GOCCE DI PINOT: FESTA ANDALUSA PER TIBÒ
La stagione 2017 di Thibaut Pinot inizia col piede giusto. Alla sua terza gara, la Vuelta a Andalucía, vince la tappa più impegnativa con arrivo in salita sulla Peña del Águila e poi conclude la corsa iberica al terzo posto, preceduto di pochi secondi dai corridori di casa Alejandro Valverde e Alberto Contador
ANDALUCÍA, CONTADOR BRINDA CON PINOT
Il tracciato odierno aveva fatto preventivare una tappa divertente ed interessante. La salita finale ha visto un superlativo Contador ben supportato dai suoi. L’attacco del “Pistolero” ha portato alla causa del portacolori della Trek-Segafredo soltanto la conquista della leadership in classifica, poichè la vittoria di tappa è andata a Thibaut Pinot. Terzo è arrivato Alejandro Valverde, dopo un momentaneo appannamento in corrispondenza dell’attacco di Contador: ottima la comunque sua reazione, non sufficiente però alla difesa della maglia di leader.
Dopo la tappa di ieri, anche quella odierna aveva tutti i presupposti per essere una frazione fondamentale per la conquista finale della breve ma storica corsa a tappe spagnola.
E infatti, l’inedita e ripida salita finale verso la Peña del Águila, è stata decisiva per l’esito della tappa. Il più in forma e deciso è sembrato fin dalle primissime rampe è stato Alberto Contador (Trek – Segafredo), che ha preso subito in mano la corsa. Già aveva messo davanti la squadra, incaricando Fabio Felline, reduce del successo al Laigueglia, di alzare ulteriormente il ritmo e di fare il forcing. Esaurito il lavoro del piemontese è stato il corridore di Pinto a salire in cattedra ed involarsi in solitudine. La risposta di Valverde (Movistar Team) in maglia di leader non è tardata, ma il murciano ha capito fin da subito di non essere in grado di tenere le ruote del “saltellante” avversario. Chiunque segua il ciclismo sa, infatti, che quando Contador saltella sui pedali in quel modo l’unica cosa è lasciarlo fare. Così i migliori alle spalle dello spagnolo si sono dimostrati i due corridori della Sky Landa e Rosa e il francese Pinot (FDJ). Un gradino sotto si trovavano Valverde, Ion Izagirre (Bahrain Merida) e Poel (Team Sky), che oggi gareggiava con la maglia “amarillo” della classifica a punti, in realtà spettante a Valverde che, però, correva con indosso le insegne del leader della classifica generale.
Ad un certo punto, però, la salita ha chiesto a Contador un esborso di energie maggiore di quello che gli era permesso dal suo attuale stato di forma. E così nell’ultimo chilometro il “Pistolero” ha via via perso la baldanza dei primi momenti dell’attacco, l’eleganza della sua posizione in sella ed anche l’efficacia delle sue pedalate. L’insieme di cose ha favorito il sopraggiungente Thibaut Pinot, che è così andato a cogliere il successo di tappa con 2″ sul madrileno. Nelle immediate retrovie Alejandro Valverde recuperava intanto morale ed energie e riusciva a chiudere al terzo posto, 5 secondi dietro il connazionale, ottenendo un posto sul podio di giornata che non è stato sufficiente a salvare la leadership in classifica, che ora vede Contador in testa con 3″ su Pinot e 5″ sul murciano.
Con i big che aspettavano di sfidarsi sull’ultima ascesa di giornata, le fasi iniziali della tappa sono state animate dalla fuga nata al settimo chilometro di gara e che ha visti protagonistid Felix Grosschartner (CCC Sprandi Polkowice), Georg Preidler (Team Sunweb), Xandro Meurisse (Wanty-Groupe Gobert), Tim Wellens (Lotto Soudal) e Antonio Nibali (Bahrain Merida), il fratello minore dello “Squalo dello stretto”, che nel corso della frazione ha conquistato uno dei GPM intermedi, l’Alto Valle Puerto Viejo. Strada facendo questa lunga fuga si è ridotta al solo Tim Wellens, che con un vantaggio superiore ai 6’ ai meno 45 deve aver cullato più di un sogno di gloria prima di esser ripreso all’attacco della salita finale.
Domani a Lucena l’unica tappa a cronometro prevista dovrebbe dare la definitiva sistemata alla classifica. Le due rimanenti tappe, infatti, non sembrano influenti e con tutta probabilità termineranno entrambe con il sigillo di un velocista.
Mario Prato