TAPPA PAZZA, SUCCEDE DI TUTTO. VITTORIA DI MOHORIC, CRISI DI ROGLIC
Vanno in fuga in ventinove, con nomi importanti tra cui la maglia gialla, il vantaggio resta consistente sino all’arrivo. Alla fine, ci sono gruppetti ovunque. Ci ha provato anche Carapaz stoppato dalla Movistar. Crisi per Roglic che esce di classifica e viene abbandonato dalla squadra.
Nella ultime righe del pezzo di ieri, chi scrive aveva suggerito che tappe come quella di oggi potevano risultare per la classifica generale più pericolose di una tappa di montagna.
In effetti è proprio quello che è accaduto oggi, sono volati i minuti, con corridori rientrati in classifica ed altri usciti clamorosamente.
La qualità degli attaccanti e il finale nervoso hanno letteralmente spaccato la corsa, ma un elemento da non sottovalutare è il chilometraggio.
In un ciclismo in cui si tende sempre più a diminuire i chilometraggi delle tappe, in cui ci sono spinte sia da parte dei tecnici che da parte delle tv a fare tappe più corte per renderle televisivamente più appetibili al grande pubblico, la frazione di oggi ha dimostrato che le tappe lunghe sfiancano i corridori, e possono provocare crisi. Al traguardo erano tutti stravolti ed i minuti sono volati.
Oggi sono stati smentiti tutti colori che ritengono che, per avere tappe più spettacolari, si debbano ridurre i chilometraggi. Chi scrive ritiene al contrario che anche le tappe lunghe nelle quali non succede nulla rimangono nelle gambe e si fanno sentire nei giorni successivi e nella fatica che si accumula sulle tre settimane.
I trabocchetti della tappa hanno funzionato egregiamente proprio perché arrivati nel finale, quando i corridori avevano già 220 Km nelle gambe ed erano stanchi, le salite oggettivamente brevi, anche se a tratti esigenti per le pendenze, hanno fatto danni oltre ogni aspettativa.
Subito dopo la partenza, iniziano i tentativi di attacco. Van Aert sembra uno dei più irrequieti, ma tutti gli scatti iniziali vengono neutralizzati dalla alta andatura.
La fuga buona si forma dopo il chilometro 25 ad esito di una girandola di scatti, ma non si tratta d una fuga qualunque, dentro ci sono la maglia gialla, il terzo della generale, un vincitore dei tre grandi giri come Nibali, un vincitore di una Vuelta come Simon Yates e soprattutto i corridori sono ventinove quindi in grado di far male al gruppo.
Oltre a Van de Poel e Van Aert in fuga ci sono Kasper Asgreen (DQT), Vincenzo Nibali (TFS), Søren Kragh Andersen (DSM), Toms Skujiņš (TFS), Ruben Guerreiro (EFN), Matej Mohorič (TBV), Jan Bakelants (IWG), Xandro Meurisse (AFC), Franck Bonnamour (BBK), Magnus Cort Nielsen (EFN), Hugo Houle (APT), Simon Yates (BEX), Boy Van Poppel (IWG), Philippe Gilbert (LTS), Dylan van Baarle (IGD), Dorian Godon (ACT), Brent Van Moer (LTS), Christophe Laporte (COF), Victor Campenaerts (TQA), Jasper Stuyven (TFS), Patrick Konrad (BOH), Imanol Erviti (MOV), Petr Vakoč (AFC), Mark Cavendish (DQT), Harrison Sweeny (LTS) e Mike Teunissen (TJV).
Basta leggere l’elenco per rendersi conto dello spessore degli uomini all’attacco, di cui alcuni anche potenzialmente pericolosi in chiave generale.
Con la maglia gialla all’attacco, tocca agli UAE mettersi in testa al gruppo ma la qualità degli uomini davanti mette in seria difficoltà la squadra della maglia bianca ed il vantaggio arriva a superare i 6 minuti e resta a lungo assestato su quel valore.
Dopo il traguardo volante Cavendish perde interesse alla fuga e non risponde quando Gilbert rilancia l’azione.
Nelle vicinanze del GPM, si avvantaggiano Mohoric e Van Moer che riescono a guadagnare un minuto sul drappello maglia gialla, ma in discesa cominciano gli scatti e sono Jasper Stuyven e Victor Campenaerts che riescono a riportarsi sulla coppia di testa, formando un buon quartetto che diventa presto un terzetto perché l’ex campione europeo a cronometro si stacca quasi subito. Dietro, Nibali accelera e comincia a sfoltire il drappello degli inseguitori, mentre in gruppo rimane attardato Nairo Quintana che aveva annunciato che non sarebbe venuto a Tour per fare classifica, ma che era sembrato in discrete condizioni nelle prime tappe.
La penultima ascesa era la più dura con l’ultimo chilometro sempre in doppia cifra. Nel gruppo maglia gialla, ci prova Konrad che, in un primo tempo, sembra avere lo spunto giusto, ma poi viene raggiunto da Asgreen, Cort Nielsen, Bonnamour e Skujins.
Nel gruppo maglia gialla, accelerano Van de Poel Van Aert e Nibali con Yates che accusa il cambio di ritmo.
Nel gruppo maglia bianca, parte Richard Carapaz, in bella progressione, e guadagna fino a 30 secondi. E’ inspiegabilmente la Movistar che va a tirare e che alla fine riuscirà a chiudere sull’ecuadoregno. Il comportamento della formazione iberica è francamente incomprensibile perché, se è vero che hanno Enric Mas vicino a Carapaz in generale, è anche vero che con un Pogacar in grande spolvero è necessario cercare di lasciare sulle spalle della sua squadra l’onere di chiudere su eventuali attacchi. Carapaz è un uomo pericoloso anche per Pogacar e probabilmente la UAE si sarebbe impegnata per chiudere, stancandosi a beneficio anche di Mas che avrebbe risparmiato i suoi uomini.
Sempre sulla salita di Signal d’Uchon, cede di schianto Primoz Roglic che viene abbandonato dalla squadra probabilmente informata della gravità della crisi. Se essa sia stata dovuta alla caduta od alla preparazione deficitaria, senza il ritmo gara che alcuni hanno cercato al Delfinato altri in Svizzera, probabilmente non lo sapremo mai, tuttavia lo sloveno era sembrato in discreta efficienza nella cronometro anche se non al top. Generalmente, le cronometro sono test abbastanza importanti perché non si può bluffare e quindi si può dire che la crisi grave di Roglic sia stata un po’ una sorpresa, anche se in una tappa di 250 Km certe cose possono succedere.
Davanti, nel frattempo, Mohoric ha staccato tutti e prosegue ad un ritmo elevato, tanto che nessuno riesce ad avvicinarsi. Nel finale, Stuyven riesce a staccare Asgreen, Bonnamour, Konrad e Cort Nielsen che vengono raggiunti dalla coppia Van der Poel, Van Aert che si erano liberati anche di Nibali, che arriva con Yates a quasi 3 minuti da Mohoric, pagando un dazio di 1:20 alla maglia gialla.
Il gruppo maglia bianca riprende Carapaz proprio sulla linea di arrivo e giunge a 5:15 dal vincitore, mentre Roglic taglia il traguardo dopo 9 minuti senza alcun compagno d squadra.
La generale ne è uscita abbastanza sconvolta. Rimangono saldi in testa Van der Poel e Van aert a 30 secondi, Pogacar però è quinto a 3:43, preceduto da Asgreen e Mohoric rispettivamente a 1:49 e a 3 minuti, alla spalle del detentore del titolo ci sono Nibali e Alaphilippe a poco più di 4 minuti. Gli altri restano con distacchi da Pogacar invariati, salvo Primoz Roglic che ora è a 9 minuti dalla maglia gialla e quindi a oltre 5 minuti dal connazionale.
Domani la prima delle due tappe alpine abbastanza soft.
Nel finale, ci sono il Col de Romme e la Colombier a 14 Km dal traguardo di Le Grand Bornand. Si tratta di salite abbastanza pendenti, sulle quali si può tentare un attacco. Oggi si è visto che Carapaz non sta nella pelle per cercare di recuperare il tempo perduto nella cronometro e, dopo la sfacchinata di oggi, c’è da capire chi sarà in grado di sferrare un attacco.
Il team Ineos è certamente più attrezzato della UAE e potrebbe muovere anche Thomas come diversivo, mentre la Jumbo dovrà reinventarsi e capire se lanciare Van Aert verso la maglia gialla o puntare sulla classifica di un uomo come Kruijswick che non è sembrato però al 100%.
Benedetto Ciccarone