CHAMPOUSSIN S’IMPONE A CAPO NORD. WILLIAMS CONQUISTA L’ARCTIC RACE OF NORWAY
E’ Stephen Williams (Israel-Premier Tech) il vincitore della decima edizione dell’Arctic Race of Norway. Nell’ultima frazione il britannico è riuscito a difendere senza troppi problemi il secondo di vantaggio che lo separava da Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team), conquistando così la sua seconda corsa a tappe dopo la CRO Race del 2019. Ad imporsi sul traguardo di Nordkapp è stato invece il francese Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic) che ha fatto valere il suo spunto veloce regolando un gruppetto di circa 25 corridori in cima allo strappo finale. Alle sue spalle il norvegese Odd Christian Eiking (Norvegia) e il rinato Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan Team) che aveva provato ad anticipare la volata ed è stato superato negli ultimi 50 metri. Williams conquista dunque la corsa norvegese con 1″ su Scaroni (oggi ’solo’ sesto) e 9″ su Kevin Vermaerke (Team DSM-Firmenich) che, grazie a 2″ di abbuoni conquistati ad inizio tappa e al gioco dei piazzamenti, è riuscito a scavalcare in extremis il corridore di casa Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling), 4° a pari tempo con lo statunitense.
L’ultima frazione dell’Arctic Race, con partenza da Kvasund e arrivo a Capo Nord dopo 171,4 km, proneva una tappa simile alla precedente: la fase iniziale e quella centrale erano quasi totalmente piatte, fatta eccezione per il gpm di Skaidi (2,6 km al 4%) posto al km 24, e facevano da prologo ad un finale decisamente più impegnativo. Negli ultimi 25 km i corridori erano infatti attesi da due gpm destinati a condizionare in maniera sostanziale l’esito della tappa: lo Skipsfjord Summit (4,6 km al 4,6%) ai -20 e soprattutto il Vestfjordallet Summit (3 km 7,7%) posto a poco più di 6 km dal traguardo. Gli ultimi chilometri erano caratterizzati da un breve tratto di discesa e da un saliscendi che culminava nello strappetto finale.
La fuga di giornata, contrariamente a quanto avvenuto nelle precedenti tappe, stavolta ha faticato prima di prendere forma. Il tentativo buono è infatti partito soltanto al km 70 e comprendeva ben 14 corridori: Jonas Hvideberg (Team DSM-Firmenich), Hugo Toumire (Cofidis), Alessandro Verre (Team Arkea-Samsic), Kevin Colleoni (Team Jayco-Alula), Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team ), August Jensen e Kristin Aasvold (Human Powered Health), Pablo Carrascosa (Equipo Kern Pharma), Lennert Teugels (Bingoal WB), Frederik Dversnes (Uno-X Pro Cycling), Noah Hobbs (Equipe Continentale Groupama-FDJ), Tobias Nakken (Trinity Racing), Iver Knotten e Ludvik Holstad (Norvegia). Pochi chilometri più in là (ai -90) sui battistrada è rientrato anche l’iberico Rodrigo Alvarez (Burgos-BH) andando quindi a comporre un drappello di 15 corridori in testa alla corsa. Il gruppo, tirato principalmente dai corridori della Israel-PremierTech e da quelli dell’Astanza Qazaqstan Team, non ha però lasciato troppo margine agli uomini di testa, a cui ha concesso un gap mai superiore ai 3 minuti.
La situazione è rimasta inalterata fino ai -44, quando dal gruppo dei battistrada si è staccato il primo corridore, il norvegese Nakken. A quel punto il gruppo era segnalato ancora con un ritardo di 2′45″. Nel frattempo davanti Hobbs era riuscito a vincere anche il terzo traguardo volante di giornata (Storbukt, km 139) con il chiaro intento di incrementare il suo bottino nell speciale classifica a punti. Di lì a poco (ai -35) la pioggia è tornata a fare compagnia ai corridori, così come già accaduto nei giorni precedenti, proprio mentre ci si avvicinava alla parte più complicata della frazione. I 14 fuggitivi hanno così approcciato le prime rampe dello Skipsfjord Summit con un margine sul gruppo, sempre tirato da Astana e Israel, che era sceso ad 1′45″. Una volta iniziato lo strappo, il drappello di testa ha iniziato a perdere pezzi: il primo a staccarsi è stato Verre, probabilmente rallentato da un problema meccanico, quindi è stato il turno di Carrascosa e Hobbs, infine si è staccato Alvarez. Davanti sono così rimasti in 10. Ai 1500 metri dallo scollinamento gli equilibri in testa sono stati definitivamente rotti dallo scatto di Walter Calzoni a cui si è immediatamente accodato August Jensen. Di lì a poco sono arrivati anche Dversnen, Knotten e quindi anche Teugels, andando a comporre un nuovo quintetto di testa che allo scollinamento vantava una quindicina di secondi sugli ex-compagni di fuga e 1′15″ sul gruppo. Nel tratto successivo a loro si è aggiunto un altro norvegese, ovvero Jonas Hvideberg.
Il sestetto ha proceduto di comune accordo fino ai -10, quando è giunto l’allungo di Teugels e Jensen. Quest’ultimo è poi riuscito a staccare il belga approcciando l’ultimo gpm con circa 10″ sugli immediati inseguitori e 50″ sul gruppo, ormai ridotto a circa 40 corridori. Lungo la salita Dversnes e Calzoni sono rientrati su Jensen, mentre gli altri 3 fuggitivi erano ormai staccati irrimediabilmente e destinati ad essere inghiottiti dal gruppo dei migliori. Appena ripreso Jensen, Dversnes ha tirato dritto. Calzoni si è però messo alla sua caccia rientrando sul norvegese ai 2 km dallo scollinamento. A quel punto il vantaggio dei due corridori di testa era sceso pericolosamente al di sotto della soglia psicologica dei 30″. 700 metri più avanti Calzoni ha deciso di scattare, lasciando sul posto Dversnens, una volta appurato che il gruppo si era avvicinato ulteriormente. Nel frattempo nel gruppo dei migliori si alternavano scatti e momenti di stasi. Tale condizione ha finito per favorire l’azione di Calzoni che, dopo essere stato quasi ripreso ai 500 metri dal gpm, è poi riuscito a scollinare tutto solo con appena 5″ sul plotone (ormai formato da appena 25 corridori). Il tira e molla è proseguito per tutti i successivi 6 km: nonostante un paio di allunghi del danese Asbjorn Hellemose (Lidl-Trek), Calzoni è riuscito a guadagnare qualcosa nel breve tratto in discesa transitando ai -3 con 15″ di vantggio.
Ai 2200 metri è arrivato lo scatto di Guillaume Martin (Cofidis) che si è trascinato a ruota Dylan Teuns (Israel-PremierTech), quindi è stato il turno di Roger Adrià (Equipo Kern Pharma) con a ruota nuovamente Teuns. Il belga ha poi lasciato sul posto l’iberico, ponendosi all’inseguimento di Calzoni ma si è successivamente rialzato una volta resosi conto della pericolosa presenza di Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team). Calzoni ha imboccato l’ultimo chilometro con un vantaggio di pochi secondi. In testa al gruppo sono a quel punto apparse le maglie gialle della Bingoal WB che hanno contribuito a ridurre il gap con il battistrada, poi ripreso quando mancavano appena 200 metri al traguardo. Si è così giunti allo sprint, lanciato da lontano da Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan Team). La volata del corridore di Ospitaletto si è però man mano affievolita, metre alla sua destra rinvenivano ad alta velocità Odd Christian Eiking (Norvegia) e Clement Champoussin (Team Akrea-Samsic). Il francese è riuscito ad affiancare e quindi superare il corridore di casa, ottenendo la prima vittoria in maglia Arkea. Eiking si è invece dovuto accontentare della seconda posizione, davanti a Gazzoli, Tobias Halland Johnnessen (Uno-X Pro Cycling Team), Matthew Dinham (Team DSM-Firmenich) e Christin Scaroni (Astana Qazaqstan Team).
Stephen Williams (Israel-PremierTech), nono al traguardo, è riuscito a conservare il piccolo margine (appena 1″) che lo divideva da Scaroni, conquistando così la corsa dell’Artico. Terza posizione per lo statunitense Kevin Vermaerke (Team DSM-Firmenich) abile a conquistare 2″ di abbuono ad inizio tappa che gli sono valsi la terza piazza finale a 9″ dal vincitore. Fuori dal podio l’idolo di casa Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) beffato dallo statunitense per una questione di piazzamenti di tappa. Al 5° posto troviamo Dylan Teuns (a 11″), seguito da Dinham, Martin e Adrià , tutti a 12″ dal vincitore. Completano la top ten finale il belga Kamiel Bonneau (Team Flanders-Baloise) a 19″ e il giovane Cedrik Christophersen (Team Coop-Repsol), 10° a 20″.
Pierpaolo Gnisci