LA PRIMA MAGLIA ROSA SI PESCA DAI TRABOCCHI
La 106a edizione del Giro d’Italia prende le mosse con una crono d’avvio insolita perché tra Fossacesia Marina e Ortona non si affronterà un tradizionale e breve prologo, ma si gareggerà sulla distanza di ben 20 Km. I passisti avranno fin da subito la possibilità di dare una decisa spallata agli scalatori, agevolati anche dalla linearità dei primi 17 Km, quasi interamente tracciati sulla scorrevole pista ciclabile della Costa dei Trabocchi.
Scalatore fatti più in là. Cronoman e passisti gongolano per la scelta degli organizzatori del Giro di rimpolpare il tracciato della Corsa Rosa di chilometri a percorrere a cronometro, dopo la penuria vista nelle ultime stagioni. Basti dire che si passerà dagli appena 27 Km previsti lo scorso anno ai 72 dell’edizione 2023, un numero che si avvicina molto ai chilometri che si dovettero percorrere nel 2017, quando non a caso il Giro lo vinse un cronoman, l’olandese Tom Dumoulin, che nella tappa conclusiva di Milano tolse la maglia rosa dalle spalle di uno scalatore, il colombiano Nairo Quintana, per trentuno secondi. Siamo certamente lontani dagli eccessi visti al Tour negli anni ’90, quando per invogliare la presenza di un corridore dotato nello specifico esercizio come Indurain si arrivano a inserire quasi 120 Km a crono per edizione (senza contare le interminabili cronosquadre), ma è indubbio che quest’anno gli scalatori avranno vita meno facile e dovranno stringere i denti in queste tappe per poi tentare di sfruttare ogni occasione utile per recuperare il terreno perduto e la prima l’avranno già alla quarta tappa con l’arrivo al Lago Laceno. Come certo è che si troveranno a inseguire sin dal primo giorno di gara perché il via alla corsa non sarà dato con un tradizionale prologo ma con una cronometro di quasi 20 Km, la più lunga tra quelle individuali fin qui proposte come tappa d’apertura di un grande giro. Per fare un paragone, nella prima tappa del Tour 2022 a Copenhagen si è gareggiato su una distanza di 13 Km e su di un tracciato totalmente pianeggiante movimentato da una trentina di curve, mentre nella tappa di Ortona se ne incontreranno una quindicina, tutte concentrate negli ultimi 3 Km, mentre il resto del tracciato sarà tutto una successione di rettilinei pianeggianti raccordati da rare e dolci curve che agevoleranno ancora più i passisti a discapito degli scalatori, i quali in queste condizioni potrebbero anche patire la facile salita di 1200 metri al 5% che culminerà a poco più di un chilometro e mezzo dal traguardo. Insolita – c’è un solo precedente al Giro, nella cronosquadre che inaugurò l’edizione 2015 a Sanremo – sarà anche la sede di gara perché gran parte del tracciato (15 Km su 20), si snoderà sulla pista ciclabile creata dalla riconversione di un tratto dismesso della Ferrovia Adriatica che si snoda lungo la spettacolare Costa dei Trabocchi, caratterizzata dalla presenza di numerose e tipiche palafitte installate a pochi metri dalla costa, ancora oggi utilizzate dai pescatori e spesso attrezzate con piccoli ristoranti nei quali degustare quanto appena pescato. Particolare è stata anche la scelta della sede d’avvio del Giro perché il via ufficiale non sarà dato da una grande città (com’è stato nel caso di Budapest, Torino, Palermo, Bologna e Gerusalemme nelle ultime cinque edizioni) ma da una piccola località balneare, Fossacesia Marina, frazione di un altrettanto piccolo centro collinare legato alla storia del ciclismo attraverso la figura di Alessandro Fantini, che vi nacque il primo gennaio del 1932 e che vinse due tappe al Tour e sette al Giro (dove vestì per quasi una settimana la maglia rosa nel 1956) prima del drammatico incidente al Giro di Germania del 1961 che né causò la morte a soli 29 anni.
I primi 300 metri si correranno sull’asfalto del lungomare, poi si sbarcherà sulla ciclabile transitando ai piedi del colle sul quale si staglia dal 1165 l’Abbazia di San Giovanni in Venere, così chiamata perché costruita sul luogo dove un tempo sorgeva un tempio dedicato alla celebre dea. La lunga serie dei trabocchi – il percorso ne sfiorerà ben 17 – inizierà a 2.3 Km quando i “girini” transiteranno a pochi metri dal Trabocco Punta Rocciosa, dopo il quale si costeggerà una delle spiagge più belle di questo tratto di costa, la Fuggitella.
Doppiata con lievi curve Punta Cavalluccio (i cui tre trabocchi sono ancora oggi gestiti da una delle più antiche famiglie di “traboccanti”, i Veri, originaria della Francia), il percorso della ciclabile torna a farsi rettilineo andando incontro alla prima di quattro gallerie che per un momento celeranno alla vista il mare. Subito dopo ci si infilerà nel secondo tunnel, scavato nel cuore del Promontorio Dannunziano, sul quale si trova l’eremo (oggi abitazione privata) nel quale il poeta pescarese trascorse l’estate del 1889 assieme alla sua amante dell’epoca Barbara Leoni e nel quale ebbe l’ispirazione per completare la trilogia dei “Romanzi della Rosa” con “Trionfo della morte”, che andò ad affiancarsi a “Il piacere” e “L’innocente” e nel quale descrisse con il termine “anfibio antidiluviano” il vicino Trabocco Turchino, anch’esso nascosto alla vista da un’altra breve galleria. Percorsi i primi 10 chilometri e mezzo si conosceranno i primi verdetti dell’orologio al momento del passaggio dalla Marina di San Vito, altra località che si sdoppia tra il litorale e un retrostante borgo collinare al quale salire per ammirare dal Belvedere Marconi il suggestivo panorama che va ad abbracciare il tratto iniziale della Costa dei Trabocchi. Da lì a breve, infatti, i “girini” sfileranno a due passi dalla più settentrionale di queste caratteristiche palafitte, quella di Punta Mucchiola, sfiorata la quale inizierà il più lungo dei rettilinei della ciclabile, quasi 1200 metri disegnati lungo la Spiaggia di Ripari Bardella in direzione degli scarsi ruderi dell’antica Torre del Moro, la cui costruzione fu ordinata nel XVI secolo dal viceré del Regno di Napoli Pedro Afan de Ribera per proteggere questo tratto di costa dalle incursioni saracene. Superata con l’ultima e più lunga delle quattro gallerie dell’ex strada ferrata (quasi mezzo chilometro in lieve curva) la Punta dell’Acquabella, preservata da una piccola riserva naturale istituita nel 2007 e vasta 28 ettari, i “girini” affronteranno l’ultimo tratto sulla ciclabile, che lasceranno definitivamente a poco meno di 5 Km dall’arrivo, percorrendo ancora un ultimo tratto lungo il mare all’altezza del porto di Ortona, il principale dell’Abruzzo, un tempo collegato alla soprastante città da una funicolare, andata distrutta nel 1943 durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Oggi l’unica possibilità per raggiungere il centro dal porto è rappresentata dalla strada che ora dovranno percorrere anche i corridori, 1200 metri in morbida salita e un paio di tornanti disegnati ai piedi del belvedere della Passeggiata Orientale, dalla quale transiteranno anche i “girini” pedalando in direzione del Castello Aragonese, uno dei due manieri presenti a Ortona, costruito a partire dal 1452 e gravemente danneggiato prima dalle bombe della guerra e qualche anno più tardi da una frana che trascinò verso il mare una parte dell’edificio. Una svolta a sinistra proprio di fronte al castello introdurrà i corridori nel chilometro conclusivo, tracciato nel cuore del centro storico andando a transitare prima dinanzi alla basilica barocca di San Tommaso (vi sono custodite le reliquie del celebre apostolo “incredulo”) e poi in Piazza della Repubblica, al cospetto del municipio. Qui inizierà il primo rettilineo d’arrivo del 106° Giro d’Italia, 300 metri in lastricato verso la scomparsa Porta Calderari, al cui posto il 6 maggio 2023 si troverà il moderno portale del traguardo, sotto il quale scopriremo i primi, pesanti verdetti della Corsa Rosa.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Il lungomare di Fossacesia Marina dal quale scatterà la cronometro
Fossacesia, Abbazia di San Giovanni in Venere
Il trabocco Punta Rocciosa, il primo dei diciassette che s’incontreranno lungo il tracciato
La pista ciclabile all’altezza della Spiaggia della Fuggitella
Uno dei tre trabocchi di Punta Castelluccio
La prima delle quattro gallerie dell’ex ferrovia, presso la quale si trova il Trabocco Lupone
Il promontorio dannunziano
Il Trabocco Turchino che ispirò D’Annunzio
San Vito Chietino, vista dal Belvedere Marconi sulla sottostante marina e sul tratto iniziale della Costa dei Trabocchi
Il trabocco di Punta Mucchiola, il più settentrionale della costa
Punta dell’Acquabella e uno dei viadotti dell’ex ferrovia
Il porto di Ortona e la soprastante città
Castello di Ortona
Ortona, basilica di San Tommaso