA: ARCO – FOLGARIA
CHE PELLO IN TRENTINO! A BILBAO SUBITO TAPPA E MAGLIA
Pello Bilbao (Astana) attacca nel finale di una tappa appassionante e fa sua la prima frazione del Tour of the Alps 2018 sul traguardo di Folgaria. In seconda posizione si piazza il compagno di squadra Luis León Sánchez mentre chiude il podio di giornata Iván Sosa (Androni Giocattoli). Domani ne vedremo ancora delle belle sull’Alpe di Pampeago.
Anche quest’anno il Tour of The Alps, ex Giro del Trentino, serve da preparazione all’imminente Giro d’Italia e presenta una starting list di livello, a cominciare a Chris Froome (Sky), vera star della manifestazione. A far da cornice di lusso si schierano al via altri attesi protagonisti della corsa rosa come Thibaut Pinot (Groupama FDJ) e Fabio Aru (UAE Emirates), quest’ultimo alla sua prima corsa dopo il ritiro al Giro dei Paesi Baschi per alcuni fastidi fisici. Sono in tutto nove le squadre World Tour che si daranno battaglia tra Trentino-Alto Adige e Austria, dove la corsa terminerà a Innsbruck percorrendo un tratto dell’atteso mondiale su strada di Settembre. Anche le altre squadre Professional e Continental cercheranno di farsi vedere sul percorso che si compone di cinque tappe, ciascuna delle quali contiene insidie altimetriche da non sottovalutare. Si comincia con una prima tappa già impegnativa da Arco a Folgaria, 134 km e mezzo nei quali saranno protagoniste due salite sulle quali gli uomini di classifica già si faranno vedere, il Valico di Andalo e quella di Serrada, GPM posti rispettivamente al km 50 e al km 128. La fuga di giornata partiva dopo alcuni chilometri dal via grazie all’azione di nove ciclisti: Aleksejs Saramotins (Bora Hansgrohe), Natnael Berhane (Dimension Data), Aleksey Rybalkin (Gazprom Rusvelo), Davide Ballerini (Androni Giocattoli), Matthias Krizek (Felbermayr Simplon Wels), Pascal Eenkhoorn (LottoNL-Jumbo), Joan Bou (Nippo Vini Fantini), Marco Friedrich (Tirol Cycling Team) e Alex Turrin (Team Wilier Triestina). Il gruppo teneva la fuga nel mirino e in testa tiravano Sky e Groupama – FDJ con il vantaggio della fuga non superava i 2 minuti mentre la corsa affrontava il primo GPM del Valico di Andalo. Era Berhane a scollinare per primo, poi era EEnkhoorn ad aggiudicarsi il successivo traguardo volante di Rovereto. La fuga perdeva pezzi e sull’ultimo GPM di Serrada in testa restavano Martinelli, Berhane, Krizek, Bou e Turrin. Il gruppo, tirato ora dalla Groupama per Pinot imponeva un ritmo più elevato. A 20 km dall’arrivo il vantaggio del quintetto di testa era di poco più di un minuto sul gruppo. La fuga veniva ripresa ai meno 13, con Krizek ultimo ad arrendersi. Iniziavano subito gli scatti dei nuovi attaccanti, tra i quali si segnalavano Giulio Ciccone (Bardiani CSF), Sébastien Reichenbach (Groupama – FDJ) e Nikita Stalnov (Astana). Era poi lo stesso Pinot a scattare ed a riportarsi sul compagno di squadra. Sky e Astana reagivano e raggiungevano il francese, mentre a sua volta Ciccone riusciva a guadagnare una decina di secondi di vantaggio sul gruppo. Quando le pendenze aumentavano leggermente negli ultimi 3 km il gruppo principale si riduceva ad una trentina di ciclisti. Ciccone scollinava in prima posizione mentre al suo inseguimento si portavano Froome, George Bennett (LottoNL-Jumbo), Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) e lo stesso Pinot. In discesa si compattava in testa alla corsa un gruppetto di una decina di ciclisti, dai quali Pello Bilbao (Astana) si avvantaggiava di una cinquantina di metri a circa 3 km dall’arrivo. Nessuno sembrava in grado di ricucire sullo spagnolo, che andava a vincere con autorità. Al secondo posto si piazzava a 6 secondi Luis León Sánchez (Astana) che anticipava Iván Ramiro Sosa (Androni Giocattoli), mentre il risicato gruppetto dei migliori veniva regolato da Pinot dopo 10 secondi. Bilbao ottiene la sua prima vittoria del 2018 ed è ora primo in classifica generale con 10 secondi di vantaggio su Sánchez e 12 su Sosa. Domani è in programma la seconda tappa da Lavarone all’Alpe di Pampeago, che prevede tre GPM sui quali spicca il durissimo arrivo in salita già affrontato più volte in passato al Giro d’Italia e che garantirà altro spettacolo, con la certezza che la classifica generale subirà ulteriori scossoni.
Giuseppe Scarfone
2a TAPPA: LAVARONE – ALPE DI PAMPEAGO
LÓPEZ SUPER SULL’ALPE DI PAMPEAGO. SOSA IN MAGLIA FUCSIA
L’Alpe di Pampeago non si smentisce ed offre grande spettacolo nel finale della seconda tappa del Tour of the Alps 2018. E’ Miguel Ángel López ad ottenere la vittoria, seconda per l’Astana in due giorni. Thibaut Pinot (Groupama FDJ) è secondo e Iván Sosa (Androni Giocattoli) terzo. Proprio quest’ultimo è ora primo in classifica generale. Domani tappa altimetricamente meno complessa di quella odierna ma con le Alpi di mezzo mai dire mai.
La seconda tappa del Tour of the Alps 2018 può essere già decisiva in ottica vittoria finale. Sono tre i GPM che i ciclisti dovranno affrontare, due dei quali di prima categoria, il Passo Redebus e l’Alpe di Pampeago, sede d’arrivo. L’ultima è una salita tosta e vera, per uomini di classifica da grandi giri. Vedremo se Pello Bilbao (Astana), attuale leader dopo la bella vittoria nella prima tappa, riuscirà a confermarsi, anche se immaginiamo che uno squadrone come la Sky scriverà la maggior parte dello spartito nella tappa di oggi. Dopo la partenza da Lavarone si formava intorno al km 25 la fuga di giornata, che aveva come protagonisti Quentin Jauregui (A2GR La Mondiale), Stephan Rabitsch (Felbermayr Simplon Wels), Óscar Rodríguez (Euskadi – Murias), Marco (Team Androni Giocattoli), Omer Goldstein (Israel Cycling Academy) e Jacopo Mosca (Wilier Triestina). Lungo il GPM del Passo Redebus la fuga arrivava ad avere quasi 5 minuti di vantaggio sul gruppo tirato da Team Astana, Sky e Groupama – FDJ. Rabitsch scollinava in prima posizione mentre il gruppo rintuzzava il distacco sui fuggitivi e transitava dal Rebebus con poco meno di 4 minuti di ritarto dalla testa della corsa. Frapporti si aggiudicava lo sprint intermedio di Sover al km 91, mentre Goldstein era il primo a venire ripreso dal gruppo, il cui ritardo sulla fuga a una cinquantina di km dall’arrivo si manteneva sui 4 minuti. Il secondo GPM di Cavalese se lo aggiudicava Frapporti. L’attesa era ormai tutta per l’ascesa finale verso l’Alpe di Pampeago. Ai meno 20 il vantaggio della fuga era ancora intorno ai 4 minuti. Jauregui e Goldstein restavano in testa ai meno 17. Frapporti, però, non si dava per vinto e ritornava sulla coppia di testa ai meno 16. Ai meno 15 il vantaggio dei fuggitivi era di 3 minuti. In testa al gruppo si facevano vedere anche gli uomini dell’UAE Team Emirates. Ai meno 10 il terzetto di testa aveva 2 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo. All’imbocco della salita verso l’Alpe di Pampeago il vantaggio dei tre di testa era di 1 minuto e 40 secondi. Tra i nomi più gettonati, era Chris Froome (Sky) a patire le pendenze in doppia cifra della salita e tutta la sua squadra di metteva al suo servizio per riportarlo verso la testa della corsa, che nel frattempo aveva messo nel mirino Jauregui, ultimo dei fuggitivi rimasto in testa. Ai meno 4 il gruppo principale, o almeno ciò che rimaneva di esso (non più di 30 ciclisti) riprendeva il corridore francese e affrontava l’ultima parte dell’ascesa, la più dura con pendenze costantemente superiori al 10%. La Sky ritornava in testa a fare il ritmo. A meno di 3 km dall’arrivo era Jan Hirt (Astana) a scattare per primo. Il ciclista ceco era seguito da Riccardo Zoidl (Felbermayr Simplon Wels) mentre il leader della classifica Pello Bilbao restava nelle retrovie del gruppo. Kenny Elissonde (Sky) riportava il gruppetto dei primi sui due di testa e all’ultimo chilometro scattava Froome. Gli rispondevano prima Thibaut Pinot (Gropama-FDJ) e poi Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida). La volata tra i pochi ciclisti superstiti premiava Miguel Ángel López (Astana) che aveva la meglio su Thibaut Pinot, terzo era Iván Sosa (Androni Giocattoli) mentre chiudevano la top five Froome e Pozzovivo. López ottiene così la seconda vittoria stagionale dopo quella conseguita nella tappa regina del Tour of Oman e risale la classifica generale. In prima posizione si trova ora il colombiano Sosa con 6 secondi di vantaggio su Pinot e, appunto, Lopez. Domani terza tappa da Ora a Merano per poco pià di 138 km. Il Passo della Mendola al km 91 ed il Passo Palade al km 112 attendono i ciclisti che, però, negli ultimi 25 km troveranno la strada quasi costantemente in discesa. A meno di clamorosi attacchi che possano sconvolgere la classifica generale, riteniamo che potrebbe arrivare la fuga oppure che sarà il gruppo dei migliori a giocarsi la tappa per provare a raggranellare gli abbuoni in palio sul traguardo finale.
Giuseppe Scarfone
3a TAPPA: ORA – MERANO
A MERANO O’CONNOR BEFFA TUTTI. PINOT NUOVA MAGLIA FUCSIA
Ben O’Connor (Dimension Data) attacca sul Passo della Mendola insieme a Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) e Thibaut Pinot (Groupama FDJ), sfrutta le sue doti di passista e si invola da solo nell’ultima discesa, andando a vincere meritatamente. Pinot, secondo di tappa , approfitta della caduta di Iván Sosa (Androni Giocattoli) e diventa il nuovo leader della classifica generale a due tappe dalla conclusione.
Sono poco più di 138 i km da percorrere nella terza tappa del Tour of the Alps da Ora a Merano, la più facile della breve corsa alpina. Dopo le insidie altimetriche del finale poste nelle prime due tappe, oggi ai ciclisti è concessa un po’ di tregua, visto che il Passo della Mendola e il Passo Palade sono relativamente distanti dal traguardo e non hanno le pendenze che ieri hanno fatto scoppiare la corsa sull’Alpe di Pampeago. Da Ora Iván Sosa (Androni Giocattoli) partiva in maglia fucsia, meritatamente conquistata grazie ai due terzi posti conseguiti nelle prime due tappe. Dopo una trentina di chilometri dalla partenza, percorso il tratto iniziale ad un ritmo molto elevato, si formava la fuga di giornata composta da Giovanni Visconti (Bahrain Merida), Matteo Montaguti (AG2R), Stephan Rabitsh (Felbermayr Simplon Wels) e Manuel Senni (Bardiani CSF). Era proprio quest’ultimo ad aggiudicarsi il traguardo volante di Laives posto al km 44. Il gruppo era tirato dagli uomini dell’Androni Giocattoli. La fuga iniziava l’ascesa verso il Passo della Mendola, primo GPM in programma, con oltre 3 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo. Proprio su questa salita il vantaggio degli attaccanti si riduceva a poco più di un minuto, perchè dietro erano iniziate le schermaglie tra i big, con Thibaut Pinot (Groupama FDJ) e Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) molto attivi. Tant’è che il francese e l’italiano raggiungevano i fuggitivi ed era proprio Pozzovivo a scollinare in prima posizione sulla Mendola. Il gruppo maglia fucsia inseguiva a circa 45 secondi di ritardo mentre davanti la fuga prendeva vigore e iniziava la salita verso il Passo delle Palade con un minuto di vantaggio sul gruppo inseguitore, tirato da Astana e Sky. Pinot scollinava in prima posizione, poi una caduta nel corso della lunga discesa verso Merano, per fortuna senza conseguenze, tagliava fuori il leader Iván Sosa. Grazie all’azione in prima persona di Chris Froome (Sky), il drappello degli inseguitori raggiungeva gli uomini di testa a circa 14 km dall’arrivo, con Ben O’Connor (Dimension Data) che restava davanti. Nonostante gli sforzi il gruppetto alle sue spalle non riusciva a raggiungere il corridore australiano, che faceva valere le sue qualità di passista e vinceva a braccia alzate sul traguardo di Merano. Pinot regolava il gruppo dei battuti a 5 secondi, mentre terzo era Pozzovivo. O’Connor ottiene così la vittoria più prestigiosa della sua carriera da professionista mentre Pinot è il nuovo leader della classifica generale con 15 secondi su Pozzovivo e López Moreno (Astana) quest’ultimo arrivato al traguardo con qualche secondo di ritardo dal gruppo dei primi dopo essersi spremutosi nel finale tirando a favore dell compagno di squadra Luis León Sánchez. Per il francese, invece, si prospetta un’occasione importante per provare ad imporsi in una corsa a tappe di spessore a due giorni dalla conclusione. Domani la quarta e penultima tappa da Chiusa a Lienz, in Austria, presenta due GPM di seconda categoria che non dovrebbero sconvolgere più di tanto la classifica generale, anche se il Bannberg a 10 km dall’arrivo qualcosina potrebbe dirla.
Giuseppe Scarfone
4a TAPPA: CHIUSA – LIENZ
SÁNCHEZ A LIENZ NEL NOME DI SCARPONI. PINOT ANCORA CAPOCLASSIFICA
Un allungo a due chilometro dall’arrivo sotto il naso del gruppetto dei migliori permette a Luis León Sánchez (Astana) di vincere la quarta tappa della breve corsa alpina. Sono già tre su quattro le vittorie della squadra kazaka, tutte dedicate alla memoria di Michele Scarponi. Thibaut Pinot (Groupama FDJ) mantiene la maglia fucsia alla vigilia dell’ultima tappa di Innsbruck che prevede la triplice ascesa dell’Olympia Climb, salita simbolo del mondiale su strada di Settembre.
La quarta tappa del Tour of the Alps 2018 da Chiusa a Lienz non raggiunge i 135 km di lunghezza ed è la più breve dell’intera corsa italo-austricaco. Eppure il tracciato nervoso – che presenta due GPM di seconda categoria, l’ultimo dei quali a 10 km dall’arrivo – potrebbe dare qualche sussulto alla classifica generale, che vede al comando Thibaut Pinot (Groupama FDJ) con soli 15 secondi di vantaggio sui diretti inseguitori. Proprio il francese ieri è stato l’artefice di attacchi e contrattacchi che gli hanno permesso di vestire la maglia fucsia, anche se la caduta di Iván Sosa (Andronoi Giocattoli) è stata decisiva per il cambio di leader. Dopo la partenza da Chiusa il gruppo restava compatto per alcuni chilometri e solo all’inizi della salita verso Terento, primo GPM di giornata, cominciavano gli scatti. I primi attacchi erano portati da Ben Hermans (Israel Cycling Academy) e Hubert Dupont (AG2R). Era il belga scollinare in prima posizione, mentre alle loro spalle provavano ad inserirsi altri contrattaccanti. Ai due di testa riuscivano così ad accodarsi altri sette ciclisti: Mikel Bizkarra (Euskadi – Murias), Louis Meintjes (Dimension Data), David De La Cruz (Sky), Kristijan Đurasek (UAE Emirates), Mark Padun (Bahrain Merida), Felix Grossschartner (Bora Hansgrohe) e Davide Villella (Astana). Il gruppo non dava troppo spazio alla fuga che non superava mai i 2 minuti di vantaggio. Allo sprint intermedio di Dobbiaco, posto al km 77, era ancora Hermans a transitare in prima posizione. A 30 km dall’arrivo, dopo essere entrati in territorio austriaco, il vantaggio della fuga era sceso a 45 secondi sul gruppo. Villella e Bizkarra provavano a lasciare la compagnia ma il gruppo non dava spazio e sotto l’impulso dell’UAE Team Emirates si avvicinava sempre di più alla testa della corsa, che veniva infine raggiunta a 20 km dall’arrivo, prima dell’ascesa verso il Bannberg, secondo e ultimo GPM di giornata. L’uomo più attivo sulle prime rampe del Bannberg era Fabio Aru (UAE Team Emirates) che, insieme a Nicola Conci (Nazionale Italiana) e Pello Bilbao (Astana), prova a raggiungere Koen Bouwman (Team LottoNL-Jumbo), che nel frattempo aveva preso qualche decina di metri di vantaggio. A 13 km e mezzo dall’arrivo il quartetto di testa aveva una ventina di secondi sul gruppo, dove si scatenavano i primi della classifica generale, tra i quali i soliti noti Chris Froome (Sky), Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida), Miguel Ángel López (Astana) e Pinot). Pozzovivo scollinava in prima posizione sul Bannber e iniziava così la ripida discesa verso il traguardo di Lienz. Ai 2 km dall’arrivo usciva dal gruppo Luis León Sánchez (Astana), che guadagnava un centinaio di metri sul resto della compagnia. Lo spagnolo sfruttava al meglio la superiorità numerica della squadra kazaka e si imponeva agevolemente con 6 secondi su George Bennett (Team LottoNL-Jumbo) e 11 secondi sul gruppetto dei migliori, regolato al terzo posto da Koen Bowman. Sánchez ottiene la seconda vittoria stagionale ma, soprattutto, porta all’Astana la terza vittoria su quattro tappe disputate al Tour of the Alps 2018. In classifica generale nulla cambia con Pinot sempre primo con 15 secondi di vantaggio sulla coppia Pozzovivo-López. Domani la breve corsa a tappe si concluderà con una frazione da percorrere interamente in territorio austriaco, da Rattenberg a Innsbruck per complessivi 164.2 Km. Si incontreranno strada facendo due GPM, anche se l’attesa Olympia Climb, salita che i ciclisti affronterano anche al mondiale di Settembre, dovrà essere ripetuto tre volte negli ultimi 45 km. Insomma, una tappa conclusiva che ci potrebbe riservare i classici fuochi d’artificio.
Giuseppe Scarfone
5a TAPPA: RATTENBERG – INNSBRUCK
PADUN VINCE AD INNSBRUCK, PINOT RE DELLE ALPI
A Innsbruck Mark Padun (Bahrain Merida) ottiene la prima vittoria da professionista attaccando a 4 km dall’arrivo e non venendo più ripreso dopo una tappa molto combattuta. In seconda posizione a 6 secondi George Bennett (Team LottoNL-Jumbo) anticipa Jan Hirt (Astana), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) vince il Tour of the Alps 2018 dimostrando complessivamente una superiorità evidente rispetto ai suoi avversari e si candida come uno dei ciclisti da seguire con maggior interersse al prossimo Giro d’Italia.
Il Tour of the Alps 2018 giunge all’atto finale con la quinta ed ultima tappa da Rattenberg a Innsbruck. Il percorso della frazione conclusiva si colloca interamente collocato in territorio austriaco ed è impreziosito dalla triplice ascesa dell’Olympia Climb, salita che ritroveremo al mondiale su strada di Settembre. Sarà quindi una tappa con un finale spettacolare, visto che gli attacchi già visti fin qui si moltiplicheranno negli ultimi 50 km, anche in considerazione delle minime differenze in classifica generale, che vedono i primi 5 corridori racchiusi in una cinquantina di secondi. La tappa partiva subito forte con diversi attacchi tesi alla formazione di una fuga. Dopo 33 km e mezzo Pascal Eenkhoorn (Team LottoNL-Jumbo) transitava in prima posizione al traguardo volante di Mariastein. La fuga riusciva ad emergere intorno al km 40 grazie all’azione di nove ciclisti: Nicola Bagioli (Nippo Vini Fantini), François Bidard (AG2R), Óscar Rodríguez ( Euskadi – Murias ), Igor Antón (Dimension Data), Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli), Guy Niv (Israel Cycling Academy), Jacopo Mosca (Wilier Triestina), Simone Andreetta e Manuel Senni (Bardiani CSF). Al km 57, quando iniziava la scalata al GPM di Alpbach il vantaggio della fuga sul gruppo era vicino ai 5 minuti e 30 secondi. Le dure pendenze, che raggiungevano anche il 14%, non sembravano scoraggiare gli uomini di testa che, anzi, aumentavano il vantaggio sul gruppo, che si dilatava a 8 minuti e mezzo. Rodríguez scollinava in prima posizione con il gruppo, tirato dalla Groupama-FDJ, che in cima rosicchiava un minuto alla fuga. A 90 km dall’arrivo il vantaggio della fuga sul gruppo era ulteriormente sceso a 6 minuti e mezzo, per poi calare di un altro minuto ai meno 75, a testimonianza che le squadre del leader di classifica e dei suoi più immediati inseguitori volevano fare la corsa nel finale. La fuga entrava nel circuito finale di Innsbruck, a 44 km dal termine, con un vantaggio di 2 minuti e 45 secondi, mentre dietro tiravano Sky e Groupama-FDJ. Ai 40 dalla fine la fuga si era ridotta a sei ciclisti, mentre David de la Cruz (Sky), uscito in avanscoperta dal gruppo principale, li raggiungeva al km 37. Anche Giovanni Visconti (Bahrain Merida) raggiungeva la testa della corsa a 34 km dal termine. Rodríguez, De La Cruz e Bagioli, ultimi a resistere, venivano ripresi dal gruppo dei migliori ai meno 29 grazie al forcing di Astana e Sky. Rodríguez faceva a tempo a scollinare in prima posizione sul secondo passaggio sull’Olympia Climb, valido come secondo GPM di giornata. Ai meno 20 Miguel Ángel López (Astana) e Giovanni Visconti provavano la sortita e guadagnavano una ventina di secondi di vantaggio, poi il corridore colombiano restava da solo al comando, toccando 35 secondi di vantaggio a 18 km dall’arrivo. Ai meno 15 si formava un nuovo terzetto in testa, formato dai primi tre della classifica generale, Thibaut Pinot (Groupama – FDJ), Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida) e lo stesso López. I tre riuscivano a guadagnare una decina di secondi sugli inseguitori, che comprendevano anche Kenny Elissonde, Chris Froome (Sky) e George Bennett (Team LottoNL-Jumbo), mentre Fabio Aru (UAE-Team Emirates) era più dietro. I tre davanti percorrevano a tutta la discesa finale, guadagnando ulteriori secondi sul gruppetto degli inseguitori, ma poi rallentavano, permettendo al gruppetto inseguitore di ritornare su di loro. Ai meno 4 attaccava l’ucraino Mark Padun (Bahrain Merida), che manteneva la testa della corsa fin sul traguardo, dove trionfava a braccia alzate. Secondo a 6 secondi era Bennett mentre chiudeva il podio di tappa Jan Hirt (Astana). Nulla cambia nelle primissime posizioni della classifica generale e Pinot vince così il Tour of the Alps 2018 con 15 secondi di vantaggio su Pozzovivo e López. Chiudono la top five finale Froome in quarta posizione e Bennett in quinta, rispettivamente a 16 secondi e a un minuto da Pinot. Il Tour of the Alps evidenzia così l’ottima forma di Pinot in vista del Giro d’Italia. Ottimi segnali sono arrivati anche da parte di Pozzovivo e di López, mentre Froome e soprattutto Aru sono sembrati ancora imballati e dovranno migliorare la loro condizione in queste due settimane che mancano all’inizio della corsa rosa.
Giuseppe Scarfone