IN RICORDO DI GINO MÄDER

giugno 16, 2023
Categoria: News

Ci sono giornate che non si vorrebbe mai vivere e tra queste ci sono quelle nella quali la morte ruba il palcoscenico alla vita. Anche il mondo del ciclismo è passato più volte attraverso queste prove, la prima il 20 maggio del 1952 quando il veneto Orfeo Ponsin si schiantò contro un albero nel corso della tappa di Roma del Giro d’Italia. Tommy Simpson (13 luglio 1967), Juan Manuel Santisteban (21 maggio 1976), Fabio Casartelli (18 luglio 1995), Wouter Weylandt (9 maggio 2011) e Bjorg Lambrecht (5 agosto 2019) sono alcuni dei corridori che abbiamo pianto per drammatiche cadute in corsa e l’elenco si è purtroppo allungato in questa giornata con il nome di Gino Mäder, il ciclista elvetico 26enne deceduto questa mattina per le conseguenza della tremenda caduta avvenuta ieri nel finale del tappone del Tour de Suisse. Non è questo il momento delle polemiche, che qualcuno ha già sollevato ponendo il dito sulla pericolosità delle discese nei finali di tappa (ma sarebbe potuto capitare anche con l’arrivo distante parecchi chilometri dal traguardo, come fu nei casi di Casartelli e Weylandt). Ora è il momento di una preghiera per chi se ne è andato e per i suoi cari che lo piangono. Ora è il momento del ricordo, da domani si riprenderà a correre e si potrà cominciare a ragionare su eventuali contromisure da prendere per evitare casi simili, se sarà il caso di prenderle. E noi preferiamo ricordarlo con la foto di uno dei suo giorni più felici, quando vinse la tappa di San Giacomo al Giro del 2021.

Riposa in pace Gino Mäder

LA NUOVA CALATA DI ATTILA: IL BOTTINO È LA MAGLIA ROSA

Sul secondo arrivo in salita del Giro d’Italia trionfa in solitaria Gino Mäder (Bahrain Victorious), ultimo uomo della fuga di giornata a resistere dal rientro del gruppo dei migliori privo della maglia rosa che lascia la testa della generale ad uno storico primato ungherese con Attila Valter (Groupama-FDJ) a vestire il simbolo del primato.

Dalle Marche con il via alle grotte di Frasassi i girini affrontano la sesta tappa verso l’arrivo in salita di San giacomo ad Ascoli Piceno in una condizione meteoclimatica molto difficile, grandine, acqua, freddo e soli pochi sprazzi di sole hanno reso la tappa di oggi molto complicata e la fatica resterà nelle gambe. L’orografia subito ondulata del territorio invoglia a colpi di mano, il primo allungo è portato da Giovanni Carboni (Bardiani CSF Faizanè) sulle strade di casa, il marchigiano innesca così l’avanscoperta di un gruppetto molto numeroso con dentro Alberto Bettiol (EFN), Ruben Guerreiro (EFN), Gino Mäder (TBV), Tanel Kangert (BEX), Rudy Molard (GFC), Jan Hirt (IWG), Luis León Sánchez (APT), Patrick Bevin (ISN), Michael Storer (DSM), Victor Lafay (COF), Geoffrey Bouchard (ACT), Davide Villella (MOV), Einer Rubio (MOV), Rémi Cavagna (DQT), Christopher Juul-Jensen (BEX), Bauke Mollema (TFS), Alessandro Covi (UAD), Sébastien Reichenbach (GFC), Jefferson Cepeda (ANS), Jhonatan Narváez (IGD), Fabio Felline (APT), Filippo Ganna (IGD), Mark Christian (EOK) e Harm Vanhoucke (LTS). La Israel Start-Up Nation della maglia rosa Alessandro De Marchi non ci sta e corre subito ai ripari andando ad annullare questa azione anche grazie all’aiuto delle squadre non rappresentate in testa viene riassorbita poco prima del quindicesimo chilometro di corsa. A riprovarci è questa volta la Bahrain – Victorious con due uomini Matej Mohoric e Gino Mäder il miglior modo per rispondere alla sfortunata perdita, nella frazione di ieri, dalla corsa rosa di Mikel Landa. La coppia è raggiunta in prima battuta da Dario Cataldo (Movistar), Simon Guglielmi (Groupama-FDJ) e Jimmy Janssens (Alpecin-Fenix). Poco dopo esce dal gruppo anche Simone Ravanelli (Androni-Sidermec) bravissimo a riportarsi in testa alla corsa, cercano di emulare l’italiano anche Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroën) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo) ma devono faticare tantissimo prima di raggiungere il gruppetto in avanscoperta perché il gruppo non allenta l’andatura, accadrà solo dopo diversi chilometri e finalmente la fuga vedrà otto uomini al comando. La prima ora di corsa va via ad una media di oltre 43 km/h. Al Gpm di Forca di Gualdo il gruppetto raggiunge il vantaggio massimo di 5’:07” quando all’arrivo mancano 71 Km. Il passaggio in vetta vede primo Geoffrey Bouchard che prende così la maglia azzurra. Allo scollinamento il gruppo arriva compatto ma sotto una pioggia battente e la discesa successiva è il teatro del primo colpo di scena, la Ineos Granadiers in blocco con un magistrale lavoro di Filippo Ganna e Gianni Moscon forza l’andatura provocando diversi frazionamenti del gruppo, a farne le spese è Alessandro De Marchi che dovrà dire addio alla maglia rosa, chiuderà la tappa ad oltre 24’. In testa la squadra britannica è letteralmente scatenata tanto che il ritardo dalla fuga viene dimezzato in vista del successivo e ravvicinato Gpm di Forca di Presta a 60 Km dal traguardo dove transita per primo Matej Mohoric. Anche questa volta un allungo in discesa il primo in testa grazie all’abilissimo Matej Mohoric che guida Gino Mader, la coppia della Bahrain Victorious viene raggiunta da Cataldo e Mollema, in testa quindi si forma un quartetto. Il secondo attacco avviane quando transita il gruppo dei migliori ridotto ad una quarantina di unità, infatti in tre Alberto Bettiol (EF Education-Nippo), Romain Bardet (Team DSM) e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) vanno via sfruttando una fase di inseguimento condotta a velocità inferiore dalla Ineos Grenadiers. Azione questa di difficile interpretazione messa in atto a 48 Km dall’arrivo con la fuga che conserva 2’:15” di vantaggio. I contrattaccanti inizialmente hanno avuto un vantaggio poco sotto il minuto andando ad assorbire i reduci della fuga iniziale, prima Bouchard poi a meno 25 Km dall’arrivo anche Janssens, Guglielmi e Ravanelli ma il loro vantaggio iniziava a ridursi a soli 25″ ai -20 sotto l’impulso dell’armata Ineos Grenadiers. Troppo poco per i “sogni rosa” dei tre con la salita finale ancora da iniziare infatti il gruppo dei migliori li ha riassorbiti ai meno 17Km in vista del traguardo volante di Ascoli Piceno. Poco dopo in testa finisce il lavoro di Mohoric. A questo punto restano in testa Mader, Cataldo e Mollema. Il gruppo al loro inseguimento è sempre meno folto, anche perché l’INEOS accelerava prima con Castroviejo e poi con Moscon. Il primo attacco era di Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers) a circa 5 km dall’arrivo. Intanto i tre di testa resistevano al ritorno del gruppo ed anzi Mader prendeva l’iniziativa e scattava ai meno 3. Alle sue spalle si scatenava la bagarre con INEOS e Deceuninck Quick Step protagoniste, Infatti sia Bernal che Evenepoel guidavano in prima persona l’inseguimento dopo che Martinez veniva risucchiato. Sotto il triangolo rosso dell’ultimo km Mader conservava con le unghie e con i denti quasi 30 secondi di vantaggio sui più immediati inseguitori. Il giovane svizzero resisteva fino al traguardo e otteneva così la prima vittoria stagionale che coincideva anche con la prima vittoria in una corsa WT della sua precoce carriera, per di più in un GT. In seconda posizione Bernal anticipava Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation) mentre Evenepoel era quarto, tutti e tre a 12 secondi di ritardo da Mader; un ottimo Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) chiudeva in quinta posizione, a 14 secondi di ritardo da Mader. Grazie al 12° posto odierno Attila Valter (Team Groupama FDJ) è la nuova maglia rosa, con 12 secondi di vantaggio su Bernal e Daniel Martin. Domani è in programma la settima tappa da Notaresco a Termoli, senza grosse difficoltà altimetriche se si esclude a metà tappa la rampa che porta da Chieti Scalo a Chieti. E’ dunque una tappa favorevole alle ruote veloci, anche se la seconda parte si correrà costantemente sulla costa abruzzese e in caso di vento non si escludono ventagli, per cui gli uomini di classifica dovranno tenere gli occhi ben aperti.

Antonio Scarfone

La vittoria di Gino Mader ad Ascoli (foto: Bettini Photo)

La vittoria di Gino Mader ad Ascoli (foto: Bettini Photo)

Commenta la notizia