VENTAGLI E CONFUSIONE ALLA VUELTA, ALLA FINE VINCE KAMNA. KUSS RESTA LEADER.
La 9a tappa della Vuelta a Espana ci ha riservato scenari non preventivati alla vigilia, ma soprattutto ci lascia la sensazione che in questi primi 9 giorni troppi meccanismi nell’organizzazione della corsa iberica non abbiano funzionato adeguatamente. La frazione, caratterizzata dai ventagli venuti fuori ad inizio tappa e poi nuovamente a metà corsa, alla fine è stata mortificata da una decisione degli organizzatori che definire tafazziana è quasi un complimento: la neutralizzazione degli ultimi 2 km a causa di un’intensa precipitazione avvenuta qualche ora prima dell’arrivo della corsa. Le immagini dei corridori che giungevano al traguardo ha poi dimostrato come la decisione fosse completamente sbagliata, situazione che fa il paio con quanto avvenuto nello scorso weekend a Barcellona. Alla fine a vincere la tappa è stato il micidiale Lennard Kamna (Bora-Hasngrohe) che con il successo odierno è entrato nel club di coloro che hanno vinto tappe in tutti e tre i grandi giri. Alle sue spalle l’ottimo Mattia Sobrero (Team Jayco-AlUla) staccato di 13″ e Chris Hamilton (Team dsm-firmenich) ad oltre un minuto. Solo qualche scaramuccia tra i big che si sono limitati ad una sorta di sprint nei pressi dello striscione dei -2, in corrispondenza del quale sono stati presi i tempi validi per la classifica generale che vede sempre in testa Sepp Kuss (Jumbo-Visma) con 43″ su Marc Soler (UAE Team Emirates) e 1′02″ su Lenny Martinez (Groupama-FDJ).
La 9a frazione della Vuelta, la Cartagena-Collado de La Crus de Caravaca (181 km), presentava un arrivo in salita non troppo complicato, ma rappresentava comunque un’altra occasione di confronto tra i big oltre che una ghiotta occasione per i cacciatori di tappa. I primi 40 km erano prevalentemente pianeggiati, quindi i corridori erano attesi dal Puerto de Casas la Marina la Periz (12.1 km al 4,9%) posto al km 60. Dopo la successiva discesa iniziava un lungo tratto misto che culminava con il falsopiano che faceva da antipasto all’ultima salita. L’ascesa finale (8.2 km al 5.4%) era del tutto irregolare vista l’alternanza fra tratti decisamente semplici e altri molto più difficili. In particolare il terzultimo km prevedeva pendenze superiori al 10%. Quindi, dopo un km in leggera discesa, un ultimo km nuovamente molto duro.
Pronti via e subito il primo colpo di scena: sfruttando il vento laterale, gli uomini della Jumbo-Visma hanno immediatamente provato a sorprendere gli avversari, mettendo in atto un attacco di squadra che ha letteralemente disintegrato il gruppo dando il là a dei ventagli. Davanti si sono ritrovati in 13, di cui ben 7 uomini della squadra olandese: Jonas Vingegaard, Primoz Roglic, Sepp Kuss, Dylan Van Baarle, Jan Tratnik, Wilco Kelderman e Attila Valter. Insieme a loro Remco Evenepoel e Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step), Alexander Vlasov, Nico Denz ed Emmanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) e Matevz Govekar (Bahrain-Victorius). Sono quindi rimasti fuori dall’azione . I due uomini della Soudal hanno contribuito a dare una mano a quelli della Jumbo con l’evidente intenzione di fare definitivamente fuoriEnric Mas (Movistar Team) e gli uomini della UAE Team Emirates (Juan Ayuso, Josè Almeida e Marc Soler). Il vantaggio del gruppo di testa ha raggiunto i 45″ ma il lavoro profuso dietro da UAE, Movistar e Bahrain ha fatto si che intorno al km 50 i battistrada fossero ripresi. Una volta calmate le acque, il gruppo di nuovo compatto ha rallentato l’andatura favorendo la formazione di una fuga che ha preso corpo sulla prima salita di giornata, il Puerto Casas de Marina la Perdiz. I primi a muoversi sono stati Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe), Ruben Fernandez (Cofidis), Amanuel Gebreigzabhier (Lidl-Trek), Matteo Sobrero (Team Jayco-AlUla) e Daniel Navarro (Burgos-BH). Di lì a poco su di loro sono ritornati prima Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA) e poi anche Jonathan Caicedo (EF Education-EasyPost) e Chris Hamilton (Team dsm-firmenich).
Il vantaggio degli 8 fuggitivi è immediatamente dilagato arrivando ad 8′ ai -100. A quel punto il buon esito della loro azione sembrava decisamente scontato, ma di lì a poco (ai -80) il vento laterale è tornato nuovamente protagonista dando vita ad altri ventagli. In questo caso a spingere maggiormente in testa al gruppo sono stati gli uomini della Soudal. A farne le spese è stato l’ex leader della generale Lenny Martinez (Groupama-FDJ) rimasto attardato nel gruppo inseguitore. Il ritmo imposto dal drappello dei big è stato talmente alto da far si che nel giro di 10 km il vantaggio dei battistrada crollasse a 4′20″, mentre il primo gruppo inseguitore, tirato da Goupama e Bora, navigava a 5′30″. Una volta girata la strada e cessato il vento laterale, gli uomini della Soudal si sono ritrovati a dover sostenere l’intera azione che di conseguenza si è man mano affievolita fino all’inevitabile ricongiungimento avvenuto ai -52. A quel punto il vantaggio della fuga era di poco superiore ai 3 minuti e mezzo. La Jumbo, nuovamente in testa al gruppo con Van Baarle, non aveva però l’intenzione di riprendere i battistrada e di conseguenza il gap è nuovamente aumentato (4′45″ ai -30).
A questo punto è arrivata un’imporante notizia dall’organizzazione della corsa: a causa di una intensa precipitazione piovosa che aveva interessato la zona d’arrivo diverse ore prima lasciando del fango in una curva posta ai -150 dal traguardo, i tempi per la classifica sarebbero stati presi ai 2050 metri dall’arrivo. Una decisione che difatto neutralizzava il tratto finale per quel che riguarvadala classifica generale, depotenziando la tappa. I fuggitivi, chiaramente non interessati a tale decisione, hanno proseguito di comune accordo fino ai -8, quando è iniziata la salita finale e con essa gli scatti. I primi a perdere contatto sono stati Fernandez e Navarro, quindi anche Barrenetxea e Caicedo. Ai -5 ha mollato anche Chris Hamilton, lasciando così in testa il trio formato da Kamna, Gebreigzabhier e Sobrero. A quel punto è giunta una prima decisa accelerazione di Kamna che ha fatto perdere contatto anche al corridore eritreo. Il ritmo di Kamna era però troppo alto anche per Sobrero che a sua volta ha perso contatto dal tedesco. Il piemontese non ha mollato restando ad una distanza non troppo elevata (circa 15″) dal corridore della Bora e provando a rientrare nel tratto più duro della salita. Kamna ha però controllato con grande fermezza ed è così riuscito a tagliare il traguardo tutt solo. Sobrero si è dovuto accontentare della piazza d’onore con un ritardo (misurato ai -2) di 13″. Terza posizione per Chris Hamilton (ad 1′12″) davanti a Gebreigzabhier (1′00″ di ritardo per il corridore della Lidl che è stato superato da Hamilton negli ultimi 2 km).
Il gruppo maglia roja ha invece approcciato la salita finale con gli uomini della Movistar in testa a cui si sono rapidamente alternati quelli della Soudal, in particolare con Mattia Cattaneo. Il ritmo non era però così altro e così ai -3 sono partiti Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe). Gli altri big non hanno reagito e così la suddetta coppia è riuscita a prendere un piccolo margine sul resto degli uomini di classifica che si sono mossi soltanto in prossimità dei -2, ovvero del punto di rilevamento dei tempi. Roglic ha messo in mostra una gamba eccezionale, ma il taglio della tappa gli ha sostanzialmente impedito di approfittarne. I big sono così arrivati praticamente tutti insieme: Almeida e Vlasov hanno guadagnato 5″ su Roglic, Vingegaard, Evenepoel, Mas e Ayuso, mentre da Kuss, Landa e Soler ne han persi 9″. La nuova classifica generale ricalca quindi in buona parte quella di ieri: Kuss guida con 43″ su Soler, 1′02″ su Lenny Martinez, 2′22″ su Evenepoel, 2′29″ su Landa e Roglic. Poi troviamo Vingegaard e Mas a 2′33″, Ayuso a 2′43 e Almeida a 2′55″.
Domani la corsa osserverà il primo dei due giorni di riposo. Martedì si riprenderà col botto grazie alla cronometro di Valladolid. Sarà una prova contro il tempo breve (25,8 km) e completamente piatta che sicuramente contribuirà a modificare la classifica generale.
Pierpaolo Gnisci