EL “TRIPLETE” PIU’ VELOCE CHE CI SIA
Sul traguardo di Salamanca, Mark Cavendish impone di nuovo la sua legge e si porta a casa la quart’ultima tappa della Vuelta, la terza della sua avventura spagnola. Delle tre, quella odierna, è stata forse quella più facile da portare a casa e l’inglese deve ringraziare ancora una volta Goss. Ci ha provato nel finale anche Gilbert, ma è stato tutto inutile. A Toledo per il poker?
Foto copertina: Mark Cavendish alza le braccia al termine dello sprint vittorioso di Salamanca (foto AFP)
Cinque al Tour, tre alla Vuelta. In totale fa otto e sinceramente, visto l’importanza di queste due corse, hanno più peso specifico otto vittorie in confronto, e non ce ne voglia, alle 20 conquistate da Andrè Greipel da inizio dell’anno. Cavendish, infatti, si dimostra ancora una volta il più forte di tutti e soltanto dal 1° gennaio 2011, quando la lotta interna all’HTC finirà e i due si scorneranno realmente, vedremo chi ne avrà davvero di più.
Intanto ci godiamo un Mark che in una delle tappe più corte di questa Vuelta, 148km da Valladolid a Salamanca, piazza il suo terzo acuto mettendosi alle spalle, o meglio lasciando indietro, gli avversari di giornata che rispondono al nome di Haedo, Cardoso e Farrar, quest’ultimo comunque lontanissimo dal vertice.
Ovviamente, nonostante l’esito di questa frazione fosse piuttosto scontato, qualche coraggioso ci ha provato lo stesso ad andare in fuga anche se le squadre dei velocisti non hanno lasciato, come logico, tanto margine. Così, sono evasi in otto: Estrada, Toribio, Urtasun, Benitez, Pichot, il nostro Pietropolli, Roels (non nuovo oramai) e Kaisen che arriva a cinque fughe (complimenti!).
Come detto, margine ridottissimo (pensare una fuga che non va oltre i 2’10”, neanche se fosse scattato Mosquera!) con HTC e Garmin in testa a tirare a causa anche del forte vento: una sorta di precauzione per non rischiare brutte sorprese. Così, con l’andatura più che vivace in testa al gruppo di queste due squadre, Nibali e la Liquigas-Doimo si sono presi un giorno di ferie per ricaricare un po’ le pile.
Il gruppo tiene sempre gli otto a bagnomaria (18” ai -15) ed è in quei metri che Kaisen prova a dare una scrollata al gruppetto portandosi dietro solo due volenterosi, Toribio e Benitez, ma il suo blitz è durato soltanto quattro chilometri.
La fuga rientra nei ranghi, ma ai -9 l’attacco è ben diverso: la staffilata porta la firma di Philippe Gilbert che vorrebbe regalare un’altra gioia alla propria squadra, visto che Van Avermaet in volata non dà ampie garanzie. In quel frangente, però, un po’ a sorpresa si muove la Liquigas: non per Nibali, ci mancherebbe altro, ma per Bennati che sembra stare bene e che, informato via radio di un Cavendish in leggera difficoltà, vuole mandarlo alla deriva. Una volta ripreso Gilbert, però, tutti si stanno a guardare, l’andatura rallenta e così Cavendish rientra sui primi.
A quel punto le strategie cambiano di nuovo ed in testa ci vanno Quick-Step (molto bravo Tosatto) e Milram, ma sembrano svolgere lavoro per altri. Ai 600 in testa c’è Stauff che in quel frangente si gira e non vede compagni di squadra. Giustamente si rialza e alle sue spalle c’era già Goss che, nonostante il gruppo fosse ancora a mezzo chilometro dalla fine, si fa coraggio ed inizia ad aumentare l’andatura, soprattutto quando vede che Bennati sta cercando di anticipare tutti quanti. Goss, invece, prende il centro della strada e dà il là all’ennesimo show di Cavendish che non lascia scampo a nessuno, relegando Jose Haedo alla piazza d’onore e Cardoso al gradino più basso del podio.
Oggi 19° tappa, la più lunga della Vuelta con 231km da coprire fra Piedrahita e Toledo: un Gpm di 2° categoria in avvio per mandare via la fuga e poi tanti strappetti che non danno punti ma che potrebbero dare indicazioni in vista di Melbourne con l’ultimo, a sette chilometri dalla fine, che potrebbe essere un trampolino di lancio ideale per le ambizioni dei vari Pozzato, Gilbert, Cancellara e, magari, anche lo stesso Goss.
Saverio Melegari