GIUGNO 2023, AVANTI A TUTTA VERSO IL TOUR

giugno 3, 2023
Categoria: Approfondimenti

Il Tour de France inizierà solo tra un mese, ma l’attesa della Grande Boucle sarà debitamente colmata. Subito dopo la conclusione del Giro ripartono le grandi manovre, con i big che punta alla maglia gialla pronti a sfidarsi nelle tradizionali “prove generali” della corsa francese. Si parte con il Delfinato, poi l’attenzione degli appassionati sarà calamitata dal Giro di Svizzera e da altre piccole corse a tappe sulle quali già aleggia l’aroma del Tour. Spazio anche a under23 e donne con i rispetti “Giri d’Italia” di categoria.

Per un grande giro che finisce ce n’è uno che comincia, anche se manca ancora un mese al via del Tour de France, previsto per il primo luglio da Bilbao. Ma le corse a tappe che si susseguono nel mese di giugno già hanno impresse la magica aura della Grande Boucle e una in particolare, il Critérium du Dauphiné (4-11 giugno). Da quando la gara da noi più conosciuta come Giro del Delfinato è divenuta di proprietà di ASO, la società organizzatrice del Tour, la corsa è riuscita a surclassare in prestigio il più vetusto Giro di Svizzera – in calendario lo stesso mese – proponendosi come vera e prova generale della Grande Boucle e lo testimoniano le start list delle edizioni più recenti, che hanno visto schierati molti tra i “papabili” per la conquista della maglia gialla. Sarà così anche nel 2023, quando tra i partecipanti ci saranno il vincitore uscente del Tour Jonas Vingegaard, che si troverà a sfidare – a meno di cambiamenti dell’ultim’ora – il britannico Adam Yates, gli spagnoli Enric Mas e Mikel Landa, i francesi David Gaudu, Guillaume Martin e Julian Alaphilippe, l’ecuadoriano Richard Carapaz, il colombiano Egan Bernal e l’italiano Giulio Ciccone, costretto dal covid a saltare il Giro d’Italia e che non ha ancora deciso se correre il Tour o la Vuelta di Spagna (in programma tra agosto e settembre). La 75a edizione della corsa come avviene da diversi anni scatterà al di fuori dal territorio del Delfinato vero e proprio – corrispondente al settore settentrionale dell’arco alpino francese –e per la precisione muoverà dall’area del Massiccio Centrale, dove la località di villeggiatura di Chambon-sur-Lac ospiterà partenza e arrivo della prima tappa, un circuito di media montagna di 158 Km composto da un primo anello di una novantina di chilometri e uno più breve di 23 Km che dovrà essere ripetuto tre volte e prevede la salita della “Roccia dell’Aquila” (1 Km al 6.1%), da superare l’ultima volta a 11 Km dal traguardo. Molto simile è il tracciato della successiva Brassac-les-Mines – La Chaise-Dieu, pure questa caratterizzata da un circuito finale imperniato attorno ad una breve “côte”, questa di un chilometro esatto all’8%, mentre stavolta saranno in dolce salita anche i 5 Km da coprire per raggiungere la linea d’arrivo. I velocisti avranno una sola “cartuccia” a disposizione e dovranno spararla al termine della Monistrol-sur-Loire – Le Coteau, la più semplice tra le otto tappe in programma, pur se non del tutto priva di ostacoli naturali. A meno di clamorose sorprese nelle prime due giornate, i corridori che punteranno al successo finale entreranno in scena al quarto giorno di gara, quando si correrà una cronometro individuale di 31 Km che presenta un tracciato non proprio tagliato sulle misure degli specialisti: subito dopo la partenza da Cours è prevista la facile salita del Col de la Croix Couverte (2.2 Km al 4.7%) e anche negli ultimi 9 Km verso il traguardo di Belmont-de-la-Loire la strada tende sempre a salire, pur trattandosi in questo caso di un costante falsopiano. Non è un caso che gli organizzatori abbiano previsto per i corridori più veloci circa 39 minuti di gara, che corrispondo a una media di poco inferiore ai 48 Km/h. Affrontata un’ultima frazione collinare disegnata tra Cormoranche-sur-Saône e Salins-les-Bains, tappa che prevede l’interessante Côte de Thésy (3.7 Km all’8.2% con i primi 2000 metri al 10.5% di pendenza media) a circa 15 Km dall’arrivo, si arriverà all’appuntamento con le grandi montagne, come al solito concentrate negli ultimi tre giorni. Si comincerà con la frazione meno impegnativa del triduo finale, che scatterà da Nantua in direzione della piccola località di sport invernali di Crest-Voland, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 2.3 Km al 6.6% che prevede un muro iniziale di 500 metri al 16.6% e che sarà immediatamente preceduta dall’altrettanto breve ascesa di Notre-Dame-de-Bellecombe (3.2 Km al 6.4%), mentre in precedenza si salirà sino ai 1486 metri del Col des Aravis (7.8 Km al 5.8%). Le attenzioni degli appassionati e dei corridori in gara saranno principalmente rivolte alla due successive frazioni e in particolare a quella che l’indomani condurrà da Porte-de-Savoie ai 2067 metri del Col de la Croix-de-Fer, storico passo del Tour de France che sarà affrontato dal versante di Saint-Jean-de-Maurienne, del quale si percorreranno soltanto gli ultimi 13 Km (media del 6,2%), mentre il tratto iniziale sarà sostituito dall’ascesa al Col de Mollard (18.5 Km al 5.8%) e in programma ci saranno anche i quasi 2000 metri della Madeleine (25 Km al 6.2%), altro blasonato colle della Grande-Boucle. Pur non essendo disegnata in altissima montagna (non si supereranno i 1350 metri di quota) anche la conclusiva giornata di gara offrirà pane per i denti degli scalatori grazie ai sei colli che si dovranno affrontare tra Le Pont-de-Claix e Grenoble, dove il traguardo non sarà posizionato nel centro dell’antica capitale del Delfinato ma presso la soprastante Bastiglia, dove si giungerà al termine di salita corta ma ripidissima di 1800 metri al 14.2% di pendenza media, affrontata l’ultima volta nel 2000 e che venne tenuta a battesimo nel 1977 da Bernard Hinault, che poi si imporrà su questo difficilissimo traguardo anche nel 1979. Sarà l’ultimo atto di una tappa che ha in serbo un altro classico del Tour, a dire il vero caduto un po’ di disuso nelle ultime stagioni: prima della tremenda rampa finale i corridori dovranno sorbirsi anche il cosiddetto “Trittico della Certosa”, costituito dalle tre salite, in rapida successione, del Col du Granier (9.6 Km all’8.6%), del Col du Cucheron (7.7 Km al 6.2%) e del Col del Porte (7.4 Km al 6.8%).

Una valida alternativa al Delfinato sulla rotta della Grande Boucle è costituita dal Giro di Svizzera, che si correrà dall’11 al 18 giugno, sovrapponendosi così per 48 ore al “Criterium”. Rispetto a quest’ultimo i corridori più dotati a cronometro avranno maggiori chance di imporsi grazie a 6 Km in più da percorrere contro il tempo e su percorsi più filanti, anche se agli scalatori non mancheranno le occasioni per controbattere gli avversari. L’inizio sarà proprio una sfida contro l’orologio perché il primo giorno si dovrà affrontare la prima delle due cronometro inserite nel tracciato dell’86° Tour de Suisse,   quasi 13 Km sul pianeggiante circuito di Einsiedeln, dove le alte medie saranno maggiormente favorite dalla quota alla quale si gareggerà, di poco superiore ai 900 metri sul livello del mare. La prima tappa in linea da Beromünster a Nottwil presenterà un finale che ricorda quella della frazione di Le Coteau del Delfinato e come quella sarà l’unica riservata alle ruote veloci. Le attese tappe di montagna sono state concentrate quest’anno tra il terzo e il quinto giorno di gara e debutteranno con la tappa che da Tafers condurrà al classico arrivo in salita di Villars-sur-Ollon, quasi 11 Km al 7.8% che spesso sono stati affrontati sia in questa corsa, sia al Giro di Romandia: mentre l’ultimo arrivo del Giro di Svizzera in questa località risale al 2017 (si impose lo statunitense Larry Warbasse), nel 2018 sulle sue rampe si è disputata una cronoscalata del Romandia, vinta dal colombiano Bernal. Un’altra meta spesso frequentata dalle due corse elvetiche è la stazione termale di Leukerbad, che i corridori raggiungeranno l’indomani partendo da Monthey e affrontando la salita di Crans-Montana (14.6 Km al 6.7%, si tratta di un versante diverso da quello recentemente percorso al Giro d’Italia) prima di quella conclusiva di 19 Km al 4.5% (primi 8 Km all’8.6%) che termina a poco meno di 4 Km dall’arrivo. È a questo che disputerà l’immancabile tappone, che quest’anno porterà per tre volte i corridori sopra quota 2000: se i primi due colli – il Furka e l’Oberalp – saranno di fatto relegati in un angolo dal trovarsi collocati entro i primi 70 Km dalla partenza da Fiesch, potranno però rimanere nelle gambe al momento d’affrontare l’ascesa verso i 2311 metri del Passo dell’Albula, 17.4 Km al 6.8% seguiti da un “tuffo” di 9.5 Km che termina a soli 700 metri dal traguardo di La Punt. Sull’Albula si tornerà anche il giorno successivo, subito dopo la ripartenza dalla stessa La Punt in direzione di Oberwil-Lieli, traguardo di una frazione il cui finale ricorda quello delle tappe collinari della Tirreno-Adriatico, con l’arrivo posto al termine di una rampa di 2.5 Km al 6.7% preceduta da un paio di brevi strappi le cui pendenze medie si aggirano tra l’8 e il 9%. Due colli di prima categoria movimenteranno il tratto iniziale della vallonata penultima tappa da Tübach a Weinfelden, dopo la quale rimarrà d’affrontare solo la cronometro conclusiva tra San Gallo e Abtwil, circa 26 Km meno filanti rispetto a quelli della tappa d’apertura per la presenza di uno strappo di 600 metri al 6.3% nella prima parte e una più consistente salita di 1.7 Km al 7.9% a 9 Km dall’ultimo traguardo.

I corridori che preferiranno un approccio più soft al Tour avranno la possibilità di scegliere tra altre due brevi corse a tappe che si disputeranno in concomitanza con il Giro di Svizzera, la più “quotata” delle quali è il Giro di Slovenia (14-18 giugno), promosso nel calendario ProSeries nel 2021 e forte delle due vittorie consecutive ottenute da Tadej Pogačar nelle ultime edizioni. L’edizione 2023, la ventinovesima della storia della corsa, si aprirà proprio a Celje la cittadina dove Pogačar si era imposto sia lo scorso anno, sia nella precedente edizione – mentre l’epilogo della prima frazione sarà fissato dopo 189 Km a Rogaška Slatina, traguardo che non dovrebbe sfuggire ai velocisti così come quello delle successive frazioni Žalec – Ormož e Grosuplje – Postumia. Dalla capitale Lubiana scatterà la tappa più impegnativa, che si concluderà a Caporetto, a due passi dal confine con l’Italia, dopo esser saliti per due volte sul monte Kolovrat (11.6 Km all’8.1%), scalato anche al Giro d’Italia dello scorso anno ma dal versante che stavolta si percorrerà in discesa. Come nel 2023 l’ultima frazione si disputerà tra Vrhnika e il tradizionale approdo dell’ultimo giorno di Novo Mesto, fin dal 1996 (con l’eccezione del 2012) sede d’arrivo della tappa conclusiva: potrebbe rivelarsi anche questa una frazione decisiva per la presenza del muro di Trška Gora, 1300 metri al 10.5% da scavalcare a 9.5 Km dal traguardo.

L’altra alternativa a Delfinato e Svizzera sarà rappresentata dalla 47a edizione della Route d’Occitanie (15-18 giugno), la corsa francese che fino al 2017 era calendarizzata con il nome di Route du Sud perché ha il suo terreno di gara nel meridione della Francia, spingendosi fino alle salite pirenaiche. In attesa che queste ultime decidano le sorti della corsa, nelle prime due giornate di gara i protagonisti saranno i velocisti, chiamati a esibirsi prima sul palcoscenico della pianeggiante Narbonne – Gruissan e poi su quello più complicato della Cazouls-Lès-Béziers – Graulhet, tappa che prevede entro i primi 70 Km (su 182 di percorso) le ascese ai colli di Fontfroide (11.8 Km al 6.6%) e di Montalet (4.8 Km al 6.2%). Come al Giro di Slovenia è stata collocata a 24 ore dalla conclusiva la frazione regina, che prenderà il via da Gimont alla volta della stazione di sport invernali di Nistos, percorsa un’ascesa finale – mai affrontata prima in una corsa ciclistica – di 13 Km al 6.9% che sarà preceduta di una sessantina di chilometri dallo scollinamento sul Col de Menté (10.9 Km al 6.6%), storica salita del Tour de France. Altre due ascese spesso affrontate alla Grande Boucle – il Col de la Core (14 Km al 5.9%) e il Col de Latrape (5.9 Km al 7.2%) – saranno in programma l’indomani nella conclusiva frazione che da Saint-Gaudens condurrà a Saint-Girons, ma difficilmente creeranno grossa selezione tra i favoriti, complice la totale assenza di difficoltà nei 37 Km successivi allo scollinamento del Latrape.

A questo punto l’ultimo “pit stop” prima della partenza del Tour sarà rappresentato dai campionati nazionali, che per l’Italia si disputeranno tra il 22 e il 25 giugno in provincia di Trento. Nei primi due giorni si svolgeranno le cronometro, con quella dei professionisti che prenderà il via alle 16.45 del 22 giugno da Sarche, frazione del comune di Calavino alla quale si farà ritorno dopo aver affrontato un circuito di 26 Km pianeggiante nella seconda metà, mentre nella prima parte si dovrà affrontare la salita del Passo di San Uldarico, caratterizzata da un troncone iniziale di 2 Km al 7.2% e da uno finale di 1.2 Km al 5.6%, separati da un tratto intermedio di 5.5 Km in falsopiano. Decisamente adatto agli scalatori, nonostante non siano previste pendenze particolarmente accese, appare il tracciato del circuito delle gare in linea, disegnato attorno a Comano Terme e sul quale i professionisti si sfideranno sabato 24, mentre la domenica gareggeranno le donne. In particolare gli uomini dovranno percorrere 227 Km, i primi ottanta su di un “circuito di lancio” dolcemente vallonato e i restanti che prevedono di ripetere per nove volte la salita di Cavrasto (5.6 Km al 5%), cuore di un anello di circa 16 Km che prevede l’ultimo scollinamento a 12 Km dal traguardo.

Ma Giugno non è soltanto il mese dell’anteprima del Tour, è ancora il mese del Giro d’Italia perché è previsto in questo momento della stagione lo svolgimento delle due edizioni “cadette”, quella riservate agli Under23 e alle donne. La prima, in programma dall’11 al 18 giugno, quest’anno avrà un nome (Giro Next Gen) e un team organizzativo nuovo perché la Federazione Ciclistica Italiana, proprietaria dell’evento, ha deciso di affidare l’onere dell’organizzazione a RCS Sport, il gruppo della Gazzetta dello Sport che allestisce anche il palcoscenico del Giro dei “grandi” e chi si occuperà di questa corsa fino a 2027. Al proposito va fatto un applauso a Mauro Vegni e soci per esser riusciti in pochissimo tempo – la corsa è stata loro assegnata ufficialmente solo il 13 febbraio scorso – a tessere un percorso tecnicamente valido, pur con la pecca dei soli 10 Km da percorrere a cronometro, previsti il giorno d’apertura della corsa ad Agliè, quando si gareggerà su di un circuito pianeggiante fino al breve strappo in cima al quale sarà assegnata la prima maglia rosa. Sulle colline delle Langhe si svolgerà il finale della seconda tappa, che da San Francesco al Campo condurrà sino a Cherasco, dove l’arrivo sarà aggiudicato in vetta a una breve ascesa, che dovrà essere ripetuta due volte e sarà preceduta dai primi due GPM di questa edizione, La Morra e Novello. A parte la microscopica salita di Lu, nessun’altra difficoltà altimetrica presenterà la successiva Priocca – Magenta, la prima delle tre tappe destinate alla conclusione allo sprint e che arriverà alla vigilia delle grandi montagne. Anzi, la “grande montagna” del ciclismo per eccellenza perché l’arrivo della quarta tappa sarà previsto ai 2758 metri del Passo dello Stelvio, che i professionisti del futuro raggiungeranno partendo da Morbegno e affrontando quindi i 19.5 Km del versante valtellinese, meno spettacolare e difficile rispetto a quello altoatesino ma che presenta dislivello (1474 metri) e pendenze (7.5% la media) di tutto rispetto. Si tornerà in bassa quota l’indomani per la Cesano Maderno – Manerba sul Garda, tappa collinare che prevede un paio di colli non particolarmente difficili negli ultimi 75 Km e l’arrivo posto in cima a un ennesimo strappetto. Tolta l’ascesa al Passo della Fricca subito dopo la partenza da Pergine Valsugana, non saranno previsti ulteriori ostacoli sul tracciato della frazione di Povegliano, seconda occasione per i velocisti alla vigilia della seconda e ultima tappa di montagna, che presenta un disegno molto interessante pur non salendo mai molto oltre i 1000 metri di quota: dopo il via da Possagno, si affronteranno le ascese delle Prealpi Bellunesi, dal Passo di San Boldo a quelle di Valmorel e Nevegal per finire con quelle decisive di Malga Cate (7.3 km al 7.5%) e Campon (9.5 Km al 6.8% con i primi 4000 metri al 10%), praticamente un arrivo in salita perché dopo lo scollinamento si dovranno percorrere poco più di 4 Km in quota per raggiungere il traguardo, fissato nel cuore del Pian del Cansiglio. La chiusura sarà affidata ai velocisti e al ricordo di Enzo Cainero, il dirigente friulano recentemente scomparso che negli ultimi vent’anni tanto si è prodigato per l’organizzazione delle tappe friulane del Giro d’Italia, portando la Corsa Rosa sulle più difficili salite della regione, lo Zoncolan e lo spettacolare Monte Lussari: l’ultima tappa scatterà, infatti, da Cavalicco, la frazione di Tavagnacco dove Cainero era nato nel 1944, mentre l’arrivo sarà in Piazza Unità d’Italia a Trieste.

Il Giro Donne prenderà, invece, il via alla fine del mese – proprio all’ultimo, il 30 giugno – per concludersi il 9 luglio dopo nove frazioni da disputarsi in dieci giorni, essendo previsto un riposo per il trasferimento in Sardegna, dove si correranno le ultime due tappe. Si comincerà con un brevissimo prologo di 4.4 Km – anche nella corsa femminile difetteranno i chilometri da percorrere a cronometro – disegnato sulle strade di Chianciano Terme. Si rimarrà altre 24 ore in Toscana per lo svolgimento della prima tappa in linea, già interessante per la presenza dell’ascesa al Passo della Colla (più noto forse con il nome di Colla di Casaglia), 10 Km al 5.8% da superare a 16 Km dall’arrivo della Bagno  a Ripoli – Marradi. Ci si sposterà nella vicina Emilia per la prima delle tre frazioni riservate alle velociste (Formigine – Modena), poi nella stessa regione si correrà una tappa collinare che da Fidenza condurrà a Borgo Val di Taro. Il Piemonte ospiterà l’unica tappa di montagna prevista dall’edizione 2023 (l’anno passato ne erano state disputate tre), che scatterà da Salassa per giungere a Ceres, salendo dopo una trentina di chilometri dal via ai 1408 metri del Passo del Lupo (10 Km all’8.6%) – salita che nel 2019 era stata affrontata al Giro dei professionisti durante la tappa del Lago Serrù – mentre a ridosso del traguardo sono state collocate le ascese di Vietti (11 Km al 3.7%) e di Sant’Ignazio (4.1 Km all’8.2%). Dopo le Langhe, scenario della prima frazione in linea del Giro 2023, al Giro Donne saranno protagonisti i saliscendi del Monferrato, sui quali si svolgerà la sesta frazione, che scatterà dalla località vinicola di Canelli per poi farvi ritorno al termine di un percorso ad anello che prevede l’arrivo posto al termine di una salita di circa 3 Km al 5.6%. Sulle strade del Trofeo Laigueglia, la classica d’apertura del calendario maschile, si disputerà l’indomani l’ultima tappa “continentale” che prenderà le mosse da Alassio e, dopo la ascese del Passo del Ginestro (naturale prosecuzione della salita “simbolo” del Trofeo, il Testico) e della Cima Paravenna, terminerà con il secondo e ultimo arrivo in salita, presso il Santuario della Madonna della Guardia (2.6 Km al 7.3%), omonimo di quello – più famoso e impegnativo da raggiungere – situato alle porte di Genova. Con tutta probabilità i giochi per la classifica generale termineranno qua poiché ben poche sorprese dovrebbero riservare le due tappe sarde (la prima da Nuoro a Sassari e la seconda da quest’ultima a Olbia), entrambe destinate all’arrivo allo sprint o, al massimo, all’approdo di una fuga promossa da atlete oramai fuori classifica.

Infine, esattamente due settimane dopo la fine del Giro Donne, prenderà il via la dodicesima edizione del Tour de France Femminile (23 – 30 luglio), la seconda organizzata dopo un lungo stop iniziato nel 1993. Dopo che l’edizione del grande ritorno si era disputata tra Parigi e la catena dei Volgi, quest’anno si partirà ai piedi del Massiccio Centrale per dirigersi verso i Pirenei. Il via sarà dato con una frazione che si correrà in circuito attorno a Clermont-Ferrand, priva di difficoltà altimetriche fino alla Côte de Duriol (1.7 Km al 7.2%), unica salita prevista e piazzata a 9 Km dall’arrivo. Pur essendo stata inserita nel percorso una sola tappa d’alta montagna, alla vigilia della cronometro conclusiva, le atlete che punteranno alla maglia gialla dovranno fare attenzione anche al paio di frazioni di medio impegno che l’organizzazione ha piazzato nella prima parte della corsa, come quella che il giorno successivo si concluderà a Mauriac, traguardo collocato appena un chilometro dopo aver superato la cima della Côte de Trébiac (2.8 Km al 6.1%). A favore delle velociste in gara sono state inserite tre frazioni, la prima delle quali si correrà tra Collonges-la-Rouge e Montignac, il comune della Dordogna famoso per la presenza delle celebri grotte di Lascaux, patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Altra tappa da non prendere troppo sottogamba sarà la Cahors – Rodez per la presenza di quattro “côtes” consecutive negli ultimi 45 Km, l’ultima delle quali è un piccolo muro di 600 metri al 10%, anche questo piazzato in prossimità dell’arrivo. Le due seguenti frazioni nuovamente riservate alle velociste (Onet-le-Château – Albi e Albi – Blagnac) traghetteranno la corsa verso il tappone pirenaico, in parte disegnato sulle medesime strade che 23 giorni prima i professionisti avranno percorso alla Grande Boucle in occasione della frazione terminata con l’arrivo in salita a Cauterets, dopo esser saliti fino ai 2110 metri del mitico Col du Tourmalet. Sarà in vetta a quest’ultimo, affrontato dal versante di Sainte-Marie-de-Campan (17 Km al 7.3%), che si concluderà la tappa del Tour femminile, partita 90 Km prima da Lannemezan e che subito prima di quella conclusiva presenterà anche l’ascesa al Col d’Aspin (12 Km al 6.5%). Il nome della ciclista che toglierà all’olandese Annemiek van Vleuten lo scettro di vincitrice del Tour lo si conoscerà ufficialmente solo l’indomani, quando la “corsa gialla in rosa” terminerà a Pau con un cronometro individuale di 22 Km prevalentemente pianeggiante e caratterizzata dalle intrusioni di una salita di 2.3 Km al 5.4% e metà strada e di uno strappo di 400 metri al 5.7% in dirittura d’arrivo.

Mauro Facoltosi

I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Critérium du Dauphiné

www.criterium-du-dauphine.fr/en

Tour de Suisse

www.tourdesuisse.ch/en

Tour of Slovenia

https://tourofslovenia.si/en

La Route d’Occitanie – La Dépêche du Midi

www.laroutedoccitanie.fr

Campionati nazionali italiani

https://termecomanotricolori2023.it

Giro Next Gen

https://www.gironextgen.it

Giro Donne (in aggiornamento)

www.giroditaliadonne.it/it/home

Tour de France

www.letour.fr/en

Tour de France Femminile

www.letourfemmes.fr/en

La croce del Col de la Croix-de-Fer (www.cycling-french-alps.com)

La croce del Col de la Croix-de-Fer (www.cycling-french-alps.com)

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