IMPRESA DI HOULE A FOIX, GENERALE BLOCCATA

luglio 19, 2022
Categoria: News

Hugo Houle con un gran contropiede riesce ad andar via e a resistere grazie alla sua regolarità anche su pendenze che non sembravano sorridergli. Pogacar ha provato 3 allunghi sulla prima salita, mentre è sembrato più ingessato sulla seconda.

La tappa di oggi, con un primo assaggio di Pirenei, era indicata da molti come quella che poteva vedere i primi veri attacchi di Pogacar alla maglia gialla. Il Mur de Péguère, anche se posto a 27 chilometri dalla conclusione, presentava in effetti pendenze molto severe nella seconda parte e poteva rappresentare un trampolino di lancio per poi provare ad aumentare il distacco in discesa grazie ai compagni recuperati per strada.
Per questo motivo sia la squadra di Pogacar, sia quella di Vingegaard ha inserito uomini nella fuga di 29 corridori formatasi sin dai primi chilometri di corsa.
Aleksandr Vlasov, Felix Großschartner (Bora-Hansgrohe), Neilson Powless, Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost), Valentin Madouas, Michael Storer, Olivier Le Gac (Groupama-FDJ), Damiano Caruso, Dylan Teuns (Bahrain-Victorious), Brandon Mcnulty (UAE Team Emirates), Matteo Jorgenson, Gorka Izagirre (Movistar), Wout Van Aert, Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma), Simone Velasco (Astana Qazaqstan), Tony Gallopin (Trek-Segafredo), Daniel Felipe Martínez (Ineos Grenadiers), Michael Woods (IPT), Simon Geschke (Cofidis), Łukasz Owsian, Maxime Bouet (Arkéa-Samsic) Philippe Gilbert, Tim Wellens (Lotto Soudal), Alexis Gougeard, Cyril Barthe (B&B Hotels-KTM), Mathieu Burgaudeau (TotalEneriges), Mikkel Honoré (Quci-Step Alpha Vinyl) e Nils Eekhoff (DSM) evadono dal gruppo e riescono a prendere il largo, nonostante la presenza di uno come Vlasov, situato a 10 minuti in classifica dalla maglia gialla e desideroso di riscatto dopo le difficoltà patite nella prima parte del Tour.
I primi attacchi tra i fuggitivi arrivano con Burgadeau, Jorgenson e Gougeard ma, dopo alcuni chilometri, in testa alla corsa resta solo quest’ultimo, mentre gli altri due si rialzano. Anche l’avventura del francese tuttavia ha vita breve, con il drappello che si ricompatta e attacca le rampe Port de Lers con 8 minuti di vantaggio.
Sulle rampe della salita che fu tenuta a battesimo da Marco Pantani nella nebbia nel 1995 Caruso attacca e rimane solo in testa alla corsa, ma su di lui si riportano prima Woods e Storer e quindi un drappello con Wout van Aert, Jorgenson, McNulty e Geschke, mentre Vlasov perde contatto, ma riesce a gestirsi e a non naufragare.
Nel gruppo maglia gialla il primo a lanciare l’attacco è Enric Mas con due compagni di squadra che lo pilotano fuori dal gruppo, ma la miccia la accende Tadej Pogacar con tre allunghi secchi di cui l’ultimo sotto lo striscione del GPM. Come già avvenuto nelle scorse tappe, è il solo Vingegaard che riesce a resistere alle stilettate dallo sloveno, ma oggi è sembrato in stato di grazia anche Sepp Kuss, che non ha mai mollato le ruote del gruppetto dei migliori. Pogacar ha provato a continuare l’azione in discesa, ma la buona guardia di Vingegaard lo ha portato a desistere.
Nelle discesa riesce così a rientrare Romain Bardet, che si era staccato sulle rampe del Port de Lers.
Anche davanti la discesa favorisce i rientri, con Houle, Vlasov, Gallopin e Burgaudeau che si accodano alla testa della corsa. Houle prova successivamente a forzare e si avvantaggia su Gallopin, al quale poi si ricongiungono Caruso, Madouas, Storer, Woods e Jorgenson
La salita del Mur de Péguère si fa sentire e, uno alla volta, Gallopin, Caruso, Madouas e Storer perdono contatto da Woods e Jorgenson, che transitano al GPM a 23 secondi da un Houle che, sul tratto duro, è riuscito a limitare i danni perdendo meno di 30 secondi dei 50 che aveva accumulato.
Dietro, invece, si porta in testa Rafal Maijka, cosa che fa pensare a un imminente attacco della maglia bianca, anche se in realtà il ritmo non è elevatissimo.
Quando il GPM è ancora piuttosto lontano Maijka accusa un problema al cambio e rimane attardato senza possibilità di rientro. A quel punto Sepp Kuss impone un ritmo molto elevato che viene patito soprattutto da Thomas, mentre Quintana riesce a rimanere in scia. Il tanto atteso attacco di Pogacar non arriva. Probabilmente lo sloveno non è al 100% e il ritmo dell’americano era troppo elevato per consentirgli la rasoiata vincente.
Ancora una volta, però, i primi due della generale hanno fatto l’errore di non affondare il colpo nei confronti di Geraint Thomas. Un uomo come il capitano della Ineos è pericoloso soprattutto a cronometro e resta comunque un brutto cliente; quindi, quando lo si vede in difficoltà, bisognerebbe cercare di non consentirgli un rientro come invece ha fatto il gruppetto della maglia gialla, affrontando tranquillamente la discesa verso Foix.
Davanti Houle prosegue la sua marcia verso la vittoria mentre Woods che fa da stopper nei confronti di Jorgenson, che si va a complicare la vita cadendo in discesa.
Il canadese va quindi a vincere la tappa su Madouas, che si era riportato sulla coppia di contrattaccati negli ultimi chilometri.
Vlasov fa un buon balzo in avanti in classifica, entrando in top ten e recuperando più di quattro minuti sui big, gli stessi che perde Bardet che invece scivola dalla quarta alla nona posizione.
Quintana ora è ai piedi dal podio, ma deve recuperare un minuto e mezzo a Thomas e bisogna considerare che la cronometro di 40 chilometri del penultimo giorno è favorevole al gallese.
Con questa situazione di classifica è lecito aspettarsi di tutto nelle due tappe pirenaiche di domani e di dopodomani.

Benedetto Ciccarone

Hugo Houle in avanscoperta solitaria verso il traguardo di Foix (Getty Images)

Hugo Houle in avanscoperta solitaria verso il traguardo di Foix (Getty Images)

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