MARZO, SPIRA LA BREZZA SANREMINA

marzo 1, 2023
Categoria: Approfondimenti

Arriva la Milano-Sanremo, che quest’anno proporrà la novità della partenza da Abbiategrasso. In attesa dell’appuntamento con la Classicissima si scalderanno i motori tra Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico, mentre a inizio mese il calendario italiano sarà come al solito inaugurato dal Trofeo Laigueglia. Alla fine del mese, infine, si riprenderà il discorso con le grandi classiche del nord.

La Milano-Sanremo è già nell’aria. Il 18 marzo si celebrerà l’immancabile rito primaverile della “classicissima”, quest’anno con una piccola novità che ha già fatto sprecare fiumi di parole a giornalisti e appassionati anche se non sarà per nulla impattante sull’evoluzione di una corsa che, per la prima volta nella storia, non prenderà il via dal capoluogo lombardo ma da Abbiategrasso. E come tutti i riti che si rispettino ci sarà una sorta di “novena” di preparazione perché una settimana prima si concluderanno le due corse a tappe che fino a qualche decennio fa erano viste come mere gare preparatorie alla Sanremo e  che negli ultimi tempi sono diventate appuntamenti ambiti anche dagli uomini che puntato a far bene nei Grandi Giri. Il merito è stato degli organizzatori della Tirreno-Adriatico che, complici anche climi meno rigidi di quelli tipici della Parigi-Nizza, sono riusciti a proporre starting list migliori rispetto alla corsa francese facendo della “Corsa dei Due Mari” una sorta di Giro d’Italia in miniatura, concentrando in sette giorni tappe per velocisti, di collina, di montagna e a cronometro. Per lungo tempo la “Course au soleil” si è vista costretta a inseguire e pare che il raggiungimento della lepre italiana si concretizzerà nel 2023, perché i transalpini sono riusciti a proporre un campo partenti decisamente migliore, che in particolare vedrà al via i due principali protagonisti dell’ultimo Tour de France, il danese Jonas Vingegaard e lo sloveno Tadej Pogačar, mentre alla “Tirreno” ci si dovrà accontentare dello spagnolo Enric Mas, del russo Alexandr Vlasov del vincitore del Giro d’Italia 2022 Jay Hindley e di due corridori da “urlo” – anche se difficilmente potranno ambire alla vittoria finale – come il belga Wout van Aert e l’olandese Mathieu van der Poel. Per ottenere questo risultato e accaparrarsi al via i migliori nomi – avrebbe dovuto esserci anche il vincitore del Tour 2019, il colombiano Egan Bernal, costretto a rimanere a casa per problemi al ginocchio che si trascinano da qualche tempo – i francesi hanno imitato il modello italiano raddoppiando l’offerta in montagna con un secondo arrivo in salita oltre a quello tradizionale del penultimo giorno, introducendo una tappa sui muri che strizzerà l’occhio a quelle disegnate sulle colline marchigiane e tornando a proporre nel tracciato una cronometro a squadre, che alla Tirreno era stata “depennata” lo scorso anno mentre alla “Corsa al sole” non veniva disputata dal 1993. L’81a edizione della Parigi-Nizza scatterà domenica 5 marzo da La Verrière, piccolo comune dell’Île-de-France situato a una trentina di chilometri da Parigi, attorno al quale si disputerà la frazione d’apertura, una tappa in circuito di 169 Km che dovrebbe terminare con una volata a ranghi non compattissimi per la presenza di due brevi salite negli ultimi 20 Km, il muro di Milon-la-Chapelle (mezzo chilometro al 12%) e la cosiddetta “salita dei 17 tornanti”, 1.5 Km al 4.7% in realtà privi di “tourniquets” in vetta ai quali si scollinerà quando mancheranno 6 km al traguardo. La seconda tappa sarà quella altimetricamente più semplice perché per andare da Bazainville al celebre castello di Fontainebleau si dovranno percorrere 164 Km quasi del tutto pianeggianti, anche se questa sarà una delle frazioni che potrebbe risultare più insidiosa a causa del vento, che a inizio marzo spesso spazza con ardore le terre che saranno attraversate, campi di battaglia dove in passato diversi corridori sono stati costretti a rinunciare ai progetti di vittoria dopo aver perso parecchi minuti nei famigerati “ventagli”, oppure buscandosi quei tipici malanni stagionali che hanno fatto meritare alla Parigi-Nizza il poco lusinghiero soprannome di “corsa delle bronchiti”. Sarà al terzo giorno che la corsa si accenderà con la cronometro a squadre, che vedrà le 22 formazioni in gara sfidarsi sul filante circuito di Dampierre-en-Burly, 33 Km pure privi di ostacoli naturali al termine dei quali i tempi di gara non saranno presi sul quinto corridore di ogni squadra, come avveniva normalmente in questa competizione, ma sul primo a tagliare il traguardo. La prova contro il tempo collettivA sarà immediatamente controbilancia dal primo arrivo in salita perché l’indomani si correrà la tappa che da Saint-Amand-Montrond, nel centro geografico della Francia, condurrà in 165 Km a La Loge des Gardes, piccola stazione di sport invernali del Massiccio Centrale dove la linea del traguardo sarà tracciata a 1077 metri di quota, percorsa una salita di 6.7 Km al 7.1% che metterà in fila i pretendenti al successo finale non solo per le sue pendenze ma anche per la carreggiata non larghissima. Pur non essendo disegnata sul velluto – lungo i 212 Km della Saint-Symphorien-sur-Coise – Saint-Paul-Trois-Châteaux saranno previsti due colli di 2a categoria e altrettanti di terza, l’ultimo a 31 Km dall’arrivo – saranno i velocisti i protagonisti della quinta tappa, alla quale seguirà la frazione dei muri. La Tourves – La Colle-sur-Loup (197.5 Km) sarà, però, un clone non particolarmente riuscito delle infernali tappacce di collina che ogni anno vengono inserite nel tracciato della “Tirreno”, con cinque piccoli muri “sbriciolati” negli ultimi 140 Km e l’unico veramente impegnativo – 1800 metri al 10% con un picco al 19% – da scavalcare quando mancheranno quasi 30 Km al traguardo. Il penultimo giorno di gara è tradizionalmente riservato alla tappa d’alta montagna e sarà così anche stavolta, quando si partirà da Nizza alla volta del Col de la Couillole, i cui 1678 metri ne fanno l’arrivo in salita più alto della storia della corsa transalpina, già proposto in questa gara nel 2017 quando, percorsi i 16 Km conclusivi al 7%, lassù s’impose l’australiano Riche Porte. In teoria dovrebbe essere la tappa decisiva, ma negli ultimi anni la frazione conclusiva di Nizza è spesso riuscita a far “scricchiolare” il leader di turno e, in un caso, a far cambiare faccia alla maglia gialla proprio all’ultimo giorno (è successo nel 2018 con l’avvicendamento tra il britannico Simon Yates e lo spagnolo Marc Soler) e anche per questo motivo gli organizzatori hanno stabilito di proporre il medesimo tracciato dell’anno scorso, quando rischiò grosso lo sloveno Primož Roglič: si dovranno così percorrere 117 Km infarciti di salite a quote collinari sulle quali spiccano i 6.6 Km al 6.9% della Côte de Peille e i 6 Km al 7.6% del Col d’Èze, l’ascesa simbolo della Parigi-Nizza che proporrà nella prima parte un ultimo muro di 1000 metri al 12.2%.

In perfetto parallelo, come avvenuto per la prima volta lo scorso anno, si svolgerà l’antagonista Tirreno-Adriatico, la cui 58a edizione prenderà le mosse il 6 marzo da Lido di Camaiore, che ospita la partenza assoluta ininterrottamente dal 2015. L’atto d’apertura sarà una velocissima tappa a cronometro disegnata sul litorale della Versilia, 11 Km e mezzo quasi del tutto privi di curve, con l’unica esclusione di un’inversione a U a 5 Km dalla partenza. Dalla vicina Camaiore partirà la prima tappa in linea, la cui meta sarà fissata dopo 210 Km a Follonica, dove il traguardo sarà preceduto di 10 Km dallo scollinamento dello strappo dell’Impostino, 1300 metri al 6% che si prenderanno di petto due volte e che non dovrebbero costituire un grosso impiccio per i velocisti, che su questo stesso finale sono arrivati a giocarsi la vittoria alla Tirreno del 2020, quando a Follonica s’impose il tedesco Pascal Ackermann. Una seconda occasione per i velocisti sarà offerta il giorno successivo dalla Follonica – Foligno (216 Km) che, tranne qualche modesto saliscendi, non proporrà alcuna difficoltà altimetrica negli ultimi 85 Km, mentre non avrà segreti per molti corridori il finale di gara perché la cittadina umbra nell’ultimo decennio ha accolto due arrivi della Tirreno e ben tre del Giro d’Italia. Si attraverserà da parte a parte la catena appenninica con la Greccio – Tortoreto, tappa di 218 Km (sarà la giornata più lunga) disegnata sulla falsariga di quella di Bellante dell’edizione 2022, vinta da Pogačar: come in quella frazione dovrà essere ripetuta per tre volte la salita di 3 Km al 7% che si concluderà sotto lo striscione del traguardo, percorsi altrettanti giri di un circuito finale di 17 Km il cui ingresso sarà preceduto da un breve ma ripidissimo muro di circa 1 Km (pendenza massima del 19%). Rispetto allo scorso anno è stata anticipata di 24 ore lo svolgimento dell’immancabile tappa di montagna, che dopo il via da Morro d’Oro proporrà 168 Km di continui saliscendi prima di arrivare ai piedi della salita diretta alla stazione di sport invernali di Sassotetto, in passato già sede d’arrivo della tappa “regina” della Tirreno in due occasioni. Stavolta l’ascesa finale sarà più impegnativa perché s’è deciso di spostare più in quota la linea del traguardo, “traslocandola” dai 1335 metri della località Fonte Lardina – dove nel 2018 e nel 2020 si era rispettivamente imposti lo spagnolo Mikel Landa e il britannico Simon Yates – ai 1465 metri del Valico di Santa Maria Maddalena, allungando la salita di quasi 2.5 Km e portandola a complessivi 13.1 Km, caratterizzati da una pendenza media del 7.4%. Bisognerà attendere il penultimo giorno di gara per assistere al tradizionale appuntamento con i muri, quest’anno “confezionato” in quel di Osimo, nel cui centro storico si concluderà una frazione di 193 Km che avrà il suo momento clou nel muro di Costa del Borgo, 1400 metri in pavé al 13% e un picco al 22% che saranno immediatamente seguiti dall’ascesa che condurrà al traguardo, apparentemente più agevole (1.7 Km al 5.7%) ma che cela al suo interno una “parete” di alcune centinaia di metri al 16%. Dopo la cancellazione dai “palinsesti” della cronometro conclusiva, che era stata ripristinata nel 2011, dallo scorso anno l’ultima tappa è tornata a essere una classica passerella a uso e consumo dei velocisti, 154 Km disegnati nella prima parte sulle colline dell’entroterra di San Benedetto del Tronto per poi approdare sul pianeggiante circuito finale di 14.5 Km, che dovrà essere inanellato cinque volte.

Il 18 sarà quindi la data della Milano-Sanremo che, come anticipato, scatterà da Abbiategrasso ma non presenterà stravolgimenti al tracciato storico, sul quale si confluirà sul percorso tradizionale a 30 Km dalla partenza, all’altezza di Pavia. I rimanenti chilometri dei 294 complessivi (uno in più rispetto al percorso classico) saranno fedeli alla tradizione, con il Passo del Turchino da scavalcare prima di scendere in riva al Mar Ligure e il solito finale che prevede i tre storici capi prima di Imperia, seguiti dalle immancabili ascese di Cipressa e Poggio. Confermato, infine, l’arrivo in Via Roma.

La classicissima non sarà, però, la prima corsa in linea del calendario italiano, inaugurato il primo marzo dal Trofeo Laigueglia, che si correrà sul tracciato divenuto abituale negli ultimi anni, con le storiche salite del Testico e della Cima Paravenna relegate in angolo e il focus della corsa concentrato sulla breve ma ripida ascesa di Colla Micheri, i cui 2 Km all’8.2% dovranno essere ripetuti quattro volte negli ultimi 42 Km.

Tre giorni più tardi, a 48 ore dalla partenza dalla Tirreno-Adriatico da Lido di Camaiore, molti dei corridori impegnati nella “Corsa dei due mari” saranno già in Toscana per disputare la Strade Bianche, la spettacolare corsa disegnata sugli sterrati del senese giunta alla sua 17a edizione e il cui itinerario sarà il medesimo del 2022, 184 Km dei quali 63 da pedalare lontano dall’asfalto.

Terza classica italiana del mese, l’ultima prima della Sanremo, sarà la decana delle nostre corse (la prima edizione risale al 1876), quella Milano-Torino che dallo scorso anno è ritornata nella sua collocazione primaverile di un tempo per coprire parzialmente il buco lasciato in calendario dallo slittamento indietro di tre giorni della Tirreno. Anche in previsione della Classicissima, corsa che molti sprinter hanno inserito tra i loro obiettivi, s’è deciso d’escludere dal percorso ogni salita e di far svolgere la gara su di un terreno pianeggiante, che vedrà i corridori percorrere 192 Km tra il raduno di partenza di Rho e il traguardo di Orbassano, alle porte del capoluogo piemontese.

Ancora non si conosco i dettagli del tracciato della terza edizione della Per Sempre Alfredo, la corsa dedicata all’indimenticato commissario tecnico della nazionale azzurra Alfredo Martini che si correrà il giorno successivo alla Sanremo.  E sempre in terra di Toscana il 26 marzo si correrà un altro appuntamento tradizionale del nostro calendario, il GP Industria & Artigianato, un altro rito che sarà stravolto per la scelta di rinunciare alla storica salita di San Baronto, “decapitata” percorrendone solo il primo tratto fino al muro di Fornello, 900 metri al 12.4% che si dovrannno ripetere quattro volte, l’ultima a 14 Km dal traguardo di Larciano.

Tornato alle corse del calendario “World Tour”, l’ultima corsa a tappe del mese dopo Tirreno e Nizza sarà il Giro della Catalogna, la cui 102a edizione rappresenterà un succulento bocconcino per gli scalatori in virtù dei tre arrivi in salita, uno in più rispetto all’anno scorso, che non saranno controbilanciati dalla presenza di chilometri da percorrere a cronometro. Il via della corsa spagnola sarà dato il 20 marzo da Sant Feliu de Guíxols, la stessa località che nel 2022 ospitò partenza e arrivo della prima tappa, terminata con la vittoria di Michael Matthews e il grande spavento che ci fece prendere Sonny Colbrelli, collassato subito dopo aver terminato la volata al secondo posto: identici saranno gli ultimi 35 Km, con il traguardo collocato in vetta a uno strappo di 400 metri al 6.5% e la salita dell’Alt de Romanya (4.6 Km al 5.5%) da superare a 25 Km dal traguardo. Il secondo giorno si partirà da Mataró in direzione dei Pirenei, dove la stazione di sport invernali di Vallter ospiterà il primo arrivo in salita, con la linea d’arrivo tracciata a 2135 metri di quota, affrontata un’ascesa di 15 Km al 6.7% (sempre che la neve non ci metta lo zampino costringendo l’organizzazione ad anticipare l’arrivo ai piedi della salita, come avvenuto nel 2018). Si replicherà l’indomani con l’arrivo in un’altra località sciistica, La Molina, presenza fissa della corsa catalana fin dal 2014 (con la sola eccezione dell’edizione 2021), che i corridori raggiungeranno partendo da Olost dopo aver percorso un’ascesa finale meno impegnativa rispetto a quella del giorno precedente (12.2 Km al 4.4%, con i primi 8.4 Km al 6.5%) e che sarà anticipata dallo scollinamento ai quasi 2000 metri del Coll de la Creueta (19 Km al 4.9%). La salita della Molina sarà, pur se da un altro e ancora più pedalabile versante, sul percorso anche il giorno successivo, inserita subito dopo la partenza della tappa che prenderà le mosse dall’exclave in terra francese di Llívia per far di nuovo rotta in direzione delle coste del Mediterraneo, fermandosi a Sabadell per quello che sarà il secondo traguardo alla portata dei velocisti. Per i corridori che puntano alla classifica costituirà un’occasione per tirare il fiato alla vigilia della tappa di Tortosa, la terza e ultima a proporre l’arrivo in salita, fissato presso il Mirador del Portell, affrontata una pendenza media del 9% circa negli ultimi 8.4 Km. Se le difficoltà finora affrontate non avranno causato grandissimi distacchi e i giochi per la classifica fossero ancora aperti, anche le ultime due tappe – pur non essendo classificabili di montagna – potrebbero esser sfruttate per buttare all’aria le carte e sotto quest’aspetto la più interessante sembra la penultima frazione, che partirà da Martorell e ha in serbo a 14 Km dal traguardo di Molins de Rei la breve ma “dotata” salita dell’Alt de Fontpineda, 2.2 Km all’8.3% che celano al loro interno un muro di mezzo chilometro al 14.3% di pendenza media. Eventuali estremi tentativi potrebbero, infine, essere messi in scena nella conclusiva tappa di Barcellona, che avrà il suo pezzo forte nella tradizionale salita al castello del Montjuic, che pure presenta un piccolo muro (circa mezzo chilometro al 10.7%) e che dovrà essere ripetuta sei volte nel circuito finale, sulle cui strade di svolsero anche due edizioni dei campionati del mondo, vinte da Felice Gimondi nel 1973 e dal belga Claude Criquielion nel 1984.

Nelle stesse date (21-25 marzo) si correrà sulle strade dell’Emilia-Romagna la 23a edizione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, della quale ancora non si conoscono i tracciati, anche se sono già state annunciate le sedi di tappa e come nel 2022 sarà Riccione a ospitare partenza e arrivo della prima frazione e anche il via della seconda, che si concluderà a Longiano, probabilmente affrontando a poche centinaia di metri dal traguardo il muro del Belvedere (900 metri al 10%), come nella tappa vinta lo scorso anno dal britannico Ethan Hayter, mentre l’irlandese Eddie Dunbar andava a conquistare quella maglia di leader che porterà fino all’ultimo giorno di gara. Le rimanenti tre frazioni si svolgeranno in circuito e per prima si disputerà quella di Forlì, ma su un percorso collinare rinnovato rispetto a quello proposto negli anni scorsi nei dintorni della cittadina romagnola. Probabilmente un percorso molto simile proporrà il giorno successivo la tappa di Fiorano Modenese, mentre quella conclusiva di Carpi sarà una cronometro individuale totalmente pianeggiante.

Calato il sipario sulla Sanremo e sulle principali corse a tappe marzoline i riflettori torneranno ad accendersi sulle classiche del nord, la cui stagione – dopo le prime gare disputate alla fine di febbraio – ripartirà il 15 marzo con la Danilith Nokere Koerse, che dovrebbe presentare un percorso favorevole ai velocisti (l’anno scorso vinse Tim Merlier), mentre due giorni più tardi si correrà la Bredene Koksijde Classic, la corsa che fino al 2018 si chiamava Handzame Classic e che pure rappresenta un attraente richiamo per gli sprinter. Si sale di livello – dalla categoria ProSeries al World Tour – con la Classic Brugge-De Panne del 22 marzo, la corsa in linea che dal 2018 ha preso il posto della breve gara a tappe nota in Italia con il nome di Tre giorni di La Panne. Il 24 sarà, quindi, il giorno della E3 Saxo Classic (l’ex E3 Harelbeke), mentre quarantottore più tardi si correrà la prima delle “classiche monumento”, la Gand – Wevelgem, corsa che ha il suo momento clou nel muro del Kemmelberg, da affrontare da due differenti versanti. La Dwars door Vlaanderen del 29 marzo, infine, tirerà idealmente la volata al Giro delle Fiandre, in calendario il 2 aprile.

Mauro Facoltosi

I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Parigi-Nizza

www.paris-nice.fr/en

Tirreno-Adriatico

www.tirrenoadriatico.it

Milano-Sanremo

www.milanosanremo.it

Trofeo Laigueglia

https://trofeolaigueglia.it

Strade Bianche

www.strade-bianche.it

Milano-Torino

www.milanotorino.it

Per Sempre Alfredo

Sito non ancora disponibile

GP Industria & Artigianato

https://ciclismolarcianese.it

Giro della Catalogna

www.voltacatalunya.cat/en

Settimana Internazionale Coppi e Bartali

Sito non ancora disponibile

Danilith Nokere Koerse

www.nokerekoerse.be

Bredene Koksijde Classic

https://bredenekoksijdeclassic.be

Classic Brugge-De Panne

https://classicbruggedepanne.be/fr

E3 Saxo Classic

www.e3saxoclassic.be

Gand – Wevelgem

www.gent-wevelgem.be/en

Dwars door Vlaanderen

www.ddvl.eu/en

Giro delle Fiandre

www.rondevanvlaanderen.be/en

Unistantanea della Milano-Sanremo (www.sportface.it)

Un'istantanea della Milano-Sanremo (www.sportface.it)

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