BRONZINI D’ORO

ottobre 2, 2010
Categoria: News

La piacentina trionfa nella corsa in linea femminile, bruciando allo sprint Marianne Vos, seconda per la quarta volta consecutiva, e Emma Johansson, in compagnia delle quali aveva raggiunto a poche centinaia di metri dal termine Judith Arndt e Nicole Cooke, evase nel corso dell’ultimo giro. Corsa complessivamente bloccata, animata soprattutto dalla lunga fuga dell’americana Curi Mattis. Ieri successo del padrone di casa Michael Matthews, davanti al tedesco Degenkolb e al duo Phinney – Boivin, terzi ex-aequo.

Foto copertina: Giorgia Bronzini alza le braccia dopo aver bruciato allo sprint Marianne Vos ed Emma Johansson (foto Luca Bettini)

Il primo oro italiano ai Mondiali australiani arriva nella prova femminile in linea, gara in cui la nazionale azzurra è giunta al terzo successo nelle ultime quattro edizioni con altrettante atlete diverse. Non è stata infatti la leader designata e campionessa in carica Tatiana Guderzo a mettere in fila le avversarie; né Noemi Cantele è riuscita a completare il set di medaglie iridate, dopo l’argento (a cronometro) e il bronzo (in linea) dell’edizione 2009. È toccato invece a Giorgia Bronzini consegnare al medagliere italiano non soltanto il primo oro, ma anche il primo piazzamento a podio della spedizione, e risollevare una serie di prove mediamente deludenti nelle prime tre giornate.
La vittoria della piacentina è arrivata al termine di una gara piuttosto bloccata fino al penultimo giro, con la statunitense Katheryn Curi Mattis a fare da mattatrice a partire dalla terza tornata. L’americana è stata capace di raggiungere un margine massimo di quasi 3’, mantenuto quasi intatto fino ad una cinquantina di chilometri scarsi dalla conclusione. Perché il divario scemasse sensibilmente si è dovuto attendere il terzultimo giro, quando le scaramucce fra le contendenti al titolo si sono fatte più accese, e appena un giro più tardi il gap è stato azzerato, grazie soprattutto al forcing di Tamanini (prima) e Pooley (dopo) sul primo strappo del circuito e di Guderzo e ancora Pooley sul secondo. Proprio la vincitrice della gara a cronometro è parsa la più brillante, tanto da avvantaggiarsi in solitaria con apparente facilità sulla prima ascesa, salvo poi decidere di rialzarsi e attendere le più dirette inseguitrici. Nessuna delle molte azioni inscenate nel corso della penultima tornata, fra le quali si è segnalata quella solitaria della russa Antoshina nel finale del giro, in un tratto pianeggiante, ha però generato delle differenze permanenti, rimandando tutto all’ultimo passaggio.
A differenza di quanto lasciato intendere precedentemente, la Pooley non è stata in grado di riprovarci con decisione nel finale, e il peso della leadership della formazione britannica è passato sulle spalle di Nicole Cooke, capace di evadere in compagnia di Judith Arndt a 5 km circa dalla conclusione. Il duo anglo-tedesco è riuscito ad acquisire un margine massimo di 11’’, ma ha dovuto fare i conti con il gioco di squadra italiano, che ha visto Tatiana Guderzo e Noemi Cantele sacrificarsi per favorire lo sprint di Giorgia Bronzini, riportando le inseguitrici ad un pugno di metri dalle battistrada ai 500 metri dal traguardo. L’esperta Arndt ha stranamente peccato di eccessiva fretta, anticipando la volata per paura del rientro del gruppo alle sue spalle. La tedesca si è così piantata a 200 metri dalla linea, subendo la netta rimonta della favorita numero uno della vigilia, Marianne Vos. L’olandese ha però a sua volta ecceduto in fiducia nei propri mezzi, partendo lunghissima e pagando per questo le lievi pendenze degli ultimi metri.
Unica ad approfittarne è stata allora Giorgia Bronzini, ultima del terzetto di atlete lanciatosi all’inseguimento delle attaccanti, comprendente anche Emma Johansson, saltando prima la svedese e poi, a 50 metri dal traguardo, Marianne Vos, battuta di una bicicletta e relegata al quarto argento mondiale consecutivo, il terzo alle spalle di un’azzurra. La svedese ha invece strappato il bronzo alla Cooke, con la Arndt, rialzatasi nelle battute conclusive, soltanto quinta. Per l’Italia si tratta del quarto oro nella categoria nella storia dei Campionati del Mondo (quarto posto assoluto alle spalle di Francia, Paesi Bassi e Belgio), nonché della diciassettesima medaglia (secondi solo a Olanda e URSS).
L’oro di Giorgia Bronzini è arrivato all’indomani del primo titolo per i padroni di casa, arrivato grazie al perentorio sprint di Michael Matthews nella prova Under 23, capace di regolare un folto gruppo di 46 atleti sull’arrivo in lieve ascesa di Geelong. Alle sue spalle il tedesco John Degenkolb, mentre, per la medaglia di bronzo, si è registrato il primo caso di ex-aequo nella storia dei Mondiali, dal momento che neppure l’analisi del photofinish è stata in grado di stabilire se fosse stato il canadese Guillaume Boivin o l’oro della cronometro Taylor Phinney a tagliare il traguardo per terzo. Migliore degli italiani è stato Colbrelli, dopo che Moreno Moser era stato fra i principali animatori della giornata, assieme allo statunitense Ben King.
In ottica prova dei professionisti, allarma un po’ la scarsa selezione prodotta dalle due salite del tracciato anche nella prova riservata ai più giovani, nella quale è solitamente più difficile assistere a finali con sprint molto numerosi. Certo, la gara è stata meno combattuta di altre volte, ma, anche alla luce di quanto visto oggi fra le donne, appare francamente difficile pensare ad un copione molto differente per la gara più attesa della rassegna, copione probabilmente più gradito alla formazione azzurra, che ha rinunciato a schierare velocisti puri. È insomma probabile che Pozzato faccia bene a tenersi qualche riserva più del preventivato per il finale, così da poter dire la sua in un probabile epilogo in volata più o meno ristretta. Epilogo in cui, in ogni caso, i favoriti sarebbero probabilmente altri.

Matteo Novarini

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