POGACAR CHIAMA WOLLONGONG CONQUISTANDO UN EDIZIONE MONDIALE DI MONTREAL
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto in volata il Grand Prix Cycliste de Montreal battendo Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Andrea Bagioli (Quick-Step Alpha Vinyl Team).
L’edizione numero 11 della Grand Prix Cycliste de Montreal, come nel caso della classica del Quebec, ritorna dopo due anni di stop causato dall’emergenza covid. Il percorso era molto simile a quello classico, con un circuito di 13 chilometri da ripetere 18 volte per un totale di 227 chilometri. Nel circuito erano presenti tre Côte, la prima Côte de Camillien-Houde di 1800 metri al 7.3%, seguita dalla Côte de Polytechnique, strappo di 800 metri al 5%. Mentre nel finale l’ultima asperità era la Côte Pagnuelo con 500 metri al 7.5% a solo un paio di chilometri dalla linea d’arrivo. La lista di partenza era una fotocopia di quella di venerdì con il già due volte vincitore di questa corsa Greg Van Avermaet e il vincitore di Quebec Benoit Cosnefroy per la AG2R Citroën Team, Wout Van Aert e Christophe Laporte (Jumbo-Visma), Adam Yates, Geraint Thomas e Daniel Felipe Martinez (INEOS Grenadiers), Tadej Pogacar e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Biniam Girmay (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Matej Mohoric (Bahrain – Victorious), David Gaudu (Groupama – FDJ), Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco), Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), Alex Aranburu e Ivan Garcia Cortina (Movistar Team), Romain Bardet (Team DSM), Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), Warren Barguil (Team Arkéa Samsic) e Peter Sagan (TotalEnergies).
L’inizio corsa era molto intenso con più di quindici atleti ad attaccare, tra i quali Simon Carr (EF Education-EasyPost), Davide Formolo (UAE Team Emirates), Aurelien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), Pascal Eenkhoorn (Jumbo-Visma), Eddie Dunbar (INEOS Grenadiers), Ide Schelling (BORA – hansgrohe), Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Krists Neilands (Israel – Premier Tech), Matthew Holmes (Lotto Soudal), Søren Kragh Andersen (Team DSM) e Kevin Colleoni (Team BikeExchange – Jayco). Questi fuggitivi restavano allo scoperto per circa quindici chilometri con sia un gruppo intenzionato a chiudere su questo gruppo che includeva diversi atleti di rilievo, sia dal gruppo di testa dove non tutti collaboravano. Immediatamente si creava un secondo tentativo con Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Antonio Nibali (Astana Qazaqstan Team), Eddy Finé (Cofidis), Andreas Leknessund (Team DSM), Antoine Duchesne (Groupama – FDJ) e Théo Delacroix (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).
I fuggitivi guadagnavano un vantaggio massimo di circa sei minuti e mezzo, era la UAE Team Emirates a gestire la corsa recuperando velocemente il ritardo una volta entrati negli ultimi 100 chilometri, con Sagan e Girmay che dovevano alzare bandiera bianca. Dalla fuga Nibali cedeva il passo, come Duchesne, alla sua gara di addio, mentre Finè cadeva. Ai -50 era Leknessund a tentare in solitaria la fuga con poco più di due minuti da difendere, mentre in gruppo era sempre la UAE a controllare il ritmo, apparentemente in pieno controllo. Ai -35. nel corso del terzultimo giro era la Jumbo – Visma a prendere di petto la Côte de Camillien-Houde con Tobias Foss. Una caduta coinvolgeva Andrea Piccolo e Neilson Powless (EF Education-EasyPost), mentre la Jumbo – Visma continuava con un ritmo costante nella loro rimonta che si consumava poco dopo l’inizio del penultimo giro.
Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost) accelerava all’inizio della Côte de Camillien-Houde, con Tosh Van der Sandre (Jumbo-Visma) ad aumentare il ritmo, mentre Stuyven e Mohoric perdevano contatto con poco più di trenta atleti rimanenti nel gruppo di testa al termine della salita. In un momento di calma era Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team) ad evadere dal gruppo insieme a Frederik Wandahl (BORA – hansgrohe) riuscendo a guadagnare trenta secondi grazie alle poche energie rimaste agli uomini della Jumbo-Visma, al via dell’ultimo giro il ritardo era di quaranta secondi, quando diverse squadre si alternavano in testa al gruppo con Bahrain Victorious e Israel Premier Tech tra le squadre più attive.
Subito a inizio salita Martinez attaccava secco senza che nessuno inseguisse in prima persona, Ulissi si metteva a disposizione per Pogacar nell’inseguimento. Pogacar decideva quindi di partire riprendendo subito sia Martinez sia i due attaccanti con i soli Van Aert e Andrea Bagioli (Quick-Step Alpha Vinyl Team) alla loro ruota, mentre Bardet e Yates rientravano in un secondo momento con Cosnefroy, Gaudu e Michael Storer (Groupama – FDJ). Yates partiva subito in contrattacco con Pogacar, Bagioli e Van Aert, il quale soffriva il finale di salita, ma restava in testa, mentre Gaudu riusciva a rientrare di ritmo. Gli atleti che non riuscivano a tenere il loro passo perdevano immediatamente diverso margine con Pello Bilbao (Bahrain Victorious) tra gli atleti più attivi che venivano però marcati da compagni di squadra del gruppo di testa finendo oltre a trenta secondi di svantaggio, Bardet tentava il disperato inseguimento con alla sua ruota Mauro Schmid (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e Giovanni Aleotti (Bora – Hansgrohe). Sulla cote finale era Yates a tentare un attacco violento mettendo tutti in difficoltà , ma con nessuno che perdeva contatto, al termine dello strappo Gaudu tentava un altro attacco, ma anche in questo caso restavano in cinque ad avviarsi al finale per giocarsi la vittoria. Van Aert prendeva larga l’ultima curva per non restare in testa sul rettilineo finale in leggera salita, Gaudu si trovava quindi in testa provando poi a partire molto lungo nella sua volata. Pogacar gli prendeva il mirino riuscendo a scavalcarlo con un grande spunto e non lasciando chance a Van Aert e Bagioli che si dovevano accontentare rispettivamente del secondo e terzo posto alle spalle del fenomeno sloveno. Alle loro spalle Yates si classificava quarto e Gaudu quinto, mentre Schmid vinceva la volata per il sesto posto davanti a Aleotti e Bardet.
La lotta per il mondiale di Wollongong è pronta con un segnale di forza di Pogacar ai danni di Van Aert, ma la prestazione di Bagioli dà fiducia che anche l’Italia possa essere protagonista in Australia.
Carlo Toniatti.

La Vittoria di Pogacar a Montreal (Foto: Getty Images)