TRE CIME PER SOGNAR, FANTASTICAR…

maggio 26, 2023
Categoria: News

Fa a spallate con il tappone del Bondone in quanto a durezza la frazione delle Tre Cime. Se la tappa trentina propone un dislivello maggiore, quella dolomitica controbatte con una lunga successione di salite, inizialmente pedalabili – Campolongo e Valparola – e via via più dotate in pendenze. I 10 Km al 9.3% del Giau e soprattutto la verticale finale delle Tre Cime (3.2 Km all’11.7%) faranno soffrire terribilmente tutti, dalla maglia rosa giù giù fino all’ultimo elemento della classifica generale. E se il capo del Giro fosse in fase calante, come capitò a Merckx nel 1974, potrebbe inscenarsi un clamoroso ribaltone.

Eccoci di fronte alla seconda giornata dolomitica, il tappone. E trattasi di un tappone con i fiocchi (si spera solo virtuali), forte di quasi 5400 metri di dislivello e di sette salite, tre delle quali porteranno ben oltre i 2000 metri di quota. C’è di che farsi venire l’acquolina alla bocca, ricordando le due imprese che più si rammentano sulle due principali ascese di giornata, l’affondo di Egan Bernal sul Giau al Giro del 2021 e soprattutto il ribaltone all’ultimo chilometro delle Tre Cime nel 1974, quando Eddy Merckx mise sul piatto tutto l’orgoglio che aveva in corpo in un momento nel quale le energie stavano declinando e riuscì a salvare per soli 12 secondi una maglia rosa che sotto la “flamme rouge” era ufficiosamente vestita dal giovane Gianbattista Baronchelli. Sarà grande impresa anche quest’anno? Lo scopriremo sul far della sera del 26 maggio, quando sotto lo striscione d’arrivo innalzato presso il Rifugio Auronzo sarà transitato l’ultimo dei “big” partiti 183 Km prima da Longarone. Non sarà subito salita, anzi non se ne troverà proprio nei primi 50 Km, che vedranno il gruppo salpare dalle soglie del Cadore in direzione di Belluno, dove si transiterà a 13 Km dal via sfiorandone il centro storico, dove è possibile ammirare monumenti come il duomo intitolato a San Martino e le vetuste porte Rugo e Dojona. Subito si tornerà a puntare in direzione delle montagne portandosi nella valle del torrente Cordevole, il corso d’acqua più lungo tra quelli presenti nel bellunese. Prendendo dolcemente quota il gruppo s’infilerà nella gola della Tagliata di San Martino, dove durante la Grande Guerra fu distrutto dall’esercito del Regno d’Italia un preesistente complesso di fortificazioni – si voleva impedire l’avanzata austriaca – che poi sarà ristrutturato da militari tedeschi in occasione del secondo conflitto mondiale. All’uscita dalla forra i corridori saranno sulle strade di Agordo, il principale centro della valle, dove presso i rustici di Villa Crotta – De Manzoni è possibile visitare un museo dedicato agli occhiali, voluto dall’imprenditore Leonardo Del Vecchio, fondatore della principale azienda mondiale del settore, Luxottica, che ha uno dei suoi quattro stabilimenti proprio ad Agordo. Una piccola balza altimetrica anticiperà il passaggio sulle rive del lago d’Alleghe, specchio lacustre che non avremmo incontrato se ci fossimo trovati da queste parti prima dell’11 gennaio del 1771, giorno della caduta di una grossa frana dal Monte Piz che causò una cinquantina di vittime e lo sbarramento del corso del Cordevole con la conseguente formazione di un invaso. Poco più avanti si giungerà a Caprile, piccola località che rappresenta un irresistibile richiamo per i “salitomani” perché da essa si dipartono, come le cinque dita di una mano, un ventaglio di salite più o meno celebri: da una parte si va verso la Marmolada, dall’altra verso i passi Falzarego e Giau mentre le due dita minori sono quelle delle ascese di Colle Santa Lucia e della cosiddetta “Digonera”. È quest’ultima che andranno ora ad affrontare i “girini”, composta da un primo tratto di 2 Km al 7.5% e da uno successivo di 3.6 Km al 7.2% con i quali si risaliranno le prime pendici del Col di Lana, montagna dolomitica il cui nome è rimasto scritto nei libri di storia per le vicissitudini della Prima Guerra Mondiale, quando gli alpini ne minarono la vetta per poi farla saltare, provocando la morte di 150 militari austroungarici, in parte sepolti nel Sacrario Militare di Pian di Salesei, sfiorato da uno dei tornanti della “Digonera”. Sarà il biglietto da visita della prima salita ufficiale, il vicino Passo di Campolongo (4 Km al 7%), il più basso e meno impegnativo dei quattro valichi (gli altri sono Pordoi, Sella e Gardena) che costituiscono il “Sellaronda”, il circuito del gruppo dolomitico del Sella, conosciuto non solo dagli appassionati di ciclismo, ma anche dagli amati dello scialpinismo. Il “circo bianco” da queste parti è di casa e a breve, dopo il passaggio da Corvara, si transiterà ai piedi della “Gran Risa”, una delle più celebri piste dell’Alto Adige, tenuta a battesimo dallo svedese Ingemar Stenmark il 15 dicembre del 1985, giorno nel quale vi si svolse per la prima volta una gara di slalom gigante inserita nel calendario della Coppa del Mondo di sci alpino. Il gruppo, nel frattempo, si preparerà a salire per la prima volta in alta quota perché è arrivato il momento del primo “over 2000” di giornata, il Passo di Valparola, che si raggiungerà risalendo la valle di San Cassiano affrontando pendenze non particolarmente indigeste: per arrivare sino ai circa 2200 metri del valico si deve, infatti, salire per 14 Km incontrando sotto le ruote una pendenza media del 5.7%. Subito sotto lo scollinamento si raggiungerà il più celebre Passo Falzarego, dove il tracciato della tappa confluirà su quello della “Grande strada delle Dolomiti”, uno dei più spettacolari itinerari stradali delle alpi, realizzato a tappe tra il 1895 e il 1909 per collegare Bolzano e Cortina, inizialmente concepito per scopi bellici. Sfiorando in discesa gli svettanti resti del castello di Andraz, citato per la prima volta dopo l’anno 1000 e originariamente proprietà dei vescovi di Bressanone, i “girini” torneranno a pedalare in direzione della valle del Cordevole fino a giungere a circa 5 Km dalla già visitata Caprile, dove cambieranno strada per andare a intraprendere l’ultima delle salite “secondarie” della tappa, quella del Belvedere di Colle Santa Lucia, 1900 metri al 7.3% che precedono di poco il primo “babau” di giornata. È il Passo Giau, valico che ha il solo difetto di non arrivare ai 10 Km di lunghezza per l’inezia di poche centinaia di metri, ma che ha il fuoco nelle pendenze, 9.3% la media, 14% la massima. Scollinato il valico, uno dei più panoramici dell’area dolomitica, ci si lancerà verso Cortina d’Ampezzo incrociando lunga la discesa il tracciato della Muraglia di Giau, costruita tra il primo luglio e il 30 settembre del 1753 dagli abitanti di San Vito di Cadore per segnare il confine con l’Ampezzano. Attraversata la celeberrima stazione di sport invernali, che fra tre anni accoglierà alcune delle gare dell’olimpiade invernale organizzata con Milano e altre località dell’Italia settentrionale, immediatamente si riprenderà a salire, stavolta avendo come meta il Passo Tre Croci, così chiamato in ricordo di una tragedia avvenuta lassù nell’inverno del 1789, quando una madre e i suoi figli morirono assiderati durante il viaggio da Auronzo verso Cortina, dove la donna sperava di trovare un’occupazione. Pur trattandosi di un’ascesa a sé stante, i suoi 8 Km al 7.2% possono essere considerati come la prima parte della salita finale verso le Tre Cime, a sua volta anticipata dall’ascesa di 1700 metri al 6% che termina presso le sponde del Lago di Misurina. Ufficialmente l’ascesa finale misura 7.2 Km, spezzati in due ripidi tratti da una breve discesa, lungo la quale si transita dalla barriera del pedaggio (la strada è di proprietà del comune di Auronzo di Cadore). Già il primo strappo è duro (1400 metri al 10.6%), ma è nella seconda parte che la salita mostra i denti con un’inclinazione media dell’11.7% negli ultimi 3200: la “fantastica trinità” ha pendenze aguzze così come le sue spettacolari cime!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Campolongo (1875 metri). Insellatura di pascoli aperta tra il gruppo del Sella e la catena Pralongià – Monte Cherz, è toccato dalla Strada Statale 244 “di Val Badia” tra Arabba e Corvara e costituisce il confine tra le Dolomiti occidentali e quelle orientali, mentre quello regionale non coincide con il valico, ma si trova circa un chilometro più a valle, sul versante altoatesino. È stato GPM al Giro d’Italia in 15 occasioni, la prima nel 1958 durante la tappa Levico Terme – Bolzano, vinta dall’indimenticato Ercole Baldini, quando transitò per primo il belga Jean Brankart. Lo spagnolo Rubén Plaza è stato, invece, l’ultimo ad aver iscritto il proprio nome nell’albo d’oro del Campolongo al Giro, transitandovi in testa durante la tappa Alpago – Corvara del 2007, vinta da Esteban Chaves.

Passo di Valparola (2192 metri). Aperto tra il Sasso di Stria e il Piccolo Lagazuoi e quotato 2196 sulle cartine del Giro 2023, è attraversato dalla Strada Provinciale 24 “del Passo di Valparola” tra San Cassiano e Cortina d’Ampezzo. È stato inserito sette volte nel percorso del Giro ma nello speciale albo d’oro del Valparola si contano solo 4 passaggi perché la prima volta, nel 1976, lo striscione del GPM fu anticipato al sottostante Falzarego mentre nel 1992 fu tolto all’ultimo momento dal tracciato a causa di una frana. A legare i loro nomi a questo valico sono così stati lo spagnolo Fernández Ovies nel 1977 (tappa Cortina d’Ampezzo – Pinzolo, vinta da Gianbattista Baronchelli), il francese Charly Mottet nel 1990 (tappa Dobbiaco – Passo Pordoi, vinta dal medesimo corridore), l’elvetico Fabian Wegmann nel 2004 (San Vendemiano – Falzes, vinta da Damiano Cunego), il pescarese Matteo Rabottini nel 2012 (Falzes – Cortina d’Ampezzo, vinta da Joaquim Rodríguez) e lo spagnolo Omar Fraile nel 2017 (tappa Moena – Ortisei, vinta da Tejay van Garderen).

Passo di Falzarego (2105 metri). Aperto tra il Piccolo Lagazuoi e il Nuvolau, è attraversato dall’ex Strada Statale 48 “delle Dolomiti” tra Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana. È il terzo valico dolomitico per numero di passaggi del Giro (senza contare le quattro volte nel quale fu “prolungato” verso il Valparola), con 18 traguardi GPM effettuati tra il 1940, quando fu conquistato da Bartali durante la storica Pieve di Cadore – Ortisei, vinta proprio dal corridore toscano, e il 2008 dell’affermazione di Emanuele Sella nella tappa vinta dallo scalatore veneto sul vicino Passo Fedaia. Si ricordano inoltre i tre passaggi in testa di Fausto Coppi nel triennio 1946-47-48 e quello di Merckx durante la Misurina – Bassano del Grappa del 1974.

Valico di Colle Santa Lucia (1435 metri). Coincide con l’abitato di Villagrande, sede del comune sparso di Colle Santa Lucia. Vi transita l’ex Strada Statale 638 “del Passo di Giau” tra località Rucavà e Selva di Cadore. È stato 4 volte sede di GPM, rispettivamente conquistati dallo spagnolo José Manuel Fuente nel 1973 (Andalo – Auronzo di Cadore, vinta da medesimo corridore), dall’ascolano Alberto Caiumi nel 1975 (Pordenone – Alleghe, vinta da Roger De Vlaeminck), dallo spagnolo Andrés Oliva nel 1976 (Longarone – Torri del Vaiolet, vinta da Andrés Gandarias) e dallo sloveno Jure Pavlič nel 1989 (Misurina – Corvara, vinta da Flavio Giupponi). Era previsto anche nel tracciato della tappa Trento – Marmolada del 1969, annullata per maltempo. In altre occasioni, come quest’anno, era previsto il semplice passaggio senza GPM.

Passo di Giau (2233 metri). Situato ai piedi dei monti Nuvolau e Averau, è valicato dall’ex Strada Statale 638 “del Passo di Giau” tra Selva di Cadore e Cortina d’Ampezzo. Quotato 2236 sulle cartine del Giro, è già stato affrontato nove volte, a partire dall’edizione del 1973, quando fu proposto nel tracciato della citata tappa Andalo – Auronzo di Cadore, vinta dallo spagnolo Fuente, primo anche al GPM. Gli italiani a transitar per primi sul Giau sono stati il pugliese Leonardo Piepoli nel 2007 (Trento – Tre Cime di Lavaredo, vinta dallo stesso corridore), Emanuele Sella nella tappa che vinse nel 2008 sulla Marmolada, Stefano Garzelli nel 2011 (Conegliano – Gardeccia / Val di Fassa, vittoria di Mikel Nieve) e il lucano Domenico Pozzovivo nel 2012, nel finale della tappa Falzes – Cortina d’Ampezzo, vinta da Joaquim Rodríguez. L’ultimo a conquistare questa cima, infine, è stato il colombiano Egan Bernal, che al Giro 2021 sul Giau ha staccato gli avversari per poi presentarsi in solitaria sul traguardo della tappa Sacile – Cortine d’Ampezzo. Il Giau era stato inserito anche nel percorso della Silandro – Tre Cime di Lavaredo del Giro 2013, ma la salita fu tagliata a causa della neve.

Passo Tre Croci (1805 metri). Magnifico punto panoramico frequentato per gli sport invernali, vi transita l’ex Strada Statale 48 “delle Dolomiti”, tra Cortina d’Ampezzo e il bivio per Misurina. Verrà affrontato quest’anno per la decima volta dal 1966, anno nel quale il Giro lo inserì nel tracciato della Moena – Belluno, vinta da Felice Gimondi dopo che il primo corridore a transitare in testa al Tre Croci era stato il pavese Ambrogio Portalupi. Altri italiani primi in vetta a questa salita sono stati il bresciano Michele Dancelli nel 1970 (Rocca Pietore – Dobbiaco, vinta da Franco Bitossi), il trevigiano Selvino Poloni nel 1971 (Lienz – Falcade, vinta da Gimondi), il suo conterraneo Claudio Bortolotto nel 1980 (Longarone – Cles, vinta da Giuseppe Saronni), Piepoli nella pocanzi citata tappa della Tre Cime del 2007 (vinta dal medesimo corridore) e l’abruzzese Giulio Ciccone, vincitore del GPM del Tre Croci in occasione del finora ultimo passaggio del Giro, durante la tappa Tolmezzo – Sappada disputata nell’edizione 2018, conquistata dal britannico Simon Yates.

Valico di Col Sant’Angelo (1757 metri). Detto anche “Passo di Misurina”, vi transita la Strada Provinciale 49 “di Misurina” tra Misurina e Carbonin. Quotato 1756 m sull’atlante stradale TCI, si trova nei pressi del bivio per la strada a pedaggio diretta alle Tre Cime. È stato affrontato come GPM una sola volta, durante la tappa Selva di Val Gardena – Vittorio Veneto del Giro del 1985: primo in vetta fu il portoghese Rafael Acevedo, mentre a tagliare per primo il traguardo fu in una volata a due fu Roberto Pagnin, successivamente retrocesso in seconda posizione per una scorrettezza ai danni di Emanuele Bombini, decretato vincitore dalla giuria.

Sella delle Croci (1866 metri). Chiamata anche “Sella d’Antorno” e “Sella di Rinbianco”, vi transita la strada diretta alle Tre Cime nel suo tratto iniziale, quello che precede il passaggio dal casello del pedaggio.

Forcella Longéres (2320 metri). Punto terminale della strada asfaltata delle Tre Cime, vi si trova il Rifugio Auronzo. La tappa terminerà al bivio sottostante il rifugio, a quota 2304 metri.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Le Tre Cime e l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2023 (www.veneto.info)

Le Tre Cime e l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2023 (www.veneto.info)

CIAK SI GIRO

Due dei valichi di questa tappa sono in passato stati “immortalati” dalle macchine da presa impegnate in riprese cinematografiche e, in ordine di apparizione lungo il percorso, cominciamo dal Passo di Valparola, dove nell’inverno tra il 2002 e il 2003 fu girata una spassosa scena dalla commedia “Oggi sposi… niente sesso!”, coproduzione tra Stati Uniti e Germania che ha avuto come set anche l’incantevole Venezia (anche se non lo sarà proprio la cadente pensione nella quale alloggeranno i due neosposini protagonisti della pellicola in occasione del viaggio di nozze). La piramide del Monte Nuvolau, che domina il Passo Giau, ha invece fatto da spettacolare quinta a una delle scene dell’inseguimento al furgone postale in “Fantozzi in Paradiso”, ottavo capitolo della saga ideata da Paolo Villaggio che, fatto poco noto, in gioventù si era appassionato all’alpinismo con il fratello gemello Piero e aveva scalato più volte le pareti dolomitiche dei dintorni di Cortina, luoghi che molti anni dopo sceglierà per le riprese delle scene della vacanza “romantica” progettata dalla moglie del celebre ragioniere, che aveva scoperto che il marito aveva una sola settimana di vita, da trascorrere con l’amata signorina Silvani.

In collaborazione con www.davinotti.com

I pendii innevati del Passo di Valparola visti nel film “Oggi sposi... niente sesso!” (www.davinotti.com)

I pendii innevati del Passo di Valparola visti nel film “Oggi sposi... niente sesso!” (www.davinotti.com)

Sul Passo di Giau si gira una divertente scena di “Fantozzi in paradiso”, nella quale lo sfortunato ragioniere si “imbotta” per lanciarsi all’inseguimento della lettera scritta alla moglie Pina (www.davinotti.com)

Sul Passo di Giau si gira una divertente scena di “Fantozzi in paradiso”, nella quale lo sfortunato ragioniere si “imbotta” per lanciarsi all’inseguimento della lettera scritta alla moglie Pina (www.davinotti.com)

Le altre location dei due film citati


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/oggi-sposi-niente-sesso/50007345


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/fantozzi-in-paradiso/50003248

FOTOGALLERY

Belluno, duomo di San Martino

Agordo, Villa Crotta – De Manzoni

Lago di Alleghe

Sacrario militare di Pian di Salesei

La Villa, La celebre pista da sci della Gran Risa in veste estiva

Castello di Andraz

https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/11/2a/42/ba/vista-prospettica-sulla.jpg

Muraglia di Giau (Tripadvisor)

Cortina d’Ampezzo, basilica dei Santi Filippo e Giacomo

Lago di Misurina

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