DOPPIETTA VAN DER POEL NELLE FIANDRE CON FINALE A SORPRESA
aprile 3, 2022
Categoria: 3) GIRO DELLE FIANDRE, News
Mathieu van der Poel, in uno sprint a quattro, ha vinto l’edizione 106 del Giro delle Fiandre, dopo aver conquistato qualche giorno fa la semiclassica “Dwars door Vlaanderen”, che condivide alcuni tratti di percorso con la più illustre sorella maggiore, dopo aver resistito a tutti gli attacchi di Pogacar ed al ritorno di Madouas e Van Baarle a pochissimi metri dall’arrivo.
Questa volta indubbiamente Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha commesso un grave errore di valutazione.
Il ragazzo è giovane e probabilmente la sua grande potenza è di gran lunga superiore alla sua esperienza.
Questo fa sì che lo sloveno riesca a vincere corse dure, contro avversari di valore, anche partendo da molto distante e rischiando parecchio; tuttavia quando la corsa si fa tatticamente difficile, gli manca ancora quel pizzico di furbizia ed intelligenza che solo l’esperienza ti può dare.
Pogacar, dopo aver attaccato a più riprese ed essere rimasto da solo con Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), senza essere riuscito a staccarlo, era perfettamente consapevole di essere sfavorito allo sprint ed ha deciso quindi di cercare ad ogni costo di rimanere alla ruota dell’olandese, mandando in scena una specie di surplace.
Ha così trascurato i pericoli di andare incontro ad una volata a quattro con Valentin Madouas (Groupama – FDJ) e Dylan van Baarle (INEOS Grenadiers), che arrivavano da dietro a doppia velocitÃ
Van der Poel, conscio di essere il più forte allo sprint, ha lasciato fare a Pogacar per poi far valere il suo spunto veloce nei confronti di Van Baarle e Madouas, che erano rientrati proprio per via del rallentamento.
Risultato, vittoria di Van Der Poel, Pogacar fuori dal podio e abbastanza alterato per essere stato chiuso nello sprint da Van Baarle.
Lo sloveno va comunque lodato per aver messo in strada un’altra volta la sua grande classe e potenza, iniziando a fare il diavolo a quattro quando mancavano ancora più di 50 km alla conclusione.
Su ogni muro dava una sgasata, scrollandosi di dosso colpo su colpo tutti i corridori, salvo un coriaceo Van der Poel, che ha mirato solo a non mollare la ruota dell’avversario più pericoloso, ben consapevole che lasciare venti metri di vantaggio a Pogacar significa aver perduto la corsa.
Sul Peterberg, muro in pavè con pendenze al 20%, l’olandese ha dato ad un certo punto l’impressione di aver avuto un passaggio a vuoto, ma probabilmente si è trattato solo di un inconveniente nel cercare di andare a prendere la parte più esterna della carreggiata per evitare le pietre.
Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), vincitore lo scorso anno, è stato sfortunato perché ha patito un incidente meccanico nel punto più duro del Koppenberg, mentre Pogacar attaccava a più non posso, e questo lo ha tagliato fuori dai giochi molto presto.
Sfortunato è stato anche un altro superfavorito come Wout Van Aert (Jumbo-Visma), che ha dovuto dare forfait a causa della positività al covid, notizia che purtroppo non si è rivelata essere un pesce d’aprile come molti appassionati avevano sperato.
La corazzata Jumbo si è così affidata a Tiesj Benoot, arrivato secondo qualche giorno fa nella Dwars door Vlaanderen, che però non è riuscito ad essere all’altezza dei migliori, pur avendo provato comunque a collaborare all’inseguimento quando in testa erano in cinque.
La corsa è partita di buon mattino, visto il lungo chilometraggio da coprire, le temperature erano rigide anche se, per fortuna, i corridori non hanno dovuto correre sotto il nevischio che era caduto nella giornata di venerdì e che aveva fatto temere condizioni da tregenda.
I tentativi di fuga sono partiti subito e quello buono ha visto la partecipazione di Sébastien Grignard (Lotto Souda), Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwels Sauces WB), Taco van der Hoorn (Intermarché-Wanty-Gobert), Stan Dewulf (Ag2r Citroen), Tom Bohli (Cofidis), Max Kanter (Movistar), Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM) e Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise).
Il tentativo di attacco è sempre stato tenuto sotto controllo da Jumbo-Visma, Alpecin-Fenix, Quick-Step Alpha Vinyl e Ineos Grenadiers, che non hanno mai lasciato prendere più di cinque minuti ai battistrada. Dopo i primi due tratti di pavè, quando stavano per iniziare i muri, il gruppo ha alzato i ritmi, cominciando ad erodere pian piano il gap.
La prima azione che muove le acque nasce per iniziativa di Jonas Koch (Bora-hansgrohe), che accelera in modo deciso e viene poco dopo raggiunto da Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma).
I due riescono a prendere circa trenta secondi sul gruppo dal quale escono, sulle rampe del Berendries, Ivan Garcia Cortina (Movistar) Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), Marco Haller (BORA – hansgrohe), Alex Kirsch e Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Olivier Le Gac (Groupama – FDJ), Jannik Steimle e ZdenÄ›k Å tybar (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Ben Turner (INEOS Grenadiers), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Mick van Dijke (Jumbo-Visma). Questo gruppetto raggiunge i due andando a comporre un primo gruppo inseguitore, mentre dietro il gruppo principale si spezza a causa di una caduta e il primo a dare una frustata è Matteo Trentin (UAE Team Emirates), che spezza ulteriormente il plotone e riduce il distacco.
Dopo questa fase, il gruppo si placa e i contrattaccanti tornano a raggranellare circa trenta secondi, mentre la fuga del mattino continua a perdere terreno.
Avvicinandosi al Vecchio Kwaremont Trentin ripropone un allungo che è il preludio all’attacco di Pogacar, il quale si riporta agevolmente sugli inseguitori che, nel frattempo, avevano chiuso sulla testa della corsa.
In cima rimane un gruppetto con Pogacar e Asgreen, ma un drappello di circa venti uomini con Tom Pidcock (INEOS Grenadiers) e Van der Poel si riporta prontamente sulla testa.
Nel successivo tratto, allungano Fred Wright (Bahrain-Victorious) e Van Baarle.
Sul Koppenberg Pogacar imprime una nuova accelerazione e stavolta riescono e resistere solo Van der Poel e, seppur con qualche difficoltà , Madouas, mentre Asgreen, a causa di un problema meccanico nel punto peggiore, perde contatto e non riuscirà più a rientrare.
Il gruppo inseguitore si è estremamente ridotto e manca l’accordo per strutturare un inseguimento sicché, quando i battistrada hanno già quasi un minuto di vantaggio, escono dal plotone Benoot, Stefan Kung (Groupama-FDJ) e Dylan Teuns (Bahrain-Victorious).
All’ultimo passaggio sul Vecchio Kwaremont è nuovamente Pogacar ad accelerare e stavolta resiste solo Van der Poel, mentre dietro si forma una coppia all’inseguimento perchè Van Baarle raggiunge Madouas, che aveva ceduto per ultimo all’accelerazione del vincitore degli ultimi due Tour de France.
Sulle durissime pendenze del Peterberg Pogacar prova di nuovo ad accelerare a tutta, ma anche stavolta l’olandese della Alpecin resiste alla sfuriata.
Negli ultimi 13 chilometri pianeggianti la coppia di inseguitori non si dà per vinta e riesce a rosicchiare pian piano qualcosa sino a portarsi a circa 20 secondi all’ultimo chilometro, mentre si avvicinano pericolosamente anche Wright, Kung e Teuns.
20 secondi sotto il triangolo rosso sembrano più che sufficienti per andarsi a giocare lo sprint a due, ma Pogacar vuole partire da dietro per cercare di avere una possibilità contro un avversario decisamente superiore allo sprint.
Va così in scena un quasi surplace tra i due, cosa che permette a Van Baarle e Madouas di rientrare a doppia velocità ai 300 metri.
Van der Poel è lesto a lanciare lo sprint e vincerlo senza difficoltà , mentre Pogacar viene superato dai due avversari e non riesce ad uscire, complice anche una manovra di Van Baarle che lo chiude in maniera comunque regolamentare.
Lo sloveno che è stato sicuramente il più attivo della corsa, avendo tentato l’affondo su tutti i muri sin dai 50 km all’arrivo e avrebbe certamente meritato di più, ma la mancanza di esperienza lo ha lasciato fuori dal podio.
Il ragazzo comunque ha una condizione di forma straordinarie e, se la Parigi Roubaix allo stato attuale non sembra adatta alle sue caratteristiche (ma chissà …), le altre monumento che non ha ancora vinto (Sanremo e Fiandre) potrebbero sicuramente entrare nel suo palmares nei prossimi anni.
Benedetto Ciccarone