L’ÉTAPE DU JOUR: BOURG SAINT MAURICE – LE GRAND BORNAND

luglio 22, 2009
Categoria: News

È la tappa più impegnativa di questa edizione, sia per il disegno complessivo, sia per la scelta di collocare le ascese più dure nel finale. Nonostante l’arrivo non sia al culmine di una salita, questa è una giornata che potrebbe far più male rispetto a quelle consumatesi ad Andorra e a Verbier. Siamo comunque ancora lontani dagli stantard canonici delle grandi tappone di montagna: questa è quella che più gli si avvicina e i corridori dovranno sapere sfruttare alla perfezione ciò che proporrà la strada. Le condizioni per una giornata memorabile ci sono. E anche il meteo oggi potrebbe fare la sua parte.

Foto di copertina tratta dal sito www.cybevasion.fr

A detta di tutti – corridori, tecnici, giornalisti e tifosi – questa sarà la frazione più dura del Tour 2009, a dispetto d’un chilometraggio non proprio da tappone. Approviamo il giudizio, ma con riserva. Siamo, infatti, ancora molto lontani dagli standard delle vere tappe di montagna, quelle dei cocktail Croixdefer-galibier-izoard che hanno fatto la storia delle Grande Boucle. La stessa frazione del Petrano, per fare un paragone recente, era complessivamente più impegnativa di questa tappa, che si annuncia comunque come una delle grandi giornate di questa edizione, ottima per tentare di far saltare il banco. Ci saranno 5 salite da affrontare, sparse lungo tutto il tracciato come il cacio sui maccheroni. A differenza del formaggio, però, che cade con casualità, le scaglie più appetitose sono state saggiamente disposte nel finale di una frazione che raramente proporrà momenti nei quali tirare il fiato. Transitati sotto l’arco del “chilometro 0” la strada inizierà subito a salire, diretta ai quasi 2000 metri del Cormet de Roselend, valico inserito per la decima volta nel percorso del Tour; è un’ascesa lunga quasi 20 Km e lungo la quale si alternano con frequenza tratti pedalabili ad altri più pendenti: un mix che potrebbe lasciare il segno se la tappa partirà a tutta, sia tra i big sia tra i velocisti, che dovranno stringere i denti e stare molto attenti al tempo massimo. Finita la discesa, immantinente si riprenderà ad ascendere, stavolta verso il Colle delle Saisies, da un versante “caratterialmente” simile a quello del passo precedente, ma con una maggior predonimanza dei tratti facili. Seguiranno una cinquantina di chilometri abbastanza tranquilli, che si concluderanno con l’ascesa della Côte d’Araches (classificata di seconda categoria, ma presenta comunque una pendenza media del 7%), apripista del gran finale. Negli ultimi 38 Km ci saranno gli estremi per inscenare un attacco al vertice (sempre che non sia lo stesso Contador a farlo), rappresentati dalle ascese ravvicinate dei colli di Romme e della Colombière, inedito il primo, vecchia conoscenza del Tour il secondo. A parte il muro di Bourmont (affrontato nella tappa di Vittel), il Romme è l’ascesa complessivamente più ripida del Tour 2009: finora solo i partecipanti alla granfondo “Megève-Mont Blanc” avevano potuto “assaggiare”, seppur nel verso della discesa, i suoi 9,3 Km al 8,8%, che riservano i momenti più aspri entro i primi 6 Km, nel corso dei quali s’incontreranno quattro tronconi di strada notevolmente pendenti (0,4 Km al 10,6%, 1,1 Km al 10,9%, 0,6 Km al 12,5% e 0,9 Km al 10,2%). Meno acclive la successiva discesa, introdotta da un falsopiano di un chilometro e mezzo, un lieve ascendere che potrebbe aiutare i corridori che si troveranno all’attacco. Dalla loro parte giocherà ancora il disegno dei chilometri successivi poiché, ultimata la planata, subito si attaccherà la vecchia Colombière, che quest’anno verrà affrontata per la 19a volta. Prendendola già in quota, se ne percorreranno solamente gli ultimi 7, i più tosti e non solo sotto l’aspetto delle pendenze (media del 8,6%, coi mille metri conclusivi al 10,2%). Influirà molto anche il caldo, essendo la Colombière un passo piuttosto spelacchiato, senza vegetazione arborea ai lati a garantire un po’ di refrigerio (ma non dovrebbe essere il caso della giornata odierna). Scollinato l’ultimo GPM, mancheranno 15 Km esatti alla meta, previsti in discesa fino a poco meno di 2 Km dal traguardo. Se ci sarà stata gran bagarre e conseguente selezione, potrebbero rivelarsi pochi per recuperare.

SOUVENIRS DU TOUR 1
Le Grand Bornand è a quota 7 presenze sul percorso del Tour, ovviamente limitandosi ai passaggi “registrati”, partenze, arrivi e traguardi volanti. Il debutto è del 1994, quando ospitò uno sprint nel corso della tappa Moutiers – Cluses (primo il lituano Kasputis), vinta dal russo Ugrumov. L’anno successivo accolse la partenza della tappa diretta a La Plagne, bissando nel 1999 quando da Le Grand Bornand scattò il tappone del Sestriere, vinto da Lance Armstrong. Più ricco il palmares nel secondo millenio, con altri due traguardi volanti (nel 2002, primo Dario Frigo e nel 2006, primo il francese Halgand) ed altrettanti arrivi di tappa: nel 2004 ancora un successo dell’americano, nel 2007 vittoria del tedesco Gerdemann, al termine d’una frazione dal finale simile a quella odierno, con la Colombière ma senza il Romme.

Le Grand Bornand, chiesa di Notre-Dame de l'Assomption (www.123savoie.com)

Le Grand Bornand, chiesa di Notre-Dame de l'Assomption (www.123savoie.com)

SOUVENIRS DU TOUR 2
Le Grand Bornand è un’importante stazione di sport invernali situata sul versante ovest del massiccio degli Aravis ed attraversata dal torrente Borne, le cui acque ricche di trote sono molto famose è tra gli appassionati di “pesca con la mosca”. A differenza di molte stazioni alpine (come Courchevel, per esempio), la sua genesi sciistica è molto antica, risalente al 1907, mentre è del 1923 l’istuzione della “société des skieurs bornandins”. Nel cuore del villaggio antico, attorno al quale si è sviluppata la stazione turistica, si trova la chiesa di Notre-Dame de l’Assomption, esistente già nel 1146 e totalmente ricostruita due volte, nel 1661 – a seguito di un disastroso incendio – e nel 1877. Nel territorio di Le Grand Bornand si trovano anche i due laghi della Cour e di Maroly: quest’ultimo, inaugurato tre anni fa, è stato realizzato appositamente per la creazione della “neige de culture”, come oltralpe chiamano la neve artificiale.
“Bornandins” celebri sono, e non poteva essere altrimenti, diversi campioni del mondo dello sci. Qui ricordiamo Sylvie Becaert e Roddy Darragon che alle Olimpiadi di Torino 2006 hanno conquistato rispettivamente il bronzo nel biathlon (staffetta 4×6 km) e l’argento nello sci di fondo (sprint).

LA MÉTÉO
Partenza sotto il sole per una delle frazioni più impegnative del Tour 2009, grazie ad una momentanea interruzione delle pioggie, che cadranno su Bourg Saint Maurice fin dalla tarda mattinata. Sarà comunque caldo (25°C) e le temperature contribuiranno ad asciugare l’aria (50% di umidità), mentre il vento soffierà in maniera moderata (20 Km/h). Raffiche assai più violente si registreranno sulla cima dei passi, in particolare sul Roselend, dove potrebbero raggiungere anche velocità da “tempesta” (60 Km/h). Caldo con condizioni di cielo nuvoloso ai passaggi per Megève (Km 79, ore 14.45 circa) e Cluses (Km 126, ore 16 circa). In questa località, dalla quale avrà inizio la scalata del Romme, si registreranno le temperature più elevate di giornata, che rasenteranno i 30°C. Poi la pioggia tornerà ad abbattersi sui corridori, mentre le temperature scenderanno sensibilmente, anche di 6°C (previsti 22°C sulla Colombière). Si taglierà il traguardo sotto un cielo coperto ma all’asciutto, con una temperatura di 25°C ed un tasso d’umidità sceso dai 70% registrati all’ultimo GPM ai 47% di Le Grand Bornand. Unica costante di giornate il vento, che spazzerà l’intero tracciato, con folate all’arrivo previste fino ai 42 Km/h.

BOULE DE CRISTAL
Tappone alpino. Qui si decide il tour. Le squadre di classifica inseriranno in qualche tentativo da lontano corridori in appoggio per i loro capitani, perchè la partenza in salita di sicuro favorirà la fuga. Vedremo poi sul Col de la Colombière attacchi alla maglia gialla. Sarà sicuramente una tappa molto sentita dai corridori: decisiva per la maglia gialla, decisiva per la maglia a pois visto le numerose salite e decisiva per la maglia verde, perché se i velocisti si staccano subito rischiano di andare fuori tempo massimo.

LA TERNA SECCA DI LUCA ZANASCA
1° Andy Schleck
2° Contador
3° Sastre

Mauro Facoltosi & Luca Zanasca

Commenta la notizia