VINGEGAARD, LE MANI SUL TOUR DE FRANCE
La maglia gialla conquista l’unica prova contro il tempo di questo Tour de France con distacchi abissali su tutti gli altri, rischiando anche di andare a riprendere il grande rivale Tadej Pogacar, che a sua volta era quasi andato a riprendere Carlos Rodriguez, terzo in classifica generale. Ormai solo una crisi può togliere la vittoria al danese.
Alla vigilia si parlava di lotta serrata, di questione di pochi secondi, si analizzava ogni metro della prova contro il tempo andata in scena oggi per capire quali fossero i tratti più favorevoli all’uno o all’altro.
Alla fine, invece, non c’è stata storia e questo è vero su un doppio piano perché i due contendenti di questo Tour de France hanno dato enormi distacchi agli avversari. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha dato oltre un minuto ad uno specialista come Wout Van Aert (Jumbo-Visma), che era anche accreditato per una possibile vittoria, ed è andato a riprendere Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers) che non è uno specialista, ma è pur sempre terzo in classifica generale. Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) ha però offerto una prova straordinaria dando quasi 4 secondi al chilometro a Pogacar, un distacco che era quello che gli scalatori leggeri come Pantani prendevano negli anni 90 da specialisti come Indurain o Ullrich.
Alcuni segnali c’erano indubbiamente stati, perché lo sloveno – dopo aver comunque distanziato il danese anche se per pochi secondi sia a Cauterets, sia sul Puy de Dome – non era sembrato brillante sul Grand Colombier e soprattutto due giorni fa Saint Gervais Mont Blanc, quando si era avuta addirittura l’impressione che la maglia gialla avrebbe potuto partire e staccarlo.
Indubbiamente la preparazione del campione nazionale sloveno non è stata delle migliori, visto che si è dovuto fermare diversi mesi a causa dell’incidente alla Liegi, ma i più pensavano che questo avrebbe potuto portare grattacapi nella prima settimana, difficoltà che ci sono state avendo lo sloveno perso un minuto nella prima tappa pirenaica, ma che sono sembrate più legate ad una giornata storta piuttosto che ad una condizione scarsa.
Ora rimane da capire se lo sloveno abbia accusato il giorno di riposo oppure se i valori contro il tempo siano questi perché, come già si è detto, Pogacar ha dato comunque oltre un minuto a tutti gli altri avversari, specialisti compresi, quindi forse sono più i meriti di Vingegaard che i demeriti di Pogacar, anche se il capitano della UAE non aveva una pedalata brillantissima, soprattutto sulla salita di Domancy, tratto di percorso nel quale ha continuato a perdere da Vingegaard, che non aveva cambiato la bicicletta e quindi percorreva il tratto con un mezzo decisamente più pesante e meno adatto al tracciato.
Nel tratto finale, invece il distacco si è dilatato, in quanto la bicicletta da cronometro offre un certo vantaggio su pendenze dolci.
Dopo i primi tre si è piazzato Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) seguito dai fratelli Yates separati da Remi Cavagna (Soudal – Quick Step): il ritardo di questi atleti è stato intorno ai 3 minuti. Il distacco di Rodriguez, giunto dodicesimo a 3′36″ ha permesso a Adam Yates (UAE Team Emirates) di risalire sul podio virtuale. Buona la prova di Giulio Ciccone (Lidl-Trek), che ha preso 6 minuti ma per le sue caratteristiche non è un cattivo risultato.
Va detto che, in effetti, è statp un Tour senza storia con i primi due semplicemente su un altro livello rispetto a tutti gli altri, con il terzo a oltre 8 minuti quando mancano ancora due tappe di montagna da affrontare. Vingegaard ha dato oltre 8 secondi al chilometro ai corridori in lotta per il podio.
La considerazione più immediata è che, se uno di questi corridori dovesse fare il Giro d’Italia oppure se uno dovesse essere costretto a saltare il Tour per qualche motivo, si avrebbe una corsa a tappe senza storia, un monologo degno del periodo Armstrong.
Ora solo una crisi potrà rimettere tutto in discussione, però siamo alla terza settimana e le crisi possono sempre venire. Purtroppo le tappe di montagna ancora da affrontare, seppur dure, non presentano un chilometraggio degno e quindi anche provocare crisi diventa difficile. Analogamente la preparazione scientifica che vige in casa Jumbo rende difficile pensare che possano capitare crisi di fame o dovute a cattiva gestione dello sforzo.
Conosciamo il carattere di Pogacar, corridore che non si arrende, e lo sloveno cercherà probabilmente un attacco da lontano, però il problema sarà staccare un Vingegaard che sembra in condizione di rispondere colpo su colpo.
La punta di velocità dimostrata da Pogacar a Cauterets è superiore a quella del danese, ma ora si tratta di recuperare un distacco importante e dopo aver speso parecchie energie sulle strade di questo Tour.
Benedetto Ciccarone