CRONO BAGNATA A CESENA, BIG TUTTI VICINI

maggio 14, 2023
Categoria: News

La prova contro il tempo in terra romagnola si è svolta per gran parte sotto una pioggia battente che ha reso insidiose le venti curve presenti sul percorso. Come da pronostico, la tappa è andata a finire nel palmares di Evenepoel, ma i distacchi sono stati molto inferiori a quanto si potesse pensare dopo quelli inflitti nella prima prova contro il tempo. Il Giro è ancora apertissimo in vista delle montagne.

Dopo aver visto con stupore i distacchi abissali che Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) aveva inflitto agli attoniti avversari nella tappa a cronometro che ha aperto questo Giro d’Italia sulla Costa dei Trabocchi, tutti pensavano che, nella prova odierna di chilometraggio quasi doppio e completamente piatta, il belga avrebbe ucciso il Giro. Lui stesso aveva detto di aspettarsi di guadagnare un altro minuto e invece… invece è tutta un’altra storia, una storia che aveva cominciato a fare capolino già a Salerno, quando in molti si chiedevano se il campione del mondo avesse accusato le due cadute delle quali era stato vittima, e si era riproposta ieri a Fossombrone quando il belga aveva dovuto mollare le ruote di un Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che, a dire la verità, non aveva fatto uno scatto perentorio da scalatore ma solo un cambio di ritmo non troppo violento. Evenepoel aveva tentato di riportarsi in progressione sul suo avversario, ma il tentativo era fallito mentre non aveva neppure provato a rispondere alla coppia di capitani Ineos che, dopo la prova odierna, si affacciano pericolosamente all’orizzonte per la vittoria finale. Evenepoel ha riconquistato la maglia rosa, la sua squadra avrà di nuovo l’onere di controllare la corsa e guidare il gruppo, ma il vantaggio in generale del capoclassifica è molto inferiore a quello che egli stesso si aspettava dopo la giornata di oggi e i segnali visti negli ultimi giorni non sono buoni.
Molte perplessità c’erano ad inizio Giro sulla tenuta di Evenepoel nella terza settimana, non sappiamo ancora come andrà, ma quello di cui si può essere certi è che sta crescendo la condizione degli avversari.
Sta crescendo la condizione di Roglic, che nella cronometro di apertura aveva perso oltre due secondi al chilometro mentre oggi ha accusato meno di mezzo secondo al chilometro. La prestazione dello sloveno è stata in crescendo nel senso che, al primo rilevamento cronometrico, il tempo di Roglic era piuttosto alto, intorno ai trenta secondi da Evenepoel ed intorno ai 20 da Geraint Thomas (Ineos Grenadiers). Il ritardo al traguardo è stato di 17 secondi dal vincitore il che significa che, nella seconda parte della frazione, Roglic ha non solo dimezzato lo svantaggio dal belga ma ha rosicchiato qualche secondo anche nei confronti di Thomas.
Ora rimane da capire se il capitano della Jumbo sia partito male e abbia poi trovato il suo ritmo, oppure se si sia trattato di una strategia per una migliore distribuzione dello sforzo quella di aumentare poco alla volta la velocità.
Del resto il cambio di ritmo proposto ieri da Roglic sulla salita dei Cappuccini ha testimoniato una condizione in crescendo per lo sloveno, che si è presentato al Giro con poche corse alle spalle e senza il ritmo gara che potrebbe aver trovato proprio in questa prima settimana corsa al coperto.
Evenepoel, invece, era sembrato quello della Costa dei Trabocchi sino al primo intermedio, quando aveva dato quasi un secondo al chilometro a Thomas, mentre nella parte centrale della prova il suo rendimento è calato parecchio. Il campione belga di specialità, intervistato nel dopo tappa, ha attribuito la colpa ad un eccessivo sforzo nella parte iniziale. Va detto che negli ultimi sei chilometri Evenepoel ha viaggiato sui ritmi di Thomas, il che significa ad ritmo leggermente inferiore rispetto a Roglic.
La pioggia può aver certamente condizionato il rendimento del belga, ma ha certamente fatto perdere la tappa a Geraint Thomas, apparso in difficoltà nelle curve più difficili. Più di una volta è stato inquadrato mentre le affrontava con traiettorie quadrate, quasi fermandosi. Visto il distacco inferiore al secondo, si può dire che 4 o 5 secondi nelle curve li ha persi tutti. Il britannico è stato, però, molto bravo nella distribuzione della sforzo, nel senso che – al contrario di Evenepoel e di Roglic, che hanno pagato il primo nel tratto intermedio, il secondo nel tratto iniziale lui ha mantenuto il ritmo costante per tutta la prova cosa che, in una tappa a cronometro, rappresenta un valore aggiunto. Certamente l’esperienza e le doti di fondo del capitano Ineos lo hanno favorito in questo senso.
La situazione della squadra Ineos è poi resa molto interessante dalla prestazione di un uomo come Tao Geoghan Hart, uno che sa come si vince un Giro. Il trionfatore della Corsa Rosa 2020 è uno che se la cava a cronometro, ma non è certo uno specialista della materia; tuttavia ha fermato i cronometri su un tempo più alto di soli 2 secondi rispetto ad Evenepoel, cosa che alla vigilia appariva impensabile.
Anche molti altri Ineos hanno disputato una buona prova e sono discretamente piazzati in classifica.
Ora la compagine britannica ha non solo due capitani che possono dare grattacapi con azioni combinate o a scacchiera, ma ha altre seconde linee, come Pavel Sivakov, alle quali non può essere concesso troppo spazio.
Geoghan Hart ha vinto il Tour of the Alps e si è presentato al Giro con un’ottima condizione, conquistando il quarto posto nella crono di apertura, quando ha staccato di quindici secondi Thomas. Sarebbe secondo in classifica se non fosse incappato in un buco nel gruppo nel finale seconda tappa. Ora il punto di domanda sta nel capire se riuscirà a mantenere questa condizione sino alle ultime decisive tappe
Thomas, invece, è arrivato al Giro in sordina, andando molto male al Tour of The Alps e accusando quasi un minuto da Evenepoel nella frazione d’apertura; ora la condizione del quasi trentasettenne gallese è enormemente cresciuta e, viste le sue doti di fondista, è lecito pensare che crescerà ancora per arrivare al top quando ci saranno i tapponi alpini da affrontare.
A questo punto Thomas diventa uno dei principali candidati alla vittoria finale.
Passando agli altri big, il capitano della Bora Aleksandr Vlasov se l’è cavata egregiamente, accusando solo 30 secondi di ritardo in una prova di 35 chilometri, quindi meno di un secondo al chilometro da primi. Invece ci si poteva aspettare qualcosa in più in casa UAE da Joao Almeida, che ha perso 35 secondi pur essendo uno specialista delle prove contro il tempo, con le quali deve sopperire a quel che gli manca in salita.
Ottima è stata la prova di Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), che aveva preventivato di perdere un paio di minuti e invece ha accusato un gap di soli 30 secondi e può sperare in una condizione in miglioramento e in doti di fondo che potranno aiutarlo sulle montagne. Male, invece, è andato il secondo capitano designato della Bahrain, il colombiano Santiago Buitrago, che ha accusato 2 minuti e quaranta secondi.
In chiave vicecapitani, è andata bene la Bora con Lennard Kämna a 51 secondi e la UAE con Jay Vine a 50 secondi.
Insomma dopo questa prova, che doveva causare un terremoto in classifica, l’unica vera novità (tra l’altro ampiamente prevista) è stato il cambiamento della maglia rosa che è ritornata sulla spalle del campione del mondo. I primi sei sono ora racchiusi un poco più di un minuto.
Dopo il giorno di riposo di domani si ripartirà martedì con una tappa in cui i velocisti dovranno cercare di resistere sulla salita del Passo delle Radici per andare a disputare lo sprint sul traguardo di Viareggio.
Inutile dire, però, che gli occhi degli appassionati siano puntati sulla tappa di venerdì che, insieme a quella con arrivo alla Tre Cime di Lavaredo, è la più dura del Giro. Non è ancora stata sciolta la riserva sulla possibilità di passare sulla Cima Coppi, prevista agli oltre 2400 metri del Colle del Gran San Bernard, ma sopratutto sulla durissima Croix de Coeur che precederà l’ascesa finale verso Crans Montana, dove non ci saranno problemi ad arrivare. Un eventuale taglio sarebbe una grande delusione per tutti gli appassionati. Non ci resta che sperare che tutte le tappe possano essere disputate sul tracciato previsto per godere di una battaglia che si annuncia emozionante ed incerta.

Benedetto Ciccarone

Sotto lacquazzone sfoca la stella di Evenepoel: vince la crono, riprende la rosa ma non stravince e non chiude il Giro (Getty Images)

Sotto l'acquazzone sfoca la stella di Evenepoel: vince la crono, riprende la rosa ma non stravince e non chiude il Giro (Getty Images)

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