VOLATA AL VENTO DEL BALATON
Ultima giornata ungherese per il Giro d’Italia, che oggi offrirà un’altra tappa destinata ai velocisti, stavolta senza l’insidia della salita finale. Il Gran Premio della Montagna che gli organizzatori hanno piazzato negli ultimi chilometri è troppo morbido per incutere timore tra gli sprinter, maggiori apprensioni potrebbero darle il vento, come sempre quando si pedala a lungo con la compagnia del mare.
Il Giro saluta l’Ungheria e gli dice ciao con una lunga tappa – una delle rare nelle quali si supereranno, seppur di poco, i 200 Km – la cui altimetria annuncia volata certa sulle rive del Balaton. L’altimetria è solo leggermente increspata e non fa di certo paura ai velocisti il microscopico GPM di Tihany che gli organizzatori hanno piazzato a una dozzina di chilometri dall’arrivo, salita talmente facile che non riuscirà nemmeno a respingere quegli sprinter che solitamente soffrono le salitelle brevi piazzate nei finali di gara. Ma l’ultima delle tre frazioni disegnate sul suolo ungherese potrebbe non rivelarsi una passeggiata perchè gli ultimi 80 Km di gara si snoderanno prevalentemente, a parte due brevi deviazioni nell’entroterra, lungo le rive del Balaton, il più vasto lago dell’Europa centrale, che si estende per quasi 600 Km quadrati. È risaputo che le ambientazioni rivierasche sono tra le più esposte all’azione del vento, che ha campo libero grazie ai vasti spazi del “mare magiaro”, e se Eolo dovesse mettersi d’impegno potrebbe rendere la gara più impegnativa del previsto. Così chi correrà con il pensiero rivolto alla classifica finale non dovrà distrarsi e cercare di rimanere davanti perché, se il gruppo si dovesse spezzare sotto l’azione del vento e si finisse nel ventaglio sbagliato, si correrà il rischio di sprecare energie preziose per rientrare o, peggio, di lasciare fin d’ora per strada parecchi minuti.
L’ultima tappa ungherese prenderà le mosse da Kaposvár, cittadina che è anche un po’ “romana” perché, come la nostra capitale, le fanno corona sette piccole colline tra le quali ce n’è una che, non a caso, si chiama Rómahegy (dove “hegy”significa collina, ma anche montagna).
Pedalando sul velluto delle steppe ungheresi si toccheranno nel tratto iniziale i centri di Nagybajom e Iharosberény, pressi i quali è rispettivamente possibile ammirare il museo di storia locale Sárközy István (la famiglia dell’ex presidente della repubblica francese è di origini ungheresi) e il castello Inkey, risalente al XVIII secolo. Percorsi i primi 70 Km i “girini” giungeranno in quella che nel 2020 sarebbe dovuta essere l’ultima meta della Grande Partenza dall’Ungheria, la cittadina di Nagykanizsa, dove si disputerà il primo dei due traguardi volanti giornalieri prima di invertire rotta e puntare in direzione del Kis-Balaton, il cosiddetto “Piccolo Balaton”, specchio d’acqua un tempo appartenente al bacino principale e in seguito separatosi a causa della sedimentazione del corso del fiume Zala. Oggi è divenuto un biotopo incluso dal 1997 nel parco nazionale del Balaton, interessante anche per la presenza di una riserva di bufali, introdotti in quest’area nel 1800 dai conti Festetics e rinfoltitasi dopo la creazione dell’area protetta, che ha portato nel giro di vent’anni il numero di questi animali da 16 a 200. Per giungere sulle sponde del vero Balaton bisognerà percorrere quasi 120 Km dal via da Kaposvár, quando la corsa sbarcherà sulle strade di Keszthely, cittadina il cui nome significa “castello” (e, infatti, qui non manca uno spettacolare maniero, costruito dai conti Festetics tra il 1745 e il 1880) e che il nome l’ha dato alla “cultura” qui fiorita dopo la caduta dell’impero romano d’occidente attorno al villaggio di Gorsium – Herculia, la cui area archeologica si trova nei pressi del centro di Székesfehérvár (attraversato due giorni prima nel corso della prima tappa). Il primo dei tre tratti disegnati lungo le rive del lago misurerà poco meno di 30 Km e si concluderà con il passaggio dalla località di villeggiatura di Badacsony, alla quale si giungerà dopo esser transitati ai piedi della collina sulla quale sono pittorescamente collocate le rovine del castello di Szigliget, costruito tra il 1260 e il 1262 dall’abate Favus di Pannonhalma. La prima “scampagnata” porterà il gruppo a inoltrarsi nell’entroterra del lago per una ventina di chilometri, attraversando un’area caratterizzata da colline d’origine vulcanica tra le interessante è l’Hegyestű (337 metri), in passato molto sfruttata per l’estrazione del basalto, attività che da una parte ne ha modificato l’originario aspetto conico e dall’altra ne ha riportato alla luce la sua particolare struttura interna, risalente all’epoca nella quale questo colle era un vulcano attivo. Affrontati in questo tratto alcuni modestissimi dislivelli, si tornerà a pedalare in pianura al momento del rientro sul lungolago, che il gruppo ritroverà all’altezza del centro di Zánka. Per circa 14 Km si pedalerà nuovamente con la compagnia di quello che gli antichi latini chiamavano “Lacus Pelso”, attraversando in questo tratto il centro di Balatonudvari, presso il quale si trova un cimitero dove si possono vedere numerose e curiose lapidi a forma di cuore, realizzate in marmo tra il 1808 e il 1840. È a questo punto che si andrà ad affrontare il piccolo GPM che l’organizzazione ha previsto a una dozzina di chilometri dall’arrivo, più interessante per il luogo dove terminerà questa salita che per le pendenze di un’ascesa che farà a malapena il solletico: percorsi i suoi 1600 metri al 3.1% i “girini” si troveranno al cospetto di una delle principale mete turistiche dell’area del Balaton, la millenaria abbazia benedettina di Tihany, fondata su di una piccola penisola dal sovrano Andrea I d’Ungheria, che dopo la morte sarà sepolto nella cripta della chiesa del monastero (la sua tomba è l’unica di un re ungherese vissuto in epoca medioevale ad essersi conservata fino ad oggi), dedicata alla Vergine Maria e Sant’Aniano di Orléans. Dopo quest’ultimo tributo all’arte e alla storia della nazione magiara, in un attimo il gruppo tornerà a pedalare in pianura, filando via veloce sulla litoranea in direzione di Balatonfüred, località climatica celebre anche per la sua rinoma clinica cardiologica, che ha avuto tra i suoi pazienti il poeta bengalese Rabindranath Tagore, Premio Nobel per la letteratura nel 1913. I battiti qui saranno ancora tutti per il Giro, che si appresta a salutare l’Ungheria con un appassionante volatone. Poi tutti di corsa a prendere l’aereo per l’Italia.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
La cattedrale di Kaposvár
Iharosberény, Castello Inkey
Nagykanizsa, monumento alla “Grande Ungheria”
Uno scorcio del Kis-Balaton
Mandria di bufali all’interno della riserva naturale creata presso il Piccolo Balaton (www.bfnp.hu)
Keszthely, Castello Festetics
Castello di Szigliget
L’Hegyestű
Le curiose tomba a forma di cuore del cimitero di Balatonudvari
L’abbazia di Tihany