POELS SUL MONTE BIANCO. TADEJ E JONAS ARRIVANO INSIEME. DANESE SEMPRE IN GIALLO

luglio 16, 2023
Categoria: News

Wout Poels è uno di quegli scalatori che quando becca la giornata giusta può essere micidiale e lo ha dimostrato oggi vincendo la 15 tappa del Tour de France. L’olandese in forza alla Bahrain-Victorius ha avuto la meglio sui numerosi compagni di fuga, battendo nettamente lungo la salita finale Wout Van Aert (Jumbo-Visma) condannto all’ennesimo piazzamento di una Grand Boucle in cui proprio non riesce ad alzare le braccia al cielo. Poels ha staccato il fenomeno belga poco dopo i -10 lungo le rampe più dure del Col des Amerands ed è giunto al traguardo con oltre 2 minuti sul corridore della Jumbo. Terza piazza per il transalpino Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) bravo nel finale ad emergere dal gruppetto degli inseguitori.
La lotta per la maglia gialla ha invece sortito un nulla di fatto. Dopo lo spettacolo delle ultime due tappe, oggi Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si sono controllati a lungo. Lo sloveno ha attaccato solo nell’ultimo km, ma il fuoriclasse danese non ha dato nessun segno di cedimento e non ha perso neanche un metro dal rivale, che ha affiancato poco prima della linea d’arrivo lasciando intendere ancora una volta che non ha nessuna intenzione d’abdicare.

La 15a tappa, da Les Gets Les Ports du Soleil a Saint-Gervais Mont-Blanc per un totale di 179 km, era posta al termine di un fine settimana di alta montagna e proponeva l’ultimo vero arrivo in salita della Gran Boucle 2023. Dopo la partenza all’insù, i corridori erano attesi da un primo tratto di circa 30 km pianeggiante che anticipava la prima ascesa di giornta, il Col de Fleuries (8,9 km al 4,6%; non classificato come gpm) posto al km 40. Quindi, un tratto di saliscendi e lo sprint intermedio di Bluffy (km 72) facevano da prologo al primo gpm di 1a categoria di giornata, il Col de la Forclaz de Montmin (7,2 km al 7,4%) la cui cima si trovava ai -96. Al termine della successiva discesa vi erano un’altra salita non segnalata come gpm, il Col du Marais (10,2 km al 3,2%), e un altro gpm di 1a categoria, il Col de la Croix Fry (11,4 km al 7,1%) ai -57. Dopo una breve discesa, la strada tornava a salire con il Col de Aravis (4,4 km al 6,2%), gpm di 3a categoria posto ai -45. A questo punto i corridori dovevano affrontare una prima discesa, un tratto di falsopiano e un’ultima discesa prima delle ultime due salite: la Cote des Amerands (2,7 km al 10,1%) ai -8,4 e dopo un brevissimo tratto all’ingiù l’ascesa che portava a Saint-Gervais (7 km al 7,7%).

Come d’abitudine, la frazione è stata supemeggiante sin dalla partenza vista la lotta furibonda che si consumata nei primi 30 km per entrare nella fuga di giornata. Dopo una lunga serie di tentativi, l’azione buona è partita sul Col de Fleuries quando un gruppo piuttosto folto (circa un quarantina di corridori) si è man mano formato al termine di una serie di attacchi e contrattacchi. Il gruppo inizialmente non ha lasciato molto margine ai fuggitivi. Poi, intorno al km 50, un improvvido spettatore poco attento alla corsa ha letteralmente tirato giù Sepp Kuss (Jumbo-Visma) e quindi il compagno di squadra Nathan Van Hooydonck. I due colossi in lotta per la corsa, Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), hanno schivato il pericolo ma praticamente mezzo gruppo maglia gialla è finito a terra e di conseguenza il plotone ha immediatamente rallentato per consentire il rientro dei tanti atleti caduti. La fuga ha così avuto il definitivo via libera aumentando rapidamente il vantaggio che di lì a poco ha superato gli 8 minuti.

Davanti nel frattempo i fuggitivi avevano già iniziato a frazionarsi, grazie all’azione di Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) partiti intorno al km 40. Alle loro spalle a poco più di mezzo minuto si trovavano 37 corridori: Nans Peters (AG2R Citroën Team), Mathieu van der Poel e Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), Mikel Landa e Wout Poels (Bahrain-Victorious), Marco Haller, Patrick Konrad e Nils Politt (BORA-hansgrohe), Guillame Martin e Ion Izagirre (Cofidis), Andrey Amador, Magnus Cort Nielsen, Neilson Powless e Rigoberto Urán (EF Education-EasyPost), Olivier Le Gac e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Omar Fraile (INEOS Grenadiers), Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty), Michael Woods, Hugo Houle, Krists Neilands e Dylan Teuns (Israel-Premier Tech), Wout van Aert (Jumbo-Visma), Giulio Ciccone, Mattias Skjelmose Jensen e Juan Pedro López (Lidl-Trek), Alex Aranburu (Movistar), Warren Barguil e Simon Guglielmi (Team Arkéa-Samsic), Chris Hamilton (Team DSM-firmenich), Lawson Craddock, Christopher Juul-Jensen e Luka Mezgec (Team Jayco-Alula), Mathieu Burgadeau (TotalEnergies), Marc Soler (UAE Emirates), Jonas Abrahamsen e Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team).

I due battistrada sono rimasti in testa a lungo col kazako che è passato in testa sul primo gpm di giornata, il Col de la Forclaz de Montmin, davanti ad ad Alaphilippe. A circa 40″ è transitato un gruppetto regolato da Ciccone che ha preceduto Powless recuperdando così 2 punti nella classifica per la maglia a pois. Il gruppo maglia gialla, tirato da Christophe Laporte (Jumbo-Visma) navigava ad 8′25″ (massimo vantaggio). La situazione in testa alla corsa era però fluida: Alaphilippe e Lutsenko sono stati ripresi nel tratto successivo alla discesa, mentre poco dopo dal gruppetto degli attaccanti è partito tutto solo Marco Haller. Il passista austriaco è rimasto in testa diversi chilometri, imboccando il Col de la Croix Fry con 45″ sugli insguitori e circa 7 minuti sul gruppo maglia gialla che nel frattempo aveva leggermente aumentato l’andatura. Lungo le prime rampe della salita, dal plotone di testa è partito Rui Costa. Il portoghese ha rapidamente ripreso Haller e lo ha poi agevolmente saltato restando tutto solo ai -60. L’azione del lusitano ha però risvegliato anche gli ex compagni di fuga, in particolar modo i corridori della Lidl-Trek che hanno iniziato a tirare per Ciccone, deciso a fare incetta di punti nei gpm e a rubare la maglia a pois a Neilson Powless. L’aumento di andatura messo in opera da Lopez e Skjelmose è riuscito a scremare il drappello degli attaccanti, facendo staccare tra gli altri proprio lo statuniteste. Una volta ripreso Rui Costa, Ciccone ha avuto vita facile nel transitare per primo sul gpm guadagnando i 10 punti necessari ad affiancare Powless in testa alla graduatoria dei gpm. Il gruppo, ancora in leggero recupero, è transitato con un gap di poco superiore ai 6 minuti.

Dopo una breve discesa, la strada è tornata a salire lungo le rampe del Col de Aravis. Ciccone ha provato a tenere compatto il drappello di testa anche lungo il terzultimo gpm di giornata, ma a metà salita è partito secco Marc Soler. Il Catalano ha guadangato una decina di secondi avviandosi allo scollinamento solitario. Ai -500, avvertito il pericolo, Wout Van Aert ha messo in atto una delle sue micidiali progressioni per lanciarsi all’inseguimento di Soler. Alla sua ruota si è immediatamente posto un lucidissimo Wout Poels, imitato di lì a poco da Krists Neilands. Il terzetto così formato è transitato sul gpm a pochi secondi da Soler che è stato poi ripreso lungo la discesa. Il nuovo quartetto di testa ha spinto a fondo lungo la discesa guadagnando subito un margine di poco meno di mezzo minuto sugli immediati inseguitori. Ai -36 Neilands è malamente caduto nel tentativo di recuperare una borraccia d’acqua da una moto dell’organizzazione. Il lettone si è poi rialzato e ha ripreso la corsa nononostante avesse colpito un muretto in cemento. Van Aert, Soler e Poels hanno invece proseguito la loro calvalcata continuando a guadagnare anche nel tratto in falspiano, al temine del quale avevano un vantaggio di ben 1′15″ sul drappello degli inseguitori composto da: Landa, Ciccone, Uran, Pinot, Skjelmose, Konrad, Aramburu, Martin, Houle, Teuns, Guglielmi, Barguil, Craddock e Burgaudeau. Il gap è ulteriormente aumentato nel tratto di discesa successivo e così il drappello inseguitore ha imboccato la Cote des Amerands con 1′30″ di ritardo dai battistrada.

Poels e Van Aert hanno approcciato la dura salita (2,7 km al 10,9%) con qualche metro di vantaggio su Soler che aveva perso le ruote dei due compagni d’avverntura lungo le ultime centinaia di metri della discesa. Lo spagnolo ha provato a rientrare ad inizio salita ma, proprio mentre stava per riaccodarsi a Poels e Van Aert, l’olandese ha piazzato il suo scatto secco. Van Aert non ha reagito e anzi ha perso contatto anche da Soler. Il belga e lo spagnolo hanno poi scollinato insieme con 30″ di ritardo dallo scatenato Poels. Gli immediati inseguitori nel frattempo avevano alzato bandiera bianca e ora solo Guillaume Martin continuava ad imporre un’andatura interessante al fine di recuperare tempo e posizioni in classifica generale. Nel gruppo maglia gialla invece, gli uomini della UAE avevano decisamente preso la testa, scalzando i rivali della Jumbo. In particolare rilievo Rafal Majka che ha imposto un ritmo talmente alto da far staccare uno alla volta i vari Pello Bilbao (Bahrain-Victorius), Simon Yates (Team Jayco-AlUla) e Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). E così il drappello dei big si è rapidamente ridotto ad appena 7 unità: Vingegaard e Kuss della Jumbo-Visma, Pogacar, Majka e Adam Yates per la UAE, David Gaudu (Groupama-FDJ) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers).

Lungo la salita finale Van Aert ha staccato Soler, ma non è riuscito minimamente ad avvicinarsi a Poels. Anzi, l’olandese ha continuato a guadagnare su tutti gli inseguitori più immediati coronando l’attacco con una vittoria in grande stile. Alle sue spalle, staccato di oltre 2 minuti un ottimo Wout Van Aert che si è dovuto accontentare però dell’ennesimo piazzamento. Terza piazza per Burgaudeau, bravo a staccare gli altri inseguitori e a ripredere e staccare Soler nel finale.
Nel frattempo il drappello maglia gialla il ritmo è continuato a restare molto alto. Ai -4,5 Majka ha esaurito il suo lavoro, lasciando le redini della corsa ad Adam Yates. Il ritmo del britannico, ancora più asfissiante, ha fatto si che nel giro di pochi metri gli restassero a ruota solo Pogacar e Vingegaard. E’ così iniziata una fase di controllo con lo sloveno più volte impegnato a controllare il danese. Proprio a margine di uno di questi momenti di studio, Pogacar ha lasciato andare via il compagno Yates e così i due fuoriclasse che lottano per la maglia gialla si sono ritrovati impegnati nell’ennesimo duello. Vingegaard, evidentemente capito il gioco tattico, si è messo a ruota dello Sloveno consentendo il rientro del solito Rodriguez che si è immediatamente messo davanti a tirare col fine di limitare il gap da Yates. Proprio sotto lo striscione dell’ultimo km, Pogacar ha provato la sua irresistibile accelerazione, ma a differenza delle ultime volte, Vingegaard gli è stato facilmente a ruota. In men che non si dica i due hanno ripreso Yates e Soler. Pogacar ha provato nuovamente a staccare il rivale negli ultimi 300 metri ma anche stavolta lo scatto è stato vano, tanto che il danese ha voluto rimarcare la sua leadership affiancando lo sloveno sul traguardo. Il duo è giunto al traguardo con 6′04″ da Poels, precedendo Adam Yates (6′24″), Carlos Rodrigue (6′42″), Sepp Kuss e Marc Soler (7′05″), un tenace Gaudu (7′15″), Pello Bilbao (7′24″), Rafal Majka (7′52″) e un Jai Hindley in difficoltà (7′58″).

In classifica generale la maglia gialla Vingegaard mantiente 10″ su Pogacar, mentre Rodriguez è ora a 5′21″ dal Danese. Lo spagnolo della Ineos deve difendere il podio dallo scatenato Adam Yates, 4° a 5′40″. Perde terreno invece Jay Hindley, ora 5° a 6′38 e un pò lontano dal 3° posto. Segue Sepp Kuss, 6° a 9′16″ dal compagno di squadra, quindi troviamo Pello Bilbao a 10′11″ che oggi ha scavalcato Simon Yates, 8° a 10′48″. Completano la top ten provvisoria David Gaudu, 9° a 14′07″, e Guillaume Martin, 10° a 14′18″ dopo aver scavalcato Felix Gall (Ag2r Citroen Team) grazie alla fuga odierna.

Dopo il trittico alpino, domani i corridori potranno recuperare qualche energia grazie al secondo giorno di riposo della Grand Boucle in attesa della crono di martedì che potrebbe risultare decisiva ai fini della classifica generale. Vingegaard e Pogacar si sfideranno in una prova contro il tempo breve (appena 22,4 km) ma resa complicata dalla presenza di due strappi: la Cote de la Cascade de Coeur (1,3 km al 8,5) posta poco dopo la partenza e quindi la famigerata Cote de Domancy (2,8 km al 8,5%) ai -4. Gli ultimi 4000 metri saranno praticamente tutti in salita. Una prova che potrà rompere l’equilibrio visto nelle ultime giornate.

Pierpaolo Gnisci

Poels si impone sul Monte Bianco (fonte:Getty Images)

Poels si impone sul Monte Bianco (fonte:Getty Images)

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