MONACO INCORONA JAKOBSEN. L’OLANDESE SI LAUREA CAMPIONE D’EUROPA DAVANTI A DEMARE E MERLIER. DISASTRO AZZURRO.
Fabio Jakobsen è il nuovo Campione d’Europa su strada. L’Olandese, grande favorito della vigilia, si impone sul traguardo di Monaco di Baviera grazie ad una volata perentoria che non ha davvero lasciato scampo alla concorrenza. Il corridore di Gorinchem, lanciato perfettamente dal connazionale Danny Van Poppel, ha distanziato di oltre una bici Arnaud Demare (Francia) e Tim Merlier (Belgio). Quarto posto per lo stesso Van Poppel, bravo ad ottenere un ottimo piazzamento nonostante il lavoro svolto in favore del compagno e l’esultanza finale. Jakobsen interrompe così il dominio dell’Italia che si era aggiudicata le ultime 4 edizioni della rassegna europea con 4 corridori diversi. Proprio gli Italiani sono stati i protagonisti in negativo nell’ultimo chilometro, rendendosi artefici di un pasticcio che ha letteralmente mandato in frantumi il treno azzurro una volta passati sotto la flamme rouge.
La 7a edizione della rassegna continentale riservata ai professionisti proponeva un tracciato che sin dalla vigilia era stato chiaramente indicato come favorevole ai velocisti. Il percorso, 207.9 km da Murnau am Staffelsee a Monaco di Baviera, presentava un primo tratto in linea lungo circa 140 km che conduceva i corridori dal piccolo borgo posto al confine con l’Austria al capoluogo Bavarese. Quindi i corridori erano attesi da un circuito cittadino di 13 km da ripetere per 5 volte. Se nel tatto in linea vi era la presenza di qualche strappetto, l’anello finale era quasi completamente piatto favorendo chiaramente un epilogo allo sprint.
Pronti via e già al km 0 si è formata la fuga di giornata. Ad comporla sono stati soltanto due corridori: lo Svizzero Silvain Diller e l’Austriaco Lukas Postlberger. Il duo ha subito raggiunto un vantaggio superiore ai 3 minuti (massimo 3′20″) ma poi il gruppo ha deciso di non rischiare, mantenendo la coppia di testa sempre ad una distanza di sicurezza. La gara è stancamente andata avanti senza colpi di scena fino ai -115: in prossimità dello strappo di Eurasburg, una delle pochissime difficoltà altimentriche di giornata, la nazionale italiana ha provato ad animare la corsa grazie all’azione di Matteo Trentin. All’allungo dell’azzurro hanno subito risposto il Belga Bert Van Lerberghe, la coppia teutonica formata da John Degenkolb e Nils Politt, il Francese Bryan Coquard e il Danese Michael Morkov. L’azione è però morta dopo un battito di ciglio e in breve le acque in gruppo si sono nuovamente calmate, ristabilendo la precedente condizione di quiete.
Ai -48, quando i corridori avevano già completato il primo giro del circuito finale, Pascal Ackermann, capitano della nazionale Tedesca, è finito a terra dopo aver urtato una transenna con la spalla sinistra. Per il povero Ackermann la corsa è finita lì mentre i gradi di leader della Germania sono passati sulle spalle di Phil Bauhaus. La fuga di Dillier e Postblerger, che non hanno mai veramente coltivato sogni di gloria, si è invece interrotta ai -27, quando sono stati riassoribiti dal plotone. A quel punto l’esito della corsa era ormai scritto anche se non tutti erano d’accordo: ai -3500 un altro elvetico, Stefan Bissegger, ha provato ad anticipare il gruppo grazie ad un’azione da finisseur molto adatta alle sue caratteristiche da inseguitore. L’andatura del plotone era però troppo elevata e così Bissegger si è dovuto arrendere al ritorno del gruppo ai 2300 metri dall’arrivo.
Si è così giunti alla prevedibilissima volata finale. Ai -1600 in testa al gruppo, che fino ad allora aveva visto i Tedeschi sempre in prima linea, è apparso il treno azzurro forte di ben 6 componenti: Filippo Baroncini, Matteo Trentin, Filippo Ganna, Jacopo Guarnieri, Elia Viviani e infine Alberto Dainese, velocista designato della nazionale Italiana. Il campione del mondo u23 è stato bravissimo a portare gli altri azzurri in testa, quindi è stato il turno di Filippo Ganna che si è poi messo a ruota di Matteo Trentin. Il campione d’Europa 2018 si è prodotto in un’ottima trenata, spostandosi poi sulla destra della carreggiata una volta esaurito il suo lavoro. A quel punto si sarebbe dovuto ritrovare in testa nuovamente Ganna che però evidentemente aveva esaurito la benzina nel corso della precedente tirata. Il Piemontese si è così spostato a destra insieme a Trentin, lasciando in testa al trenino azzurro un Jacopo Guarnieri evidentemente sorpreso dalla situazione. A quel punto mancavano circa 500 metri all’arrivo e l’Italia aveva ancora 3 corridori in testa ma evidentemente qualocosa nei meccanismi azzurri non ha funzionato. Sta di fatto che Guarnieri si spostato abbastanza presto e a quel punto Viviani con Dainese a ruota hanno perso diverse posizioni e la possibilità di giocarsi la corsa. Ad approfittare del caos azzurro, è stato il trenino belga intento a lanciare Tim Merlier. Il corridore dell’Alpecin è partito lungo ma non ha pututo nulla quando alla sua sinistra è emerso Fabio Jakobsen splendidamente lanciato da Danny Van Poppel. Jakobsen ha tagliato il taguardo con più di una lunghezza di vantaggio su Arnaud Demare e Tim Merlier. Ai piedi del podio il bravissimo Van Poppel che ha preceduto Sam Bennett (Irlanda), Luka Mezgec (Slovenia) ed Elia Viviani. Quindi troviamo Alexander Kristoff (Norvegia) davanti a Jon Aberasturi (Spagna) e Mads Pedersen (Danimarca). Soltanto 11° Alberto Dainese, vittima di un meccanismo di squadra che si è clamorosamente inceppato nel momento decisivo.
Per Fabio Jakobsen si tratta della dodicesima vittoria stagionale, un successo che lo consacra definitivamente come il miglior velocista del mondo a poco più di due anni di distanza da quella terribile caduta al Tour de Pologne che lo aveva ridotto in fin di vita.
Pierpaolo Gnisci

Jakobsen campione d'Europa (fonte: Getty Images)