AGOSTO 2023, RITORNA IL MONDIALE D’ESTATE
luglio 29, 2023
Categoria: Approfondimenti
Il 2023 passerà alla storia del ciclismo come l’anno del ritorno del mondiale ad agosto. Si tratterà di una soluzione temporanea “una tantum”, per la precisione una volta ogni quattro anni, e nell’occasione il mondiale diventerà “super”, perché saranno assegnate tutte le medaglie del ciclismo, dalla strada alla pista, dalla mountain-bike alla bmx. Per questo motivo tutte le gare del mese slitteranno in avanti di una settima e così bisognerà attendere il 26 agosto per vedere prendere il via l’ultima grande corsa a tappe stagionale, il Giro di Spagna.
Gli appassionati di ciclismo che hanno superato gli “anta” e qualcuno che si sta avvicinando a questo particolare traguardo sono oramai gli unici che si ricordano di quando il mondiale di ciclismo si disputava alla fine d’agosto. Dopo il 1994 l’UCI optò per uno stravolgimento del calendario, spostando la Vuelta da aprile ad agosto e “rimandando” di un mese la rassegna iridata, ma quest’anno ci sarà un temporaneo ritorno al passato. Il nome del campione del mondo lo conosceremo il 6 agosto – una ventina di giorni prima rispetto alla data un tempo tradizionale – in occasione di quello che è stato già ribattezzato il “supermondiale” perché una volta ogni quattro anni (nel 2024 si tornerà alla solita data di fine settembre) in questa speciale occasione saranno assegnate nella medesima località e nel medesimo periodo tutte le maglie iridate possibili e immaginabili del ciclismo, non solo i titoli su strada e a cronometro ma anche quelli relativi a pista, mountain-bike, bmx e atleti paralimpici.
È inevitabile che l’anticipo del mondiale abbia provocato un piccolo terremoto in calendario – il Giro di Spagna, per esempio, slitterà avanti di una settimana – mentre non si sono spostati di una virgola i tradizionali appunti World Tour d’inizio agosto. Il 29 luglio si correrà così la Classica di San Sebastian in Spagna e lo stesso giorno prenderà il via il Giro di Polonia (tappa conclusiva il 4 agosto), la cui 80a edizione – che dovrebbe vedere come favorito per la vittoria finale il portoghese João Almeida – sarà caratterizzata dal ritorno nel tracciato dell’arrivo in salita a Karpacz, presenza fissa della corsa polacca fino al 2007, che prenderà il posto della tradizionale e spesso decisiva frazione collinare di Bukowina Tatrzańska, un classico delle edizioni più recenti. La prima maglia di leader della classifica la vestirà un velocista al termine della frazione d’apertura di Poznań, 184 Km prevalentemente pianeggianti con il circuito finale da percorrere sulla pista di un autodromo. La tappa con traguardo a Karpacz, piccola stazione di sport invernali dei Monti Sudeti, sarà la seconda e prevederà la partenza da Leszno e un paio di poco impegnative colline di seconda categoria subito prima dell’ascesa finale, 3700 metri al 6.9% con le inclinazioni più forti nel tratto iniziale di 1.6 Km che presenta una pendenza media del 9.5% e che è stato ribattezzato dai cicloamatori del posto con il soprannome di “Muro del pianto”. In vetta a un’altra piccola verticale sarà collocato l’arrivo della successiva Wałbrzych – Duszniki-Zdrój, la frazione caratterizzata dal dislivello complessivo più elevato (3067 metri) e dal traguardo fissato presso la Tauron Duszniki Arena, dove si giungerà dopo aver superato un muro di 400 metri al 12.4%. Dopo la facile Strzelin – Opole, seconda delle tre occasioni pensate per gli sprinter, un terzo muro sarà affrontato nel mezzo della cammino della Pszczyna – Bielsko-Biała, anche se i 2 Km all’11.4% dell’ascesa di Ochodzita dovranno essere affrontati molti lontani dal traguardo, anche questo posto al termine di un tratto in salita (2.3 Km al 4%) che dovrà essere ripetuto quattro volte nel finale di una frazione che ha in serbo un’altra bella scorpacciata di metri di dislivello, poco più di 3000 metri. Chiuderà i giochi di classifica la cronometro dell’indomani a Katowice, 16.6 Km pianeggianti su di un percorso che ricalca in parte quello sul quale nel 2021 s’impose il francese Rémi Cavagna alla media di 51.66 km/h, poi la conclusiva Zabrze – Cracovia rappresenterà la solita passerella a favore dei velocisti, con il circuito finale tracciato attorno al parco Błonia.
Sarà la cittadina scozzese di Glasgow il cuore del “supermondiale”, 10 giorni di gare iridate concentrate tra il 3 e il 13 agosto, con la data del 6 già circolettata di rosso sulle agende degli appassionati. È nella prima domenica del mese che si correrà, infatti, la gara più attesa, il campionato del mondo elite maschile, prevista sulla distanza di 272 Km con raduno di partenza a Edimburgo e un enigmatico circuito finale di 14.3 Km che dovrà essere ripetuto nove volte. Visto sulla carta sembra molto semplice, in concreto sarà molto complicato, sia sotto l’aspetto altimetrico, sia e soprattutto per quanto concerne la planimetria. Sulla prima si evidenziano sei microscopi strappi, talvolta ripidi, come il muro di 200 metri al 20% di pendenza massima che s’imbocca uscendo da una curva a gomito. E proprio le curve rappresentano la principale insidia del circuito perché in ciascuna tornata se ne dovranno ben 66 (una media di 4 al chilometro, con il rettilineo più lungo che misura 800 metri). Per quanto riguarda le prove “cadette”, quelle relative a Under23 e donne, le date da segnarsi saranno quelle del 12 e del 13 agosto, mentre nei giorni precedenti saranno assegnati i titoli a cronometro, con i professionisti che scenderanno in campo l’11 a Stirling, cittadina situata una quarantina di chilometri a nord di Gaslgow attorno alla quale è stato individuato un tracciato di 48 Km pianeggiante fino allo strappo in pavé di 800 metri al 5.5% al termine del quale sarà collocato l’arco d’arrivo.
Il prossimo grande appuntamento stagionale sarà il Giro di Spagna (al via il 26 agosto) e in previsione diversi tra i corridori che puntano alla maglia rossa andranno a disputare la Vuelta a Burgos (15 – 19 agosto), l’unica delle corse a tappe brevi del mese espressamente adatta agli scalatori, anche se quest’anno è stata reintrodotta nel tracciato una cronometro a squadre, disputata l’ultima volta nel 2016. Altra novità sarà la cancellazione dell’arrivo sullo strappo del castello di Burgos, che era divenuto una consuetudine: la città titolare della corsa ospiterà comunque l’arrivo della prima tappa, una frazione che prenderà le mosse da Villalba de Duero e sarà l’unica riservata ai velocisti. Il secondo giorno sarà quello della cronosquadre, da pedalare su di un tracciato atipico per questo tipo di prove e che ricorda quello della tappa di Plumelec del Tour del 2015: lasciata la rampa di lancio di Oña i primi 11 Km si snoderanno in pianura, poi quando mancheranno 2500 metri al traguardo di Poza de la Sal la strada inizierà dolcemente a salire, incontrando nel tratto conclusivo una pendenza media del 4.8%. La terza tappa proporrà il Picón Blanco, l’impegnativa salita di 8 Km al 9.2% che nel 2021 ha ospitato un arrivo in salita del Giro di Spagna (vittoria dell’estone Rein Taaramäe) e che in quest’occasione sarà affrontata come GPM di passaggio, piazzata a 36 Km dall’arrivo della frazione che scatterà da Sargentes de La Lora per concludersi a Villarcayo, stesso traguardo dove dodici mesi fa il corridore francese d’origini russe (ma con natali italiani) conquistò la maglia di leader della Vuelta a Burgos al termine di una tappa dal finale fotocopia. Chi rimpiangerà la cancellazione dell’arrivo al castello di Burgos non ne rimarrà deluso perché sarà rimpiazzato dal finale, anche più impegnativo, della successiva Santa Gadea del Cid – Pradoluengo, che si concluderà con l’ascesa al Bosque del Calcetín, 1.4 Km metri al 6.7% e un muro finale di 400 metri al 6.7%. Si disputerà come al solito all’ultimo giorno la tappa regina della corsa che, dopo la partenza da Golmayo e 160 Km da percorrere, si chiuderà con la salita simbolo della Vuelta a Burgos, l’arrampicata di 12 Km al 6.2% verso i 1870 metri delle Lagunas de Neila.
I velocisti che intenderanno far bella figura al Giro di Spagna potrebbero, invece, optare per la partecipazione al Giro di Danimarca, in calendario negli stessi giorni della Vuelta a Burgos. Non avranno vita facilissima, comunque, perché nei finali delle tappe a loro dedicate sono state spesso inserite piccole difficoltà altimetriche che daranno una bella scremata al gruppo, come i due strappi – il primo di 500 metri al 7.6% e il secondo di 600 metri al 5.9% – che spezzeranno la pianura del circuito finale di Aalborg, sede di partenza e arrivo della prima frazione. Stesso discorso per la tappa numero due, che da Kjellerup condurrà a Silkeborg e il cui traguardo sarà collocato 3 Km dopo la cima di un dente di 800 metri al 6.4% che dovrà essere ripetuto tre volte. La terza tappa sarà, invece, fuori dalla portata degli sprinter perché la Vejen – Vejle proporrà 2100 metri di dislivello e un mare di brevi ma insidiose collinette sulle quali spicca il muro del “mulino a vento”, 300 metri al 12.7% di pendenza media che termineranno in corrispondenza dello striscione dell’ultimo chilometro. Solo al penultimo giorno di gara i velocisti troveranno una tappa perfettamente calzante ai loro standard, perché non saranno previsti dislivelli sensibili nel circuito che chiuderà la Kalundborg – Bagsværd. Il nome del successore nell’albo d’oro del francese Christophe Laporte sarà sancito solo l’indomani, dopo che si sarà effettuata la conclusiva cronometro di Helsingør, 16 Km pianeggianti con l’esclusione di una lieve rampetta iniziale di circa 700 metri al 2.2%.
Ancora più a nord nel medesimo periodo, tra il 17 e il 20 agosto, si correrà l’Arctic Race of Norway, che quest’anno festeggerà il traguardo della decima edizione riportando la corsa a Capo Nord, dove già si era arrivati nel 2014 quando all’estremità settentrionale del continente europeo si era imposto, nomen omen, il corridore di casa Lars Petter Nordhaug. Quattro i giorni di gara, equamente distribuiti tra velocisti e uomini di classifica, con gli sprinter che avranno dalla loro parte le prime due tappe, anche se come in Danimarca si troveranno a gestirsi su percorsi non semplicissimi: sia il traguardo di Alta, sia quello del giorno seguente ad Hammerfest saranno, infatti, posti al termine di brevi rampe e in particolare quella della seconda frazione (900 metri al 6.1%) potrebbe dare parecchio filo da torcere ai diretti interessati alla vittoria. In salita sarà anche il finale della terza tappa a Havøysund, ma stavolta ci si troverà a fare i conti con pendenze importanti, quella di una verticale di 2 Km al 10% medio e un troncone intermedio di 500 metri al 13%. Il nome del vincitore lo conosceremo tra questo traguardo e quello dell’indomani a Capo Nord, dove si giungerà dopo aver affrontato a ridosso dell’arrivo le ultime due ascese della corsa norvegese, quelle di Skipsfjord (4.6 Km al 4.6%) e di Vestfjordellet (3 Km al 7%), con questa da scavalcare a circa 6500 metri dalla mitica meta.
Tra il 23 e il 27 del mese altre due brevi corse a tappe si disputeranno a ridosso della partenza della Vuelta, il Renewi Tour e il Giro di Germania. La prima corsa, che ha adottato questa dominazione proprio quest’anno, è la gara che nelle ultime due edizioni si è chiamata Benelux Tour e ancora prima BinckBank Tour ed Eneco Tour. La 18a edizione si svolgerà quasi interamente in territorio belga, con una sola capatina in Olanda per la seconda frazione, una cronometro di poco più di 14 Km disegnata nei dintorni di Sluis, mentre la precedente frazione d’apertura si correrà in totale pianura tra Blankenberge e Ardooie, traguardo “fisso” della corsa nordeuropea sin dal 2008 e che avrebbe dovuto essere sede d’arrivo anche lo scorso anno, quando il Benelux Tour fu cancellato per decisione degli organizzatori, che ritenevano il calendario troppo affollato al punto da pregiudicare la qualità della starting list. Anche il traguardo di Geraardsbergen è una costante di questa corsa, proposto per la prima volta nel 2012, ma stavolta sarà “retrocesso” dall’ultimo al terzo giorno di gara, al termine della tappa altimetricamente più complicata per la presenza del mitico Muro di Grammont (1.1 Km al 7.3% con tratti fino al 20%), in vetta al quale è previsto un solo passaggio, quando mancheranno poco più di 30 Km all’arrivo. Totalmente pianeggianti saranno le due conclusive frazioni di Peer e Bilzen che, considerato il complessivo disegno poco impegnativo del Renewi Tour, potrebbero anche rivelarsi determinati per il successo finale a causa dei numerosi abbuoni che saranno attribuiti lungo la strada, in particolare quelli assegnati in corrispondenza del “chilometro d’oro”, tratto di mille metri che prevede tre traguardi volanti in rapida successione, a distanza di 500 metri l’uno dall’altro.
La 37a edizione del Giro di Germania, la quinta organizzata dopo il ritorno della corsa in calendario dopo dieci anni d’assenza, si aprirà con un breve cronoprologo tracciato sulle strade di Sankt Wendel, 2 Km e 200 metri pianeggianti ma non velocissimi a causa delle numerose curve che si dovranno affrontare. Le sorti della corsa si decideranno tra questa cronometro d’avvio e le due successive frazioni in linea, la prima della quali proporrà 178 Km da percorrere alla volta di Merzig, dove la corsa tedesca è arrivata anche nel 2018 e come in quell’occasione si dovrà affrontare nel circuito finale – stavolta da inanellare due volte – la salita della Kreuzbergkapelle (1700 metri al 6.3%). La tappa più difficile sarà la terza, caratterizzata da un percorso di media montagna che proporrà nel finale l’ascesa di Altastenberg e l’arrivo in salita – comunque non particolarmente difficile – a Winterberg. A meno di clamorose sorprese, i palcoscenici delle ultime due tappe a Essen e Brema dovrebbero invece calcate dalle ruote dei velocisti.
Nel mese di agosto si accenderanno i riflettori anche sulle future leve del professionismo grazie alla 59a edizione del Tour de l’Avenir, la “special edition” della Grande Boucle riservata agli Under23 e che da quest’anno sarà affiancata da una corsa riservata alle donne. L’edizione 2023, in calendario tra il 20 e il 27 agosto, inizierà con una tappa di 140 Km destinata ai velocisti disegnata tra la nota località bretone di Carnac e La Gacilly, poi il giorno successivo gli sprinter avranno la seconda e ultima opportunità di vittoria sul traguardo della Nozay – Chinon. Una prima manica della maglia gialla finale sarà messa in palio il terzo giorno nella prima tappa “chiave”, una cronometro a squadre di 21 Km che si disputerà sui pianeggianti rettilinei che collegano Vatan a Issoudun. Seguiranno due frazioni collinari, la prima caratterizzata dal semplice arrivo in salita nella località termale di Evaux-les-Bains (2.6 Km al 5.1%), la seconda dal traguardo fissato al termine dell’ultima discesa di giornata, sulle sponde del lago di Aiguebelette. Costituiranno l’antipasto alle ultime quattro tappe di montagna, da affrontare in tre giorni, tutte caratterizzate da distanze brevissime, come i 65 Km che si dovranno percorrere tra il raduno di partenza della sesta tappa, previsto a Méribel, e l’approdo ai 2304 metri del Col de la Loze, che si affronterà da un versante diverso e più impegnativo (18.6 Km al 7,7%) rispetto a quello del tappone di Courchevel dell’ultimo Tour, con il quale ha in comune gli ultimi, durissimi 5 Km, nei quali la pendenza media schizza al 9.8% e si raggiunge un picco massimo del 18%. Sarà prevista una fatica doppia il giorno dopo poiché si correrà una frazione divisa in due semitappe, con la mattutina cronoscalata alla stazione di sport invernali di Les Karellis (11 Km all’8.2%) e la pomeridiana ripartenza dalla stessa località per raggiungere in 70 Km il comune di Val-Cenis, dove il traguardo sarà collocato lungo la strada che conduce verso il confine con l’Italia, circa 5 Km dopo aver superato la cima del famoso Passo del Moncenisio (quasi 10 Km al 7%). I 13 Km al 7.4% dell’ascesa ai 2770 metri del Col de l’Iseran, il valico stradale più alto della catena alpina (lo Stelvio è di 12 metri più basso), costituiranno il piatto forte della conclusiva tappa di Sainte-Foy-Tarentaise, che successivamente proporrà anche l’ascesa a Le Moulins (8.6 Km al 5.9%) e infine quella che condurrà all’ultimo traguardo del Tour de l’Avenir, 4800 metri all’8.7% per mettere i sigilli alla corsa transalpina.
Poi spazio alla “Vuelta Maxima”
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Classica di San Sebastian
Giro di Polonia
Campionati del mondo di ciclismo Glasgow 2023
Vuelta a Burgos
Giro di Danimarca
https://postnorddanmarkrundt.dk
Arctic Race of Norway
www.arctic-race-of-norway.com/en
Renewi Tour
Giro di Germania
www.deutschland-tour.com/en/home
Tour de l’Avenir