LA PRIMA VOLTA DI JAKOBSEN: L’OLANDESE VINCE LO SPRINT DI NYBORG. VAN AERT NUOVA MAGLIA GIALLA.

luglio 2, 2022
Categoria: News

Si sa, una delle massime aspriazioni per uno sprinter è vincere almeno una tappa al Tour de France. Una sorte di consacrazione che oggi è toccata a Fabio Jakobsen vincitore della sua prima frazione alla Grand Boucle. Il corridore della Quick Step Alpha Vinyl ha superato in rimonta Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo) sbucando alle spalle del belga negli ultimi 50 metri e tagliando il traguardo di Nyborg a braccia alzate. Per l’olandese, reduce da un inizio di stagione in cui aveva già ottenuto 10 successi, si tratta della fine di un ideale percorso iniziato dopo la terribile caduta al Tour de Pologne del 2020 che lo aveva ridotto letteralmente in fin di vita. Per Van Aert invece un altro secondo posto dopo quello ottenuto nella crono d’apertura che però porta in dote la maglia gialla grazie ai 6 secondi d’abbuono ottenuti sul traguardo, abbastanza per strappare il simbolo del primato dalle spalle di Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl), ora 2° in classifica generale ad appena 1″ dal connazionale.

La seconda tappa del Tour 2022 era almeno da un punto di vista altimetrico piuttosto semplice. I 202,2 km che hanno condotto i corridori da Roskilde a Nyborg erano infatti quasi completamente piatti, ad eccezione di 3 gpm di 4a categoria posti nella parte iniziale del percorso. Le insidie di giornata erano così concentrate nel Great Belt Bridge, una colossale opera ingegneristica formata da due lunghissimi ponti, l’East Brigde ed il West Bridge (lunghi rispettivamente 6,6 e 6,8 km) che i corridori dovevano affrontare da est ad ovest per passare dalla Selandia alla Fionia. Lungo i due ponti i corridori erano attesi dal forte vento che spesso insiste nel tratto di mare compreso tra le due isole. Il traguardo di Nyborg era posto a pochissimi km dal termine del West Bridge ed era presumibilmente destinato a premiare un velocista.

La fuga di giornata è partita subito, praticamente al km zero. Ad animare la tappa sono stati Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost), Sven Bystrom (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux) e il duo della B&B Hotels-KTM formato da Pierre Rolland e Cyril Barthe. Il quartetto ha subito ricevuto il via libera dal gruppo ma non è mai riuscito a portare il gap oltre i 3 minuti, complice il nervosismo in testa al plotone che sempre mantenuto un’andatura piuttosto sostenuta. I fuggitivi, che non coltivavano particolari velleità per quel che riguardava la vittoria di tappa, si sono concentrati nella lotta per i tre gran premi della montagna che avrebbero sancito la prima maglia a pois di questo Tour. Lungo il primo dei tre gpm, la Cote d’Asnaes Indelukke (km 62), il duo della B&B ha perso contatto da Cort e Bystrom, col danese che ha poi agilmente battuto il corridore dell’Intermarchè in cima allo strappo (1,1 km al 5,1%) conquistando il primo punto. Vista anche la vicinanza del secondo gpm, la Cote d’Hove Straede (900 m al 5,7%) posta 10 km dopo, il duo scandinavo non si è rialzato, anzi ha aumentato il ritmo impedendo a Rolland e Barthe di rientrare. Cort è transitato per primo anche sul secondo gpm, gudagnandosi matematicamente la prima maglia a pois, ed ha poi completato l’opera vincendo a braccia alzate anche il terzo (Karup Strandbakke, km 84) in mezzo al tripudio del numerorissimo pubblico danese. In questa fase i due battistrada sono riusciti a portare ad oltre 3′ il gap su un gruppo maglia gialla che in precedenza si era avvicinato fino ad 1′40″. Il gruppo ha però iniziato ad aumentare il ritmo in vista dello sprint intermedio di Kalundborg, posto ai -75. Il traguardo voltante è andato a Bystrom grazie anche al disinteresse di un Cort evidentemente soddisfatto dopo aver centrato l’obiettivo di giornata. La volata del gruppo è invece andata a Caleb Ewan (Lotto-Soudal), davanti a Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Peter Sagan (TotalEnergies). Proprio l’accelerazione prodotta nell’avvicinamento allo sprint intermedio ha fatto crollare il vantaggio dei due fuggitivi, sceso addirittura a 20″. A questo punto Bystrom ha rilanciato l’andatura, mentre Cort si è rialzato, lasciando il norvegese da solo in testa alla corsa. Bystrom è rimasto a lungo con pochi secondi di vantaggio sul gruppo, prima di essere ripreso quando al traguardo mancavano 31 km.

Il lungo tratto di avvicinamento all’imbocco del ponte è stato caratterizzato dal nervosismo e da numerose cadute. Una di queste ha coinvolto Rigoberto Uran, capitano della EF Education-EasyPost. Il colombiano, aiutato dai compagni di squadra, è stato poi protagonista di un lungo inseguimento. L’agitazione è continuata anche una volta raggiunto il Grand Belt Bridge e così altri corridori sono finiti per terra. Tra questi anche la maglia gialla Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl) che è prontamente rientrato grazie all’aiuto prestato dai compagni di squadra Michael Morkov e Mikkel Honorè. Proprio quando ci si aspettava che la corsa potesse esplodere, si è capito che il vento era forte ma spirava in direzione prevalentemente opposta alla marcia dei corridori. Ciò ha spento ogni eventuale idea di attacco, consentendo man mano il rientro di quasi tutti i corridori che erano caduti, tra cui lo stesso Uran.
La tensione in testa al gruppo però non è calata neanche una volta usciti dal ponte e così ne sono venute fuori nuove cadute. La più rilevante ha tagliato in due il gruppo ma è giunta quando i corridori erano già transitati sotto lo striscione dei -3, che sanciva la neutralizzazione dei tempi in caso di cadute.

La Quick Step, grazie al lavoro di Kasper Asgreen, Mattia Cattaneo e Yves Lampaert ha condotto il gruppo fino ai 500 metri quando, esaurito il lavoro della maglia gialla, sono arrivati in testa gli uomini della Trek-Segafredo con Jasper Stuyven in versione ultimo uomo di Mads Pedersen. E’ stato proprio il danese ha lanciare la sua lunghissima volata ai -250. Van Aert si è subito posto a ruota dell’ex-campione del mondo uscendo a sua volta ai -150. Il belga ha superato il danese ma proprio quando la vittoria sembrava in pugno alle sue spalle è spuntato come una saetta Jakobsen che ha superato Van Aert solo negli ultimi 30 metri. Per l’olandese è la prima affermazione in assoluto al Tour, mentre la Quick Step ottiene il secondo successo di tappa in due giorni. Alle spalle di Jakobsen giungono nell’ordine Van Aert e Pedersen. 4° posto per Danny Van Poppel (Bora-Hansgrohe), davanti a Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e al redivivo Peter Sagan (TotalEnergies). Quindi troviamo Jeremy Lecroq (B&B Hotels-KTM) al 7° posto, seguito da Dylan Groenewegen (Team BikeExchange-Jayco), Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM) e Hugo Hofstetter (Team Arkea-Samsic). Grazie all’abbuono ottenuto sul traguardo Wout Van Aert scavalca Yves Lampaert in classifica generale e ora guida con 1″ sullo stesso Lampaert, 8″ su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 11″ su Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e 12″ su Mads Pedersen. Seguono Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) a 14″, Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) a 16″, Primoz Roglic (Jumbo-Visma) a 17″, Bauke Mollema (Trek-Segafredo) a 18″ e Dylan Teuns (Bahrain-Victorius) a 22″.

Domani è il programma la terza tappa, l’ultima in territorio danese prima del trasferimento in Francia. I corridori affronteranno la Vejle-Sonderborg per un totale di 182 km. Anche in questo caso il percorso sarà quasi totalmente piatto ad esclusione di tre strappetti classificati come gpm di 4a categoria. I velocisti saranno nuovamente chiamati in causa.

Pierpaolo Gnisci

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