POGACAR CALA IL TRIS. TERZO LOMBARDIA CONSECUTIVO PER IL FUORICLASSE SLOVENO.

ottobre 8, 2023
Categoria: News

Continua la storia d’amore tra Tadej Pogacar e il Lombardia. Il fuoriclasse sloveno conclude un’altra stagione straordinaria con il terzo successo consecutivo nella ‘Classica delle foglie morte’ arrivando tutto solo sul traguardo di Bergamo dopo un’azione in solitaria partita a poco meno di 30 km dall’arrivo. Stavolta il leader dell’UAE Team Emirates non ha sfoggiato la gamba dei giorni migliori, ma ha trovato ugualmente il successo grazie alla sua astuzia azzeccando il momento buono per lasciare la compagnia degli avversari e involarsi tutto solo verso l’ennesimo successo di una stagione straordinaria (16 vittorie tra cui spiccano, oltre al Lombardia, i trionfi al Fiandre, all’Amstel e alla Freccia Vallone). L’Italia, reduce dall’ennesima stagione in cui le ombre hanno prevalso sulle luci, si consola con l’ottimo secondo posto di Andrea Bagioli (Soudal-Quick Step) bravo a non perdere contatto dai migliori in salita e a vincere poi la volata dei battuti davanti ad un Primoz Roglic non brillantissimo nel giorno del suo addio alla Jumbo-Visma.

L’edizione numero 117 della classica lombarda vedeva il via da Como e l’arrivo a Bergamo dopo 238 km infarciti di salite. La prima asperità di giornata era la salita simbolo della corsa, il Ghisallo affrontato dal versante più moribdo (8,8 km al 3,7%) e posto al km 38. Dopo un tratto abbastanza semplice, il percorso proponeva la Roncola (7,5 km al 7,3%) al km 101 e quindi la salita di Berbenno (6,9 km al 5%) al km 129,5. Un breve tratto di fondovalle precedeva un’altra accoppiata formata dal Passo della Crocetta (11,6 km al 5,6%) al km 162 e dallo strappo di Zambla Alta (2,6 km al 6,9%) al km 175. Una lunga discesa anticipava l’ultima vera salita di giornata, il Passo di Ganda (9,3 km al 7,1%) la cui cima distava poco meno di 30 km dal traguardo. Il finale proponeva però ancora un’ultimo ostacolo prima del traguardo, il classico strappo di Bergamo Alta (1,3 km al 6,9%) posto ad appena 3 km dalla linea d’arrivo.

La fuga di giornata ha preso forma subito dopo il via ufficiale della corsa grazie all’attacco promosso da 10 corridori: Nicolas Prodhomme (AG2R Citroën Team), Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), Nicolò Buratti (Bahrain-Victorious), Simon Geschke (Cofidis), Asbjørn Hellemose (Lidl-Trek), Mattia Bais (EOLO-Kometa), Thomas De Gendt (Lotto Dstny), Kamil Malecki (Q36.5 Pro Cycling Team), Paul Ourselin (TotalEnergies) e Jacob Eriksson (Tudor Pro Cycling). I 10 battistrada hanno immediatamente preso il largo, imboccando il Ghisallo con circa 40″ su un sestetto inseguitore formato da Tobias Bayer e Nicola Conci (Alpecin), Ben Swift (INEOS), Martin Marcellusi e Alex Tolio (Green Project) e Nils Brun (Tudor Pro Cycling) e circa 4 minuti sul gruppo. Proprio nel plotone al km 22 si era verificata una caduta che aveva coinvolto uno dei grandi favoriti di giornata, Remco Evenpoel (Soudal-Quick Step). Il campione belga è però prontamente rientrato sul gruppo. Lungo il Ghisallo i sei inseguitori sono rinvenuti sui 10 battistrada andando a formare un nuovo drappello di testa di 16 uomini che ha scollinato con 4 minuti sul gruppo tirato principalmente dagli uomini della Jumbo-Visma (Sam Oomen in particolare).

Tale situazione è rimasta pressochè inalterata fino ai piedi del Brebenno (-110), quando proprio Evenepoel ha ordinato ai suoi compagni di squadra di aumentare l’andatura allo scopo di indurire la corsa. Dal gruppo hanno così iniziato a perdere contatto diversi corridori, tra cui anche un Enric Mas (Movistar Team) che ha chiaramente beccato una giornata no. Il lavoro profuso dal ‘Wolfpack’ ha rapidamente fatto crollare il vantaggio dei battistrada che in questa fase è sceso fino a raggiungere 1′30″. A questo punto però gli uomini della Soudal si sono fermati e così in testa sono tornati gli uomini della Jumbo in compagnia delle maglie rosa della EF. Il gap è di conseguenza nuovamente aumentato tornado a circa 2′45″ quando la corsa era giunta ai piedi del Passo della Crocetta (-86). Nel frattempo anche nel drappello di testa il ritmo era aumentato grazie all’andatura imposta da Samuele Battistella. Il passo dell’Italiano ha messo in difficoltà diversi compagni di fuga che hanno man mano perso contatto dalla testa della corsa: il primo a staccarsi è stato il polacco Malecki, imitato poi da De Gendt, Bayer, Swift, Buratti ed Eriksson. Il drappello di testa si è così sfoltito, riducendosi a soli 10 uomini.

Proprio lungo le rampe della Crocetta sono iniziati i primi movimenti in testa al gruppo. A lanciarsi all’inseguimento dei fuggitivi sono stati prima Oscar Onley (Team DSM-Firmenich) e poi Ben Healy (EF Education-EasyPost). L’azione dei due britannici (anche l’irlandese è nativo del Regno Unito) ha scatenato l’appetito anche di altri uomini che però sono stati immediatamente bloccati dalla Jumbo-Visma evidentemente intenzionata a non complicarsi troppo la vita. Healy e Onley si sono corsì ritrovati ad inseguire i battistrada, da cui nel frattempo si erano staccati altri corridori, con il gruppo (distante circa 30″) alle calcagna. Allo scollinamento (-76) i due inseguitori avevano un ritardo di circa 20″ dai 7 battistrada superstiti, ovvero Prodhomme, Battistella, Geschke, Bais, Marcellusi, Tolio e Ourselin. Il gruppo si era ulteriormente avvicinato e pagava un ritardo di circa 45″ dai primi fuggitivi. Nel tratto di falsopiano successivo il drappello di testa, su cui nel frattempo erano rientrati i due inseguitori, si è ulteriormente selezionato e così in cima a Zambla Alta la situazione vedeva un nuovo quintetto di battistrada formato da Prodhomme, Tolio, Marcellusi, Healy ed Onley. Il gruppo, ora tirato da Jan Trantink (Jumbo-Visma) manteneva un ritardo di circa 1 minuto. Proprio nel gruppo, poco prima dello scollinamento, aveva avuto luogo un’altra caduta che ha coinvolto, tra gli altri, Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Richard Carapaz e Esteban Chaves (EF Education-EasyPost) e Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech). Il campione dell’Ecuador è poi riuscito a rientrare sul gruppo, mentre il basco è rimasto a lungo a terra prima di ripartire ormai irrimediabilmente staccato.

Lungo la successiva discesa Healy e il bravo Marcellusi hanno lasciato la compagnia degli altri 3 fuggitivi: ai -50 la nuova coppia di testa vantava 35″ su Onley, Tolio e Prodohomme, e 1′10″ sul plotone già abbastanza selezionato e sempre tirato dalla Jumbo-Visma (Jan Tratnik e Wilco Keldermann). Il destino dei fuggitivi sembrava però ormai segnato: i 3 inseguitori sono stati ripresi ai -42, mentre Healy e Marcellusi sono riusciti ad imboccare il Passo di Ganda con circa mezzo minuto sul gruppo. Proprio sul Ganda è iniziata la vera bagarre. Il primo attacco è giunto ai -38 ad opera di Adam Yates (UAE Team Emirates) subito seguito da Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step). La Jumbo ha però immediatamente reagito grazie all’impressionante azione di Attila Valter che ha letteralmente trainato la prima parte del gruppo riportandosi sui due contrattaccanti e su Healy. L’andatura del campione d’Ungheria ha constestualmente mandato in crisi Remco Evenepoel, ediventemente non al meglio dopo la caduta di inizio corsa. Davanti si è invece formato un gruppetto di testa composto da Adam Yates e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe), Primoz Roglic (Jumbo-Visma), Fausto Masnada e Andrea Bagioli (Soudal-Quick Step), Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), Ben Harper e Simon Yates (Team Jayco-Alula) e Michael Woods (Israel-PremierTech). Ai -35 hanno allungato Harper, Woods, i gemelli Yates, Bagioli, Vlasov e Carapaz. Pogacar e Roglic sono invece rimasti indietro marcandosi a vicenda. Pogacar si è però rapidamente reso conto delle difficoltà del connazionale e nel giro di poche pedalate si è riportato sui 7 battistrada ed è poi ripartito in solitaria. Il fuoriclasse della UAE non è però riuscito a fare il vuoto, anzi è stato poi ripreso da Vlasov proprio mentre Roglic rientrava su Bagioli, Rodriguez, Simon e Adam Yates e Carapaz. Poco prima dello scollinamento Roglic ha dato fondo alle sue energie rientrando sulla coppia di testa, trascinandosi dientro Simon Yates e Bagioli.

Il nuovo quintetto di testa ha però avuto vita molto breve perchè subito dopo lo scollinamento, approfittando di un momento di incertezza degli altri, Pogacar ha piazzato un allungo che ha sorpreso i 4 avversari. Lo sloveno ha rapidamente guadagnato una decina di secondi, aumentando poi un pò alla volta il margine sugli immediati inseguitori su cui erano man mano rientrati Rodriguez, Adam Yates e Carapaz. Proprio la presenza del britannico offriva a Pogacar la possibilità d’avere un compagno di squadra in grado di guastare l’armonia tra gli inseguitori. Al termine della discesa il vantaggio dello sloveno aveva già superato i 35″, ma non era ancora sufficiente a garantirgli la certezza del successo anche perchè di lì a poco lo sloveno è stato colpito da crampi alla gamba destra. Dietro però gli inseguitori non erano affatto organizzati e così il vantaggio non è mutato anche perchè nel frattempo la pedalata di Pogacar era tornata ad essere decisamente performante. Il fuoriclasse sloveno ha così imboccato l’ultimo strappo con un margine di sicurezza che gli ha consentito di gestire senza affanni il finale andando a cogliere il terzo successo consecutivo nella Classica delle foglie morte. Dietro invece lo strappo di Bergamo Alta aveva fatto perdere contatto a Roglic e Carapaz. Gli altri 6 inseguitori hanno invece scollinato insieme andandosi a giocare allo sprint le posizioni di rincalzo. Ad avere la meglio nella volata dei battuti è stato il bravissimo Andrea Bagioli (a 52″) che ha così colto il risultato più importante della sua ancora giovane carriera, alla vigilia di una stagione in cui potrebbe vivere il salto di qualità definitivo. Terza piazza per Primoz Roglic, giunto alla sua ultima uscita con la maglia giallonera della Jumbo-Visma al termine di 8 anni pieni di successi. Alle loro spalle Vlasov, Simon Yates, Adam Yates e Rodriguez. Ottava posizione (a 1′06″) per Carapaz che ha anticipato un secondo gruppetto giunto ad 1′26″ e regolato da Remco Evenepoel, 9° davanti ad Andreas Kron (Lotto-Dstny).

Pierpaolo Gnisci

Pocagar tripletta Lombarda (fonte:Getty Images)

Pocagar tripletta Lombarda (fonte:Getty Images)

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