TRA I JUNIORES E GLI UNDER 23 GODONO GERMANIA E KAZAKHSTAN. ITALIANI ANCORA IN OMBRA
Nella prova in linea uomini juniores è il tedesco Emil Herzog a trionfare davanti al portoghese Antonio Morgado ed al belga Vlad van Mechelen. Tra gli Under 23 l’attacco decisivo nel finale consegna la medaglia d’oro al kazako Yevgeniy Fedorov che ha la meglio in una volata ristretta sul ceco Mathias Vacek. Terzo il norvegese Soren Waerenskjold, al secondo oro mondiale. L’Italia, ancora in ombra, che domani con le ragazze – juniores ed elite – possa salire sul podio.
La prova in linea juniores si svolge sul circuito di Wollongong da percorrere 8 volte per un totale di 135.6 km. L’Italia si presenta alla partenza con un quintetto che, considerando i risultati dei recenti Giro della Lunigiana e Trofeo Buffoni, può puntare in particolare su Simone Gualdi, Matteo Scalco e Giovanni Zordan. La corsa si è decisa sull’ultima ascesa del Mount Pleasant dove il forcing della Germania ha consentito al tedesco Emil Herzog di avvantaggiarsi sul gruppo. Restava attaccato alla sua ruota soltanto il portoghese Antonio Morgado. Negli ultimi 8 km i due in testa collaboravano ed andavano a giocarsi l’oro mondiale con la vittoria di Herzog che si imponeva davanti a Morgato. Alle loro spalle il primo gruppo inseguitore formato da una decina di ciclisti, con un ritardo di 55 secondi, era regolato per la medaglia di bronzo dal belga Vlad van Mechelen, mentre chiudevano la top five il francese Paul Magnier in quarta posizione e lo statunitense Artem Shmidt in quinta posizione. Il primo degli italiani era Scalco che terminava la sua prova in quattordicesima posizione con un ritardo di 2 minuti e 22 secondi da Herzog. La prova in linea Under 23 si svolge sul circuito di Wollongong da percorrere dieci volte per un totale di 170 km. La nazionale italiana, pur partendo con soli cinque elementi, ha concrete possibilità di medaglia specialmente Nicolo Buratti ed in seconda battuta con Nicolò Parisini. Gli altri tre azzurri alla partenza sono Davide De Pretto, Lorenzo Milesi e Martin Marcellusi che dovranno proteggere i due capitani designati. Al pari dell’Italia, tra le nazionali da tenere in considerazione, partiranno con cinque elementi anche la Gran Bretagna, con la temibile coppia Leo Hayter-Samuel Watson, l’Australia, la Spagna, l’Olanda, il Kazakhstan, il Lussemburgo, l’Eritrea e gli Stati Uniti. Dal punto di vista numerico è la Germania a fare la voce grossa visto che sono otto i ciclisti alla partenza. Con sei ciclisti partiranno invece Francia, Belgio e Danimarca. In particolare i transalpini sembrano avere sulla carta il miglior potenziale per ambire al podio ed in particolar modo alle medaglie più pregiate, con Romain Gregoire e Paul Penhoet in pole position. L’andamento della corsa è stato grosso modo simile a quello dei juniores, con una fuga iniziale in cui erano presenti il Fabio van den Bossche (Belgio), Petr Kelemen (Repubblica Ceca), Hannes Wilksch (Germania), Mathis Le Berre (Francia), Fram Miholjevic (Croazia) e Fabian Weiss (Svizzera). La fuga riusciva ad avvantaggiarsi di oltre 3 minuti dopo una cinquantina di km ma successivamente il gruppo si organizzava e riduceva man mano il vantaggio del sestetto di testa. Anche l’Italia faceva la sua parte in testa al gruppo dando cambi regolari. A 50 km dalla conclusione i fuggitivi avevano 34 secondi di vantaggio su un drappello di sei uomini formato da Casper van Uden (Olanda), Mathias Vacek (Repubblica Ceca), Erik Fetter (Ungheria), Davide De Pretto (Italia), Samuel Watson (Gran Bretagna) ed Enekoitz Azparren (Spagna), mentre il gruppo principale era segnalato ad oltre 40 secondi. Le cose si rimescolavano nei successivi 20 km e restavano in testa Van den Bossche, Wilksch e Le Berre. Al loro inseguimento di portavano Alexander Balmer (Svizzera) e Jakub Toupalik (Repubblica Ceca). Milesi e Buratti, pur tentando di raggiungere la testa della corsa con uno scatto reciproco, mancavano l’attimo buono e l’ultima e decisiva ascesa del Mount Pleasant veniva affrontata in testa alla corsa da Alec Segaert (Belgio), Yevgeniy Fedorov (Kazakhstan), Mathias Vacec (Repubblica Ceca) e Le Berre, quest’ultimo ultimo dei fuggitivi ad essere rimasto davanti. Vacek e Fedorov si avvantaggiavano sugli Segaert e Le Berre che venivano ripresi dal gruppo, sempre più spezzettato. Il ceco ed il kazako scollinavano con una decina di secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore e si davano cambi regolari che consentivano loro di giocarsi l’oro mondiale. Era Fedorov ad imporsi su Vacec, mentre il gruppo principale, che negli ultimi 8 km aveva avuto anche un ritardo di 15 secondi sulla coppia di testa, era regolato per la medaglia di bronzo a 3 secondi di ritardo da Soren Waerenskjold (Norvegia), che conquistava la seconda medaglia in questi Mondiali dopo l’oro nella prova a cronometro under 23. Completavano la top five Madis Mihkels (Estonia) in quarta posizione ed Olav Kooij (Olanda) in quinta posizione. L’Italia alla fine farà peggio della prova juniores, visto che Buratti e Milesi, capitani azzurri, terminavano soltanto in ventitreesima e venticinquesima posizione. Domani le prove in linea femminili dedicate a donne juniores e donne elite, nelle quali si spera che l’Italia sia protagonista, faranno da anticamera all’attesa prova in linea uomini elite in programma domenica 25, che farà calare il sipario sui Mondiali di ciclismo 2022.
Antonio Scarfone

Yevgeniy Fedorov è oro tra gli Uomini Under 23 (foto: Getty Images)