REMCO SFIORA IL POKER, ESULTA WOUT POELS. VUELTA NELLE MANI DI KUSS
Niente sorprese nell’ultima frazione della Vuelta che riservava difficoltà altimetriche. Sepp Kuss, già designato negli scorsi giorni come capitano della Jumbo-Visma, oggi non ha avuto nessun problema a difendere il primato in classifica e domani potrà festeggiare la sua prima vittoria in un grande giro, accompagnato sul podio finale dai suoi due storici capitani, Jonas Vingegaard e Primoz Roglic, regalando così alla Jumbo un risultato che ha del leggendario. I ‘calabroni’ oltre a festeggiare un incredibile podio monocolore, con questo risultato diventano la prima squadra nella storia a vincere tutti e tre i grandi giri nella stessa stagione, per giunta con tre di versi corridori.
La 20a tappa è andata ad un bravissimo Wout Poels (Bahrain-Victorius) abile ad anticipare nella volata finale gli ultimi compagni di fuga, tra i quali il solito, instancabile e generoso Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step), oggi secondo d’un soffio e quindi costretto a rinunciare al poker di vittorie di tappa. Terza posizione per un bravo Pelayo Sanchez (Burgos-BH) che così ottiene il piazzamento più rilevante della sua giovane carriera.
La 20a e penultima tappa della Vuelta, la Manzanares El Real-Guadarrama (207,8 km), rappresentava l’ultima ghiotta occasione per i cacciatori di fughe nonchè, almeno sulla carta, l’ultima opportunità per i big di poter cambiare il volto della classifica. La frazione, la più lunga di quest’edizione della corsa iberica, si dipanava interamente all’interno della Sierra de Guaderrama, la piccola catena montuosa che si estende a nord-est di Madrid. Il percorso riservava ai corridori un continuo saliscendi caratterizzato da ben 10 gpm (se non un record, quasi): pronti via e subito iniziava il Collado del Portazgo (10,8 km al 3,4%) la cui cima era posta al km 12,8. Dopo la discesa, che portava i corridori per una prima volta a Guaderrama, e un brevissimo tratto di fondovalle, iniziava il Puerto de la Cruz Verde (7,1 km al 5%). Terminata la seconda discesa di giornata si passava per Robledo de Chavela (km 52) dove aveva inizio un circuito di 53,5 km da ripetere due volte e che presenteva una sequenza di ben 3 gpm: La Escondida (8,8 km al 4,2%), l’Alto de Santa Maria de Alameda (5 km al 5,6%) e quindi l’Alto de Robledondo (3,8 km al 6,4%). Una volta completata la seconda tornata (km 159) vi era uno strappo non classificato come gpm (2,6 km al 6,8%) e poco dopo la seconda scalata del Puerto de la Cruz Verde, questa volta da un alto versante (7,3 km al 3,9%), posto al km 181. Infine i corridori erano attesi dall’Alto de San Lorenzo de El Escorial (4,5 km al 6,6%). Dal gpm al traguardo vi erano 15 km, dei quali gli ultimi 10 sostanzialmente pianeggianti.
Come prevedibile, gli attacchi e i contrattacchi si sono sprecati già nei primissimi chilometri della corsa. I primi a muoversi sono stati Antonio Tiberi (Bahrain-Victorius) e Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny) dopo un paio di chilometri dal via. Dietro i due giovani talenti, si sono aggiunti altri corridori, ma ben presto il tentativo è stato neutralizzato. A stretto giro di posta si sono mossi Wout Poels (Bahrain-Victorius), Marc Soler (UAE Team Emirates), Sean Quinn (EF Education-EasyPost), poi raggiunti anche dal solito Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) ma anche stavolta il gruppo è rapidamente rinvenuto
L’azione buona ha iniziato a prendere formo lungo la prima salita di giornata principalmente per iniziativa degli indomiti Soler ed Evenepoel, passati in testa al primo gpm. Lungo la discesa sono sopraggiunti man mano altri corridori andando a comporre un plotoncino di ben 31 corridori: Remco Evenepoel, Mattia Cattaneo, James Knox e Louis Vervaeke (Soudal-Quick Step), Finn Fisher-Black e Marc Soler (UAE Team Emirates), Wilco Kelderman (Jumbo-Visma), Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), Wout Poels e Antonio Tiberi (Bahrain-Victorius), Lenny Martinez (Groupama-FDJ), Lennard Kamna e Ben Zwienhoff (Bora-Hansgrohe), Jimmy Janssens e Edward Planckaert (Alpecin-Deceuninck), Andreas Kron, Sylvain Moniquet e Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny), Hugh Carthy (EF Education Easy Post), Dorian Godon, Andrea Vendrame e Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen Team), Matteo Sobrero (Team Jayco-Alula), Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty), Ivan Garcia Cortina e Einer Rubio (Movistar Team), Romain Bardet (Team dsm-firmenich), Elie Gesberg (Team Arkea-Samsic), Pelayo Sanchez (Burgos-BH), Fernando Barcelò e Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA).
Il corposo gruppo di testa in breve è riuscito a raggiungere il minuto di vantaggio (km 18), distacco che è successivamente aumentato arrivando a 3′30″ quando si stava ancora scalando il secondo gpm, il Puerto de la Cruz Verde (km 43), in cui per primo è transitato Rui Costa. Dietro, il gruppo tirato dalla Jumbo-Visma (molto attivo Dylan Van Baarle) proseguiva con un ritmo non troppo elevato, evidentemente disinteressato a riprendere la fuga. La situazione non è quindi mutata una volta entrati nel circuito di 53 km che caratterizzava la parte centrale della corsa: in cima al gpm di Santa Maria de Alameda (vinto dal belga Van Eetvelt; in precedenza Thomas era passato per primo a la Escondida) il vantaggio del gruppo di testa, tirato principalmente dai compagni di Evenepoel, aveva raggiunto i 5 minuti esatti e ha poi toccato i 5′45 sull’Alto de Robledondo (km 94), vinto da Vervaeke. Terminato il primo giro del circuito, il distacco del gruppo si è finalmente stabilizzato intorno ai 6′.
Le prime scaramucce nel drappello dei battistrada sono arrivate ai -75, quando si stava iniziando a scalare per la seconda volta l’Alto de Santa Maria de Alameda: nel giro di pochi chilometri sono arrivati i tentativi di allungo di Zwienhoff, poi di Soler e infine di Sanchez. I vari attacchi sono stati però prontamente rintuzzati dagli uomini della Soudal, ovviamente interessati a tenere il drappello unito in vista del prevedibilissimo attacco di Evenepoel nel finale. Il gruppo dei 31 attaccanti ha così scollinato a ranghi compatti anche al secondo passaggio sull’Alto de Robledondo con un margine lievitato ad oltre 8 minuti sul gruppo, sempre tirato da Van Baarle. A questo punto sulla corsa è comparsa una variabile imprevista, la pioggia, che però non è stata particolaremnte insistente. Il canovaccio della corsa è cambiato una volta usciti dal circuito: nel gruppo di testa diversi corridori hanno perso irrimediabilmente contatto: prima Sobrero, Garcia Cortina, Nicolau, Planckaert e Fisher-Black, poi anche Kron, Janssen, Zwiehoff e Knox che però sono rimasti relativamente vicini. In testa sono così rimasti in 22, mentre nel frattempo il gruppo era scivolato ad oltre 10′.
Lungo la penultima salita il gruppo di testa non si sono verificati attacchi, complici le pendenze non certamente terribili dell’ascesa, ma comunque altri due corridori non sono riusciti a tenere le ruote degli altri fuggitivi: Gesbert e Vendrame. La corsa a quel punto era praticamente congelata e destinata a risolversi sul tratto più duro dell’Alto de San Lorenzo de El Escorial, ultima salita di giornata e dell’intera Vuelta.
I battistrada hanno imboccato l’ascesa con 11′20″ di ritardo (vantaggio massimo). Gli uomini della Soudal hanno da subito accelerato mettendo in difficoltà diversi corridori (primi a staccarsi Carthy e Godon), poi ai 2300 metri dallo scollinamento, quando si era nel tratto più duro della salita, è partito Wout Poels, immediatamente inseguito da Lennert Van Eetvelt. Alle loro spalle si sono lanciati poco dopo Marc Soler e Pelayo Sanchez. Ai 1100 dallo scollinamento, Soler ha accelerato andando a riprendere la coppia di testa. Contemporaneamente Evenepoel aveva lasciato la compagnia degli altri reduci della fuga, rientrando su Sanchez che ha poi addirittura avuto il coraggio di staccare il fenomeno belga negli ultimi 200 metri della salita. Poels, Van Eetvelt e Soler hanno scollinato tutti insieme, mentre poco dietro vi erano Sanchez e poi Evenepoel. I due inseguitori sono però rapidamente rientrati nelle prime centinaia di metri della discesa. Dietro di loro, staccati di una quindicina di secondi vi erano Cattaneo, Martinez, Kamna, Rui Costa, Rubio e Bardet. Nonostante qualche tentativo di allungo in discesa, il quintetto è rimasto compatto nel tratto finale collaborando per evitare il rientro del sestetto inseguitore. Il clima di collaborazione si è interrotto una volta entrati nell’ultimo chilometro. Poels, approfittando di una curva posta ai -400, ha giocato d’anticipo lanciando una volata lunghissima che gli ha consentito di guadagnre immediatamente un piccolo ma preziosissimo margine sugli altri quattro. Evenepoel, subito messo in testa al quartetto al disperato inseguimento del corridore olandese, è risucito ricucire il buco e ad affiancare Poels, ma non a superarlo. L’olandese ha tagliato il traguardo precedendo Evenepoel di neanche mezza ruota, quanto però bastava per poter esultare. Evenepoel, palesemente deluso per il poker sfiorato, ha chiuso al secondo posto, davanti al bravissimo e sorprendente Pelayo Sanchez e a Van Eetvelt. Quinta piazza per Soler a 5″. Il gruppetto inseguitore, giunto a 16″, è stato regolto d Rui Costa che ha preceduto Tiberi, Kamna, Bardet, Rubio e Lenny Martinez.
Il gruppo dei migliori, ridotto ad una decina di corridori grazie al forcing imposto dagli uomini della Movistar, è giunto a 10′21″ con i tre alfieri della Jumbo-Visma leggermente staccati per celebrare l’incredibile e storica vittoria di Sepp Kuss che lancia di diritto gli uomini gialloneri nella storia del ciclismo.
La classifica generale, destinata a non essere più cambiata nella passerella finale di Madrid, vede quindi il terzetto Jumbo davanti a tutti: Kuss domani celebrerà la sua prima vittora in un GT con 17″ di vantaggio su Jonas Vingegaard e 1′08″ su Primoz Roglic. Fuori dal podio Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che chiude 4° a 3′08″, quindi troviamo Mikel Landa (Bahrain-Victorius) a 4′03″ e Enric Mas (Movistar Team) a 4′14″. Alexandre Vlasov (Bora-Hansgrohe) è 7° a 8′19″ dopo aver scavalcato il compagno Cian Uijtdebroeks che oggi non ha tenuto il passo dei migliori e si dovrà accontentare dell’ottava piazza a 8′26″ da Kuss. Chiudono la top ten Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 10′08″ e Santiago Buitrago (Bahrain-Victorius) che invece paga 12′04″ al corridore statunitentse.
Domani è in programma l’ultima tappa, la classica passerella Madrilena. La frazione, lunga appena 101 km, prenderà il via all’Ippodromo di Zarzuela per poi giungere per la prima volta su traguardo posto a Paisaje de la Luz, nel pieno centro della capitale Iberica. A quel punti corridori dovranno affrontare un circuito cittadino di appena 5,8 km da ripetere per 9 volte. Una frazione che con ogni probabilità sorriderà ai velocisti.
Pierpaolo Gnisci