NON C’E’ DUE SENZA TRE, CAVENDISH A CHATEAUROUX DIECI ANNI DOPO
Mark Cavendish ha vinto la sesta tappa del Tour de France su un traguardo che già lo aveva visto due volte braccia al cielo e che gli aveva consegnato la prima vittoria al Tour nel 2008. Ottima volata da parte del mannese che salta senza problemi Philipsen, lanciato in modo non impeccabile da Merlier.
Le tappe nelle sterminate pianure del centro della Francia non sono mai state esaltanti.
Nessuna possibilità di approntare diversivi credibili rispetto al copione con fuga tenuta a bagnomaria per tutta la tappa, ricompattamento generale a pochi chilometri dall’arrivo e volata finale con sfida tra treni.
Niente colline, niente punti ventosi, niente trabocchetti. La conformazione del territorio in certe zone impedisce l’inserimento di qualsiasi elemento in grado di turbare l’armonia.
Non ha fatto eccezione la tappa di oggi, che pure all’inizio aveva visto un tentativo di fuga formato da uomini abbastanza pericolosi. Il gruppo però non ha lasciato scampo a questa azione interessante proprio per le presenze sgradite ed ha chiuso implacabilmente.
Dopo la partenza, gli attacchi sono cominciati subito visto anche il ridotto chilometraggio della frazione ed ad avvantaggiarsi sono, come si diceva, uomini di qualità Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick-Step), Søren Kragh Andersen (Team DSM), Toms Skujiņš (Trek-Segafredo), Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen), Jonas Rickaert (Alpecin-Fenix), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Nils Politt (Bora-Hansgrohe) e Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux).
Ovviamente la presenza di Asgreen, undicesimo a 1:49 da Van der Poel non è tollerata dal gruppo, specie se unita alla presenza di altri nomi come De Gendt e Van Avermaet. Le squadre dei velocisti iniziano ad accelerare il ritmo ed il vantaggio si assottiglia.
Con l’avvicinarsi del gruppo, salta anche l’accordo tra gli attaccanti che si spezzano in due drappelli per poi ricongiungersi, ma il gruppo piomba addosso ai battistrada quando mancano ancora 130 Km alla conclusione.
Van Avermaet però non ne vuole sapere di arrendersi e riparte a tutta prima che il gruppo riesca a riassorbire il tentativo. Dal plotone, a questo punto, evade Kluge che si riporta sul battistrada che, avvisato dalla ammiraglia, rallenta per agevolare il rientro di un uomo con cui collaborare.
Ovviamente la fuga composta da soli due uomini non fa paura ed il gruppo assesta la velocità in modo da tenere il vantaggio intorno ai 2 minuti.
A questo punto il copione va in scena senza variazioni.
Al traguardo volante, il distacco diminuisce a causa di una accelerazione del gruppo per disputare la volata, vinta da Colbrelli, che conquista quindi la terza piazza, ma subito dopo risale perché il gruppo non vuole chiudere troppo presto sugli attaccanti.
Il ricongiungimento avviene poco dopo il cartello dei 3 Km all’arrivo. A quel punto, si organizzano i treni, uno a destra con la Alpecin ed uno a sinistra con la Deceunick. Dopo una trenata di Van der Poel, è Merlier che prova a lanciare Jasper Philipsen, ma Mark Cavendish spunta da dietro e passa senza problemi l’avversario. Nel finale, spunta anche Bouhanni che va a conquistare la terza posizione. Quarto Arnaud Demare.
Mark Cavendish conquista senza problemi la tappa grazie alla sua esperienza. Lanciata la volata, ha intuito subito che la ruota giusta era quella di Philipsen, lanciato da Merlier che non è stato proprio impeccabile perché ha dato una accelerata secca che, invece di favorire chi era immediatamente dietro, ha finito per dare un vantaggio a Cavendish che, nel prendere la ruota di Philipsen, ha fatto un cambio di ritmo più progressivo e meno violento che gli ha permesso di saltare senza problemi l’avversario.
Domani, tappa adatta alle fughe con un finale nervoso, che potrebbe anche invogliare qualcuno a tentare una imboscata. Vista la attuale condizione di Pogacar, è forse più facile cercare di sorprenderlo con attacchi di squadra in tappe con trabocchetti come quella di domani, piuttosto che sulle grandi montagne.
L’arrivo di domani è lo stesso della cronometro al penultimo giorno del Tour 98 al termine della quale Pantani superò l’ultima insidia che lo separava dal gradino più alto del podio dei Campi Elisi. Dopo 23 anni, è ancora l’ultimo corridore ad aver realizzato la storica doppietta riuscita solo ai grandissimi: Coppi, Anquetil, Merckx, Hinault, Roche, Indurain ed appunto Marco Pantani.
Benedetto Ciccarone