REMCO REAZIONE DA LEONE. EVENEPOEL VA IN FUGA E DOMINA LA TAPPA. INVARIATA LA CLASSIFICA

settembre 10, 2023
Categoria: News

Nella vita di ogni campione possono esserci momenti di difficoltà, giornate di crisi, sconfitte pesanti che quasi rimettono in discussione le proprie certezze. E’ è anche dal modo in cui si reagisce alle giornate più storte che si capisce qual’è la vera stoffa del corridore. Remco Evenepoel ieri pomeriggio ha tagliato il traguardo del Tourmalet con oltre 27 minuti dal trio della Jumbo che ha dominato la tappa, una sconfitta pesante, probabilmente la peggiore disfatta nella carriera del giovane fenomeno Belga. Una giornata che poteva lasciare scorie pesanti nella testa e nelle gambe di Remco. E invece oggi Evenepoel ha reagito alla maniera dei grandi, con una vittoria voluta e cercata a tutti i costi. Il corridore della Soudal-Quick Step, andato in fuga insieme ad una ventina di altri corriodri, è poi rimasto in compagnia del solo Romain Bardet (Team dsm-firmenich) che ha infine staccato ai -4 andando a cogliere il secondo successo di tappa in questa Vuelta. Seconda piazza per il francese (a 1′12″), mentre il giovane Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny) è andato a cogliere un bel 3° posto (a ben 6′33″). Praticamente no contest tra i big della classifica se si fa eccezione di un paio di scatti non molto convinti di Juan Ayuso (UAE Team Emirates). In testa alla graduatoria vi è sempre il trio Jumbo formato da Sepp Kuss in maglia roja, Primoz Roglic (2° a 1′37″) e Jonas Vingegaard (3° a 1′44″).

Il giorno dopo la clamorosa impresa della Jumbo e il crollo devastante di Remco Evenepoel, la Vuelta proponeva un’altra tappa pirenaica piuttosto complicata (oltre 3500 m di dislivello, quasi 40 km di salite). La frazione, lunga 156 km, prevedeva il via in territorio francese, a Sauveterre-de-Bearn, e l’arrivo in cima al Puerto de Belagua (9.4 km al 6,3%). I primi 55 km, tutti piatti, erano i più semplici della tappa. Al termine di questo tratto aveva inizio la prima salita di giornata il Col Hourcére (11.6 km al 8.3%) la cui cima era posta ai -91. Dopo la discesa e un tratto di falsopiano i corridori erano attesi dal Puerto de Larrau (15.1 km al 7.8%, con lunghi tratti oltre il 9%) che segnava il ritorno della corsa in territorio spagnolo. Dopo la successiva discesa vi erano una breve cote (Puerto de Laza, 3.2 km al 5.8%) e quindi un tratto di fondovalle di circa 25 km che facevano da antipasto alla salita finale.

La tappa è partita subito con ad una andatura altissima visti i numerosi attacchi che si sono verificati sin dai primissimi km. Intorno al km 10 dal gruppo è uscito Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step), il grande sconffitto della tappa del Tourmalet, con Nelson Oliveira (Movistar Team) a ruota. Il duo però ha guadagnato solo qualche decina di metri sul gruppo e nel giro di pochi chilometri è stato ripreso dal plotone in testa al quale la bagarre era sempre elevata. Il tentativo buono è partito solo al km 30, quando dal gruppo lanciato ad alta velocità si è staccato un drappello di 24 corridori, in cui oltre allo stesso Evenepoel vi erano: Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Damiano Caruso e Kamil Gradek (Bahrain-Victorius), Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe), Andrè Carvalho e Ruben Fernandez (Cofidis), Stefan Bissegger e Sean Quinn (EF Education-EasyPost), Clement Davy e Michael Storer (Groupama-FDJ), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Rui Costa, Julius Johansen e Simone Petilli (Intermarchè-Circus-Wanty), Juan Pedro Lopez e Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl-Trek), Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dsnty), Nelson Oliveira (Movistar Team), Kevin Vauquelin e Kevin Ledanois (Team Arkea-Samsic), Romain Bardet e Alberto Dainese (Team dsm-firmenich) e Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA).

Il gruppo non ha però mollato per merito della UAE che imposto un ritmo decisamente alto al plotone e di conseguenza il distacco non è mai decollato: al km 50 il gap era di 1′15″. A questo punto però il plotone ha rallentato in maniera piuttosto netta e così è arrivata una raffica di contrattacchi. Ai piedi della prima salita di giornata, il Col Hourcére (11.6 km al 8.3%), dietro al gruppo dei battistrada via era un primo gruppo inseguitore composto da Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step), Omar Fraile (Ineos Grenadiers) Chris Hamilton (Team dsm-firmenich), Rui Oliveira (UAE Team Emirates) e Josè Manuel Diaz (Burgos-BH) ad 1′17″, poi un terzetto formato da Nico Denz (Bora-Hansgrohe), Mickael Cherel e Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen Team) a 1′29″, quindi un altro gruppetto con Julien Bernard (Lidl-Trek), Larry Warbasse (Ag2r Citroen Team), Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan Team) e Cyril Barthe (Burgos-BH) a 2′00″, infine la coppia formata da Finn Fisher-Black e Diego Camargo a 3′25″. Il gruppo era invece scivolato a 4′30″.

Nelle prima centinaia di metri della salita Cattaneo e Fraile sono riusciti a rientrare sul gruppo di testa dal quale si erano già staccati Davy, Groves, Carvalho e Johansen. L’italiano si è immediatamente lanciato in testa al drappello dei battistrada scandendo un ritmo regolare in appoggio ad Evenepoel. In testa al plotone nel frattempo si erano riportati i corridori della UAE che avevano imposto un’andatura piuttosto sostenuta. Ai -6 dallo scollinamento il gap del plotone era sceso a 3′ 40″ mentre molti corridori avevano già perso definitivamente contatto. Lungo la salita il gruppo ha ridotto un pò alla volta il distacco dal drappello di testa nonostante il passo tenuto da Cattaneo, tutt’altro che blando. In prossimità dello scollinamento (-91) Evenepoel ha impresso una delle sue accelerazioni, portando a casa i 15 punti messi in palio nella classifica dei gpm. L’unico in grado di reagire alla sparata del belga è stato Romain Bardet. Il nuovo duo di testa ha poi allungato in discesa guadagnando un margine interessante (33″ ai -75) sul gruppetto dei primi inseguitori. Il plotone, ridotto a circa 35 corridori, si era leggermente riallontanato a circa 3′45″ ma restava comunque ad una distanza non troppo rassicurante.
Evenpoel e Bardet hanno continuato a guadagnare qualcosa anche nel tratto di fondovalle, giungendo all’imbocco del Puerto de Larrau (-61) con circa 1′ sui 12 inseguitori (Cattaneo, Castroviejo, Caruso, Gradek, Lopez, Storer, Kamna, Van Etvelt, Quinn, Nelson Oliveira, Hamilton e Diaz) e 4′20″ sul gruppo.

Lungo la dura salita che fa da confine tra Francia e Spagna, il gruppo dei contrattaccanti è letteralmente esploso: Storer è riuscito a sbarazzarsi della compagnia altrui e si è lanciato all’inseguimento di Evenepoel e Bardet. Ai -7 dal gpm l’Australiano aveva circa 1′ di ritardo, mentre alle sue spalle vi era la coppia Castroviejo-Van Eetvelt a 1′50″. Dietro di loro si trovavano, sparsi qua e là, gli altri reduci della fuga iniziale, quindi il gruppo sempre tirato dalla UAE che restava a 4′45″. Di lì a poco nel gruppo maglia roja sono andati in difficoltà proprio due corridori dell’UAE ovvero Almeida e Soler. Ciò non ha distolto Fisher-Black dall’imporre il suo ritmo, evidentemente in funzione dell’attacco di Juan Ayuso, arrivato poco dopo (ai -53). Il giovane iberico è stato subito ripreso, ma ha successivamente riprovato un allungo più deciso a cui hanno immediatamente risposto i capitani Jumbo, Primoz Roglic, Joans Vingegaard e Sepp Kuss, e gli altri big. La situazione si è poi ricomposta e non si sono più visti attacchi lungo il Larreu. Evenepoel e Bardet hanno quindi scollinato con oltre 2′ su uno Storer ormai rassegnato, 2′33″ su Lopez, Castroviejo e Van Eetvelt e 6 minuti sul gruppo tirato dal bravissimo Robert Gesink (Jumbo-Visma).

Nel tratto successivo i distacchi si sono dilatati in maniera definitiva: gli ultimi inseguitori si sono praticamente rassegnati a doversi giocare al più il terzo posto di tappa, mentre il gruppo ha avuto solo un sussulto quando in testa al gruppo è comparso il blocco della Bahrain-Victorius. Un fuoco di paglia visto che molto rapidamente la situazione è tornata calma e così il gruppo ai -10 aveva addirittura 8 minuti di ritardo. Davanti Remco e Bardet proseguivano esattamente in quest’ordine visto che il francese non ha praticamente mai dato un cambio al campione belga. Ai -4 però Bardet ha palesato i primi segni di cedimento e così Remco, una volta resosi conto che il francese aveva perso qualche mentro, ha accelerato dando il colpo di grazia al buon Romain. Evenepoel si è così involato verso la seconda vittoria di tappa in questa Vuelta, un successo che ha il sapore della rivalsa per il 23enne di Aalst, scoppiato in lacrime nel dopo corsa. Bardet si è dovuto accontentare del secondo posto (a 1′12″), mentre sul terzo gradino del podio di giornata è salito il giovane Lennert Van Eetvelt giunto a 6′33″ e bravo a beffare nel finale il compagno d’avventura Jonathan Castroviejo (4° a 6′35″). Quinta posizione (a 7′24″) per Michael Storer che ha evidentemente mollato nel finale.

Quanto al gruppo, la cronaca del finale ha veramente poco da raccontare visto il no contest a cui i big della classifica si sono lasciati andare. Dal gruppo maglia roja infatti l’unico movimento è stato quello messo in atto da David De La Cruz (Astana Qazaqstan Team) partito ad un paio di km dal traguardo e giunto poi in 6a posizione a 8′21″ solo un secondo meglio rispetto al gruppetto dei big regolato da Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe) che ha preceduto il leader Kuss, Wout Poels (Bahrain-Victorius) e Juan Ayuso.

La classifica generale vede ovviamente saldamente in testa Kuss con 1′37″ su Roglic e 1′44″ su Vingegaard con in quali forma un incredibile podio monocolore. Seguono Ayuso a 2′37″, Enric Mas (Movistar Team) a 3′06″, Marc Soler (UAE Team Emirates) a 3′10″, Mikel Landa (Bahrain-Victorius) a 4′12″, e Vlasov a 5′02″. Chiudono la top ten il giovanissimo Cian Uijtebroeks (Bora-Hansgrohe) a 5′30″ e Joao Ameida a 8′39″.

Domani è prevista la 15a tappa disegnata interamente nel territorio basco, da Pamplona a Lekunberri (158 km). La frazione prevede 3 gpm, l’ultimo dei quali, il Puerto de Zuarrarrate (6.3 km al 5.1%) terminerà ad appena 8 km dal traguardo. Un’altra tappa destinata a sorridere ai fuggitivi.

Pierpaolo Gnisci

Remco risorge a Belagua (fonte:Getty Images)

Remco risorge a Belagua (fonte:Getty Images)

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