BEMER CYCLASSICS, NUMERO DI MADS PEDERSEN
Mads Pedersen vince la classica di Amburgo davanti a Van Poppel e Viviani.
Ventiseiesima edizione della classica di Amburgo, 205 km con partenza e arrivo nella città tedesca sull’estuario del fiume Elba.
La fuga del giorno prende il largo dopo pochi chilometri dal via ufficiale ed è composta dal terzetto Sergio Samitier (Movistar), Julian Simon (TotalEnergies) e Lars Van den Berg (Groupama-FDJ) con quest’ultimo però che perde contatto e si fa riassorbire dal plotone. Dietro il ritmo è tranquillo e permette alla neo formata coppia di sfiorare i 10 minuti di vantaggio, che inizia progressivamente a ridursi nella seconda metà di corsa per il lavoro delle squadre dei favoriti di giornata, su tutte Soudal-QuickStep e Team Jayco AlUla.
L’avventura dei battistrada finisce ai -40 dal traguardo in prossimità del secondo passaggio sul Waseberg: qui il gruppo lanciato a grande velocità si spezza in più tronconi tanto che per qualche chilometro dopo lo scollinamento si ritrovano soli al comando Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Mads Pedersen (Lidl-Trek) e Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost). Pesci troppo grossi per essere lasciati fare con tranquillità : lo sa bene la UAE Emirates che chiude prontamente il gap e si piazza in testa a dettare il ritmo.
A 13 chilometri dalla conclusione ci prova Nils Politt (Bora – Hansgrohe) seguito a ruota da Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e Yves Lampaert (Soudal-QuickStep) e il loro margine arriva a sfiorare i 20″. Il testa a testa sul filo del rasoio si protrae fino all’ultimo chilometro, quando il margine dei tre è ormai appena 5 secondi.
Occorre il guizzo del campione che arriva puntuale da uno degli uomini più in forma del momento, Mads Pedersen, fresco vincitore in patria del Giro di Danimarca: il danese della Lidl – Trek parte lungo e riesce a ricucire i metri di distanza e saltare tutti gli uomini al comando concludendo a braccia alzate. Alle sue spalle il secondo posto lo conquista Lampaert su un ottimo Elia Viviani (INEOS Grenadiers), anch’egli di rincorsa.
Lorenzo Alessandri