MONCOUTIE IN SOLITARIA, ANTON NUOVO LEADER

settembre 4, 2010
Categoria: News

Il francese della Cofidis giunge tutto solo sul traguardo di Xorret del Catì, distanziando sull’ultima ascesa i compagni di fuga della prima ora. Staccato nel finale Philippe Gilbert, che cede la testa della classifica ad Igor Anton, avvantaggiatosi in compagnia di Nibali, Rodriguez, Sastre e Tondo. Il basco conduce ora per una questione di centesimi sul leader Katusha e per 2’’ sul messinese. Domani altra tappa molto mossa, con arrivo ad Alcoy.

Foto copertina: David Moncoutié taglia a braccia alzate il traguardo a Xorret del Catì (foto AFP)

Dopo i segnali confortanti giunti dai finali nervosi di Malaga e Valdepenas de Jaen, Xorret del Catì ha offerto le conferme sperate: Vincenzo Nibali è un serissimo candidato alla vittoria finale della Vuelta 2010. È questo, per i tifosi italiani, il verdetto più importante emesso dall’8a tappa dell’ultimo GT della stagione, 190 km contrassegnati da un GPM di 3a categoria, tre di 2a e uno di 1a, l’Alto de Xorret del Catì, un muro con pendenze degne del Giro delle Fiandre, ma spalmate su una distanza quadrupla rispetto alle erte belghe. Una frazione che è vissuta su due piani distinti – quello della lotta per la vittoria di tappa da un lato, quello dell’attacco alla maglia rossa dall’altro – che solamente sulla penultima salita di giornata, il Puerto della Carrasqueta, allorché gli uomini della Cervélo hanno generato la prima vera selezione, hanno dato l’impressione di potersi riunire. Il rallentamento nel successivo tratto di fondovalle ha invece spianato la strada alla buona riuscita della fuga orchestrata da Serafin Martinez, Moncoutié, Tschopp, Arrieta e Bazayev, evasi dopo una manciata di chilometri.
Un’azione che non era stata il solo motivo di interesse di una prima ora che, superato lo shock del ritiro in blocco del Team Sky in seguito alla scomparsa di Txema Gonzalez, aveva visto anche una caduta di massa dopo una decina di chilometri, nella quale erano rimasti coinvolti – fra gli altri – Gilbert, Arroyo, Cavendish e Petacchi, fortunatamente senza gravi conseguenze.
I battistrada hanno rapidamente costruito un discreto margine di vantaggio, già superiore ai 5’ sul primo GPM di giornata, e arrivato a sfondare il tetto dei 7’. Fatta eccezione per l’andatura sostenuta della Cervélo sulla penultima ascesa, il gruppo non si è mai dato eccessiva pena per chiudere sugli attaccanti, del tutto innocui in classifica generale, consentendo ai cinque di approcciare l’erta conclusiva con oltre 3’ di vantaggio ancora da gestire. Moncoutié ha così potuto amministrare con calma la sua netta superiorità nei confronti dei compagni d’avventura, lasciati sfogare sulle prime rampe, e quindi distanziati uno dopo l’altro sulle pendenze più impegnative, con Bazayev ultimo a mollare. Il 35enne di Provins, vincitore della classifica scalatori nelle ultime due edizioni, ha così colto l’annuale successo di tappa in terra spagnola, dopo quelli – sempre arrivati al termine di lunghe fughe – di Pla de Beret 2008 e Sierra Nevada 2009. Serafin Martinez si è così dovuto accontentare di regolare Tschopp e Arrieta nello sprint a tre per la seconda piazza, a 54’’ dallo scalatore della Cofidis.
La crisi finale di Assan Bazayev, ultimo a mollare la ruota di Moncoutié, ma poi talmente in difficoltà da essere raggiunto e staccato dal pur non brillantissimo terzetto svizzero-iberico, venendo poi riacciuffato anche dai primi uomini di classifica, offre il pretesto per passare alla seconda battaglia, quella per la classifica generale. Una battaglia accesa sin dai primi metri di salita dalla Liquigas, ed in particolare dal forcing di Oliver Zaugg, cui ha fatto seguito una secca ma effimera accelerazione di Rigoberto Uran. Il colpo che ha definitivamente sfaldato il gruppo dei migliori, lasciando indietro il capoclassifica Gilbert e nomi eccellenti quali Denis Menchov e Frank Schleck, lo ha assestato Carlos Sastre, quando alla vetta mancavano poco più di 2 km. Le accelerazioni di Igor Anton e, soprattutto, di Joaquin Rodriguez hanno poi ulteriormente selezionato il drappello dei migliori, ridottosi in certi frangenti a sole tre unità: i due spagnoli e un pimpantissimo Vincenzo Nibali, che ha sempre risposto con apparente agio alle sparate dei padroni di casa. In prossimità della vetta, approfittando di un rallentamento, il duo Cervélo Sastre – Tondo si è riportato sul trio, resistendo anche alla progressione del messinese in vista del GPM, quando ormai le pendenze erano troppo blande per creare distacchi.
La breve discesa finale non ha prodotto scossoni, e il tentativo del Purito ai 300 metri finali, volto a guadagnare almeno 1’’ nei confronti di Anton, davanti a lui in classifica per pochi centesimi e virtualmente nuovo leader, ha prodotto come unico effetto quello di lasciare rispettivamente a 3 e 6 secondi Tondo e Sastre. La coppia Caisse d’Epargne Uran – Bruseghin ha ceduto 19 secondi, Roche, Plaza e Mosquera una trentina, Frank Schleck oltre un minuto, Menchov più di due.
Anton guida ora la classifica con poche frazioni di secondo su Rodriguez, con Nibali 3° ad appena 2’’. Più staccati gli altri, con Tondo 4° a 42’’, e Marzio Bruseghin 5° a 1’10’’ a chiudere la top 5. Già piuttosto distanti Frank Schleck e Denis Menchov, le cui possibilità di successo finale sono ora legate ad un’eventuale crescita di condizione nella terza settimana, mentre il pur volenteroso Sastre e giovani di belle speranze come Velits e Van Garderen non sembrano comunque rappresentare minacce concrete.
Sin da domani, in ogni caso, la classifica potrebbe essere soggetta a cambiamenti, anche nelle parti alte. I 187,7 km da Calpe al Alcoy presentano infatti ben 7 GPM, di cui 6 concentrati nella seconda metà di gara. L’ultimo, l’Alto del Revolcat, terminerà a meno di 7 km dal traguardo, posto al termine di uno strappo di poco più di un chilometro. Pressoché impossibile che si creino divari significativi fra i migliori, ma, con una classifica ancora così corta, potrebbero bastare gli abbuoni perché qualcuno possa risalire posizioni, o perché la maglia rossa, dopo appena 24 ore, possa cambiare nuovamente padrone.

Matteo Novarini

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