JAKOBSEN, 30 E LODE ALL’ESAME DELLA KUURNE
Settantaquattresima edizione della Kurne – Bruxelles – Kurne che veniva vinta da un pimpante e attento Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl Team). Il corridore olandese in prossimità del traguardo raggiungeva prima i tre battistrada che avevano ancora conservato qualche metro di vantaggio e stavano iniziando a pregustare il sapore di un successo inaspettato. Successivamente in volata Jakobsen resisteva al tentativo di rimonta di Caleb Ewan (Lotto Soudal) andando a prendersi una vittoria meritata, la quinta da inizio stagione per lui e la trentesima in carriera.
Corsa di 195.1 km che iniziava in perfetto orario con una starlist di tutto rispetto. Oltre a Jakobsen e Ewan c’erano ai nastri di partenza gli italiani Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Peter Sagan (Total Energies), mentre era assente il vincitore dello scorso anno Mads Pedersen (Trek-Segafredo). Dopo tredici chilometri si formava un gruppetto di sette ciclisti: Wessel Krul (Human Powered Health), Jules Hesters (Sport Vlaanderen-Baloise), Arjen Livyns e Bas Tietema (Bingoal Pauwels Sauces WB), Taco Van der Hoorn (Intermarché-Wanty), Luke Durbridge (BikeExchange-Jayco) e LluÃs Mas (Movistar). La fuga arrivava a guadagnare fino a 3 minuti, vantaggio che poi sarebbe pian piano scemato. In testa al gruppo, nella parte centrale della corsa, la INEOS Grenadiers di Tom Pidcock prendeva l’iniziativa aumentando vertiginosamente il ritmo.
I big della corsa iniziavano a far sul serio ai meno sessanta dal traguardo. Il primo a partire era Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) sul Knokteberg, mentre alle sue spalle si creava un gruppetto tra contrattaccanti e corridori superstiti della prima fuga di giornata. Vedendosi da solo Benoot decideva di aspettare il gruppo di fuggitivin e si aveva così a 58 chilometri d’arrivo una nuova fuga di 18 ciclisti: Toms Skujins (Trek-Segafredo), Yves Lampaert e Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Pidcock e Jhonatan Narváez, Damien Touzé (AG2R Citroën), Fred Wright (Bahrain-Victorious), Küng e Tobias Ludvigsson (Groupama – FDJ), Benoot, Nathan Van Hooydonck e Christophe Laporte (Jumbo-Visma),Iván GarcÃa Cortina (Movistar), Dion Smith (BikeExchange), Matteo Trentin (UAE Emirates), Kévin Vauquelin (Arkéa Samsic) e i quattro fuggitivi del mattino Mas, Van der Hoorn, Durbridge e Livyns.
Sul Kluisberg, l’ultimo muro di giornata a 54 chilometri dalla fine, attaccava Pidcock, ma si trattava di un’azione fine a se stessa che aveva avuto come solo e unico risultato quello di far staccare Mas. A 50 chilometri dalla linea d’arrivo i fuggitivi conservavano un minuto di vantaggio sul gruppo pilotato a tutta dalla Lotto Soudal di Ewan. L’australiano non aveva mandato nessuno dei suoi compagni di squadra in fuga, li aveva voluti tutti al suo fianco per poterli sfruttare man mano, tenere la corsa chiusa e puntare al successo allo sprint. La decisione dell’australiano era opinabile, vero che aveva mostrato al Tour du Var una forma fisica e atletica invidiabile, ma spremere i compagni a tanti chilometri dalla fine lo aveva lasciato in inferiorità numerica in volata, dove soccombeva alla superiorità numerica della Quick-Step.
Matteo Trentin tentava il tutto per tutto sul tratto in pavé della Beerbosstraat, ai meno 35 chilometri, azione che veniva seguita da Van Hooydonck e Van der Hoorn prima e poi da tutti gli altri (tranne Pidcock, Benoot e Durbridge, che venivano riassorbiti dal gruppo). Con la Lotto Soudal che iniziava ad alzare bandiera bianca, faceva capolino in testa al gruppo a dettare il ritmo la Bahrain-Victorious. L’alto ritmo imposto dalla squadra araba faceva male ai fuggitivi, che venivano ripresi uno ad uno. Laporte, non volendo arrendersi, partiva ai meno diciannove portandosi dietro Narváez e Van der Hoorn: i tre, nonostante avessero solo 10 secondi di vantaggio, non mollavano e tentavano il colpaccio.
I tre attaccanti tiravano a tutta mentre dietro Bahrain e Quick-Step spremevano i comprimari all’inseguimento. A 5 chilometri dall’arrivo il vantaggio era ancora tale da far sperare i fuggitivi, metro dopo metro si arrivava all’ultimo chilometro quando Laporte partiva anticipando la volata. Narvaez e Van der Hoorn si lanciavano all’inseguimento quando a soli 30 metri dalla vittoria i velocisti, più freschi e affamati, li superavano. Complimenti lo stesso a Laporte che chiudeva all’ottavo posto, mentre decimo si piazzava Van der Hoorn.
La volata di gruppo venica lanciata dalla Quick-Step, che aveva preparato il terreno ad un’incontenibile Fabio Jakobsen. L’olandese partiva in anticipo e resisteva anche al rientro di Ewan tagliando il traguardo prima di tutti e cogliendo la trentesima vittoria in carriera. Terzo e quarto posto per i due corridori dell’Arkéa Samsic, Hugo Hofstetter e Daniel McLay. Quinto posto per Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) mentre Matteo Trentin chiudeva al nono posto.
Luigi Giglio

Fabio Jakobsen ottiene il 30° successo in carriere alla Kuurne-Brussel-Kuurne (Getty Images)