BEMER CYCLASSIC: HALLER BEFFA VAN AERT AD AMBURGO. TERZO QUINTEN HERMANS.
L’austriaco Marco Haller (Bora-Hasgrohe) conquista a sorpresa la 25a edizione della Cyclassic Hamburg (da quest’anno ribattezzata BEMER Cyclassic), al termine di uno sprint a ranghi ristretti in cui ha saputo beffare Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Quinten Hermans (Intermarchè-Wanty-Gobert Materieux). La corsa è stata condizionata da una pesante caduta avvenuta a poco più di 30 km dall’arrivo che ha letteralemente disintegrato il gruppo, dando il là all’azione decisiva messa in atto dal solito straripante Van Aert lungo l’ultimo passaggio al Waseberg. Il belga, già apparso in grande condizione dopo un mese di inattività , ha subito messo in mostra una grande gamba portando via un gruppetto di 5 corridori ma proprio quando la vittoria sembrava poco più di un formalità si è dovuto poi piegare ad Haller, bravo a sorprenderlo all’imbocco dell’ultima curva.
La Classica di Amburgo, che tornava in calendario dopo due anni di assenza a causa del covid, si snodava lungo un percorso classico anche se la distanza (205 km) risultava leggermente inferiore rispetto a quella delle precedenti edizioni: dopo la partenza, fissata come al solito nel centro della Città Anseatica, la corsa si dirigeva verso nord per una sessantina di km, quindi i corridori dovevano compiere una sorta di ‘inversione ad U’ che li conduceva per una prima volta sulla linea del traguardo dopo aver affrontato al km 138 lo strappo del Waseberg (900 m al 7,7%). A questo punto il percorso prevedeva due giri di un breve circuito con altri altri due passaggi sul Waseberg, posti rispettivamente ai km 180 e 188. Gli ultimi 15 km erano quasi del tutto piatti, antipasto di un probabile epilogo allo sprint di massa.
La fuga di giornata si è formata solo dopo una quarantina di km grazie all’azione di un terzetto formato da Yevgeny Gidich (Astana Qazaqstan Team), Anthony Jullien (Ag2r Citroen Team) e Jacopo Mosca (Trek-Segafredo). Il trio ha guadagnato rapidamente un vantaggio di circa 5 minuti sul plotone tirato dalla Quick Step Alpha Vinyl di Fabio Jakobsen e dalla Groupama-FDJ di Arnaud Démare. Il ritmo del gruppo è ovviamente aumentato col passare dei chilomentri mentre il vantaggio dei tre battistrada diminuiva di pari passo: al primo passaggio in cima al Waseberg (-67) a Jullien, Mosca e Gidich restavano appena 45″ di vantaggio. Proprio lungo lo strappo dal plotone è partito tutto solo Ide Schelling (Bora-Hansgrohe). L’olandese è rapidamente rinvenuto sul trio di testa, dando nuovo slancio ad una fuga che sembrava destinata a dissolversi prematuramente. Il quartetto ha però perso un primo vagone ai -49 quando un esausto Yevgeny Gidich ha perso contatto dal drappello di testa. Il gruppo invece proseguiva con un’andatura costante, sotto l’impulso di Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl).
Quando la corsa sembrava ormai indirizzata verso un probabile sprint di gruppo, il nervosismo che serpeggiava in gruppo in vista degli ultimi 2 passaggi sul Waseberg ha causato una mega-caduta (ai -30) che ha coinvolto tantissimo corridori: alcuni caduti, molti altri rimasti rallentati dal groviglio di bici e uomini. Tra questi anche alcuni dei favoriti come Fabio Jakobsen (Quick Step Alpha Vinyl), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e Peter Sagan (TotalEnergies). Il gruppo superstite uscito fuori dalla caduta non ha rallentato considerata la distanza del traguardo e la prossimità del Waseberg. Nel frattempo, proprio sul penultimo passaggio sul Waseberg hanno alzato bandiera bianca anche Jullien e Mosca, lasciando tutto solo in testa alla corsa Schelling. Nel tratto sucessivo, compreso tra il 2° e il 3° passaggio sullo strappo, in testa a quel che rimaneva del gruppo si sono alternati diversi tentativi di attacco: il primo a muoversi è stato Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), imitato poco dopo da Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team) nel tentativo (invano) di riportarsi in testa alla corsa. Bjerg ci ha riprovato poco dopo in compagnia di Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe) sfruttando la confusione che regnava nel gruppo principale. Il duo inseguitore si è rapidamente riportato su Schelling che a quel punto ha deciso di sacrificarsi per il compagno di squadra.
L’austriaco ha quindi provato l’accelerazione in solitaria proprio ai piedi dello strappo finale, dove si è consumato lo show del solito Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Il belga ha preso di petto il Waseberg portando via di forza un gruppetto comprendente Quinten Hermans (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux), Jonathan Narvaez (INEOS Grenadiers) e il duo della Bora formato da Marco Haller e dallo stesso Konrad, bravo a resistere al ritmo indiavolato di Van Aert. Alle loro spalle si è invece formato un terzetto inseguitore formato da Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), Elia Viviani (INEOS Grenadiers) e Brent Van Moer (Lotto-Soudal). L’azione dei contrattaccanti si è però ben presto esaurita e così il quintetto di testa si è ritrovato con un vantaggio di circa 25-30 secondi (ai -10) su un gruppo di una trentina di unità tirato principalmente da Quick Step e Bahrain. Il ritmo dei 5 battistrada è rimasto sempre molto alto e si è ben presto capito che per il gruppo (o meglio, quel che ne restava) sarebbe stato molto complicato rientrare sui fuggitivi. Ai -3 il quintetto aveva ancora oltre 20 secondi di vantaggio. A quel punto Konrad, il meno veloce del lotto, si è sacrificato per Haller mettendosi in testa al drappello e tirando fino ai 300 metri dall’arrivo. Ai -250 Van Aert si trovava a ruota di Konrad e davanti rispettivamente ad Haller, Hermans e Narvaez. In prossimità dell’ormai famosa curva verso sinistra che anticipa il traguardo, il Belga ha deciso di controllare il lato interno ma Haller lo ha sorpreso partendo all’esterno con una mossa a dir poco intelligente. Van Aert, sorpreso dall’austriaco, ha impiegato qualche istante di troppo per lanciare una rimonta utile a superare Hermans ma non Haller. Per il corridore della Bora si tratta della vittoria più importante della carriera, mentre per Van Aert l’ennesimo secondo posto che ha il sapore della beffa. Quinten Hermans si ferma sul gradino più basso del podio confermando però d’essere ormai diventato uno dei corridori più forti nelle corse d’un giorno. Quarto posto per Narvaez davanti ad un esausto Patrick Konrad, il cui lavoro è stato ricompensato dalla vittoria del compagno e connazionale Haller. Il gruppo inseguitore è giunto decisamente sfilacciato con un ritardo di appena 9 secondi e regolato da Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) davanti a Phil Bauhaus (Bahrain-Victorius), Hugo Hofstetter (Team Akrea-Samsic), Max Kanter (Movistar Team) e il solito Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert Materiaux).
Pierpaolo Gnisci