GOCCE DI PINOT: IN GLORIA A CHAMPEX-LAC
Dopo la vittoria nella tappa di Porrentruy al Tour del 2012 bisognerà attendere quasi 3 anni per vedere Thibaut Pinot alzare le braccia al cielo: accadrà al Giro di Romandia del 2015, dove lo scalatore francese si imporrà nella tappa regina della corsa elvetica, portandosi a soli 6″ dal vertice della classifica, dove si avvicendano l’elvetico Ilnur Zakarin e il russo Ilnur Zakarin. L’indomani dopo la conclusiva crono di Losanna il suo distacco aumenterà a 49 secondi
TORNA PINOT, MAGLIA GIALLA A ZAKARIN. MA FROOME E’ IN AGGUATO!
Come era pevedibile, la tappa di oggi ha rivoluzionato la classifica generale, con Zakarin che balza in testa grazie al sorprendente risultato della Katusha nella cronometro a squadre, mentre Pinot ritorna al successo con una buona azione a 4 chilometri e 800 metri dalla conclusione, in un momento in cui i big si sono un po’ guardati in faccia. Nibali si è staccato nel finale, mentre Froome ha tentato di dare ritmo negli ultimi 2 chilometri, considerando che con la crono di domani potrebbe aggiudicarsi per le terza volta il Romandia (anche se Zakarin è un temibile avversario contro il tempo).
L’unica tappa di montagna al Romandia ha dato una bella rimescolata ala classifica generale anche se, in realtà , si trattava di una tappa che, fino alla Petit Forclaz, presentava due ascese intervallate da lunghi tratti più o meno pianeggianti. Al termine di questa tappa si è avuta la conferma della impressione iniziale e cioè che la cronometro a squadre avrebbe condizionato pesantemente l’intera corsa a tappe della Svizzera romanda. Il nuovo leader, è infatti, Zakarin che, sebbene oggi abbia disputato una buona prova, si ritrova in testa alla generale grazie all’ottimo risultato conseguito dalla sua squadra nella tappa a cronometro d’apertura. Pinot manca di soli 6 secondi la testa della generale e, considerando che nella cronosquadre ne aveva accusati 17 dai Katusha, si capisce come quella tappa abbia inciso notevolmente sul prosieguo della gara. Froome, dal canto suo, è stato tranquillo a ruota fino agli ultimi 2 Km, quando ha deciso di forzare un po’ il ritmo per tenere i due uomini davanti a lui in classifica a portata di cronometro. Del resto, si sa, Pinot non è uno specialista, mentre invece Zakarin ha vinto da dilettante il campionato europeo a cronometro e da professionista quello russo, sempre contro il tempo. Bisognerà quindi vedere se i 14 secondi di vantaggio che il russo ha su Froome saranno sufficienti a garantirgli la vittoria finale. Il ritmo imposto da Froome nel finale, sebbene non fosse comunque esageratamente alto, ha causato non pochi problemi a Vincenzo Nibali, che ha dovuto mollare il gruppetto dei migliori dopo che aveva risposto discretamente a due accelerazioni, per la verità non proprio poderose, da parte di Nairo Quintana. Nibali ha poi proseguito verso il traguardo, aiutato da Scarponi e con Rigoberto Uran alla ruota. La prestazione di Nibali non desta particolari preoccupazioni se si pensa al modo in cui si è preparato al Tour de France lo scorso anno: al Delfinato, che si corre pochi giorni prima del Tour, il campione italiano perdeva sistematicamente le ruote dei migliori in salita e, quindi, un ritardo di 33 secondi da Froome e Quintana ad oltre due mesi dall’inizio della Grande Boucle ci può anche stare. Chi, invece, potrebbe cominciare a preoccuparsi è Rigoberto Uran, che ha accusato lo stesso ritardo di Nibali ma, a differenza dello Squalo, sarà tra una settimana ai nastri di partenza del Giro d’Italia dove troverà ad attenderlo, con intenzioni bellicose, Alberto Contador. Quintana e Froome non sembrano aver scoperto le loro carte, mentre Pinot è andato alla ricerche di conferme che pare aver, almeno in parte, trovato. Infatti, anche se i big non hanno sfoderato tutte le loro energie, il francese della FdJ è riuscito a raggiungere Spilak e Bardet, che si erano involati, e a staccarli, andando a vincere la tappa più impegnativa del Giro di Romandia.
La corsa ha proposto una fuga a due, partita dopo 12 chilometri, con Maxim Belkov (Katusha) e Bryan Naulleau (Europcar) che hanno avuto qualche difficoltà all’inizio nel guadagnare terreno sul gruppo dei migliori ma poi, grazie ad un rallentamento in gruppo, sono riusciti a mettere in saccoccia, chilometro dopo chilometro, un vantaggio massimo di 7 minuti e 45 secondi. Del resto i due fuggitivi non preoccupavano minimamente visto il loro gap di oltre 20 minuti in classifica generale. Ciononostante, le squadre dietro si organizzano per l’inseguimento tra Sky, Astana e Lampre, mettendo in difficoltà Albasini già sulla seconda salita. Belkov tenta di tenere duro fino alla penultima salita per assicurarsi la vittoria nella classifica degli scalatori e riesce nell’impresa, staccando il compagno di fuga proprio sulle dure rampe della Petite Forclaz (pendenza media del 9,8% con punte al 13%), riuscendo a scollinare in testa. Raggiunto l’obbiettivo di giornata, Belkov si rialza e si lascia riassorbire dal gruppo che si presenta quindi compatto ai piedi della salita finale.
Sulle prime rampe sono gli uomini di Quintana a dettare il ritmo in testa, cominciando a provocare problemi ad alcuni corridori. Il loro lavoro dura sino a quando il russo Trofimov (Katusha) non decide di aprire lo ostilità , allungando sul gruppo. Lesti a riprendere la ruota del russo sono Quintana e Nibali, che danno l’impressioni di voler dare battaglia. Tuttavia, raggiunto Trofimov, i due non proseguono nell’azione e vengono ripresi da quel che restava del gruppetto dei migliori. Nella fase che segue prova un timido allungo Michele Scarponi, ma la sua azione dura poche centinaia di metri mentre più incisiva appare quella di Spilak e Bardet, che riescono a distanziare il gruppo. Thibaut Pinot decide a questo punto che è il momento di provare a testare la condizione, lanciandosi all’inseguimento dei due attaccanti che vengono ripresi e saltati con facilità dal vincitore di oggi. Ai due chilometri dall’arrivo Ilnur Zakarin si fa due conti e sente odore di maglia gialla, considerando i cinque secondi di svantaggio da Froome ed i 17 di vantaggio su Pinot. Detto fatto, il russo allunga dando tutto. Non riesce a raggiungere Pinot, che si aggiudica meritatamente la vittoria, ma conquista la maglia di leader della classifica generale che tenterà di difendere domani facendo valere le proprie doti di passista sui 17 chilometri contro il tempo che chiuderanno questa edizione del Giro di Romandia. Quintana non ha tentato alcuna azione, ma bisogna osservare che il considerevole gap accusato dalla Movistar nella cronometro a squadre avrebbe costretto Quintana ad un attacco sulla Petit Forclaz: un po’ troppo per un corridore a due mesi dall’obbiettivo stagionale.
Benedetto Ciccarone