GRONEWEGEN AL FOTOFINISH CON COLPO DI RENI, MA PROTAGONISTA È LA NOIA

luglio 3, 2022
Categoria: News

Dylan Groenewegen conquista la vittoria nella terza tappa danese del Tour de France, riuscendo a superare la maglia gialla al fotofinish, grazie al colpo di reni. Per il resto, la noia l’ha fatta da padrona per 180 km, con una fuga velleitaria del corridore di casa Magnus Cort Nielsen. Terzo secondo posto di fila per Wout Van Aert che si consola mantenendo la maglia gialla.

Nei Frandi giri solitamente la domenica vanno in scena delle tappe importanti per consentire agli appassionati che lavorano durante la settimana di seguire in diretta le tappe più significative.
Al contrario, il Tour de France propone tutti gli anni una tappa pianeggiante sia la prima che la terza domenica.
La frazione di oggi, ultima in terra danese, è stato un invito agli appassionati per schiacciare un pisolino pomeridiano, perché sino ai 10 Km all’arrivo non è successo nulla e l’emozione più grande, eccetto la volata, è stata appunto la caduta ai -10 che ha aperto un buco nel quale sono rimasti attardati Rigoberto Uran e Damiano Caruso, che hanno accusato un ritardo di 39 secondi all’arrivo.
In fuga è andato da solo Magnus Cort Nielsen che, come padrone di casa, ha ricevuto l’affetto del pubblico sulle strade e ha raggranellato punti per la maglia a pois su strappetti sinceramente imbarazzanti che il Tour de france classifica come GPM appunto per assegnare la maglia dedicata agli scalatori durante le piatte frazioni danesi.
Negli anni ‘90, del resto, il motivo era sempre quello di presentare la prima settimana pressoché interamente pianeggiante con i GPM piazzati in cima ai cavalcavia.
Va poi sottolineato un altro problema ricorrente al Tour de France. I finali delle prime tappe pianeggianti si svolgono sempre su stradoni da altissime velocità, con ostacoli come spartitraffico e altre simili amenità tipiche delle viabilità urbane in cui le squadre sgomitano per conquistare posti migliori con conseguenti rischi di cadute a velocità pericolosissime per l’incolumità dei corridori.
Non si comprende per quale motivo ci sia una esagerata ritrosia ad inserire discese normalissime giudicate non sicure, mentre invece si inseriscono tranquillamente finali pieni di pericoli che davvero il singolo corridore può far poco per evitare, visto che il gruppo arriva compatto e sparato.
Tappe come quella di oggi dovrebbero essere del tutto bandite dai grandi giri.
La cronaca ha davvero poco da dire, se non che Magnus Cort Nielsen se ne va da solo sin dai primi chilometri, con il gruppo che lascia fare. Il danese si prende il suo bagno di folla tra i connazionali e tutti i traguardi validi per il GPM, ad altitudini inferiori ai 100 metri s.l.m.
Unica nota da segnalare lo sprint per il secondo posto (il primo era stato conquistato dal fuggitivo) al traguardo volante che assegna punti validi per la maglia verde, vinto dalla maglia gialla su Jakobsen, con Laporte in terza posizione davanti a Sagan ed Ewan, tutti uomini che possono aspirare alla classifica a punti.
Cort Nielsen, che aveva avuto un vantaggio massimo di 6 minuti e mezzo, viene raggiunto senza problemi quando al traguardo mancano ancora 50 chilometri.
Ne consegue una lunga transumanza verso la volata finale, senza nemmeno la minima emozione di una fuga tenuta a tiro fino ai chilometri finali.
A spezzare un po’ la monotonia ci pensa una caduta che divide il gruppo in due tronconi. Davanti restano in 80, con tutti gli uomini di classifica, ma nel plotone degli attardati ci sono nomi di importanti outsider come Caruso, Uran, Pinot e Ciccone, che accuseranno un ritardo di 39 secondi.
Negli ultimi chilometr iniziano le grandi manovre per lanciare la volata, con le squadre che organizzano i treni a folli velocità.
Nonostante il lavoro di Senechal, Jakobsen si trova intruppato intorno alla decima posizione ed è impossibilitato ad uscire. A questo punto Laporte lancia lo sprint per la maglia gialla, che viene però superata sul traguardo dal colpo di reni di Gronewegen, vincitore al fotofinish dopo uno slalom per riprendere le prime posizioni.
Dopo il traguardo in leggera curva Sagan protesta all’indirizzo di Van Aert, reo secondo lui di averlo stretto contro le transenne, cosa che viene poi smentita dalla immagini. Van Aert va effettivamente un po’ ad avvicinarsi alle transenne, ma non fa alcuna deviazione di traiettoria irregolare ed è anzi Sagan che tenta di spostare il capoclassifica per inserirsi.
Per la terza volta consecutiva, Wout Van Aert manca così la vittoria di tappa e si classifica secondo. Alle interviste sembra piuttosto contrariato, anche se può consolarsi avendo mantenuto la maglia gialla e anche la titolarità della maglia verde (suo vero obbiettivo), che è vestita in prestito da Fabio Jakobsen.
Domani riposo e trasferimento in Francia, dove andrà in scena una tappa con arrivo a Calais, movimentata da 6 GPM, tutti di quarta categoria. Benché sia classificata come tappa collinare, si tratta in realtà di una frazione di pianura mossa, in cui ancora una volta gli uomini di classifica dovranno badare a stare davanti per non rimanere coinvolti in eventuali cadute.
La prima tappa interessante sarà quella di mercoledì sul pavé, anche se gli organizzatori, come nel 2014, non hanno avuto il coraggio di inserire la foresta di Arenberg, avendo invece preferito piazzare l’arrivo poco prima dell’imbocco del mitico settore a cinque stelle.

Benedetto Ciccarone

Groenewegen vince allo sprint lultima tappa danese del Tour 2022 (Getty Images)

Groenewegen vince allo sprint l'ultima tappa danese del Tour 2022 (Getty Images)

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