LO SQUALO CONTROLLA, BARREDO VINCE
Si rafforzano in chiave vittoria finale della Vuelta le quotazioni di Vincenzo Nibali dopo il traguardo ai Lagos de Covadonga, al termine di una tappa caratterizzata dalla forte pioggia, specialmente negli ultimi 20 km. Il leader della Liquigas Doimo si è gestito al meglio lungo la tradizionale ascesa finale giungendo al traguardo insieme a Joaquin Rodriguez e ha perso solo 11” da Mosquera, ora 3° in classifica, mentre la tappa è andata a Barredo, che ha staccato nel finale gli altri 5 fuggitivi di giornata.
Foto copertina: Barredo festeggia sul podio dei “Lagos” (foto EPA)
E’ stato un Nibali completamente diverso rispetto a quello che verso Andorra Pal e Peña Cabarga aveva risposto d’istinto agli attacchi dei rivali per poi pagare dazio nel finale. Il siciliano, che pure era stato molto attivo nella prima parte della tappa inserendosi in prima persona in alcuni tentativi di fuga, nella prima metà dell’ascesa finale ha fatto scandire un ritmo forte ma regolare a Zaugg e a un monumentale Kreuziger, riducendo il gruppetto dei big a non più di 15 unità . Quando a 8 km dal traguardo il sempre generoso Mosquera ha attaccato non ha risposto immediatamente ma lo ha tenuto nel mirino fino al traguardo con i soli Peter Velits – sempre più sorprendente – e Joaquin Rodriguez in grado di rimanergli a ruota.
Si sono viste due corse nella corsa nel finale, dal momento che davanti ai migliori c’erano i 6 fuggitivi di giornata – ovvero Barredo, Kaisen, Sijmens, Van Avermaet, Martin Velits e Cazaux – partiti al km 71 dopo un avvio di tappa a velocità folle in cui hanno provato a evadere in tantissimi (tra questi Arroyo, Garcia Dapena e Moncoutiè). Ben presto hanno guadagnato fino a 9′36” mentre dietro la sola Caisse d’Epargne ha timidamente inseguito per salvaguardare il suo primato nella classifica a squadre: Barredo era di gran lunga il più quotato tra i battistrada e non ha avuto problemi a rispondere a un’accelerazione di Martin Velits (fratello gemello del Peter sopra citato) e a lasciarlo sul posto, imponendosi con 1′07” su Sijmens e 1′43” sullo slovacco.
Ben più importante la battaglia tra i big che ha visto Liquigas e Xacobeo prendere il comando non appena la strada ha cominciato a salire: delle prime accelerazioni ne hanno fatto le spese, tra gli altri, Ruben Plaza, Luis Leon Sanchez e Kashechkin. Il primo a scattare a 8 km dall’arrivo è stato Sastre, ormai lontano in classifica generale, ma il veterano della Cervelo oltre a non riuscire a guadagnare, se non qualche metro di strada, ha mandato in crisi il compagno Tondo, che era 3° in classifica generale. Davanti sono rimasti un brillantissimo Kreuziger, Nibali, Rodriguez, Mosquera, Frank Schleck, Roche, Danielson e Peter Velits.
Una volta ripreso Sastre è partito in contropiede Mosquera, che è riuscito a prendere un leggero margine sul gruppetto di Nibali e a conservarlo fino all’arrivo: non più di 18′,’ comunque, il vantaggio del leader della Xacobeo sul siciliano, che ha condotto l’inseguimento senza ricevere alcun cambio dagli altri, stroncando con il suo ritmo dapprima Frank Schleck, Roche e Sastre e in seguito anche un Danielson apparso comunque assai più brillante rispetto agli ultimi giorni. Ci si aspettava uno scatto nel finale da Rodriguez per guadagnare quei 4” che lo separavano dalla maglia rossa ma il catalano non ha potuto far altro che rimanere a ruota di Nibali, insieme a un Peter Velits mai visto su questi livelli.
Mosquera ha chiuso 7° a 2′15” da Barredo, nella scia di Van Avermaet, Cazaux e Kaisen, tre sopravvissuti della fuga di giornata; 2′26” per Nibali, per Peter Velits che balza al 4° posto in classifica generale e per Rodriguez; 2′45” per Danielson; 3′02” per un sempre più convincente Roche e per un Frank Schleck che non ha dato seguito ai segnali di ripresa degli ultimi giorni; 3′03” per un Sastre generoso ma lontano dalla condizione dei tempi migliori e 3′26” per un Moncoutiè che, come suo solito, è rinvenuto forte nel finale ed è andato a rafforzare la leadership nella classifica degli scalatori; generosa anche la prova di Bruseghin, che ha corso con 19 punti di sutura dopo la caduta di ieri e ha chiuso 25° a 4′40”. Il grande sconfitto del giorno è Tondo Volpini che, dopo aver mostrato la corda già sulle rampe di Peña Cabarga, ha accusato un ritardo di 1′40” da Nibali e, probabilmente, ha visto sfumare i suoi sogni di podio. Il capitano della Liquigas conduce ora con 4” su Rodriguez, 39” su Mosquera, 2′29” su Peter Velits, 2′30” su Tondo, 2′47” su Roche e 2′48” su Frank Schleck: la lotta per i primi tre posti di Madrid sembra circoscritta a questi 7 corridori, considerato che dietro di loro i distacchi sono più pesanti con Danielson 8° a 3′48”, Sastre 9° a 4′29” e Karpets 10° a 5′27”. Da segnalare il ritiro di Freire, non presentatosi alla partenza, che ha così completato il suo programma di avvicinamento ai Mondiali ed è apparso in forte crescita di condizione negli ultimi giorni.
Domani è in programma l’unico vero tappone della Vuelta, 181,4 km da Gijon all’Alto del Cotobello con le impegnative ascese dell’Alto de Cobertoria e del Puerto de San Lorenzo a precedere quella finale lunga 10 km e con pendenze dell’8,1%. Il percorso non favorisce gli attacchi da lontano a causa dei molti chilometri di pianura tra una salita e l’altra ma chi vorrà ribaltare la classifica avrà l’obbligo di provarci, anche alla luce della successiva giornata di riposo che anticiperà di ventiquattrore un’altra delle frazioni clou di questa edizione della Vuelta, la lunga crono di Peñafiel.
Marco Salonna