VINGEGAARD METTE IN CROCE GLI AVVERSARI. IL DANESE DOMINA LA CROIX DE FER E CONSOLIDA IL PRIMATO
Dominio. Probabilmente non c’è modo migliore per descrivere il Critérium du Dauphinè di Jonas Vingegaard. Il campione della Jumbo-Visma si è aggiudicato in solitaira la 7a tappa della corsa francese, la Porte-de-Savoie – Col-de-la-Croix-de-Fer, sbaragliando la concorrenza con una facilità disarmante. Il vincitore dell’ultimo Tour de France è scattato quando al traguardo mancavano poco più di 50 secondi, facendo immediatamente il vuoto e giungendo all’arrivo con 41″ di vantaggio su un ottimo Adam Yates (UAE Team Emirates), 53″ sul vincitore del Giro d’Italia 2022 Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) e oltre 1 minuto su Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team). Risulta quasi superfluo dire che il danese ha ulteriormente rafforzato la leadership nella classifica generale, che ora guida con un vantaggio di ben 2′11″ su Yates e 2′24″ O’Connor.
Nonostante la lunghezza a dir poco limitata (appena 147,9 km), sulla carta la 7a tappa rappresentava una delle giornate cruciali della corsa transalpina. I primi 50 km erano piatti come un biliardo, dopodichè i corridori erano attesi da oltre 3500 metri di dislivello. La prima asperità di giornata, classificata come gpm Hors Categorie, era il famoso Col de la Madeleine (25,1 km al 6,2%) collocato a metà gara. Dopo la lunga discesa e un breve tratto di fondovalle, la strada tornava a salire in concomitanza del Col du Mollard (18,5 km al 5,8%) posto al km 128. Infine, dopo un brevissimo tratto di discesa, arrivava il momento dell’ascesa finale, il Col de la Croix de Fer (13,1 km al 6,2%, con ultimi 6 km caratterizzati da pendenza media dell’8%).
La fuga di giornata ha iniziato a prender corpo dopo una ventina di chilometri dal via. I primi ad allungare sono stati Anthony Perez (Cofidis), Remi Cavagna (Soudal-Quick Step), Madis Mihkels (Intermarché-Circus-Wanty) e Victor Campenaerts (Lotto-Dstny). Poco dopo all’inseguimento dei 4 battistrada si sono lanciati anche Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Reuben Thompson (Groupama-FDJ), Anton Charming (Uno-X) e Matteo Vercher (TotalEnergies). I due quartetti hanno approcciato la prima salita di giornata, il Col de la Madeleine, distanziati di quasi due minuti, mentre nel frattempo dal plotone era evaso anche Pierre Latour (Total-Energies) intenzionato ad rientrare sulla testa della corsa nonostante il distacco ormai superiore ai 5 minuti. Di lì a poco Vercher si è volontariamente staccato dal gruppo inseguitore per aspettare il compagno di squadra che aveva già recuperato quasi due minuti dai battistrada. La bagarre non si era però di certo conclusa perchè dal gruppo maglia gialla erano evasi invano anche altri corridori tra cui Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Eduardo Sepulveda (Lotto-Dstny).
Lungo la salita Mihkels ha perso le ruote dei tre compagni di squadra, mentre Thompson, Charmig e Bayer avevano gudagnato qualcosa (1′25″ il loro gap dal terzetto di testa a 10 km dallo scollinamento). Ancora più evidente il recupero di Latour che si trovava a 2′45″. Il gruppo, tirato dagli uomini della Ineos, era invece segnalato a 3′45″. Di lì a poco Campenaerts è rimasto tutto solo in testa alla corsa visto che han perso contatto prima Cavagna (-79) e poi anche Perez (-76). Il belga della Lotto-Dstny ha così scollinato in solitaria, precedendo Perez e quindi un gruppetto formato da Latour, Charmig e Bayer. Lungo la successiva discesa Latour ha subito perso contatto da Charmig e Bayer che sono così rimasti soli all’inseguitmento di Perez. Il gruppo, che aveva iniziato a raccogliere per strada i primi fuggitivi, a questo punto aveva ridotto il distacco al di sotto dei 3 minuti. Lungo la discesa Perez è stato ripreso da Charmig e Bayer, mentre poco dopo Latour si è rialzato.
Si è così arrivati ai piedi del Col du Mollard con Campenaerts solo in testa con un vantaggio di quasi 2 minuti su Perez, Charmig e Bayer mentre il gruppo si trovava a poco più di 3 minuti. Lungo le prime rampre della seconda salita di giornata Perez è andato in difficoltà , imitato poco dopo anche da Bayer. Charmig è così rimasto tutto solo all’inseguimento di Campenaerts. Il gruppo nel frattempo aveva aumentato il ritmo grazie al lavoro profuso dal belga Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma). La situazione è rimasta pressochè invariata lungo l’ascesa. Ai -30 Campenaerts vantava ancora un margine di 1′25″ sul danese Charmig e 2′15″ sul gruppo maglia gialla, sempre meno folto. La fuga di Charmig è terminata ai -26, quando è stato raggiunto dal gruppo che a quel punto si era pericolosamente avvicinato anche a Campenaerts (1′25″ il gap). Il belga della Lotto è però riuscito a resistere in testa fino al gpm scollinando con 20″ sul plotone. Il prevedibile ricongiungimento si è consumato al termine della successiva discesa (-12,5).
Nei primi km della salita finale il gruppo ha proceduto in modo regolare, tirato da Dylan Van Baarle che aveva rilevato il compagno Van Hooydonck in testa al plotone. Giunti al cambio di pedenza (-6), Attila Valter ha imposto un evidente aumento dell’andatura che ha mandato subito in difficolta David Gaudu (Groupama-FDJ), Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic) e Mikel Landa (Bahrain-Victorius). Il ritmo dell’ungherese della Jumbo-Visma ha letteralmente sfaldato il gruppo, prologo del prevedibile ed inesorabile attacco di Jonas Vingegaard avvenuto quando al traguardo mancavano 5300 metri e a cui nessuno ha trovato ne le gambe ne il coraggio di reagie. Alle spalle del Danese è rimasto tutto solo Adam Yates (UAE Team Emirates) bravo a salire del proprio passo senza perdere troppo (ai -3 pagava solo 15″). Ben più dietro un gruppetto comprendente Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team), Jai Hindley (Bora-Hansgrohe), Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), Jack Haig (Bahrain-Victorius) e Dani Martinez (Ineos Grenadiers) che ai 3000 metri dal traguardo aveva un distacco di 40 secondi.
Ai -2,2 Hindley ha provato ad evadare dal gruppetto inseguitore, mentre Carapaz perdeva le ruote degli altri uomini di classifica. Di lì a poco O’Connor ha provato a rientrare in solitaria su Hindley, ma ha finito per andare a sua volta in leggera difficoltà . Chi invece stava benissimo era proprio Vingegaard che si è concesso la 10a vittoria stagionale giugendo sulla linea d’arrivo con un vantaggio di 41″ su Adam Yates e 53″ su Hindley. O’Connor ha invece chiuso in 4a posizione a 1′04″, precedendo un gruppetto giunto a 1′10″, regolato dal giovanissimo britannico Max Poole (Team DSM) e comprendente anche Jack Haig (Bahrain-Victorius), Guillaume Martin (Cofidis), Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling Team), Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), Louis Meintjes (Intermarchè-Circus-Wanty) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers).
La nuova classifica generale vede ovviamente in testa Vingegaard con 2′11″ su Adam Yates, 2′24″ su Ben O’Connor e 2′36″ su Jai Hindley. Quinta piazza provvisoria per un altro australiano, Jack Haig che paga 3′04″. Quindi troviamo Dani Martinez a 3′27″ e Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) a 3′48″. Completano la top ten Guillaume Martin a 4′14″, Meintjes a 4′19″ e Traeen a 4′21″.
Domani è in programma l’8a ed ultima tappa, da Le-Pont-de-Claix a Grenoble per un totale di 153 km. Si tratta di un’altra frazione d’alta montagna caraterizzata da ben 5 gpm. Particolarmente difficili gli ultimi 60 km che presenteranno il Col du Granier (9,6 km all’8,6%), il Col du Cucheron (7,7 km al 6,2%), il Col de Porte (7,4 km al 6,8%) e infine il durissimo strappo finale de la Bastille (1,8 km al 14,2%). C’è da chiedersi se Vingegaard si accontenterà di amministrare l’ampio vantaggio di cui gode o se vorrà chiudere in bellezza.
Pierpaolo Gnisci