APRILE, C’È GIÀ ARIA DI GIRO

marzo 31, 2023
Categoria: Approfondimenti

Aprile è il mese delle classiche del nord ma c’è chi già pensa al Giro. E fa bene perché la Corsa Rosa scatterà il 6 maggio e bisogna mettere a punto le cilindrate in vista della “festa di maggio”, come il giornalista milanese Orio Vergani definì quella che oggi gli organizzatori hanno ribattezzato “La corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo”. Per arrivarci con i motori rodati a puntino bisognerà inevitabilmente andare a fare il “tagliando” in una delle corse a tappe che punteggiano il mese di aprile e in questo i corridori avranno l’imbarazzo della scelta: Giro dei Paesi Baschi o Giro di Sicilia?  Tour of the Alps o Giro di Romandia?

Lo spettacolo offerto qualche giorno fa da Primoz Roglic e Remco Evenepoel al Giro di Catalogna fa già venir la voglia d’esser teletrasportati al 6 maggio, quando la Corsa Rosa scatterà dall’Abruzzo e i due corridori saranno le principali “stelle” al via. In attesa del Giro d’Italia gli appassionati non rimarranno a bocca asciutta perché il mese d’aprile non è soltanto quello delle grandi classiche del nord – Fiandre e Roubaix, Freccia, Amstel e Liegi – ma prevede anche lo svolgimento di una serie di brevi corse a tappe nelle quali l’aroma del Giro si respira dietro ogni curva. Per gli sfidanti dei due assi è, infatti, arrivato il momento di mettere a punto i motori, come avviene ogni anno prima di una grande corsa a tappe. Così, se chi punta al Tour prima va a fare il “tagliando” al Delfinato o al Giro di Svizzera, chi intende far bella figura al Giro ha l’imbarazzo della scelta grazie alle quattro corse a tappe che si succedono nel corso del mese, una in meno rispetto alle ultime stagioni a causa dello slittamento dalla primavera all’autunno del Giro di Turchia a causa del tremendo terremoto che recentemente ha colpito lo stato asiatico.

Tra il 3 e l’8 aprile saranno ancora le strade spagnole a far da palcoscenico alle grandi manovre in vista della Corsa Rosa con la 62a edizione del Giro dei Paesi Baschi, che quest’anno presenterà un paio di novità nel percorso per l’assenza della tappa a cronometro e dell’arrivo in salita al Santuario di Arrate, presenza fisse nella corsa iberica rispettivamente dal 1970 e dal 2009. Si comincerà con la meno impegnativa tra le cinque tappe in programma, 165 Km per andare da Vitoria-Gasteiz a Labastida con tanti saliscendi negli ultimi 65 Km che non dovrebbero impedire l’arrivo in volata, anche se strada facendo il gruppo dovrebbe sfilacciarsi e parecchi sprinter rimanere esclusi dai giochi per la vittoria. Anche la successiva Viana – Leitza potrebbe proporre un arrivo di gruppo, stavolta con un plotone ancora più ridotto nei ranghi per la presenza negli ultimi 15 Km della salita di Arkiskil, lunga ma dolcissima nelle pendenze, mentre nei tratti precedenti s’incontreranno altre quattro ascese, la più difficile delle quali è quella di Saldias (2.3 Km all’8.9% con un muro iniziale di 1000 metri al 12.7%), da affrontare a 46 Km dall’arrivo. I corridori che ambiranno a “usurpare” al colombiano Daniel Felipe Martínez il titolo di vincitore uscente della corsa cominceranno a sgomitare il giorno dopo nel finale della tappa che da Errenteria condurrà ad Amasa-Villabona, i cui ultimi 16 Km saranno movimentati da quattro brevi muri da affrontare in serie: il primo è quello di Azibar (1500 metri al 9.7%), immediatamente seguito da quelli del cimitero di Zizurkil (un chilometro al 10%) e di Aduna (700 metri all’8.8%, valido come traguardo volante), mentre il più impegnativo sarà quello che condurrà al traguardo, 1.1 Km al 9.4% con i quattrocento metri conclusivi caratterizzati da una vertiginosa pendenza massima del 26%. Interamente in circuito si svolgeranno le rimanenti frazioni, con la terzultima che si disputerà a Santurtzi e avrà il suo momento clou a 22 Km dall’arrivo, quando i corridori si troveranno ai piedi della cosiddetta Asturiana, salita di 7.5 Km al 6.3% che presenta le pendenze più croccanti nei primi 4 Km (media dell’8.8%). L’indomani la carovana si sposterà ad Amorebieta, cittadina che a luglio ospiterà la partenza della terza tappa del Tour de France e attorno alla quale è stato disegnato un tracciato clone di quello della frazione di Amasa-Villabona, con un’altra piccola serie di muri inseriti a ridosso del traguardo, resi ancora più selettivi dalla ristrettezze delle carreggiate. L’ultima sarà la tappa regina della corsa e, pur non proponendo l’arrivo in vetta, ruoterà ancora attorno alla tradizionale salita diretta al santuario della Virgen de Arrate, che sarà affrontata dall’impegnativo versante detto Krabelin, 5 Km al 9.5% che costituiranno una delle sei ascese della frazione di Eibar, 138 Km privi di tratti nei quali tirare il fiato e che presenteranno anche la non meno dura ascesa di Izua (4 Km al 9.1%).

La settimana successiva si correrà la prima delle due corse a tappe italiane del mese, il Giro di Sicilia (11-14 aprile), che anche quest’anno presenterà l’Etna come giudice di una corsa che scatterà da Marsala con una prima tappa diretta ad Agrigento. Il traguardo nella città della Valle dei Templi sarà posto al termine di una salita di 3.7 Km al 5.3%, la stessa che fu affrontata nel finale della seconda tappa del Giro del 2020, vinta da Diego Ulissi, che regolò in volata il tre volte campione del mondo Peter Sagan e il danese Mikkel Frølich Honoré mentre quel che rimaneva del gruppo selezionato dalla salita, poco più di 50 corridori, piombò sulla linea d’arrivo con 5 secondi di ritardo. Volata certa il giorno dopo al termine della Canicattì – Vittoria, la più semplice tra le quattro frazioni in programma, mentre più complicato sarà per gli sprinter resistere nel finale della Enna – Termini Imerese che, dopo l’attraversamento della catena delle Madonie – che si concluderà a un’ottantina di chilometri dall’arrivo – e un lungo tratto pianeggiante in riva al Tirreno, terminerà in vetta a una salita di 1200 metri al 6.3% nel corso della quale una serie di cinque tornanti causerà altrettanti e inevitabili rallentamenti. Come al Giro dei Paesi Baschi, anche al Giro di Sicilia si disputerà per ultima la tappa regina, quella dell’ascesa all’Etna, che sarà affrontata dal versante di Linguaglossa (la cosiddetta “Mareneve”, quasi 18 Km al 6.1%) nel corso della Barcellona Pozzo di Gotto – Giarre, frazione che proporrà nel tracciato anche le salite di Floresta e di Scorciavacca (10.1 Km al 6.4%), quest’ultima palcoscenico il primo ottobre del 2021 dell’ultima impresa vincente della carriera di Vincenzo Nibali-

Dall’Appennino Siculo le attenzioni degli appassionati si sposteranno quindi alla catena alpina per l’edizione 2023 del Tour of the Alps (17-21 aprile), la corsa che fino a qualche stagione fa si chiamava Giro del Trentino e che ha cambiato nome da quando è stata coinvolta nell’organizzazione anche l’Austria. Sarà quest’ultima a ospitare la tappa d’apertura, subito impegnativa (come nelle più recenti edizioni non ci saranno tappe destinate ai velocisti) perché dopo la partenza da Rattenberg prevede l’arrivo in salita ad Alpbach, percorsa un’ascesa finale di 6.2 Km al 4.8% (ultimi 1000 metri al 9%) che sarà preceduta di una decina di chilometri da quella più ripida della Kerschbaumer Sattel (5 Km al 10%). La seconda e la terza frazione saranno quelle più difficili e la prima di questa scatterà da Reith im Alpbachtal per entrare in Italia dal Brennero e affrontare nel finale la lunga salita verso l’Altopiano del Renon, suddivisa da due brevi discese in tre distinti tratti, con i primi 4.5 Km al 7.8%, i 6 Km centrali al 7.1% e gli ultimi 1400 metri al 3.4% per andare al traguardo, previsto sulla pista di pattinaggio su ghiaccio della Ritten Arena. Un altro arrivo in quota, ben più difficile, è previsto il giorno successivo quando si ripartirà dalla zona del Renon alla volta di Brentonico, dove l’arrivo sarà giudicato ai 1315 metri del Passo di San Valentino, affrontato dallo stesso versante (15.2 Km al 7.2%) che due anni fa fu inserito al Giro d’Italia nel finale del tappone della Sega di Ala, quello dell’inattesa crisi in salita della maglia rosa Egan Bernal. Le Dolomiti faranno da scenario alle fasi conclusive della successiva Rovereto – Predazzo, tappa che prevede subito dopo la partenza la salita più difficile di giornata (Passo del Sommo, 16 Km al 7.3%) mentre decisamente meno impegnative saranno le successive ascese al Lago di Santa Colomba (7.2 Km al 6.8%), a una sessantina di chilometri dal via, e al Passo di Pramadiccio (9.6 Km al 6.3%), da scalare a 16 Km dal traguardo. Si tornerà, infine, in Alto Adige per la conclusiva tappa che da Cavalese condurrà a Brunico, niente affatto una classica passerella di fine corse perché a 22 Km dall’arrivo si dovrà salire fino a Riomolino affronta una salita di 6 Km che presenta una pendenza media del 11%.

L’ultimo pit-stop prima della Corsa Rosa sarà il Giro di Romandia (25-30 aprile), corsa che i futuri “girini” spesso preferisco evitare perché si conclude troppo a ridosso della partenza del Giro e si corre il rischio di presentarsi al via troppo affaticati. Quest’anno, però, al Giro è stato aumentato il numero dei chilometri da percorrere contro il tempo e la corsa elvetica sarà l’unica tra quelle del mese di aprile a proporne nel tracciato (sono previste ben due cronometro in una corsa di soli sei giorni) e questo potrebbe invogliare la presenza di corridori che poi ritroveremo sulle strade italiane (e, se non cambierà programma, tra i big al via del Romandia dovrebbe esserci Damiano Caruso). Si comincerà con la prima delle due cronometro, un prologo lungo poco più di 7 Km da percorrersi sulle pianeggianti strade di Port-Valais. Da Crissier scatterà la successiva tappa diretta a Le Sentier, la prima delle due favorevoli ai velocisti per la totale assenza di difficoltà negli ultimi 60 Km. Il mattino successivo la carovana del Romandia traslocherà in Francia per il via della terza tappa da Morteau, lasciata la quale si rientrerà in Svizzera per arrivare a La-Chaux-de-Fonds dopo un percorso di media montagna tracciato sulle strade del massiccio del Giura che prevede due colli di terza categoria e altrettanti di seconda. È a questo punto che si disputerà la seconda cronometro, nella quale si affronterà un percorso non proprio da specialisti, un circuito di 19 Km disegnato attorno a Châtel-Saint-Denis che prevede una salita di 6 Km al 5% a cavallo del tratto centrale. Chi punta al successo finale dovrà, però, stare attento a non sprecarci troppe energie perché 24 ore più tardi si correrà il tappone dell’edizione 2023, 161 Km per andare da Sion alla stazione di sport invernali di Thyon 2000, alla quale si giungerà dopo aver percorso un’ascesa finale di 20.7 Km al 7.7% che non costituirà l’unica difficoltà di giornata perché in precedenza si affronteranno anche le salite di Anzère (15 Km al 7%) e Suen (15 Km al 6.2%). La conclusione sarà affidata alla Vufflens-la-Ville – Ginevra, tappa che dovrebbe terminare allo sprint ma che non sarà una passeggiata per i velocisti, i quali al traguardo avranno nelle gambe due precedenti salite e una ripida rampa inserita nel tracciato a una quindicina di chilometri dall’arrivo.

E poi sarà ancora Giro d’Italia, per la 106a volta…..

Mauro Facoltosi

Laltopiano del Renon, sede darrivo della seconda tappa del Tour of the Alps (www.montagnadiviaggi.it)

L'altopiano del Renon, sede d'arrivo della seconda tappa del Tour of the Alps (www.montagnadiviaggi.it)

I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Giro dei Paesi Baschi

https://itzulia.eus

Giro di Sicilia

https://ilgirodisicilia.it

Tour of the Alps

www.tourofthealps.eu/it

Giro di Romandia

www.tourderomandie.ch

Giro d’Italia

www.giroditalia.it

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