XORRET DE CATI’ AI GIALLONERI: VINCE ROGLIC, KUSS E’ IL NUOVO LEADER
Dopo la minirivoluzione di Jalavambre, l’arrivo di Xorret de Catì sembrava destinato a rompere definitivamente gli equilibri. Invece, l’unica certezza che ci lascia l’8a frazione della Vuelta 2023 è che la corazzata Jumbo dovrà vedersela fino alla fine con Remco Evenepoel, mentre Enric Mas e Juan Ayuso sono pronti a recitare il ruolo dei guastafeste. In attesa della resa dei conti che si consumerà nelle prossime due settimane, oggi i calabroni hanno portato a casa un’altra tappa grazie allo sprint vincente di Primoz Roglic, bravo ad infilare nel finale Evenepoel, e al contempo hanno conquistato la maglia roja, adesso vestita dal bravissimo Sepp Kuss. La classifica alle spalle dello statunitense è però decisamente corta e lascia ancora ampio margine a diversi scenari.
L’8a tappa proponeva un percorso interamente ricavato a ridosso della Costa Blanca e che culminava con l’ormai classico arrivo di Xorret de Catì. Una tappa che, sebbene lontana dalle gradi montagne iberiche, rappresentava un interessante banco di prova per i corridori di classifica vista la presenza di ben 5 gpm, l’ultimo dei quali era proprio il famigerato Xorret de Catì (3.8 km al 11.5% di penzenza medie e punte fino al 17%). Subito dopo la partenza di Denìa i corridori erano attesi da 20 km completamente piatti, praticamente gli unici di questa frazione. Dopodichè iniziava un lungo su e giù per l’entroterra Valenciano: il primo gpm di giornata era l’Alto de Vall d’Ebo (8 km 6.5%, 2a cat.) posto al km 28, seguito dal Puerto de Tolos (4 km al 5.7%, 3a cat) al km 50. Quindi un tratto di saliscendi precedeva il Puerto de Benifallim (9.1 km al 5.1%, 2a cat) al km 82. Al termine della successiva discesa iniziava la salita più lunga di giornata, il Puerto de Carrasqueta (11 km al 4,6%) posto al km 110. A questo punto i corridori dovevano affrontare un tratto di circa 45 km relativamente semplice e che conduceva ai piedi del muro di Xorret de Catì (km 162), dalla cui cima mancavano appena 4 km, quasi tutti in discesa, fino al traguardo. Una frazione che sorrideva ai cacciatori di tappe e che al contempo chiamava all’azione anche gli uomini di classifica.
Il primo tentativo di fuga è giunto al km 7, quando dal gruppo sono usciti Nico Denz (Bora-Hansgrohe), Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Thomas De Gendt (Lotto-Dstny), Julius Van Den Berg (EF Education-EasyPost), Damien Touze (Ag2r Citroen Team), Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA), Ander Okamika e Pelayo Sanchez (Burgos-BH). La loro azione non ha però avuto fortuna e si è cosi scatenato un valzer fatto di attacchi e contrattacchi che è andato avanti a lungo. La situazione non è cambiata neanche lungo la prima salita di giornata, l’Alto de Vall d’Ebo, in cima al quale il plotone è transitato compatto. Proprio dopo lo scollinamento, intorno al km 30, il danese Andreas Kron (Lotto-Dstny), vincitore della tappa di Barcellona pochi giorni fa, ha provato l’allungo. Dietro di lui si sono man mano aggiunti altri corridori andando a comporre un gruppo di ben 30 corridori: Andreas Kron, Thomas De Gendt, Sylvain Moniquet e Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny), Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen Team), Javier Romo e Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan Team), Ben Zwiehoff (Bora-Hansgrohe), Jesus Herrada e Ruben Fernandenz (Cofidis), Diego Camargo e Julius Van Den Berg (EF Education-EasyPost), Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Damiano Caruso e Antonio Tibero (Bahrain-Victorius), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Rui Costa (Intermarchè-Circus-Wanty), Kenny Elissonde e Bauke Mollema (Lidl-Trek), Oier Lazkano e Nelson Oliveira (Movistar Team), Christian Rodriguez (Team Arkea-Samsic), Romain Bardet (Team dsm-firmenich), Welay Berhe e Callum Scotson (Team Jayco-AlUla), Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates), Jose Manuel Diaz e Pelayo Sanchez (Burgos-BH), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA), Fabien Doubey e Paul Ourselin (TotalEnergies). Il folto gruppo di testa ha ben presto fatto il vuoto approcciando il secondo gpm di giornata, il Puerto de Tolos, con 2 minuti e mezzo di vantaggio, gap si è poi ulteriormente dilatato in salita (quasi 4′ allo scollinamento).
Subito dopo il gpm, Thomas De Gendt ha lasciato la compagnia degli altri 29 fuggitivi, lanciandosi verso una delle sue lunghissime fughe in solitaria. Lungo il successivo tratto di saliscendi De Gendt è riuscito a a guadagnare un discreto margine, transitando al km 70 con 1 minuto sul gruppo inseguitore e 5′20″ sul plotone. La situazione è cambiata quando la strada è tornata a salire verso il Puerto de Benifallim (km 82). In testa al gruppo maglia roja sono arrivati gli uomini della Jumbo-Visma: il ritmo imposto da Robert Gesink ha immediatamente fatto diminuire il gap dal battistrada a 4′20″. Contemporaneamente anche il gruppo inseguitore aveva alzato il ritmo rompendosi in più drappelli. De Gendt ha così perso qualche secondo di vantaggio passando al gpm con 35″ su un primo gruppetto inseguitore comprendente Tiberi, Lazkano, Romo e Rodriguez. Ad una ventina di secondi da questo quartetto vi erano Elissonde e Prodhomme e subito dietro il resto degli altri fuggitivi, da cui si erano staccati i soli Mollema e Van Den Berg. Il gruppo, sempre tirato dall’instancabile Gesink, si era però ulteriormente avvicinato, scollinando con 4′ di ritardo. L’azione solitaria di De Gendt si è esaurita lungo la successiva discesa quando è stato ripreso e poi staccato (a causa di problemi meccanici) dai quattro inseguitori ai quali nel frattempo s’era aggiunto anche Rui Costa.
Ai -70, il drappello formato da Rui Costa, Lazkano, Romo, Rodriguez e Tiberi vantava circa 20″ su un terzetto composto da Elissonde, Kron e Prodhomme. Quindi a circa 1′ si trovavano gli altri 20 fuggitivi, mentre il gruppo tirato dalla Jumbo e dagli uomini della Groupama era segnalato a 3′50″.
La situazione si è nuovamente rimescolata sulla successiva salita, il Puerto de la Carrasqueta, quando i due drappelli di testa sono stati riassorbiti dal terzo gruppetto da cui nel frattempo avevano perso contatto diversi uomini: De Gendt, Scotson, Herrada, Fernandez, Diaz, Nicolau poi anche Doubey. La quiete è però durta poco: a circa 3 dallo scollinamento è infatti arrivato l’allungo di Damiano Caruso a cui si sono subito aggiunti i giovani Berhe e Moniquet e poi anche Tiberi, Lazkano, Rui Costa, Bardet e Rodriguez. Di lì a poco gli equilibri sono nuovamente mutati grazie all’allungo di Caruso, Kron, Lazkano e Rui Costa. Il nuovo quartetto ha trovato subito l’accordo guadagnando un margine interessante sugli ex-compagni di fuga, scivolati rapidamente ad oltre 1 minuto. Il problema per i 4 battistrada a questo punto non erano più gli inseguitori, bensì il gruppo che, sempre tirato dalla Jumbo (ora con Dylan Van Baarle) si era pericolosamente avvicinato: ai -25 Kron, Caruso, Lazkano e Rui Costa avevano 40″ sui primi insieguitori, Van Eetvelt e Camargo, e 1′25″ sul plotone. A questo punto era ormai chiaro che l’esito della fuga non sarebbe stato positivo: Camargo e Van Eetvelt sono stati ripresi ai -10, mentre gli ultimi 4 fuggitivi sono riusciti a resistere fino alle prime rampe del terribile muro di Xorret de Catì.
Lungo la salita finale il ritmo è stato inizialemente scandito dagli uomini della Jumbo, prima con Jan Tratnik e poi con Attila Valter. Successivamente è stato Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) a mettere i propri compangi Louis Vervaeke e Mattia Cattaneo in testa al gruppo dei migliori sempre meno folto e da cui aveva appena perso contatto il leader della classifica generale, Lenny Martinez (Groupama-FDJ). Esaurita l’azione di Vervaeke e Cattaneo, è stato proprio Evenepoel a prendere le redini del drappello di testa. L’aumento di andatura imposto dal campione del mondo a cronometro ha fatto sì che nel giro di pochi metri restassero alla sua ruota pochissimi corridori: il trio della Jumbo formato da Jonas Vingegaard, Primoz Roglic e Sepp Kuss, Enric Mas (Movistar Team), Juan Ayuso e Marc Soler (UAE Team Emirates), mentre un altro corridore della formazione emiratina, Jose Almeida, era leggermente staccato. Ai – 5 Kuss ha provato ad andare via tutto solo, ma l’azione dell’americano è stata poco incisiva e così ai -4 gli otto corridori sopra menzionati si sono nuovamente trovti tutti insieme. Evenepoel è così tornato ad imporre l’andatura ma la sua azione non è riuscita a fare davvero la differenza visto che Vingegaard, Roglic, Mas e Ayuso gli sono rimasti a ruota abbastanza agevolmente. Kuss, Soler e Almeida hanno invece scollinato con una manciata di secondi di ritardo, recuperati poi nella brevissima discesa che precedeva l’arrivo. Si è così giunti all’ultimo km con Evenepoel sempre in testa che ha di fatto spianato la strada all’inesorabile sprint di Roglic. Lo sloveno ha vinto nettamente davanti al fuoriclasse belga e Juan Ayuso. Alle loro spalle, staccati di 2″, sono giunti Mas, Vingegaard, Almeida, Kuss e Soler.
La nuova classifica generale vede Kuss in testa con 43″ su Soler, 1′00″ su Lenny Martinez e 2′05″ su un ottimo Wout Poels (Bahrain-Victorius), oggi 9°. Seguono Mikel Landa (Bahrain-Victorius) a 2′29″, Evenepoel a 2′31″, Roglic a 2′38″ e la coppia formata da Mas e Vingegaard a 2′42″. Completa la top ten provvisoria Juan Ayuso, 10° a 2′52″.
Domani il programma prevede la 9a tappa, da Cartagena a Collado De La Cruz de Caravaca per un totale di 184.5 km. La frazione sarà caratterizzata da un altro arrivo impegnativo: la salita finale (8.2 km al 5.4%) proporrà un paio di km veramente difficili, con pendenze superiori al 10%.
Pierpaolo Gnisci