GIRMAY TIMBRA LA GAND-WEVELGEM, PRIMO AFRICANO A TRIONFARE IN UNA CLASSICA
Il corridore eritreo classe 2000 ha conquistato la ottantaquattresima edizione della Gand Wevelgem, storico preludio al Giro delle Fiandre, battendo in uno sprint a 4 Laporte, Van Gestel e Stuyven, che erano riusciti ad evadere insieme a lui dal controllo del gruppo a 25 chilometri dalla conclusione.
Due settori di sterrato e nove muri sono la caratteristica di questa interessante corsa che annuncia il Giro delle Fiandre. Diversamente dalla più illustre sorella, questa corsa presenta gli ultimi 30 chilometri in piano e, per questo, è tradizionalmente considerata una corsa adatta a quei velocisti che riescono a non naufragare sui muri.
Per questo motivo non è infrequente vedere arrivi in sprint molto più affollati rispetto a quello a quattro andato in scena quest’oggi. Ancor più sorprendente è il fatto che l’attacco decisivo sia partito in un tratto pianeggiante, quando i muri erano ormai terminati.
E’ stato Christophe Laporte (Jumbo-Visma) ad aprire le danze con un’accelerata alla quale hanno risposto Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), Dries Van Gestel (TotalEnergies) e Biniam Girmay (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).
L’accordo dei quattro e la mancanza di un’organizzazione seria per imbastire un inseguimento efficace hanno giocato a favore della riuscita dell’attacco.
Allo sprint, Laporte ha provato ad anticipare tutti, ma Girmay, piazzato in quarta posizione, è riuscito ad uscire bene all’aria e a battere il francese, regalando il primo successo in una classica non solo al suo paese, ma a tutta l’Africa.
La fuga di giornata è andata via dopo 30 Km per iniziativa di Jelle Wallays (Cofidis), Johan Jacobs (Movistar), Nikias Arndt (Team DSM), Ludovic Robeet (Bingoal Pauwels Sauces BW), Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise), Lars Saugstad (Uno-X Pro Cycling) e Alexander Konychev (Team BikeExchange-Jayco), i quali riescono bene presto a guadagnare sino a 6 minuti sul gruppo, guidato dagli uomini di Wout Van Aert (Jumbo-Visma).
Il gruppo inizia ad accelerare con l’avvicinarsi dei muri e la battaglia per stare davanti provoca alcune cadute; tra i corridori coinvolti ci sono anche Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Arnaud Démare (Groupama – FDJ), che comunque riusciranno a rientrare.
Dopo i primi due muri, il vantaggio dei battistrada è ridotto ad un primo e trenta.
Sul Kemmelberg accelera Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), molto attivo oggi, e la sua andatura fa male a Peter Sagan (TotalEnergies), che perde contatto. Le continue accelerate del danese portano il gruppo a sfilacciarsi, finché davanti si ritrova un gruppetto composto da Nathan Van Hooydonck, Mike Teunissen (Jumbo-Visma), Asgreen, Victor Campenaerts, Arnaud De Lie e Cedric Beullens (Lotto Soudal), Andrea Pasqualon e Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert), Greg Van Avermaet e Stan Dewulf (Ag2r Citroën), Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Démare e Olivier Le Gac (Groupama-FDJ), Dylan Van Baarle e Ben Turner (Ineos Grenadiers), Alex Kirsch, Otto Vergaerde ed Edward Theuns (Trek-Segafredo) e ultimo Silvan Dillier (Alpecin-Fenix) ad inseguire la testa della corsa.
Davanti cominciano gli scatti, con Jacobs che prova ad allungare, ma all’uscita del secondo settore di sterrato il primo gruppo inseguitore raggiunge la testa della corsa.
Nel gruppetto si cerca di cogliere l’occasione per distanziare i velocisti e, soprattutto, l’ultimo vincitore della corsa Van Aert, rimasto nel plotone tirato dagli uomini della TotalEnergies.
A 58 chilometri dalla conclusione il gruppo rientra, ma sul Kemmelberg Asgreen accelera ancora una volta andando a chiudere su Arjen Livyns (Bingoal Pauwels Sauces WB), che si era nel frattempo avvantaggiato, e formando nuovamente un drappello di circa 20 corridori. Il tentativo di attacco di Laporte con Campenaerts e Anthony Turgis (TotalEnergies) viene stoppato dall’attivissimo Asgreen ma, alla fine, anche questo drappello verrà riacciuffato dal gruppo principale.
Dopo una fase con vari tentativi di attacco naufragati, Van Aert prova a dare la zampata all’ultimo passaggio sul Kemmelberg, che rappresenta anche l’ultimo muro.
Il belga guadagna qualche secondo, ma non è sufficiente ad impedire il rientro di Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Asgreen, Mohoric, Laporte (Jumbo-Visma), Soren Kragh Andersen (Team DSM) e Van Baarle.
Ai meno 26 su questi otto rientrano diversi corridori, ma la tranquillità dura poco perché, un chilometro più avantyi, riparte a tutta Laporte. Stavolta a seguirlo sono solo Girmay, Stuyven e Van Gestel
Davanti c’è accordo, mentre dietro la Groupama – che conduce l’inseguimento con il passistone Stefan Kung – non trova la collaborazione delle altre formazioni; così ai -5 i battistrada hanno ancora 30 secondi di vantaggio.
Ovviamente, avvicinandosi il traguardo, inizia una fase di studio con i cambi che vanno un po’ a ramengo e il gruppo che si avvicina.
E’ Kragh Andersen che si lancia ai – 2 nell’ultimo disperato tentativo di chiudere, ma non c’è niente da fare. I quattro battistrada vanno così a giocarsi la vittoria alllo sprint, con Laporte che lancia la volata ma si vede superare da Girmay, partito dalle retrovie.
Classica molto affascinante perché aperta, considerata favorevole ai velocisti ma che può comunque riservare sorprese, sia per la presenza di numerosi muri, sia comunque per un chilometraggio che nel finale può farsi sentire.
Il vincitore è un corridore interessante, un classe 2000 che sembra avere un buon potenziale, soprattutto perché è stato abbastanza tranquillo ed anonimo, riuscendo tuttavia ad indovinare l’attacco giusto e a sfruttarlo a proprio vantaggio, scegliendo la posizione ottimale per battere corridori più blasonati di lui allo sprint.
Dopo il consueto preludio, il Giro delle Fiandre è alle porte, ma lì la musica sarà ben diversa.
Benedetto Ciccarone

Prima storica vittoria di un corridore africano alla Gand-Wevelgem (foto Luca BettiniSprintCyclingAgency2022)