QUINTANA “AMARILLO” CONCEDE IL BIS
Il colombiano, già vincitore a Risoul al termine della frazione in linea scattata da Saillans, concede il bis nella cronoscalata sulle medesime strade, strapazzando i rivali Talansky (2° a 47’’) e Pantano (3° a 1’17’’). Quintana Rojas ha così suggellato il successo finale al Tour de l’Avenir, con una classifica generale che vede Talansky e Pantano occupare nel medesimo ordine i gradini più bassi del podio.
Foto copertina: Nairo Quintana Rojas raccoglie gli applausi del pubblico sul podio di Risoul (foto Liliana Echeverri)
Dopo quanto visto oggi nella cronoscalata da Guillestre a Risoul, non si può certo dire che l’impresa di ieri del colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas sia stata dovuta al caso. Oggi sulle stesse strade, sulle stesse pendenze, con la novità di una sempre più splendente maglia gialla e con solo il cronometro come avversario principale, il colombiano che ieri era stato il più veloce di tutti ha fatto il bis, infliggendo distacchi importanti ai suoi diretti inseguitori.
A nulla sono valsi i tentativi di Talansky, Pantano, Slagter, Landa, Bardet, Bonnin e Atapuma che hanno cercato di mantenere fino all’ultimo i loro sogni di giallo vestiti.
La prova del colombiano però li ha fatti tornare tutti con i piedi per terra, e ferma il cronometro su 33′35″, 47” in meno di Talansky, 1’17” sul compagno di squadra Pantano, e via di questo passo. Una vera lezione di come si affronta una salita con più di 800m di dislivello al termine di una settimana corsa con il coltello tra i denti.
Con l’arrivo trionfale del colombiano si conclude il Tour de l’Avenir, e i posti d’onore vengono occupati dal secondo e terzo di giornata, con il colombiano Pantano di pois vestito avendo vinto la speciale classifica degli scalatori.
Per quanto riguarda la maglia verde invece il tedesco Degenkolb con 123 punti è in testa alla classifica a punti.
La classifica a squadre invece premia la Colombia con ben 3 elementi tra i primi dieci.
Ora anche queste classifiche vanno in archivio, sperando che in un prossimo futuro i ragazzi che si sono affrontati a viso aperto in questi giorni non si perdano nell’a volte “traumatico” passaggio al professionismo.
Mario Prato