GP INDURAIN – NEVE, FREDDO E… WARREN BARGUIL
Warren Barguil (Team Arkéa Samsic) ha vinto il GP Miguel Indurain in volata su Aleksandr Vlasov (BORA – hansgrohe) e Simon Clarke (Israel – Premier Tech) al termine di una corsa condizionata dal freddo e la neve caduta in Navarra nella giornata di oggi. Quinto posto per Vendramix (AG2R Citroën Team), il migliore degli italiani.
La trentunesima edizione del Gran Premio Miguel Indurain si correva sull’ormai consueto percorso di Estella di 204 chilometri su un percorso che transitava su tutte le salite circondanti il paese della Navarra. Il dislivello di 3500 metri e le varie salite che si susseguono permettevano gli attacchi ai tanti corridori venuti qui per preparare l’imminente Giro dei Paesi Baschi.
L’Alto de Eraul è la salita simbolo della corsa con i suoi 3800 metri al 5.6% da ripetere due volte, la prima a 100 chilometri dall’arrivo, mentre la seconda ad appena dieci chilometri e viene seguita da una discesa intervallata dai due strappi di Alto de Muru e Alto Ibarra, il quale seppur breve di 600 metri ha una pendenza media dell’11.5%.
Gli atleti favoriti alla vigilia erano Enric Mas (Movistar Team), Sergio Higuita, Aleksandr Vlasov ed Emanuel Buchmann (BORA – hansgrohe), Pello Bilbao e Gino Mäder (Bahrain – Victorious), Jesus Herrada e Ion Izagirre (Cofidis), Clement Champoussin e Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), João Almeida, Marc Hirschi, Davide Formolo e Marc Soler (UAE Team Emirates), Warren Barguil (Team Arkéa Samsic) e Pierre Latour (TotalEnergies).
Come era chiaro da questo elenco BORA e UAE si presentavano alla partenza con due formazioni estremamente competitive che avrebbero provato probabilmente a fare corsa dura durante la giornata, ma al mattino i corridori si accorgevano che c’era qualcosa di strano, la Navarra era imbiancata con la neve che continuava a scendere fino a costringere gli organizzatori a cambiare il percorso rimuovendo tutte le salite principali, il percorso risultava quindi di 190 chilometri con solo salite brevi e il finale con due Alto Ibarra da ripetere.
La nevicata terminava prima del via ufficiale della corsa al quale non prendevano parte Alex Molenaar (Burgos-BH) e Derek Gee (Israel – Premier Tech). Solo dopo 35 chilometri si creava la fuga di giornata con Rafael Reis (Glassdrive Q8 Anicolor), Xabier Mikel Azparren e Mikel Bizkarra (Euskaltel – Euskadi), Alex Martin (EOLO-Kometa), Jon Barrenetxea (Caja Rural – Seguros RGA), Stephen Bassett (Human Powered Health), Paul Lapeira (AG2R Citroën Team), Ivan Cobo (Equipo Kern Pharma), e Oscar Cabedo (Burgos-BH).
Questi atleti ottenevano un vantaggio massimo di quattro minuti che rimaneva abbastanza stabile per diversi chilometri poi andare progressivamente a diminuire col gruppo che tornava compatto ai -21, proprio in vista del penultimo passaggio sull’Alto Ibarra.
Sul muro Enric Mas (Movistar Team) produceva un ritmo costante ed elevato che allungava il gruppo fino allo scollinamento dove Davide Formolo (UAE Team Emirates) prendeva la testa per allungare e creare vari divisioni in gruppo, una volta passati sotto l’arrivo per un ultimo circuito da compiere tutti si rialzavano permettendo a chiunque stesse tenendo duro di tornare in testa, sfruttava questo momento l’ex fuggitivo Bizkarra per attaccare, il quale veniva seguito da Alexandr Riabushenko (Astana Qazaqstan Team) in un secondo momento. Questo tentativo veniva però ripreso poco dopo quando sulle docili rampe dell’Alto de Irache attaccava Vlasov (BORA – hansgrohe) con Bilbao e Mäder, Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural – Seguros RGA), Victor Lafay (Cofidis) e Gorka Izagirre (Movistar). Dalla cima della salita mancavano 13 chilometri principalmente il falsopiano in discesa che conducevano all’Alto Ibarra ai -2. Proprio in fase di scollinamento Mäder cedeva con Cepeda, quest’ultimo però rispondeva nel tratto di falsopiano per formare questo tentativo di cinque corridori, mentre al loro inseguimento si formava un gruppetto di otto unità che inizialmente sembrava poter riuscire a rientrare, per poi però rialzarsi e aspettare il grosso del gruppo che doveva riprendere 15” dalla testa ai -10.
Dopo una prima fase dove l’inseguimento non era deciso, la TotalEnergies si organizzava aumentando il ritmo del gruppo con l’azione che veniva finalizzata da Formolo, il quale riusciva a tornare sulle code della fuga proprio ai piedi del muro finale. Qui erano chiaramente Latour e Hirschi gli uomini più in palla alternandosi negli scatti e riuscendo a scollinare in testa, con Vlasov leggermente più staccato, ma il gruppo in fila indiana a breve distanza.
Nonostante Latour tentasse di mantenere un forte ritmo nella tecnica discesa, da dietro rientravano una dozzina di corridori a 500 metri dall’arrivo con Clément Champoussin che si sacrificava per Andrea Vendrame (AG2R Citroën Team). Alla ruota del corridore francese c’era però Alexis Vuillermox (TotalEnergies) il quale lanciava lo sprint finale negli ultimi 300 metri, sfruttando la sua schiena Simon Clarke (Israel – Premier Tech) provava a saltarlo con successo, venendo però sopravvanzato alla sua destra da Vlasov, ma soprattutto negli ultimi 25 metri dallo spunto di Barguil che andava a conquistare il successo sull’atleta russo e lo stesso Clarke. Vendrame restava un po’ chiuso nel finale, come Latour e Hirschi, dovendosi accontentare del quinto posto alle spalle anche di Vuillermoz.
Carlo Toniatti.