FINALMENTE ANCHE “CAV” FA IL DOUBLE

settembre 10, 2010
Categoria: News

Dopo averlo chiamato più e più volte nelle prime due settimane della Vuelta, finalmente Mark Cavendish si è imposto piuttosto agevolmente nella dodicesima frazione della corsa spagnola battendo un Farrar mai pericoloso, mentre il suo apripista Goss ha completato il podio. Niente cambia nella generale.

Foto copertina: il “Cav” fa suo il traguardo di Lleida (foto Bettini)

Thor Hushovd, Alessandro Petacchi, Tyler Farrar. Da ieri, accanto a questi tre nomi che sono senz’altro il “gotha” delle volate, ci va inserito anche il numero uno, vale a dire Cavendish. Sono loro i magnifici quattro che in questa stagione si sono imposti per almeno una volta in due Grandi Giri. E peccato che a nessuno sia riuscito il “triplete”, forse per colpa della mancata presenza al Giro di Ale-jet e super Mark.
Ed è un successo che ci voleva anche per l’HTC-Columbia che, sul traguardo di Lleida, ha fatto le cose per bene, pilotando al meglio il suo capitano e mettendo in mostra un Matthew Goss che sarà uno da tenere in grossa considerazione a Melbourne.
Tappa priva di spunti di nota sul lato altimetrico, ma ovviamente la fuga va via lo stesso. Dopo 15 chilometri dal via ecco sgambettare davanti sei uomini: Bak (HTC), Piedra (Andalucia), Cesar Veloso (Xacobeo), Eichler (Milram), Quemeneur (Bouygues) e Kadri (AG2R).
La giornata si anima sull’unico vero Gpm di tappa, Col de Boixsols, dove altri tre uomini, non proprio di secondo piano, riescono a riportarsi sui sei in fuga, vale a dire Marzano, Rodriguez e David Garcia, quello più pericoloso in classifica con un ritardo di 5’ da Anton.
Tocca all’Euskaltel, obbligatoriamente, mettersi in testa a tirare per non lasciare troppo spazio a questa fuga: obiettivo che riesce, visto che da quel punto in avanti la fuga non riuscirà mai più ad andare oltre i tre minuti di vantaggio.
E, oltre all’Euskaltel, in gruppo c’è voglia di volata e quindi anche tutti gli altri team si mettono a collaborare tant’è che, a differenza della tradizione, la fuga viene ripresa quando all’arrivo mancano ancora 23km.
L’ultimo chilometro viene preso in testa dalla Lampre che non ha più Petacchi da far scattare ma c’è sempre Danilo Hondo, e anche Giorgio Furlan, che potrebbero dire la loro. Ma, negli ultimi 1000 metri, oltre a stare attenti a chi parte per primo, c’è da stare attenti anche alle curve. Per la precisione due. La prima non crea particolari scossoni, se non quello di allungare un po’ il gruppo, la seconda invece si. Ed è lì che si decide la tappa: curva secca a 90° e Matthew Goss si infila dentro come un razzo con attaccato alla ruota Cavendish. Farrar prova a ricucire ma sul breve rettilineo finale oramai i giochi sono fatti: l’inglese vince e anche Goss che arriva a braccia alzate si fa soffiare il secondo posto da Tyler sul colpo di reni. Ma poco importa. Dopo questi tre, spunta di nuovo la faccia del russo Galimzyanov che in questa Vuelta sta facendo vedere ottime cose, poi Hushovd e “Oscarito” Freire che riappare da un oblio che dura oramai da diversi mesi (che sia un segnale?). Male gli italiani con Furlan 11° e 12° Bennati.
Oggi tredicesima tappa, da Rincon de Soto a Burgos: due Gpm di 3° categoria con il primo di essi, l’Alto de Pardilla senz’altro interessante (siamo a 1.260 metri d’altezza) e arrivo quasi in discesa a Burgos. Le squadre dei velocisti ci proveranno senz’altro a tenere unita la gara, ma sarà tutt’altro che semplice. La fuga potrebbe arrivare piuttosto tranquillamente.

Saverio Melegari

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