E’ IL GRANDE GIORNO DI ANTON
In un giorno molto triste per il ciclismo che piange un grande campione come Laurent Fignon, nella quarta tappa della Vuelta, tutt’altro che scontata, ad alzare le braccia al cielo è uno degli uomini di punta dell’Euskaltel-Euskadi, Igor Anton, che in cima al muro di Valdepenas de Jaen batte uno strepitoso Vincenzo Nibali, sempre più protagonista sulle strade iberiche e che rosicchia qualche secondo in classifica generale, che vede sempre in testa Philippe Gilbert.
Foto copertina: Igor Anton alza le braccia sul traguardo della 4a tappa (foto AFP)
Ti piace vincere facile? Certo che no. E se il ciclismo non è una scienza, la conferma arriva dall’arrivo della quarta frazione della Vuelta di Spagna, che consacra lo spagnolo dell’Euskaltel Igor Anton che sbaraglia tutto il campo degli avversari, compreso un Philippe Gilbert che voleva concedere il bis dopo la tremenda accelerata di 24 ore prima a Malaga ma che, invece, si è dovuto accontentare (si fa per dire) di controllare gli avversari e mantenere il comando della classifica generale.
Ma, purtroppo, il successo del basco oggi va in secondo piano per la tragica notizia della scomparsa di un grande degli anni Ottanta come Laurent Fignon, vincitore di due Tour ed un Giro, oltre ad altri due grandi GT persi a cronometro all’ultimo chilometro da Moser e Lemond. Inconfondibili i suoi occhiali, come il suo codino completamente biondo che svettava sempre in mezzo al gruppo. Ed in quel gruppo c’era rimasto, come opinionista delle tv francesi, ma un tumore lo ha portato via. Mancherà a tutti.
La tappa, completamente piatta nei primi venticinque chilometri e poi vallonata prima dello strappo finale per arrivare a Valdepenas (un tratto anche al 23%, qualcuno si ricorda il muro di Huy? Ecco, più o meno la pendenza dell’ultimo chilometro è la stessa), è caratterizzata da una fuga che parte al km 16 con Bonnafond (AG2R), Roels (Milram), Carrasco (Andalucia) ed il nostro Dario Cataldo (Quick Step), mentre si fanno notare le assenze in casa Sky di Augustin e Swift, vittime di un virus intestinale. I quattro raggiungono un vantaggio massimo di poco superiore ai sei minuti.
La fuga va avanti con poco abbrivio, tant’è che ai meno 25 Bonnafond e Cataldo decidono di dare fondo a tutte le energie per provare l’impresa, visto che comunque il loro vantaggio sul gruppo è sempre superiore ai due minuti e mezzo.
Il gruppo viene messo in fila dagli uomini Katusha, in particolare un positivo Giampaolo Caruso, per dare il là ad un Jro che in arrivi del genere è decisamente favorito (basta ricordarsi i due successi alla Tirreno-Adriatico negli ultimi anni in cima al muro di Montappone). I fuggitivi vengono ripresi poco prima dei dieci chilometri, con il gruppo dei migliori che è composto da 23 uomini. Ai -4 Nibali dà specifico mandato al ceco Roman Kreuziger di selezionare ulteriormente chi sta in testa. Anche i Caisse si fanno vedere con Uran, ma sarà l’ultimo chilometro a decidere e frazionare tutto il gruppo…E, quando i “big” vedono che Uran inizia a diventare pericoloso, su di lui provano a riportarsi Velits (HTC) insieme a Jro e Nibali, mentre Gilbert non sembra avere la brillantezza di ieri. Qualcuno si guarda un po’ troppo e sul vertice piomba anche Igor Anton che rompe gli indugi, stacca tutti e si proietta verso una delle vittorie più importanti della sua carriera. Alle sue spalle chiude bene Nibali, solo 1” di distacco più l’abbuono per lo “Squalo dello Stretto”, terzo un positivo Velits e poi Rodriguez. Subito dopo il leader della classifica e poi tutti gli altri, con Frank Schleck che perde un’altra ventina di secondi mentre lo sconfitto di giornata è il capitano della Cervelo Carlos Sastre che arriva con 1’30” di ritardo.
Cambia poco in classifica generale, con Gilbert sempre al comando e adesso è tallonato da Anton e Rodriguez a 10”, mentre Nibali sale al quarto posto con 12” di ritardo, quindi in pratica è alla pari con due corridori che potrebbero lottare per il vertice fino alla fine. Tiene botta, fra gli azzurri, anche Marzio Bruseghin che è 13° a 1’01” con lo stesso tempo di Arroyo e davanti anche a Denis Menchov che sembra arrancare, anche se di salite ce ne sono ancora.
Domani quinta tappa, la terza più lunga di questa Vuelta, con 199 chilometri che separano Guadix da Lorca: qualche salitella, ma dovrebbe essere una chance importante per le ruote veloci. Che in questi giorni si sono quasi riposate.
Saverio Melegari