APRILE, ARIA DI GIRO
aprile 2, 2022
Categoria: Approfondimenti
Tra poco più di un mese saremo qui a narrarvi le storie del Giro d’Italia e le gesta del successore di Egan Bernal. Nell’attesa della prima grande corsa a tappe della stagione i pretendenti al successo finale cominceranno ad affinare le armi con la lunga sfilza di brevi gare che si succederanno nel mese di aprile.
Manca un mese alla partenza del Giro d’Italia ma già nell’aria comincia ad aleggiare il soave aroma della Corsa Rosa. Le cilindrate dei grandi big che hanno scelto di schierarsi al via da Budapest, infatti, cominciano già a rombare ad aprile, quando classiche del nord e una serie di brevi ma interessanti corse a tappe consentono a questi campioni di prepararsi a dovere al primo dei tre grandi giri. C’è davvero l’imbarazzo della scelta e c’è chi deciderà di schierarsi al via delle corse cronologicamente più vicine alla partenza del Giro, come il Tour of the Alps o il Romandia, e chi invece preferirà non arrivare troppo stanco alle prime frazioni della Corsa Rosa e disputerà le corse in programma a inizio mese.
La prima di queste sarà il Giro dei Paesi Baschi che, giunto alla sua 61a edizione, quest’anno andrà in scena tra il 4 e il 9 aprile aprendosi con un cronoprologo tradizionale ma non troppo, essendo la fluidità dei 7.5 Km del circuito di Hondarribia “inquinata” dal complicato attraversamento delle viuzze del centro storico nel finale e da tre brevi strappi, il più difficile dei quali è lungo 500 metri e presenta una pendenza media del 9%, con un picco al 12%. La prima frazione in linea, 207 Km da Leitza a Viana, nonostante i tre GPM, i saliscendi del finale e il modesto dentello in cima al quale sarà posto il traguardo sarà la più facile tra quelle in programma e non è escluso che possa vincerla un velocista, di quelli resistenti. Simile ma leggermente più complicata sarà la successiva Laudio – Amurrio, 182 Km e cinque salite da scavalcare, mentre per vedere le prime scaramucce tra gli uomini di classifica bisognerà attende la tappa che scatterà dal capoluogo dei Paesi Baschi, Vitoria-Gasteiz, con obiettivo il traguardo di Zamudio, dove si giungerà dopo aver percorso 185 Km e affrontato due interessanti muri nel finale: quello di Urruztimendi (1600 metri al 12.5%) ai meno 38 e il tratto iniziale (1.9 Km all’11.7%) dell’Alto del Vivero (6 Km al 6.2%) a una decina di chilometri dalla conclusione. Per ultime sono state collocate le frazioni più impegnative, cominciando con quella di Mallabia, 164 Km e undici brevi ascese – nei Paesi Baschi sono rari i “salitoni” – sulle quali spiccano l’ultimo dei cinque GPM ufficiali previsti (Alto de Karabieta, 6.8 Km al 5.4%, dei quali i primi tre al 9.4%) e il muretto in cima al quale sarà collocato il traguardo, una rampa di 600 metri al 10.5% che presenta un paio di tratti di lastricato e inclinazioni fino al 16%. A decidere il nome del successore di Primož Roglič – vincitore non solo lo scorso anno ma anche nel 2018 – sarà l’immancabile tappa con arrivo al Santuario de la Virgen de Arrate, traguardo al quale si giungerà in discesa un paio di chilometri dopo aver conquistato la cima dell’Alto de Usartza (4.6 Km all’8.6%), ultima delle sette salite della frazione conclusiva, che prevede anche un primo passaggio dal traguardo, giungendovi dal più impervio versante dell’Alto de Krabelin (4 Km al 10.5%)
Negli stessi giorni in Francia si disputerà una corsa che, pur non presentando un cast stellare (e, per ovvie ragioni, nessuno scalatore al via), vanterà nella starting list nomi interessanti come quelli dell’ex campione del mondo Mads Pedersen, di Filippo Ganna, del suo omonimo Baroncini e dei velocisti Elia Viviani e Mark Cavendish. Con tutta probabilità, infatti, sarà uno sprinter il vincitore della 68a edizione del Circuit Cycliste Sarthe – Pays de la Loire per la scelta degli organizzatori di togliere dal percorso di questa gara – che ha nell’albo d’oro nomi prestigiosi come quelli di Bernard Hinault (due volte vincitore) e di Greg Lemond – la salita del Mont des Avaloirs (1.2 Km al 7%), presenza fissa della corsa francese sin dal 2009 come traguardo della frazione “regina”. La prima tappa del “Circuito della Sarthe”, che tornerà in calendario dopo due anni d’assenza causa pandemia, sarà quella più complicata sul piano altimetrico, disegnata in circuito per 192 Km attorno a Mamers, affrontando per due volte ciascuna – nella prima parte della tappa – le salite del Belvédère de Perseigne (3.6 Km al 4.3%) e del Col des Quatre Gardes (2 Km al 6.4%), mentre meno movimentato sarà l’anello conclusivo di 16 Km, che dovrà essere ripetuto cinque volte e prevede al suo interno un modesto tratto in ascesa di 1000 metri esatti al 4.4%. Tutte e quattro le frazioni previste presenteranno partenza e arrivo fissate nella medesima località e la seconda si snoderà nei dintorni di La Lude, stavolta gareggiando su di un tracciato meno complicato rispetto a quello della tappa d’apertura, con salite che non arriveranno al chilometro di lunghezza e un circuito conclusivo di 8.5 Km che dovrà essere inanellato sette volte e non sarà comunque totalmente pianeggiante. Ancora più facili saranno le rimanenti frazioni di Sablé-sur-Sarthe e La Chapelle-Saint-Aubin, con quest’ultima che proporrà il finale più impegnativo per gli sprinter perché l’ultimo chilometro, tratto conclusivo di un circuito di 9 Km che dovrà essere percorso otto volte, presenta una pendenza poco inferiore al 3%.
Nairo Quintana, che quest’anno ha deciso di puntare sul Tour e che a febbraio si è già imposto in due brevi corse a tappe (il Tour de la Provence e Tour des Alpes-Maritimes et du Var), sarà il “faro” della 57a edizione del Giro di Turchia, in calendario durante la settimana precedente la Pasqua. La corsa asiatica prenderà il via la Domenica delle Palme con la tappa più lunga tra le otto previste, una frazione di media montagna di 207 Km che da Bodrum – l’antica Alicarnasso – condurrà a Kusadasi, dove si giungerà dopo aver affrontato una salita di 2a categoria di 4.2 Km all’8.5% che terminerà a 27 Km dal traguardo, a sua volta preceduto di 1.6 Km dallo scollinamento di un’ultima ascesa di 1.4 Km al 4% circa. Dalla celebre località archeologica di Efeso si ripartirà l’indomani alla volta di Alaçatı, dove si giungerà al termine di una frazione destinata ai velocisti ma che proporrà l’insidia del vento essendo per buona parte disegnata sulle rive del Mar Egeo, stesso discorso che vale anche per la successiva tappa di Smirne. Da quest’ultima scatterà la frazione più attesa che prevede l’arrivo in salita sullo Spil Dağı, montagna che proporrà quasi 14 Km d’arrampicata al 7.3% di pendenza media. Dopo la tappa di Ayvalık, ultima occasione per i velocisti, il gruppo supererà in bicicletta lo stretto dei Dardanelli sul nuovissimo “Ponte della Battaglia di Gallipoli” inaugurato il 18 marzo scorso e primo al mondo per lunghezza tra quelli sospesi: a causa del rischio d’incappare in ventagli sarà uno dei momenti più insidiosi della tappa diretta a Eceabat, dove è stato approntato un finale di gara che fa gola ai finisseur, con una salita di 1500 metri al 5.8% che terminerà a 1.7 Km dall’arrivo, seguita da un lungo tratto in quota e da uno strappo finale di 500 metri al 6.7%. Nonostante i due GPM di 2a categoria previsti lungo il tracciato della Gallipoli – Tekirdağ, con tutta probabilità questa sarà una tappa di trasferimento verso la passerella conclusiva di Istanbul, che però non sarà la classica chiusura favorevole ai velocisti perché l’arrivo sarà posto in cima ad uno strappo di 1300 metri al 6.2% che dovrà essere ripetuto per quattro volate.
A cavallo delle festività pasquali i riflettori si riaccenderanno sull’Italia, dove andranno in scena due interessanti antipasti alla Corsa Rosa, il Giro di Sicilia (12-15 aprile) e il Tour of the Alps (18-22 aprile). La corsa siciliana in particolar modo tirerà la volata al Giro sia per la presenza di due tappe destinate ai velocisti – totalmente omesse dall’altra corsa – sia per l’arrivo della tappa decisiva sull’Etna, anche se si salirà da un versante differente rispetto a quello che sarà affrontato un mese più tardi dai “girini”. Il primo round per gli sprinter si disputerà sul “ring” di Bagheria, al termine di una tappa d’apertura quasi totalmente pianeggiante che prenderà il via da Milazzo e che si snoderà costantemente in riva al Tirreno, con tutti i rischi connessi all’eventuale formazione di ventagli. Chiamerà alla ribalta i finisseur l’arrivo il giorno successivo a Caltanissetta, dove il traguardo sarà collocato al termine di un tratto in salita di 1000 metri al 5.2%, di poco preceduto da un’altra ascesa di circa 5.5 Km al 5% mentre una trentina di chilometri prima si salirà fino ai 935 metri di Enna (4.3 Km al 6.2%). I velocisti torneranno protagonisti l’indomani a Piazza Armerina, in una tappa dal finale leggermente più difficile rispetto a quella di Bagheria per l’aspetto altimetrico, poi tra Ragalna e Piano Provenzana, sul versante settentrionale dell’Etna, andrà in scena la tappa più difficile, che prevede di ripetere due volte l’ascesa verso Contrada Giuliana (l’ultima scalata, più lunga della precedente, misura 12.5 Km e presenta una pendenza media del 5.9%) prima d’intraprendere quella che condurrà al traguardo, quasi 18 Km al 5.4% con i tratti più impegnativi negli ultimi 3.2 Km, che salgono all’8.2% medio e che furono affrontati anche nel finale della tappa del Giro d’Italia del 2020 vinta dall’ecuadoriano Jonathan Caicedo.
Come già accaduto nelle ultime due edizioni, non presenterà arrivi in salita il Tour of the Alps, ma anche quest’anno l’ex Giro del Trentino sarà una corsa favorevole agli scalatori, che – infatti – hanno conquistato sia l’edizione 2019, sia quella del 2021 (due anni fa non si gareggiò per la pandemia), rispettivamente vinte dal russo Pavel Sivakov e dal britannico Simon Yates. Le salite non mancheranno e subito due di queste dovranno essere affrontate nel corso della prima tappa, che vedrà i partecipanti percorrere 161 Km tra Cles e Fiera di Primiero salendo prima ai 1618 metri del Passo del Brocon (10.7 Km al 7.1%) e successivamente al Passo di Gobbera (5.8 Km al 4%), superato il quale all’arrivo mancheranno 24 Km, totalmente privi di altre difficoltà. L’unica frazione ad avere l’aspetto del tappone d’alta montagna sarà la seconda, diretta in 154 Km a Lana, dove si giungerà dopo aver affrontato in partenza il mitico Passo Rolle (1984 metri, 21.2 Km al 5.8%) e a 50 Km esatti dal traguardo il Passo della Mendola (16 Km al 6.5%), dopo il quale si dovrà anche scavalcare il più pedalabile Passo delle Palade (12.9 Km al 4.2%). Sulla carta la tappa più adatta agli scalatori pare essere quella successiva di Villabassa, l’ultima interamente disegnata in Italia, che vedrà i corridori che puntano al successo finale darsi battaglia sui 7.8 Km al 7.6% del Passo Furcia, dopo la cui cima bisognerà, però, percorrere ben 23 Km per andare al traguardo. Il Tirolo, che nelle edizioni più recenti aveva ospitato le tappe d’apertura, nel 2022 accoglierà il finale della corsa italo-austriaca, che a questo punto ha in programma la frazione più facile, con il traguardo di Kals am Grossglockner che rappresenterà un’occasione da non perdere per i cacciatori di tappe. Sarà, infine, Lienz a ospitare partenza e arrivo della frazione conclusiva, un circuito di 114 Km caratterizzato dalla doppia ascensione al Bannberg e, soprattutto, dalla salita di Stronach, un lungo muro di 3.2 Km al 12.3% che molto probabilmente sarà determinante per decretare il nome del successore di Simon Yates.
L’ultimo “pit stop” prima della partenza della Corsa Rosa sarà rappresento dal Giro di Romandia (26 aprile – 1 maggio), la cui frazione conclusiva si correrà appena cinque giorni prima della frazione d’apertura del Giro. Al momento si conosco le tappe dell’edizione 2022 ma non ancora i percorsi dettagliati della corsa elvetica, che si aprirà e chiuderà a cronometro: tra il prologo del primo giorno a Losanna e la cronoscalata conclusiva di Villars-sur-Ollon, si farà scalo nell’ordine a Romont, Échallens, Valbroye e Zinal, con quest’ultima che il 30 aprile accoglierà l’arrivo della tappa di montagna, al termine di una salita non particolarmente difficile ma lunga quasi 25 Km.
E se ancora non ne avete abbastanza, c’è ancora spazio per un’ultima corsa proprio a ridosso del Giro, le cui prime tre frazioni in terra d’Ungheria si disputeranno in contemporanea alle ultime della gara francese. È la Quattro Giorni di Dunkerque, calendarizzata dal 3 all’8 maggio e che tornerà a disputarsi dopo due anni d’assenza. Sarà una delle gare più attese dai velocisti, che avranno per loro quasi tutte le fette della torta, con cinque frazioni su sei adatte ai loro mezzi, cominciando con quella d’apertura disegnata tra la città base di Dunkerque e Aniche, durante la quale s’incroceranno le rotte del pavé, anche se non saranno previsti tratti da percorrere sulle pietre. Di volate, treni e compagnia bella si parlerà anche ai traguardi di Maubeuge (dove Cipollini si impose al Tour de France nel 1999), di Mont-Saint-Éloi (con un microscopico muretto all’interno del chilometro conclusivo) e di Aire-sur-la-Lys, poi al penultimo giorno si correrà la tappa decisiva, che proporrà il tradizionale circuito disegnato attorno a Cassel, 14.6 Km a ripetere sette volte e due salite a tornata, la prima di 2.3 Km al 4.9% in asfalto e la seconda di 1.3 Km al 4.7% in pavé, quest’ultima collocata a poco più di un chilometro dal traguardo. L’ultimo giorno con il ritorno a Dunkerque torneranno protagonisti i velocisti, ma anche chi punta al successo finale dovrà tenere gli occhi bene aperti perché la passerella conclusiva si disputerà a breve distanza dalle ventose coste del Mare de Nord e un ventaglio potrebbe cambiare i connotati alla classifica proprio in extremis.
Poi dal 6 maggio… vai col Giro!!!
Mauro Facoltosi
I SITI WEB DELLA CORSE
Giro dei Paesi Baschi
Circuit Cycliste Sarthe – Pays de la Loire
www.sarthe.fr/sarthe-sportive/circuit-cycliste-sarthe/edition-2022
Giro di Turchia
Giro di Sicilia
Tour of the Alps
Giro di Romandia
Quattro Giorni di Dunkerque
Giro d’Italia