VALVERDE STORY – CAPITOLO 19: E CON QUESTA FANNO CINQUE!!!!!
Non gli è bastato battere il record di vittorie alla Freccia, vuole di più, punta alla quinta vittoria. E questa regolarmente arriva già l’anno dopo, anche stavolta con un risicato margine sugli avversari. Non è presente Alaphilippe, secondo nel due edizioni precedenti e nel 2017 “appiedato” da un infortunio al ginocchio rimediato al Giro dei Paesi Baschi. Dopo questa Valverde di “frecce” non ne vincerà più, ma c’è un corridore che tranquillamente potrà raggiungere il suo personale record e si tratta proprio di Alaphilippe, che al momento ha all’attivo tra affermazioni alla corsa vallone e, soprattutto, ha un’età più “verde” rispetto a quella nella quale l’Embatido ha ottenuto la sua ultima Freccia.
VALVERDE, POKERISSIMO CON VISTA LIEGI
Quarto successo consecutivo e quinto in carriera alla Freccia Vallone per il fuoriclasse murciano che, dopo il gran lavoro della sua Movistar per tenere sotto controllo gli attaccanti di giornata, scherza con gli avversari sul muro di Huy per poi fare il vuoto negli ultimi 150 metri e imporsi davanti a Daniel Martin e al sorprendente Dylan Teuns, candidandosi nel ruolo di grande favorito anche per la “Doyenne”. In casa Italia arriva il 10° posto di Diego Ulissi e con lui si mettono in evidenza anche Alessandro De Marchi, rimasto al comando prima da solo e poi in compagnia di Bob Jungels, e Gianni Moscon, determinante nell’andare a riprendere il lussemburghese prima della rampa finale.
Dopo un’avvincente Amstel Gold Race che ha visto il successo di un Philippe Gilbert tornato ai fasti di qualche anno fa il Trittico delle Ardenne è proseguito con la Freccia Vallone che – anche alla luce dei forfait del campione belga, per via di un risentimento muscolare che lo costringerà a saltare anche Liegi-Bastogne-Liegi e Giro d’Italia, e di Julien Alaphilippe, secondo nelle ultime due edizioni e fermo ai box per problemi a un ginocchio – aveva un favorito d’obbligo in Alejandro Valverde (Movistar), autore di uno strabordante avvio di stagione e già capace di imporsi in cima al muro di Huy nelle ultime tre edizioni, oltre che in quella del 2006.
Non a caso è stata la formazione guidata da Eusebio Unzué a mantenere cucita la corsa per gran parte dei 204,5 km del percorso, incaricandosi di tenere sotto controllo e poi andare a riprendere la fuga iniziale, che ha visto protagonisti Fabien Doubey (Wanty-Gobert), Yoann Bagot (Cofidis), Nils Politt (Katusha-Alpecin), Romain Guillemois (Direct Énergie), Daniel Pearson (Aqua Blue) e Olivier Pardini (WB Veranclassic), che dopo il primo dei tre passaggi previsti sul muro di Huy è rimasto per un breve tratto solo al comando, e a non dare spazio ai successivi contrattacchi. Un brillante Alessandro De Marchi (BMC) ci ha provato una prima volta sulla Côte d’Ereffe, venendo strettamente marcato da Carlos Betancur, e poi ha fatto il vuoto sulla Côte de Cherave a 35 km dal traguardo, acquisendo una ventina di secondi margine sul resto del gruppo.
A sparigliare le carte ci ha provato la Quick-Step Floors che, rimasta orfana di due dei tre capitani e potendo contare sul solo Daniel Martin, si è portata in testa lungo il secondo passaggio sul muro per lanciare Bob Jungels, che si è rapidamente riportato su De Marchi e, dopo aver percorso un tratto in compagnia del 30enne friulano, lo ha addirittura staccato in un tratto in discesa e ha acquisito fino a 50” di margine. Sembrava che l’azione dell’emergente lussemburghese potesse avere buon gioco, alla luce del fatto che la Movistar era rimasta a corto di uomini e al pari dell’Orica-Scott, che aveva affiancato la compagine iberica nel condurre l’inseguimento, non sembra avere le forze per andarlo a riprendere. Invece, determinante è stato il gran lavoro di Gianni Moscon (Sky) che, dopo aver replicato sulla Côte de Cherave, penultima ascesa di giornata, a un allungo di Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), si è portato in testa al gruppo dove pedalavano i suoi capitani di giornata Sergio Henao e Michal Kwiatkowski e ha fatto sì che il vantaggio di Jungels venisse dimezzato ai piedi della rampa finale.
Non c’è stato, dunque, nulla da fare per il battistrada e l’ascesa verso il traguardo si è trasformata in una lunga fase di studio con Valverde che, similmente a quanto fatto negli ultimi anni, ha preso la testa del plotoncino che andava via via sfilacciandosi attendendo le mosse dei suoi avversari, tra i quali si è visto un Diego Ulissi (UAE-Abu Dhabi) finalmente competitivo dopo le ultime non esaltanti uscite. A rompere gli indugi è stato Romain Gaudu (FDJ): a quel punto il fuoriclasse murciano ha preso la ruota del giovane francese e ai -150 metri dal traguardo con irrisoria facilità ha salutato la compagnia, andando a conquistare la sua quinta Freccia Vallone e il decimo successo in una stagione che lo sta vedendo dominante come mai, forse, lo era stato in passato. La piazza d’onore è andata, con una buona rimonta nel finale, a Daniel Martin che in prossimità della linea del traguardo ha avuto la meglio su di un sorprendente Dylan Teuns (BMC), mentre 4° si è piazzato Henao davanti a Michael Albasini (Orica-Scott), che si è confermato dopo il terzo posto dell’Amstel Gold Race, a un buon Warren Barguil (Team Sunweb), a un Kwiatkowski per il quale le pendenze estrema del muro di Huy si sono rivelate un po’ troppo ostiche, al duo della FDJ composto da Rudy Molard e da Gaudu e a un Ulissi che è un po’ calato nell’ultimo tratto ma ha salvato un piazzamento nella top ten mentre l’altro azzurro atteso alla vigilia, Enrico Gasparotto, non ha portato a termine la prova, probabilmente a causa dei postumi della caduta avvenuta all”Amstel. L’attenzione si sposta ora sulla Liegi-Bastogne-Liegi con Valverde che sarà ancora una volta l’uomo da battere dopo i successi conquistati nel 2006, nel 2008 e nel 2015.
Marco Salonna

Per la quinta volta Valverde sconfigge le ostiche pendenze del Muro di Huy, prima ancora che gli avversari, e fa sua la Freccia Vallone (foto Tim de Waele/TDWSport.com)